Da “La politica degli antipolitici” di Nadia Urbinati, sul quotidiano
la Repubblica del 10 di maggio dell’anno 2012: La demagogia è una forma
degenerata della democrazia, la sua periferia interna. I classici la situavano
al punto terminale della democrazia costituzionale o “buona”. (…). Oggi la
demagogia usa il linguaggio dell'antipolitica per esprimere opposizione alla
classe politica attualmente esistente con il prevedibile obiettivo di scalzarla
con una nuova. Se poi questa classe politica si è macchiata di corruzione ciò
rende l'arringa del demagogo più facile ed efficace. (…). Ma che cosa è
esattamente l'antipolitica? Quando si parla di antipolitica nelle società
democratiche si usa una parola molto imprecisa. Chi la usa non suggerisce
infatti di ritirarsi nella solitudine di un convento, oppure di vivere solo di
e per la famiglia, o solo di e per il lavoro. Chi usa l'espressione
antipolitica vuole presumibilmente criticare il modo con il quale la politica è
praticata ma in realtà sfruttare lo scontento che esiste ed è forte verso le
forme tradizionali di esercizio della politica. Non è la politica l'obiettivo
polemico e nemmeno la forma partito. Non è la politica perché il parlare di
antipolitica è comunque un parlare politico, addirittura uno schierarsi
partigianamente, e questo è a dimostrazione del fatto che nelle società
democratiche non c'è scampo alla politica, nel senso che ogni questione che
esce dal chiuso della domesticità è e si fa politica. Diceva Thomas Mann in un
saggio esemplare sull'impolitico che nella società democratica anche chi si
scaglia contro la politica è costretto a farlo con linguaggio politico, a farsi
partigiano della sua causa. Ci si schiera e si entra nell'agone. L'antipolitica
non è possibile. Così è oggi: non c'è niente di più politico di questa
persistente critica della politica. A ben guardare l'obiettivo polemico non è
neppure la forma partito, l'associarsi cioè per perseguire o ostacolare
determinati obiettivi e progetti politici. Anche i più astiosi demagoghi
dell'antipolitica – (…) – si presentano alle elezioni! (…). Accettando di presentarsi
alle elezioni ha(nno) accettato le regole democratiche della
competizione e, soprattutto, messo in campo persone che, nonostante il
linguaggio demagogico (…), vogliono fare politica e discutono di problemi che
sono politici, dall'ambiente alla corruzione, agli interessi privati nella cosa
pubblica. (…). La demagogia non piace ma è innegabile che chi si identifica con
il Movimento del demagogo ha una visione politica, non antipolitica. E su
questa visione ci si deve interrogare e ad essa occorre controbattere.
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