"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 31 gennaio 2021

Lamemoriadeigiornipassati. 17 Quella che era la «“NUOVA” America di Donald Trump».

 

Ora che il “passaggio” è avvenuto, indolore e con gran spirito di sollievo dei tantissimi, sarebbe il caso di andare a ri-leggere una “memoria” – “Donald il nuovo vecchio” - di Nadia Urbinati – “Professor of Political Theory, Department of Political Science, Columbia University” - pubblicata sul quotidiano “la Repubblica” del 28 di gennaio dell’anno 2017.

sabato 30 gennaio 2021

Cronachebarbare. 81 «Lo sberluccichio dei soldi lo acceca, gli erode la eventuale moralità residua».

 

Ha scritto Antonio Padellaro in “Segui i soldi: il leader di IV e il piano UE”, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di ieri venerdì 20 di gennaio 2021: Dunque c’è del metodo nell’insensata crisi di governo provocata da Matteo Renzi, detto demolition man. Mettere le mani su Palazzo Chigi e sulla poltrona di Roberto Gualtieri, da lì sulla governance del Recovery Plan, e quindi sulla gestione degli appetitosi 209 miliardi di fondi europei. Lo avevamo capito tutti da un pezzo, ma ieri lo abbiamo letto nero su bianco che “gli ambienti di Italia Viva fanno circolare l’ipotesi di uno scambio di ruoli ad altissimo livello: Paolo Gentiloni premier, Giuseppe Conte commissario europeo, con Mario Draghi ministro dell’Economia” (Linkiesta). A rileggere le cronache dei giorni in cui lo statista di Rignano armeggiava per mandare tutto a puttane c’è da farsi grasse risate. Ha un cattivo carattere, non si controlla, si fa del male da solo sosteneva il partito del disagio psichico. Mentre la teoria statistico-delirante attribuiva ai 30 mesi di permanenza a Palazzo Chigi di Giuseppe Conte – in procinto di superare il “record” di un Renzi perciò fortemente indispettito – l’origine della rottura che ha lasciato l’Italia in braghe di tela. Tutte panzane costruite per negare l’evidenza dei fatti. Che, cioè, la crisi è stata innescata all’inizio di dicembre quando il premier ha portato in Consiglio dei ministri la sua proposta di destinazione dei fondi e di assetto della governance. Davanti alle proteste di Iv, Conte e Gualtieri si sono illusi che la soluzione del problema fosse la riscrittura del Piano. È stata infatti cambiata la destinazione delle varie poste, ma alla fine con un esito che non pochi considerano peggiorativo rispetto alla prima stesura. Non si teneva e non si tiene conto che a Renzi, uomo quanto mai concreto e coi piedi per terra, interessa soprattutto esercitare un diretto controllo sulla struttura tecnica che avrà il compito (e il potere) di individuare i progetti a cui destinare quella gigantesca cascata di soldi.

venerdì 29 gennaio 2021

Cronachebarbare. 80 Renzi Matt(e)o: «“C’è un mercato (?!) politico che guarda con interesse a noi"».

Ha scritto Michele Serra in “Matteo Renzi, il corpo estraneo” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 9 di ottobre dell’anno 2020: (…), è vero, gli italiani sono in prevalenza conservatori. Difficilmente al lamento ininterrotto segue uno scossone politico rilevante. Tanto è vero che la burrascosa fine della Prima Repubblica avvenne per mano della magistratura, non della politica. (…).

giovedì 28 gennaio 2021

Lamemoriadeigiornipassati. 16 «Poi uno dice che all’Italia manca l’ottimismo. Basta entrare in politica e tutto si tinge di rosa».

 

Ha scritto Michele Serra in “L’unico teatro ancora aperto” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del venerdì 15 di gennaio 2021: Il famoso “teatrino della politica” è il solo teatro rimasto sempre aperto sotto pandemia, e dunque dovremmo portargli maggiore rispetto. In mancanza di Pirandello, Shakespeare e Brecht, anche Mastella può avere il suo pubblico, e la ricerca dei misteriosi Costruttori, nascosti dietro le tende del Palazzo, non è una trama disprezzabile, considerati i tempi grami.

mercoledì 27 gennaio 2021

Eventi. 38 “1945”. «La memoria è l'eterno presente di tutto ciò che ha senso e valore».

