"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

martedì 16 febbraio 2021

Doveravatetutti. 19 «La politica, nata per sbrogliare i gomitoli dei problemi sociali, è diventata il gioco di passarseli al volo».

 

Ecco,“doveravamotutti” quando, e per quanto tempo, la politica ha imboccato la strada tortuosa della propria avvilente inanità, della propria infruttuosa, imbelle azione, tanto da farsi accantonare, mettere da parte, con un sopravvissuto surrogato di democrazia quale è la condizione maturata dalle risoluzioni “senza-la-politica” di questi giorni. Ha scritto Michele Serra in una Sua corrispondenza pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 12 di febbraio 2021 con il titolo “Mediocrazia democratica”: (…). …l'analisi è corretta, gli eletti sono lo specchio degli elettori e gli elettori, in larga parte, hanno poche e confuse nozioni di come funziona la Polis. Ma provo (…) la contro-domanda: è per caso mai esistita un'epoca in cui un elettorato di prima qualità esprimeva una classe politica di prima qualità? Gli elettori italiani del Dopoguerra erano più istruiti, riflessivi, competenti di quelli di oggi? No, non lo erano. Quella che è cambiata - molto in peggio - è la selezione della classe dirigente. I partiti, che erano contenitori forti e capienti, raccoglievano i voti. E i voti servivano come benzina di una macchina che produceva i suoi manovratori con una certa efficienza. Cominciavi come assessore, o sindacalista, o dirigente locale, ti facevi le ossa, se eri bravo arrivavi ai vertici. In politica c'erano anche i minchioni, i ladri, gli incapaci, ma erano contenuti e filtrati (soprattutto gli ultimi) da una struttura solida e regolata. I cosiddetti corpi intermedi - primi tra tutti i partiti e i sindacati - erano, appunto, il luogo dell'intermediazione tra gli umori ribollenti della società e la politica, il Parlamento, la democrazia. La scomparsa (o la crisi) dei corpi intermedi è stata una catastrofe politica. L'incazzato, lo sciocco, il mattoide si auto-rappresenta, si ritiene un soggetto politico fatto e finito. E non lo è. Però, (…), sarebbe un delitto dimenticare che la democrazia è nata soprattutto in soccorso dei mediocri. Non per dare loro ragione. Al contrario, per aiutarli a esserlo di meno. (La demagogia è il suo contrario: dare ragione ai mediocri perché è il sistema più facile per avere i loro voti). La tentazione è rimpiangere le aristocrazie, i "pochi ma buoni", dimenticando che la storia umana è (anche) una lunga trafila di guerre e di orrori decise da ristrette cerchie di potenti. Non credo ci siano alternative alla democrazia. È il solo vero antidoto alla demagogia. Ma la politica deve assolutamente ricostruire, e in fretta, i suoi meccanismi di selezione. Deve rinascere una classe dirigente, che avrà energie, e credibilità, soprattutto se viene "dal basso", se sa come coinvolgere i ceti popolari. Essere democratici, in fin dei conti, significa credere nel miglioramento delle persone e della società. Mi pare che sia una scommessa magnifica, no? Ha scritto Pino Corrias oggi, martedì 16 di febbraio 2021, in “Serve un’immunità di gregge dalla politica commissariata” pubblicato su “il Fatto Quotidiano”: (…). Per accerchiare e dissolvere il governo Conte, l’intruso, non è stato necessario invaderlo. È bastato il pacco bomba spedito da Rignano. Diradato il fumo non sono comparse all’orizzonte le urne, ma tre buone ragioni per escluderle: l’emergenza sanitaria che ci assedia, l’abisso economico che ci attende, il terremoto sociale che ci minaccia. “Avverto pertanto il dovere – ha scandito nel silenzio generale Mattarella, lo scorso 2 febbraio – di rivolgere un appello a tutte le forze politiche affinché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo che non debba indentificarsi con alcuna formula politica”. E la formula non era un numero, ma il nome proprio del banchiere. Il nuovo corso, a dispetto delle lentezze di ogni consueta burocrazia in tempo di pace, è stato varato alla velocità della genesi divina, in sei giorni di buio. E solo il settimo la luce ha illuminato l’elenco dei ministri, scelti in privato, e dettato in pubblico: prendere o lasciare. E dunque eccoci alla nostra questione. Ha davvero perso la politica perché è stata appena commissariata dalle tecnocrazie che marciano al seguito degli interessi economici? Oppure la politica ha trionfato, con tutti i suoi arzigogoli, compreso quello nuovissimo di una formula capace di “non identificarsi in alcuna formula”? Gli appassionati di giochi di prestigio stanno applaudendo. Ma chi crede nella politica del prestigio in gioco, può fare altrettanto? Per rimanere a bordo campo, tutti i partiti (o quasi) hanno cambiato idea e posto in gradinata. I democratici mai con Salvini si sono seduti accanto a Salvini. I grillini mai con Berlusconi gli hanno portato il tè caldo, i biscotti e l’aspirina. Berlusconi, mai coi comunisti, mai con i grillini, ha ringraziato, offrendo in cambio quel che aveva nel frigo, Brunetta, Gelmini e Carfagna. Salvini, che aveva appena infilato la felpa “Elezioni, elezioni!” se l’è sfilata mansueto, ha smesso di odiare l’Europa, la Fornero e forse persino la patrimoniale. In quanto all’affidabile Matteo Renzi, tutti hanno dovuto sotterrarne un pezzetto, sperando funzioni contro gli spiriti maligni e i traffici di Verdini. La sola Giorgia Meloni si è allontanata iraconda, candidandosi a una irrilevanza onorevole oppure ottusa, a seconda dei vantaggi che incasserà in futuro, maneggiando le sue parole d’ordine pescate dal passato. Da bordo campo i partiti continueranno il solo gioco autorizzato, quello dei tweet, dei social, dei talk in tv, da presidiare dall’alba a notte fonda, isole comprese, per litigarsi gli alti ideali consentiti dallo Spettacolo, ma senza sovrapporsi troppo nella stessa diretta. Se per esempio ci sarà un europeista, tipo Carlo Calenda, l’altro dovrà dirsi sovranista alla maniera di Cuccarini e Bagnai. I democratici dovranno sempre pretendere un congresso, oppure una scissione, ma mai contemporaneamente. Le destre parleranno contro gli immigrati. I cattolici a favore. I moderati un po’ a favore e un po’ contro. In mancanze d’altre contese, si ricorrerà a quella intramontabile delle quote rosa. La politica, nata per sbrogliare i gomitoli dei problemi sociali, è diventata il gioco di passarseli al volo. La vacanza continuerà whatever it takes. Fino a quando con i vaccini delle competenti multinazionali verrà raggiunta l’immunità di gregge. E il gregge, finalmente, l’immunità alla politica.

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