Tratto da «La crisi “disfattista”
nel caos del virus» di Barbara Spinelli,
pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di oggi martedì 26 di gennaio 2021: (…).
Si sta installando l’idea che sia Conte a dover riaprire a Italia Viva, e non i
renziani che hanno teso l’agguato. Può darsi che vinceranno gli apparati e i
poteri che non hanno mai sopportato il Presidente del Consiglio: troppo
indipendente, troppo lontano dai palazzi, troppo attento ai pareri dei
virologi. Nel dibattito al Senato l’opposizione è giunta sino a rivolgersi a
Conte chiamandolo avvocato, quasi fosse un usurpatore. La crisi viene
presentata come un ennesimo episodio della lunga storia italiana di governi
precari: una storia di normale instabilità. Così ragionando si dimentica il
contesto in cui è avvenuta la rottura di Renzi: una pandemia che scuote il
mondo e mette in ginocchio le sue economie. Un virus che non solo corre ma
nelle sue mutazioni incattivisce con spaventosa velocità, rischiando
l’inefficacia dei vaccini. Una campagna di vaccinazioni che in Italia è cominciata
bene – siamo tra i primi nel continente – e d’un tratto viene paralizzata dai
Big Pharma (Pfizer, AstraZeneca) che violano i contratti con l’Europa
diminuendo le consegne pur di vendere magari le fiale ad altri, a prezzi più
lucrosi (…). E ancora, sullo sfondo: una tragica mancanza di terapie che curino
definitivamente i malati gravi ed evitino il moltiplicarsi dei morti (in
Inghilterra oltre mille al giorno). Terapie più che mai necessarie visto che
ormai lo sappiamo: non si arriverà quest’anno all’immunità collettiva, la
ricerca farmacologica va intensificata al massimo. Al momento si può solo
sperare nel funzionamento dei confinamenti differenziati, tanto vilipesi ma che
proteggono l’Italia più di altrove. Ci si ricorderà di questo contesto il
giorno in cui si faranno i conti, e si enumereranno i responsabili del
disastro. Quel giorno i disfattisti pronti a spezzare la legislatura dovranno
spiegare come mai hanno fatto di tutto per raggiungere un unico obiettivo: il
caos. Il caos che sta di fronte al virus: inutile dire chi uscirà vittorioso da
simile faccia a faccia. (…). Gli italiani in primis sono spaventati e si
ostinano a non capire quel che succede. Un governo li ha guidati durante il
primo lockdown e i confinamenti mirati, e del capo di governo hanno deciso di
fidarsi, autodisciplinandosi con un impeto solidale e responsabile niente
affatto scontato, anche se triste. “Non si caccia l’uomo più popolare per fare
un favore a quello più impopolare”, è stato detto, e allo stupore di D’Alema
Renzi risponde che la politica è una cosa seria, perbacco, mica è facebook! Al
signor Renzi e soprattutto a Italia Viva mi piacerebbe chiedere: “Ma sanno quel
che stanno vivendo gli italiani, e si sono domandati perché Conte sia popolare
e come lo sia divenuto, in questi tempi del tutto anomali, contrassegnati da
sofferenza, solitudine, deprivazione e morte? Sanno l’enorme, mai vista
violenza del Covid? Si chiedono cosa significhi mettere il caos e l’esclusiva
volontà di nuocere davanti alla corsa di un virus incanaglito?”. Tuttavia il
duello Renzi-Conte non spiega tutto. Dietro Renzi ci sono l’opposizione, la
stragrande maggioranza dei giornali, i notiziari TV, alcuni talk (tra i più
esagitati Non è l’Arena). È un coro quasi unanime che narra di un Presidente
del consiglio incapace, responsabile di 85.000 morti. Che va a caccia di
voltagabbana nei quali, cieco com’è, cerca sostegni contro Covid, recessione e
povertà. E che li cerca tramando tenebrosamente con servizi segreti, vescovi,
arcivescovi (parola del direttore de «La Stampa»). Che spreca soldi comprando
inutili banchi a rotelle. Che non ha il coraggio di sconfessare i ministri più
odiati dai disfattisti: non tanto Lucia Azzolina quanto il ministro della
giustizia Bonafede. Perfino l’America di Biden è perversamente usata contro
Conte, reo di inesistenti complicità con Trump (ogni leader europeo ha dovuto
trattare con Trump, e la vittoria di Biden oggi osannato non cicatrizza lo
sconquasso americano). Prima che Conte annunciasse le dimissioni, era prevista
una sessione parlamentare scabrosissima. Nessuno aveva letto la relazione
preparata da Bonafede in risposta ai solleciti di Bruxelles per il Recovery
Fund, e già i disfattisti avevano chiesto la testa del giustizialista che aveva
osato bloccare la prescrizione. Infine c’è l’accusa di appoggiarsi a tecnici e
virologi. Appena Conte nomina un consiglio scientifico o un commissario
speciale spuntano politici e poteri che si sentono esautorati. Sono gli stessi
politici che esecrano task force indipendenti per gestire il Recovery Fund,
come raccomandato dall’UE per evitare sprechi e tangenti. L’inaudito malloppo
risveglia inconfessati appetiti che il caos può sfamare. I disfattisti usano
malamente la parola di Mattarella: “costruttori”. Pensano che il caos sarà di
qualche aiuto e creerà – come spesso accade – un nuovo ordine che noi mortali
non possiamo ancora decifrare. Ma non sarà così. Quello cui assisteremo, se
dovesse aprirsi una lunga campagna elettorale, è un marasma sanitario di
proporzioni incalcolabili. Già oggi, dopo mesi di attacchi logoranti a Conte e
a ministri capaci ed esigenti come Speranza, Azzolina, Bonafede, Gualtieri, la
situazione vacilla: a causa delle vaccinazioni sospese da Big Pharma o degli
attacchi al Commissario Arcuri. Perfino i tecnici si fanno un po’ meno
veritieri davanti a uno scenario certo migliorato ma pur sempre altalenante,
infido. Non dicono che il virus può minacciare ristoranti o teatri ma anche le
scuole. In genere, che si tratti di ristoranti, teatri, scuole, andrebbe detto
chiaramente che le regole potrebbero cambiare a fronte dell’alta circolazione
del virus. Le scuole sono sicuramente più importanti dei ristoranti, ma il
problema è che abbiamo a che fare con un virus e con future/eventuali varianti
efficientissime, che potrebbero far salire il famoso indice Rt a 3. Alcune
timidezze del Cts favoriscono i disfattisti, che chiamiamo così perché nel
momento peggiore disfano non tanto il governo Conte, quanto la fiducia degli
italiani nelle proprie istituzioni e le responsabilità che ogni cittadino si è
assunto accettando di chiudersi in casa, smettere contatti e amicizie, dilatare
– per proteggerli – la solitudine degli anziani.
Nessun commento:
Posta un commento