È passato domenica 24 di gennaio – tre giorni ancora alla “Giornata della Memoria” - sulla rete RaiStoria un film straordinario del regista ungherese Ferenc Török. Titolo del film: “1945”, ricavato dal racconto “Homecoming” di Gábor T. Szántó. Uno di quei film che è difficile incontrare oggigiorno, ma neppure dimenticare. Film lineare, essenziale, di un bianco e nero straordinario grazie alla fotografia di Elemér Ragályi e di una colonna sonora semplice ma ricca di accordi e toni dovuta all’arte di Tibor Szemzo. Meritoria RaiStoria che in tal modo assolve in pieno il Suo ruolo di emittente pubblica.

martedì 26 gennaio 2021

Cronachebarbare. 79 «I disfattisti usano malamente la parola di Mattarella: “costruttori”».

 

Tratto da «La crisi “disfattista” nel caos del virus» di Barbara Spinelli, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di oggi martedì 26 di gennaio 2021: (…). Si sta installando l’idea che sia Conte a dover riaprire a Italia Viva, e non i renziani che hanno teso l’agguato. Può darsi che vinceranno gli apparati e i poteri che non hanno mai sopportato il Presidente del Consiglio: troppo indipendente, troppo lontano dai palazzi, troppo attento ai pareri dei virologi.

lunedì 25 gennaio 2021

Virusememorie. 58 «Sognando un'insurrezione che travolga questi imprenditori del nulla e dello sfacelo della polis».

 

Cronache dalla pandemia. 1 “Peggio di così non poteva andare”, tratta da “Bianco cavallo, bianco cavaliere” di Katherine Anne Porter sulla epidemia di “Spagnola” nell’America dell’anno 1918, riportata in “Racconti contagiosi” – Feltrinelli editore (2020), pagg. 329, euro 18 - di Siegmund Ginzberg: “Non si riesce a trovare un’autoambulanza”, disse Adam, “e non ci sono più letti liberi. E non riusciamo a trovare un medico o un’infermiera. Sono tutti impegnati (…)”.

domenica 24 gennaio 2021

Cosedaleggere. 98 Togliatti vs Orwell: «un'altra freccia aggiunta all'arco sgangherato della borghesia anticomunista».

 

Tratto da “La distopia a Botteghe Oscure” di Simonetta Fiori pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 15 di gennaio 2021: Per Togliatti era il demonio o, per dirla alla sua maniera, "un'altra freccia aggiunta all'arco sgangherato della borghesia anticomunista". Berlinguer invece gli tolse i panni di Belzebù per concentrarsi sul profeta della meccanizzazione degli umani: ma il vaticinio gli sembrava sbagliato. Il lungo viaggio del Pci intorno a Orwell potrebbe inscriversi entro queste due date, lontane nel tempo e sideralmente distanti nella sostanza. Nel novembre del 1950, in piena guerra fredda, lo stigma del Migliore scagliato dalle pagine di Rinascita. E nel dicembre del 1983, alla vigilia del compimento dell'anno orwelliano, la "riabilitazione" sulle pagine dell'Unità, diretta da Emanuele Macaluso e distribuita in un milione di copie. In era staliniana, la stroncatura di Togliatti non può certo sorprendere. La denuncia affidata alla distopia di 1984 riguardava apertamente il totalitarismo comunista, con il tiranno georgiano incarnato dal Grande Fratello, il "bispensiero" che caricaturizza la filosofia di Lenin e il nemico Goldstein a ricalco dal vero nome del rinnegato Trockij, ossia Boronstejn.

sabato 23 gennaio 2021

Cosedaleggere. 97 «Non esiste più un partito della sinistra che forma la classe politica».

