"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

venerdì 20 maggio 2016

Storiedallitalia. 75 “Marco Pannella che…”.



“Storie dall’Italia”. Anzi “Storie dell’Italia”, che sta meglio assai. Poiché penso che esistano ben pochi paesi nell’intiero globo terracqueo nei quali gli ipocriti, i saltimbanco ed i teatranti vari abbiano ad essere in un numero sì sproporzionato. Oggi che il Giacinto Pannella detto “Marco” non c’è più, una turba di turiferari vociferanti s’ingegna a lodarne la vita e le opere. Noi non se ne conosceva nulla del Marco quale “uomo”, ma se ne conosceva assai del Marco quale “politico”. E pur non volendo apparire od essere – nella generale emozione del momento - il solito “bastian contrario”, o il solito “grillo parlante”, al Marco quale “uomo politico”, che è la cosa che qui penso ci stia particolarmente a cuore, non pensiamo di poter innalzare profumati incensi e cesellare encomi solenni. Non possiamo e non lo vogliamo, per non venire a far parte di quella turba d’incensatori d’accatto. Incensatori d’obbligo e di mestiere, pronti a smentirsi non appena il venticello flebile dell’emozione, sollecitata e solleticata dai media tonitruanti, si sarà affievolito – il venticello intendo dire - nel turbinio del generale, inutile parlottare. Soccorre nella circostanza, per ricordare doverosamente e devotamente quel tale “uomo politico” che Marco è stato, andare a rileggere quel “pezzo” magistrale che è “Casa Pannella” di Marco Travaglio, “pezzo” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 14 di agosto dell’anno 2015.
Ha scritto il Marco cronista ed opinionista: Giacinto Pannella detto Marco, teramano, 85 anni, è “radicale, socialista, liberale, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano”. Pannella deputato dal 1976 al ‘92, eurodeputato dal ‘79 al 2009, presidente della XIII circoscrizione del Comune di Roma (Ostia), consigliere comunale a Trieste, Catania, Napoli, Teramo, Roma e L’Aquila, consigliere regionale di Lazio e Abruzzo, collezionista di digiuni e referendum su tutto fino allo sfinimento di tutti. Pannella simbolo dei diritti civili, dall’aborto al divorzio alla lotta alla fame nel mondo. Pannella Pli, Pri, Pr, filo-Pci e anti-Pci, filo-Craxi e anti- Craxi, pacifista ma favorevole alle guerre in Kosovo e Afghanistan. Pannella che s’è battuto per Enzo Tortora, ma ci ha pure regalato Cicciolina, Toni Negri e – quel che è peggio – Daniele Capezzone, Marco Taradash ed Eugenia Roccella. Pannella nemico della partitocrazia-spartitocrazia, del regime, dei ladri di democrazia e di legalità, dello sfascio del fascio, ma strenuo difensore del Parlamento degli inquisiti nel 1992-‘93. Pannella che vince il referendum per abolire i finanziamenti pubblici ai partiti, ma non quelli a Radio Radicale. Pannella, alleato di Berlusconi nel ‘94 e poi trombato, che chiede al Cavaliere di fare il suo ministro degli Esteri (invano) e strappa un posto di commissario europeo per Emma Bonino. Pannella che nel 1996 si allea di nuovo con B. in tandem con Sgarbi e viene di nuovo trombato. Pannella che nel ‘96, al settimanale congresso radicale transnazionale, rivela: “L’accordo siglato fra me e Berlusconi prevedeva un impegno del Polo a garantire a Radio Radicale il mantenimento dei requisiti previsti dalla legge del ‘90 per le emittenti radiofoniche che risultino organo di partito. In mancanza – recita l’accordo – verrà corrisposto dal Polo a Radio radicale un contributo sostitutivo pari a quello che le spetterebbe nell’eventualità che la Lista Pannella-Sgarbi non consegua alcun eletto”. Più “un rimborso delle spese elettorali pari a lire 1,2 miliardi, metà delle quali da anticipare prima della data dello svolgimento delle elezioni, nonché