"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 14 febbraio 2021

Leggereperché. 61 «Le calde notti del dottor Landrum».

 

A lato. "Giovane donna sull'acqua" (2020), acquarello di Anna Fiore.

Questa che di seguito riporto è una “voce” che non ci giunge da distanze siderali ma da quella “prossimità” americana che tanto ha segnato, così nel bene come nel male, financo la Storia nostra.

Una “voce”, come tantissime altre da lì giunte fino a noi, che ci hanno reso familiare il vivere in quelle terre geograficamente lontane, ma rese ancor più a noi prossime con lo sviluppo veloce ed inarrestabile dell’era internet e dei “social”. È la voce dell’indimenticato Vittorio Zucconi (1944 - maggio 2019) che da quel mondo lontano ci partecipava, in una Sua corrispondenza del 14 di febbraio dell’anno 2015 - “In Mississippi il dottore visita al drive” -, delle storture e delle brutalità dominanti in quel mondo dominato, come altrove in tante altre parti del globo terracqueo, dalla politica sottostante alla finanza ed alle dottrine neo-liberiste, ancor prima dell’avvento della stagione “trumpista”. Vittorio non ha retto per arrivare con noi, come avrebbe desiderato da straordinario opinionista, per vedere l’ignominia del “6 di gennaio” dell’anno 2021, una ignominia che Vittorio ci fa scoprire avere affondate le sue “radici” in un tempo passato assai lontano e che ha poi trovato, nella scellerata stagione “trumpista”, la sua più solenne affermazione. Il “prezioso” pezzo di Vittorio, che ho conservato e custodito amorevolmente per tutti questi anni, è apparso a suo tempo sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica”: La fila nel parcheggio si estende per decine di metri e la formano soprattutto persone anziane e molte donne con bambini in braccio o a rimorchio. Sembra finire nel nulla del grande spiazzo asfaltato e arrestarsi davanti a una vecchia automobile ferma nel nulla, con un vecchio al volante e il motore spento. La gente si avvicina al finestrino aperto e gli confida i propri guai. Il vecchio ascolta, qualche volta si estrae dall'auto con fatica, perché i suoi 89 anni pesano e l'artrosi fa scricchiolare le ossa e cantare i nervi. Se gli porgono bambini, li sdraia sul sedile posteriore ed estrae gli arnesi del mestiere. Se sono vecchi o donne, li fa sedere accanto, al posto del passeggero, chiudendo le portiere con i vetri affumicati. Per fortuna di tutti non fa mai freddo, in questo angolo caldo di Mississippi chiamato Edwards, mille e duecento abitanti e un solo negozio degno di questo nome, il Dollar Store, che vende merce a un dollaro. E non ha ospedali, cliniche, ambulatori, farmacie o medici nel raggio di 100 chilometri. Tranne uno. Lui, il vecchio contorto dall'artrosi dentro la Toyota grigia, il dottor Carrol Landrum. A quasi 90 anni, senza né soldi né voglia per riaprire lo studio dove la moglie gli aveva fatto da infermiera prima di andarsene tre anni or sono, Landrum è tutto quello che la sanità americana, la più avanzata, tecnologica, ricca e costosa del mondo possa offrire ai residenti di Edwards, Mississippi. Più che visite, le sue sono conversazioni, consolazioni, ascolto dei pazienti. Ma quello che non ha in strumenti, limitati a uno stetoscopio e al martelletto di gomma, il dottor Landrum possiede in esperienza e conoscenza. In quel paese è nato nel 1926 e quasi tutti gli adulti li ha fatti venire al mondo lui, con l'aiuto della moglie. Conosce personalmente quasi tutte quelle persone che fanno la fila al parcheggio. La maggior parte di loro, come sa ogni medico di famiglia, ha più ansie che malattie serie, soprattutto i bambini. Spesso basta una buona parola alle madri, un po' di sceneggiata medica, respira, spingi, ti fa male qui. Nei casi in cui i suoi 65 anni di esperienza, compresi tre a ricucire feriti nelle isole del Pacifico in guerra, non bastino, li manda a farsi vedere da colleghi lontani e attrezzati, dei quali si fida perché sa che non considerano il paziente un cliente. Naturalmente non si fa pagare e di assicurazioni non sa che farsene. Molti lo rimborsano in natura, con alimenti che gira alla mensa della chiesa. Chi se lo può permettere gli da soldi, pochi o tanti, senza tariffario, necessari per acquistare i medicinali che prescrive, gratis, ai pazienti. «Loro credono che io sia una specie di missionario e che gli salvi la vita, ma non sanno che sono loro a tenere me in vita», ride a fatica perché ogni risata fa risuonare qualche parte del corpo che gli duole, quelle parti del corpo che soltanto da vecchi si scopre di avere, quando cominciano a far male. Ma il dottor Landrum potrebbe averne ancora per poco. Il Medical Board, l'organismo dello Stato che controlla l'esercizio della medicina, ha aperto una procedura per togliergli la licenza. Lo accusano di «incompetenza», una parola che significa tutto e niente, e di non ricevere i pazienti in un «corretto ambiente sanitario». I procedimenti e le indagini del Board sono notoriamente lunghissimi e a quasi 90 anni lui sospetta che prima della commissione sarà il tempo, a togliergli la licenza. Ma se anche lo Stato del Mississippi dovesse arrivare prima della fine, non sarebbe facile eseguire la sentenza. A Edwards ci sono, secondo lo sceriffo, più armi da fuoco che abitanti e queste sono le terre dei "ribelli" sudisti, facili al grilletto. Ha fatto sapere al governatorato che se qualcuno arrivasse per arrestare il dottor Landrum nel caso continuasse a esercitare senza licenza «dovrà prepararsi a un conflitto a fuoco» e «anch'io sparerei». Lo sceriffo fu salvato dal dottor Landrum a pochi minuti dalla morte, quando cadde in uno shock anafilattico dopo avere mangiato alimenti ai quali non sapeva di essere allergico. «Lui ha dato la vita a me e io darei volentieri la mia per lui». Le calde notti del dottor Landrum.

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