 

Tratto da “Furono i compagni a salvare la democrazia”, intervista di Simonetta Fiori allo storico Giovanni Gozzini pubblicata sul supplemento “Robinson” del quotidiano “la Repubblica” del 16 di gennaio 2021: (…). Chiariamo subito una questione non irrilevante. (…). …lei definisce la nascita del Pci “una deviazione della storia”. Vuol dire che la scissione di Livorno si poteva evitare? «No, non è questo. Il divorzio tra socialisti e comunisti fu avvertito da ogni componente politica come una necessità storica: sia sul fronte riformista turatiano che sul fronte opposto di Bordiga e Gramsci. E, pur dovendo andare oltre la percezione dei protagonisti, noi storici abbiamo il dovere di rispettarla».

venerdì 22 gennaio 2021

Quellichelasinistra. 20 Giorgio Gaber: «Qualcuno era Comunista».

 

A cento anni dalla “nascita” del “Pcd’Italia” – 21 di gennaio dell’anno 1921 – avvenuta in quel di Livorno mi va di tornare a parlare di “Cosmonauta” (2009), la pregevolissima “opera” cinematografica di Susanna Nicchiarelli a quel tempo regista debuttante, vincitrice, alla sessantaseiesima edizione della Mostra Cinematografica di Venezia, nella sezione “Controcampo italiano”. Un film che ho voluto rivedere ancora una volta ieri sera per festeggiare, a modo mio, quella “nascita” che tanto ha segnato nella vita sociale e politica del bel Paese.

giovedì 21 gennaio 2021

Eventi. 37 Ezio Mauro: «Forse è arrivata l'ora del grande rammendo allo strappo del 1921».

 

Tratto da “Chiedimi chi erano i comunisti”, intervista di Simonetta Fiori a Ezio Mauro – già direttore del quotidiano “la Repubblica” - pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 20 di novembre dell’anno 2020: (…). "Posso dire di aver sempre cercato la sinistra. L'ho cercata soprattutto attraverso il mio lavoro".

mercoledì 20 gennaio 2021

Eventi. 36 Emanuele Macaluso: «Il Pd non è un partito, è un aggregato politico-elettorale».

 

Ieri, martedì 19 di gennaio 2021, Emanuele Macaluso ci ha lasciati. Tratto da “Questo Pd non è il migliore”, colloquio di Carmine Fotia con Emanuele Macaluso pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 30 di giugno dell’anno 2019:

martedì 19 gennaio 2021

Cosedaleggere. 96 Richard Horatio Blair: «Papà disprezzava i modi con cui i governi controllano la popolazione. E soprattutto le bugie».

 

Tratto da “Era mio padre. E mi salvò la vita”, intervista di Antonello Guerrera a Richard Horatio Blair – 76 anni, figlio adottivo di George Orwell - pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 15 di gennaio 2021: (…). "Dopo 70 anni ancora mi manca, ogni giorno penso a lui".

Richard, pensi se suo padre avesse ascoltato gli amici e l'avesse dato via... Che vita sarebbe la sua oggi? "Ah! Ma lui mi adorava. Mi aveva voluto fortemente perché sapeva di non poter avere figli e, nonostante stesse molto male, promise che non mi avrebbe mai lasciato. Abbandonò la Bbc per me. Avere una famiglia con figli era uno dei suoi imperativi. Era uno scrittore radicale e straordinario, ma ancor prima un essere umano con pensieri e desideri molto semplici".

lunedì 18 gennaio 2021

Eventi. 35 George Orwell: «“Sentivo di dover sottrarmi ad ogni forma di dominio dell'uomo sull'uomo"».

Tratto da “Il fantasma della libertà” di Marco Cicala, pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 15 di gennaio 2021: Poteri, partiti, ortodossie: nella sua vita breve, George Orwell cercò di girare alla larga da ogni vincolo d'obbedienza. (…). Se oggi dici Grande Fratello quasi tutti pensano a un format-tv che rischia di diventare longevo quanto Canzonissima o Domenica in.

domenica 17 gennaio 2021

Cronachebarbare. 78 «Nella selfocracy che tutto ricopre col suo manto di facezia e vanità, anche la tragedia».

 

Riporta Daniela Ranieri in chiusura del Suo “pezzo” – di seguito in parte trascritto - che ha per titolo “Il blob tossico del Trump attack” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 9 di gennaio 2021:

sabato 16 gennaio 2021

Cosedaleggere. 95 Roger Alies: «Noi non seguiamo le notizie, le fabbrichiamo. Le persone non sanno più a cosa credere».

