"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 7 febbraio 2021

Storiedallitalia. 93 «Matteo Renzi, l’irresponsabile, il ricattatore seriale».

Ha scritto il sociologo Domenico De Masi in “Con Draghi al governo diremo addio al welfare” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 5 di febbraio 2021: “(…). In Italia abbiamo avuto un’eloquente cartina al tornasole (il reddito di cittadinanza) per capire a primo colpo se un nostro interlocutore è neoliberista o socialdemocratico. Matteo Renzi, il cattolico boy scout, è sempre stato contrario all’articolo 18 destinato ai proletari e al reddito di cittadinanza destinato ai sottoproletari, mentre ha accarezzato la classe media con 80 euro e ha dichiarato di trovarsi a suo agio con Marchionne, che guadagnava 1037 volte più dell’operaio della Fiat, piuttosto che con la Camusso che guadagnava quanto un metalmeccanico. (…). Chapeau a Renzi, stratega neo-dadà che prima ha tentato di portare a destra tutto il Pd senza riuscirci; poi si è illuso di attrarre la destra in un partito tutto suo, facendo flop; ora è riuscito a riunite sotto la bandiera di Draghi una destra meno becera di quella salviniana, di cui lui detiene il brevetto. (…)”. Tratto da «I ricatti del catto-boyscout: più che poker, è un “ciapanò”» di Massimo Fini, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di pari data: Come non ci bastasse il Berlusconi for President, che fa politica da Montecarlo, amena località di villeggiatura italiana, noto rifugio di evasori fiscali compulsivi e di Briatori, abbiamo Matteo Renzi, l’irresponsabile, il ricattatore seriale. Quali che siano i limiti di un governo non lo si fa cadere in un momento delicatissimo, dal punto di vista sociale, economico, psicologico, mentre il Paese, con il sacrificio di tutti, sta cercando faticosamente di rialzare la testa. Ma a Renzi non gliene può fregar di meno. Mentre ai suoi concittadini è proibito uscire dalla propria regione, in certi casi dal proprio comune e persino da casa, lui, fra un ricatto e l’altro, in aperto contrasto con la nostra politica estera, vola, trasvolando regioni, paesi, continenti, in Arabia Saudita, il paese più sessista del mondo. Per questa pia trasvolata, degna di un catto boyscout, pagata dai contribuenti, ha preso 80mila euro, molto di più di quanto guadagni all’anno un cittadino italiano del ceto medio. Si è giustificato dicendo che è un apprezzato conferenziere. Ci piacerebbe sapere in quale inglese ha parlato, l’ultimo che abbiamo sentito era al livello di un boy scout o piuttosto di un bambino dell’asilo, il luogo che più gli conviene dove starebbe in un girello col ciuccio in bocca così perlomeno non potrebbe aprirla. Io non capisco davvero come si possa dar fiducia a un soggetto di questo genere. Uno che al bar dicesse “stai sereno” all’amico e due giorni dopo, due giorni, non due anni, gli soffiasse il posto, in quel bar non ci potrebbe rientrare più senza prendere un fracco di botte. Aveva dichiarato solennemente che se avesse perso il referendum anticostituzionale si sarebbe ritirato a vita privata. E invece è ancora lì. Ha sperperato in solo quattro anni un patrimonio di voti del 40% attribuito al Pd, dimezzandolo. In questi giorni le Televisioni gli hanno dato uno spazio enorme. Anche perché lui se l’è preso con la consueta disinvoltura. Dopo l’incontro con il Presidente della Repubblica invece di fare una stringata dichiarazione, come vuole la consuetudine istituzionale, ha tenuto un comizio di mezz’ora. A Sky Tg 24 Riccardo Barenghi, che non può essere certamente considerato un giornalista di destra, si è detto “allibito”, a dir poco, per questa violazione del bon ton istituzionale di cui, nonostante la sua lunga esperienza di commentatore politico, non ricordava precedenti. Ma anche Sky ci ha messo del suo nel dare man forte a Matteo Renzi. Ha sottolineato la differenza fra il viso raggiante del ricattatore e quello smunto, a dire di Sky, di Nicola Zingaretti, segretario del Pd. E allora torniamo alla mascella di mussoliniana memoria e smettiamola con questa farsa della democrazia. Si è detto e scritto che Renzi si è portato come un abile giocatore di poker, ma il poker è una cosa molto più seria della politica, almeno di quella che fa Renzi. Giocare il gioco dei “due forni”, come faceva il benedettissimo Bettino Craxi che con il 16% dei consensi ricattava Dc e Pci che avevano ciascuno il 40%, non è a livello del poker, ma di un tressette “ciapanò” fra pensionati.

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