annualmente la somma di 1,8 miliardi”. Naturalmente B. non paga e Pannella lo trascina in tribunale, che gli dà ragione. B. però continua a non scucire, allora Pannella si presenta a Palazzo Grazioli con l’ufficiale giudiziario per il pignoramento. E non se ne va finché gli amministratori di Forza Italia non gli firmano un assegno da 1 miliardo e 196 milioni, pagandogli poi regolarmente le altre rate. Pannella che nel 2001 corre da solo e non se lo fila nessuno. Pannella che nel 2005 annuncia: “Se questo centrosinistra di Prodi andasse al potere, ora o fra un anno, io me ne andrei dal nostro Paese. Faccio come chi lasciò l’Italia prima del fascismo”. E un anno dopo si presenta con la Rosa nel Pugno alleata del centrosinistra di Prodi e non viene eletto. Pannella che marcia con Napolitano per l’amnistia e l’indulto, ottenendo quest’ultimo che salva Previti, B. e tanti altri dal carcere, ma sputtana subito l’Unione e il governo Prodi. Pannella che nel 2007 si candida a segretario del Pd e viene respinto, poi offre un’alleanza a Grillo (l’ultimo che gli mancava per completare l’album), poi nel 2008 si riallea col Pd. Pannella che nel 2013 corre da solo con la Lista “Amnistia giustizia e libertà” e, al solito, non lo segue nessuno. Pannella che è sempre in pericolo di vita per gli scioperi della fame e della sete (anzi, “Satyagraha” che fa più figo), e una volta nel 2002 ha pure bevuto la sua urina in diretta tv per “altre 24 ore di vita”, poi fortunatamente durate molto di più. Pannella che, a Radio Radicale, un giorno litiga con Massimo Bordin e l’indomani fa la pace con Massimo Bordin, tipo Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Pannella che nel 2013 lancia la solita raffica di 12 referendum sulla giustizia, cioè contro i giudici, con la firma di B. e, per fortuna, poche altre. Pannella che nel 2015 vede “Berlusconi perseguitato dai giudici come Enzo Tortora”. Pannella che il 28 luglio espelle via radio la Bonino dal Partito radicale per assenteismo e, a chi fa notare che Emma è malata, risponde: “Io ho due tumori, lei uno”, quindi il suo non vale. Pannella che il 12 agosto implora via radio la Bonino di rientrare nel Partito radicale da cui lui l’ha cacciata ma se l’è scordato (…). Pannella, è stato tutto molto bello e anche divertente. (…).E come ha lasciato scritto la grande, indimenticabile Anna Maria Ortese nel Suo “Vita di Dea” “chi potrebbe affermare che i morti siano veramente sotterra? Una volta gettata l’ultima palata sulla loro fossa, essi si alzano e si allontanano vacillando pei sentieri oscuri, quali verso i cieli, quali verso i mari, quali verso le verdi profondità del globo, e Dio solo sa dove andranno e quale forma rivestiranno, e se non ci fissano ogni giorno, assorti, sotto forma di un povero animale o di un fiore. Questa Vita è talmente indipendente dal nostro pensiero limitato,  che tutto, dico tutto, ogni più nobile cosa può accadere: e lo sa chi, capace di ricordare e osservare, prova continuamente davanti a essa un sentimento di rispetto e terrore”. Ed è così che continueremo a ricordare il Pannella Giacinto detto “Marco”: indomito ed imprevedibile al contempo. Ché neppure “l’ultima palata” riuscirà a tenerlo fermo e di sicuro se ne andrà per quei “sentieri oscuri” e tortuosi che testardamente ha voluto percorrere nella tua vita errabonda. Ed ora che è lassù, al cospetto di quel qualcuno del quale finalmente gli è stato svelato il profondo mistero, con calma, si “riposizioni” per una volta ancora. Chi potrebbe affermare, come sostiene l’Ortese, che Pannella Giacinto detto “Marco” sia “veramente sotterra?”. Dopotutto, e nonostante tutto, ancora una volta vien da dire, grazie Marco!

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