 

Tratto da “Noi che siamo sospesi” di Marco Damilano, pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 15 di agosto dell’anno 2020: Negli ultimi due anni abbiamo avuto prima l’estate 2018 dell’Italia cattiva, razzista, senza limiti, come se il sovranismo che aveva preso il potere a Roma con il governo gialloverde fosse stato vissuto da un pezzo di società come un via libera, un lasciapassare, un liberi tutti per comportamenti censurabili che potevano uscire allo scoperto. E poi l’estate 2019, quella dei pieni poteri invocati su una spiaggia da Matteo Salvini e della sua caduta rovinosa. Due anni vissuti dall’Italia in copia conforme con quanto stava succedendo nel mondo e in Occidente, dopo il 2016 della Brexit e dell’elezione di Donald Trump, ampiamente annunciata da sommovimenti di lungo corso, sociali, culturali, mediatici. Il trumpismo era stato anticipato da fenomeni come quelli raccontati da The Loudest Voice, la serie tv uscita un anno fa in America e poi in Italia, che racconta la nascita di Fox News e la storia del suo inventore Roger Alies, travolto da una catena di scandali sessuali, morto nel 2017 dopo aver condizionato per due decenni la politica americana, e non solo quella americana, con il suo modo di fare informazione. Notizie false, avversari politici gettati nel fango, scorrettezza politica. «Diamo al pubblico ciò che vuole, anche se non sa ancora di volerlo», dice Alies.

venerdì 15 gennaio 2021

Quellichelasinistra. 19 Bobbio: «la vera distinzione tra chi è di destra e chi è di sinistra è tra chi avverte lo scandalo delle disuguaglianze e chi non lo avverte».

 

Tratto da “Un sostegno manca solo qui e in Grecia: è una vergogna”, intervista di Gianni Barbacetto al sociologo Marco Revelli pubblicata su “il Fatto Quotidiano” del 14 di gennaio dell’anno 2017:

giovedì 14 gennaio 2021

Leggereperché. 58 «Michel Foucault annunciava la morte dell’uomo il cui volto svanirà sulla sabbia di una spiaggia coperta dal mare».

 

A lato. "Corsica" (2019), acquarello di Anna Fiore.

Tratto da “La nostra civiltà muoia con eleganza”, intervista di Vincent Tremolet De Villers al filosofo francese Michel Onfray pubblicata sul quotidiano “la Repubblica” del 14 di gennaio dell’anno 2017:

mercoledì 13 gennaio 2021

Virusememorie. 57 «L’ignoranza nazionale è anzitutto esercitata, più che a scuola, sulla scuola».

 

Tratto da “Il silenzio dei cuori infranti” di Giuseppe Genna, pubblicato sul settimanale “l’Espresso” del 10 di gennaio 2021: (…). La scuola, come l’amore, è simile a un albero: purché sia seminato, spunta e penetra in profondità con le sue radici in tutto il nostro essere e continua a verdeggiare anche sopra un cuore in rovina. Ed è la rovina dei cuori che va osservata in questi incredibili e patologici nove mesi, l’età del silenzio della scuola, dei portoni chiusi, degli insegnanti ridotti a totem parlanti in Ffp2 o via etere: l’infarto della programmazione e il black out delle relazioni. La sindrome Hikikomori, quella psicosi con cui i ragazzi si confinano a videogiocare in stanze inaccessibili senza più uscire, da emergenza rischia di farsi norma. I disturbi generalizzati dell’apprendimento deflagrano nella popolazione giovane. I giovani, che l’attuale età adulta riguarda come spiriti inermi, rischiano il danno collaterale. Incombe un antico allarme, che un poeta sintetizzava così: «l’Italia che ha insegnato a leggere al genere umano, l’Italia oggi non sa leggere!». E non sa deliziarsi negli orrori della preadolescenza e prepararsi a fare da cavia al mondo, prima di rivoluzionarlo, il che è un altrettanto antico compito dell’adolescenza. La libertà di insegnamento e la fame di altri viventi messe a repentaglio dalle molecole virali: un’ulteriore sconfitta di quell’ideologia progressiva, con cui abbiamo cercato di trattare noi stessi e il mondo. La constatazione del dolore è inutile, o semplicemente consolatoria, se quel dolore non costituisce il motore con cui lo stato e le persone elaborano un piacere maggiore, un vantaggio sull’aridità del reale. Il progesso diventa una chimera, a cui nessuno bada più, perché i tempi sono fin troppo saturi di progresso, cioè di aggiornamento tecnico. Ed è ciò che sta capitando, in un crescendo wagneriano e contraddittorio, per cui si inneggia alla resilienza (questa parola di successo, diventata gommosa) e al contempo alla rovina di una generazione perduta. Bisognerà chiedersi: perduta a cosa? Resiliente a cosa? La scuola, che è un universo dentro il mondo, lamenta lo stop ed è giusto che lo faccia.

