Ecco,“doveravamotutti” quando, e per quanto tempo,
la politica ha imboccato la strada tortuosa della propria avvilente inanità,
della propria infruttuosa, imbelle azione, tanto da farsi accantonare, mettere
da parte, con un sopravvissuto surrogato di democrazia quale è la condizione maturata
dalle risoluzioni “senza-la-politica” di questi giorni. Ha scritto Michele
Serra in una Sua corrispondenza pubblicata sul settimanale “il Venerdì di
Repubblica” del 12 di febbraio 2021 con il titolo “Mediocrazia democratica”: (…). …l'analisi è corretta, gli eletti sono
lo specchio degli elettori e gli elettori, in larga parte, hanno poche e
confuse nozioni di come funziona la Polis. Ma provo (…) la contro-domanda: è
per caso mai esistita un'epoca in cui un elettorato di prima qualità esprimeva
una classe politica di prima qualità? Gli elettori italiani del Dopoguerra
erano più istruiti, riflessivi, competenti di quelli di oggi? No, non lo erano.
Quella che è cambiata - molto in peggio - è la selezione della classe
dirigente. I partiti, che erano contenitori forti e capienti, raccoglievano i
voti. E i voti servivano come benzina di una macchina che produceva i suoi
manovratori con una certa efficienza. Cominciavi come assessore, o sindacalista,
o dirigente locale, ti facevi le ossa, se eri bravo arrivavi ai vertici. In
politica c'erano anche i minchioni, i ladri, gli incapaci, ma erano contenuti e
filtrati (soprattutto gli ultimi) da una struttura solida e regolata. I
cosiddetti corpi intermedi - primi tra tutti i partiti e i sindacati - erano,
appunto, il luogo dell'intermediazione tra gli umori ribollenti della società e
la politica, il Parlamento, la democrazia. La scomparsa (o la crisi) dei corpi
intermedi è stata una catastrofe politica. L'incazzato, lo sciocco, il mattoide
si auto-rappresenta, si ritiene un soggetto politico fatto e finito. E non lo
è. Però, (…), sarebbe un delitto dimenticare che la democrazia è nata
soprattutto in soccorso dei mediocri. Non per dare loro ragione. Al contrario,
per aiutarli a esserlo di meno. (La demagogia è il suo contrario: dare ragione
ai mediocri perché è il sistema più facile per avere i loro voti). La
tentazione è rimpiangere le aristocrazie, i "pochi ma buoni",
dimenticando che la storia umana è (anche) una lunga trafila di guerre e di
orrori decise da ristrette cerchie di potenti. Non credo ci siano alternative
alla democrazia. È il solo vero antidoto alla demagogia. Ma la politica deve
assolutamente ricostruire, e in fretta, i suoi meccanismi di selezione. Deve
rinascere una classe dirigente, che avrà energie, e credibilità, soprattutto se
viene "dal basso", se sa come coinvolgere i ceti popolari. Essere
democratici, in fin dei conti, significa credere nel miglioramento delle
persone e della società. Mi pare che sia una scommessa magnifica, no? Ha
scritto Pino Corrias oggi, martedì 16 di febbraio 2021, in “Serve un’immunità di gregge dalla politica commissariata”
pubblicato su “il Fatto Quotidiano”: (…). Per accerchiare e dissolvere il governo
Conte, l’intruso, non è stato necessario invaderlo. È bastato il pacco bomba
spedito da Rignano. Diradato il fumo non sono comparse all’orizzonte le urne,
ma tre buone ragioni per escluderle: l’emergenza sanitaria che ci assedia, l’abisso
economico che ci attende, il terremoto sociale che ci minaccia. “Avverto
pertanto il dovere – ha scandito nel silenzio generale Mattarella, lo scorso 2
febbraio – di rivolgere un appello a tutte le forze politiche affinché
conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo che non debba
indentificarsi con alcuna formula politica”. E la formula non era un numero, ma
il nome proprio del banchiere. Il nuovo corso, a dispetto delle lentezze di
ogni consueta burocrazia in tempo di pace, è stato varato alla velocità della
genesi divina, in sei giorni di buio. E solo il settimo la luce ha illuminato
l’elenco dei ministri, scelti in privato, e dettato in pubblico: prendere o
lasciare. E dunque eccoci alla nostra questione. Ha davvero perso la politica
perché è stata appena commissariata dalle tecnocrazie che marciano al seguito
degli interessi economici? Oppure la politica ha trionfato, con tutti i suoi
arzigogoli, compreso quello nuovissimo di una formula capace di “non
identificarsi in alcuna formula”? Gli appassionati di giochi di prestigio
stanno applaudendo. Ma chi crede nella politica del prestigio in gioco, può
fare altrettanto? Per rimanere a bordo campo, tutti i partiti (o quasi) hanno
cambiato idea e posto in gradinata. I democratici mai con Salvini si sono
seduti accanto a Salvini. I grillini mai con Berlusconi gli hanno portato il tè
caldo, i biscotti e l’aspirina. Berlusconi, mai coi comunisti, mai con i
grillini, ha ringraziato, offrendo in cambio quel che aveva nel frigo,
Brunetta, Gelmini e Carfagna. Salvini, che aveva appena infilato la felpa
“Elezioni, elezioni!” se l’è sfilata mansueto, ha smesso di odiare l’Europa, la
Fornero e forse persino la patrimoniale. In quanto all’affidabile Matteo Renzi,
tutti hanno dovuto sotterrarne un pezzetto, sperando funzioni contro gli
spiriti maligni e i traffici di Verdini. La sola Giorgia Meloni si è
allontanata iraconda, candidandosi a una irrilevanza onorevole oppure ottusa, a
seconda dei vantaggi che incasserà in futuro, maneggiando le sue parole d’ordine
pescate dal passato. Da bordo campo i partiti continueranno il solo gioco
autorizzato, quello dei tweet, dei social, dei talk in tv, da presidiare
dall’alba a notte fonda, isole comprese, per litigarsi gli alti ideali
consentiti dallo Spettacolo, ma senza sovrapporsi troppo nella stessa diretta.
Se per esempio ci sarà un europeista, tipo Carlo Calenda, l’altro dovrà dirsi
sovranista alla maniera di Cuccarini e Bagnai. I democratici dovranno sempre
pretendere un congresso, oppure una scissione, ma mai contemporaneamente. Le
destre parleranno contro gli immigrati. I cattolici a favore. I moderati un po’
a favore e un po’ contro. In mancanze d’altre contese, si ricorrerà a quella
intramontabile delle quote rosa. La politica, nata per
sbrogliare i gomitoli dei problemi sociali, è diventata il gioco di passarseli
al volo. La vacanza continuerà whatever it takes. Fino a quando con i
vaccini delle competenti multinazionali verrà raggiunta l’immunità di gregge. E
il gregge, finalmente, l’immunità alla politica.
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