Tratto da “Non ogni sofferenza è patologia” di Umberto Galimberti, pubblicato
sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 4 di febbraio dell’anno
2012: Ma davvero abbiamo bisogno di assistenza psicologica ogni qualvolta la
nostra vita si fa incerta? (…). Ma poi siamo davvero così fragili da dover
tradurre il ballo in danzaterapia, la musica in musicoterapia, il teatro in
psicodramma, una bella cavalcata in ippoterapia, un'immersione nell'acqua in
idroterapia? Il sociologo Frank Furedi nel suo libro “Il nuovo conformismo.
Troppa psicologia nella vita quotidiana” (Feltrinelli) scrive che:
"L'imperativo terapeutico che si va diffondendo promuove non tanto
l'autorealizzazione, quanto l'autolimitazione. Infatti, postulando un sé
fragile e debole, implica che per la gestione dell'esistenza sia necessario il
continuo ricorso alle conoscenze terapeutiche. È allarmante che tanti cerchino
sollievo e conforto in una diagnosi. Si può individuare,
nell'istituzionalizzazione di un'etica terapeutica, l'avvio di un regime di
controllo sociale. La terapia, infatti, come la cultura più vasta di cui fa
parte, insegna a stare al proprio posto. In cambio offre i dubbi benefici della
conferma e del riconoscimento". Quando leggo certi libri di psicologia o
ascolto certi esperti in tv apprendo che quando una persona è preoccupata,
perché magari ha perso il lavoro o perché il figlio non ha nessuna voglia di
studiare, è affetta da "sindrome di ansia generalizzata", se poi non
sa di che cosa si preoccupa è in una condizione di "libera ansia
fluttuante". Per non parlare di chi è timido che, in una società che predilige
l'estroversione, viene etichettato come affetto da "ansia sociale",
se non addirittura da "fobia sociale" nel caso mantenga una sua
riservatezza, in una cultura come la nostra che predilige la spudoratezza
spesso venduta come sincerità. In questo ricorso alla psicoterapia sotto ogni
forma, anche la più bizzarra, non c'è il tentativo di omologare gli individui
non solo nel loro modo di pensare, come è nei fatti il "pensiero
unico", ma anche il loro modo di sentire? In questo caso il potere non
avrebbe bisogno né di manganelli né di olio di ricino per esercitare il suo
controllo assoluto.
"Sei stato solamente condizionato fin dalla nascita a sentirti un piccolo, insignificante, inadeguato ed incapace puntino in balia delle onde, affinché tutti i poteri precostituiti ti tenessero docile nel gregge dei paurosi, dei passivi, degli eternamente inadeguati. Rifiuta questo condizionamento e torna a credere nel capolavoro che sei. Torna a combattere per essere padrone della tua vita, delle tue sensazioni, dei tuoi pensieri, del tuo destino".(Yamada Takumi). "Non farti condizionare da timori sciocchi, chi rimane bloccato dalla paura rimane schiavo di se stesso e degli altri".(Anonimo). "Ci hanno insegnato che la fragilità è una colpa, invece, spesso le cose più belle dell'esistenza sono fragili e vanno solo protette... È necessario perdere, perdersi, per comprendere meglio".(Agostino Degas). "È arrivato il tempo di diventare maestri di noi stessi, il tempo di dare a noi stessi una direzione, il tempo di padroneggiare la nostra vita".(Yogi Bhajan). "Il principale compito nella vita di ognuno è dare alla luce se stesso". (Erich Fromm). "Non si lotta solo nelle piazze, nelle strade , nelle officine o con i discorsi, con gli scritti, con i versi:la lotta più dura è quella che si svolge nell'intimo delle coscienze, nelle suture più delicate dei sentimenti..."( Pier Paolo Pasolini). "Avresti mai pensato di superare quel dolore? Eppure siamo fatti così. Di anima e forza. E, dopo aver pianto così tanto da affogare in noi stessi, tocchiamo un punto, laggiù sul fondo, che è sempre quello che ci spinge a risalire".(Paola Felice). Grazie, Aldo, per questo post interessantissimo e straordinario, che rafforza alcune mie profonde convinzioni e che mi ha fatto tanto riflettere... Buona continuazione e buona giornata.
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