martedì 12 gennaio 2021

Memoriae. 24 «Quanto costa diffidare della scienza».

 

C’è voluto questo “annus horribilis (?!) affinché si tornasse a parlare nel bel paese della “scienza”. Pro o contro non importa, l’importante è stato averne ripreso a parlare.

lunedì 11 gennaio 2021

Leggereperché. 57 «A regolare il successo di un libro o di un'opera d'arte è solo il mercato».

 

A lato. "Autunno al mare" (2020), penna ed acquarello di Anna Fiore.

Ha scritto Umberto Galimberti in chiusura del Suo “Per salvare la cultura, iniziamo a studiare di più” – pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” dell’undici di gennaio dell’anno 2014 - che “quando sento dire che, per risollevare l’economia, dovremmo investire sul nostro patrimonio artistico che è il più ricco del mondo, penso che non ci sia alcuna possibilità se prima non si investe sull’istruzione, in grado di creare una sensibilità di massa per cultura e arte (che non sono solo evento o spettacolo”.

domenica 10 gennaio 2021

Ifattinprima. 100 «Lo stato del mondo che la luce nera del Covid rende oggi quasi invisibile».

 

Tratto da “Il mondo reso invisibile dal Covid” del filosofo e saggista francese Bernard-Henri Lévy, pubblicato oggi domenica 10 di gennaio sul quotidiano “la Repubblica”:

sabato 9 gennaio 2021

Ifattinprima. 99 B. Silvio: «2006. “Esecutivo illegittimo per le elezioni taroccate”».

 

Scrive Marco Travaglio in chiusura del Suo “Trumpsconi”, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di oggi sabato 9 di gennaio 2021: “Come si permette Trump di gridare ai brogli e di non riconoscere la vittoria dell’avversario? Non è liberale né democratico, suvvia”. E di seguito ricostruisce l’”istruttiva” storia dell’egoarca di Arcore:

giovedì 7 gennaio 2021

Virusememorie. 56 «Il professor Troiano mi spiegava che Sabin era un eroe tale e quale Garibaldi».

Tratto da “Quando la Repubblica ci salvò la vita” di Maurizio Maggiani, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di oggi giovedì 7 di gennaio 2021:

martedì 5 gennaio 2021

Virusememorie. 55 «Dopo l'incubo possiamo riscattare il tempo, ritrovare un futuro, liberare la storia. Ricominciare».

Ha scritto Wlodek Goldkorn in “Progresso”, pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 3 di gennaio 2021: C’era una volta, un’epoca in cui gli uomini e le donne di quel pezzo del mondo che ci ostiniamo a chiamare Occidente credevano che il futuro, loro personale e dell’umanità intera, sarebbe stato migliore del presente.

lunedì 4 gennaio 2021

Cosedaleggere. 94 «Solo il calore di una lampadina può scaldare il cuore di una falena».

 

Tratto da “Inseguendo una stella”, racconto di Paulo Coelho pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 24 di dicembre dell’anno 2020: Narra la leggenda che una giovane falena – dal corpo fragile e l’animo sensibile – mentre volava seguendo il vento vide una stella molto brillante e se ne innamorò.

domenica 3 gennaio 2021

Virusememorie. 54 «Il 2020 è un morto da ricordare».

