Da “Istruzioni per una nuova società” di Zygmunt Bauman, sul
quotidiano la Repubblica del 21 di maggio dell’anno 2012: (…). Se le rivoluzioni non sono
prodotti della disuguaglianza sociale, i campi minati sì. I campi minati sono
aree disseminate di esplosivi sparsi a casaccio: si può star certi che una
volta o l´altra qualcuno di essi esploderà, ma quale, e quando, non si può
stabilire con qualche grado di certezza. Poiché le rivoluzioni sociali sono
eventi con uno scopo e con un obiettivo, è possibile fare qualcosa per
localizzarle e sventarle in tempo, mentre ciò non vale per le esplosioni dei
campi minati. Qualora il campo minato sia stato predisposto da soldati di un
esercito, si possono spedire altri soldati, appartenenti a un altro esercito,
per estrarre le mine e disarmarle: un lavoro rischioso quant´altri mai, come ci
rammenta incessantemente l´antica saggezza del soldato: «L´artificiere sbaglia
una volta sola». Ma questo rimedio, per quanto insidioso, non è disponibile nel
caso dei campi minati predisposti dalla disuguaglianza sociale: a seminare le
mine e poi a estrarle deve essere lo stesso esercito, che non può smettere di
aggiungere nuovi ordigni ai vecchi né evitare di metterci il piede sopra più e
più volte. Seminare mine e cadere vittime delle loro esplosioni fanno tutt´uno.
Tutte le varietà di disuguaglianza sociale scaturiscono dalla divisione fra
ricchi e poveri, come osservava già mezzo millennio fa Miguel Cervantes de
Saavedra. Tuttavia, in epoche diverse, possedere o non possedere oggetti
diversi sono rispettivamente la condizione più appassionatamente desiderata e
quella più appassionatamente sofferta. Due secoli fa in Europa, ancora pochi
decenni fa in alcuni luoghi distanti dall´Europa, e ancor oggi su alcuni campi
di battaglia di guerre tribali o parchi-giochi delle dittature, l´obiettivo
primario che poneva in conflitto ricchi e poveri era il pane o il riso. Grazie
a Dio, alla scienza, alla tecnologia e a certi espedienti politici ragionevoli,
non è più così. Ma ciò non significa che la vecchia divisione sia morta e
sepolta: al contrario… Oggigiorno, gli oggetti del desiderio la cui assenza è
più acutamente sentita sono molti e vari, e il loro numero aumenta giorno per
giorno come anche la tentazione di ottenerli. E così crescono l´ira,
l´umiliazione, il rancore e il risentimento suscitati dal non averli; e con
essi il desiderio di distruggere ciò che non si può avere. Saccheggiare i
negozi e darli alle fiamme sono gesti che possono derivare dal medesimo impulso
e gratificare il medesimo desiderio. (…).
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