 

A Lato. "In the African sun" (2020), acquarello di Anna Fiore.

Ha scritto Michele Serra nella Sua rubrica di oggi domenica 2 di gennaio 2021 – “In difesa dell’anno scorso” – pubblicata sul quotidiano “la Repubblica”: Il 2020, bisesto e funesto, se ne è andato in mezzo a un tale coro mondiale di improperi, maledizioni e gesti dell'ombrello (compresi i miei), che forse vale la pena spendere due righe per salutarlo meglio. È stato un anno duro, ma rispettabile. Implacabile, ma onesto. Ci ha fatto memoria della nostra vulnerabilità, specie noi occidentali meno avvezzi, rispetto ad altri popoli, a sentirci in pericolo. Ci ha scaricato davanti alla porta di casa, in disordine, molte delle nostre omissioni: nei confronti della salute pubblica, dell'ambiente, della scienza, della scuola. Ci ha costretti a valutare seriamente il nesso tra il nostro respiro e l'aria di cui si nutre, specie sotto il cielo stantio del Nord, discarica permanente di un benessere che ci presenta i suoi costi. A capire che l'utilità degli ospedali si misura in letti, non in clientele. Che la medicina di base, quella di territorio, di quartiere, di famiglia, è la fanteria che fa vincere le guerre, e deve essere difesa e valorizzata tanto quanto le famose eccellenze di cui ci riempiamo la bocca: è la norma, che rende forti, non l'eccezione. Ci ha fatto riscoprire che senza lo Stato, e senza quel multiStato che è l'Europa, si è abbandonati al proprio destino, più soli, più deboli: il 2020 è stato l'anno che, sotto emergenza, ha ribaltato il tavolo nella dialettica pubblico/privato, che da troppo tempo pendeva dalla parte del solo privato. Infine ci ha consegnato, nei suoi ultimi giorni, l'antidoto contro la malattia, ovvero la pala per seppellirlo. Ma seppellirlo e dimenticarlo sarebbe davvero uno sperpero, dopo tutto quello che abbiamo passato. Il 2020 è un morto da ricordare. Penso si faccia un torto enorme (tanto non importa a nessuno) all’anno 2020 quando lo si voglia catalogare come “annus horribilis”. Potesse esprimere il suo parere ci porrebbe l’inevitabile sua domanda: “Ma perché, gli anni passati sono stati migliori di me?”. Gli sfracelli che hanno imperversato negli anni passati in altri angoli di questo pianeta chiamato Terra perché non ci han portati a definire quei suoi “confratelli” come “annus horribilis” al pari di quest’ultimo che ci ha appena lasciati? È quella miopia da tenutari arroganti del pianeta Terra che imperversa e che detta quelle regole che ci condurranno a ben altri sfracelli futuri. Dove sono finiti tutti quei proponimenti di non tornare ad essere e a vivere come nel prima della pandemia, d’essere diversi? È bastato lo sbracamento dell’estate per far comprendere che il primate “uomo” padrone si sente e padrone vuole restare dell’aria, dell’acqua e di tutto ciò che concorre a fare “sistema” sul pianeta. Scrive la virologa dell’Ospedale “Luigi Sacco” di Milano Maria Rita Gismondo – “Il tempo non esiste. I vaccini sì” - su “il Fatto Quotidiano” sempre del 2 di gennaio: Eccoci nel 2021. Viviamo l’illusione che il 31 dicembre sia davvero una porta che si chiude verso un passato che, solitamente, non ci ha soddisfatto a pieno. Eppure in realtà, il primo giorno dell’anno non è diverso dal precedente. Felicità o tristezze non ci abbandoneranno, ignari del “passaggio” che ci ostiniamo a festeggiare in una sorta di illusione collettiva.

sabato 2 gennaio 2021

Eventi. 34 Barbero: «Uno storico si innamora sempre dell'argomento che studia. La passione è scoprire».

 

A lato. "Dante incontra Beatrice", dal dipinto di Henry Holiday (1883).

Ravenna: notte tra il 13 ed il 14 di settembre dell’anno 1321. Muore Dante Alighieri.