“Storie dall’Italia”. Anzi “Storie dell’Italia”, che
sta meglio assai. Poiché penso che esistano ben pochi paesi nell’intiero globo terracqueo
nei quali gli ipocriti, i saltimbanco ed i teatranti vari abbiano ad essere in
un numero sì sproporzionato. Oggi che il Giacinto Pannella detto “Marco” non c’è
più, una turba di turiferari vociferanti s’ingegna a lodarne la vita e le
opere. Noi non se ne conosceva nulla del Marco quale “uomo”, ma se ne conosceva
assai del Marco quale “politico”. E pur non volendo apparire od essere – nella generale
emozione del momento - il solito “bastian contrario”, o il solito “grillo
parlante”, al Marco quale “uomo politico”, che è la cosa che qui penso ci stia
particolarmente a cuore, non pensiamo di poter innalzare profumati incensi e
cesellare encomi solenni. Non possiamo e non lo vogliamo, per non venire a far
parte di quella turba d’incensatori d’accatto. Incensatori d’obbligo e di
mestiere, pronti a smentirsi non appena il venticello flebile dell’emozione, sollecitata
e solleticata dai media tonitruanti, si sarà affievolito – il venticello
intendo dire - nel turbinio del generale, inutile parlottare. Soccorre nella
circostanza, per ricordare doverosamente e devotamente quel tale “uomo politico”
che Marco è stato, andare a rileggere quel “pezzo” magistrale che è “Casa Pannella” di Marco Travaglio, “pezzo”
pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 14 di agosto dell’anno 2015.
Ha scritto
il Marco cronista ed opinionista: Giacinto Pannella detto Marco, teramano, 85
anni, è “radicale, socialista, liberale, federalista europeo, anticlericale,
antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano”. Pannella
deputato dal 1976 al ‘92, eurodeputato dal ‘79 al 2009, presidente della XIII
circoscrizione del Comune di Roma (Ostia), consigliere comunale a Trieste,
Catania, Napoli, Teramo, Roma e L’Aquila, consigliere regionale di Lazio e
Abruzzo, collezionista di digiuni e referendum su tutto fino allo sfinimento di
tutti. Pannella simbolo dei diritti civili, dall’aborto al divorzio alla lotta
alla fame nel mondo. Pannella Pli, Pri, Pr, filo-Pci e anti-Pci, filo-Craxi e
anti- Craxi, pacifista ma favorevole alle guerre in Kosovo e Afghanistan. Pannella
che s’è battuto per Enzo Tortora, ma ci ha pure regalato Cicciolina, Toni Negri
e – quel che è peggio – Daniele Capezzone, Marco Taradash ed Eugenia Roccella. Pannella
nemico della partitocrazia-spartitocrazia, del regime, dei ladri di democrazia
e di legalità, dello sfascio del fascio, ma strenuo difensore del Parlamento
degli inquisiti nel 1992-‘93. Pannella che vince il referendum per abolire i
finanziamenti pubblici ai partiti, ma non quelli a Radio Radicale. Pannella,
alleato di Berlusconi nel ‘94 e poi trombato, che chiede al Cavaliere di fare
il suo ministro degli Esteri (invano) e strappa un posto di commissario europeo
per Emma Bonino. Pannella che nel 1996 si allea di nuovo con B. in tandem con
Sgarbi e viene di nuovo trombato. Pannella che nel ‘96, al settimanale
congresso radicale transnazionale, rivela: “L’accordo siglato fra me e
Berlusconi prevedeva un impegno del Polo a garantire a Radio Radicale il
mantenimento dei requisiti previsti dalla legge del ‘90 per le emittenti
radiofoniche che risultino organo di partito. In mancanza – recita l’accordo –
verrà corrisposto dal Polo a Radio radicale un contributo sostitutivo pari a
quello che le spetterebbe nell’eventualità che la Lista Pannella-Sgarbi non
consegua alcun eletto”. Più “un rimborso delle spese elettorali pari a lire 1,2
miliardi, metà delle quali da anticipare prima della data dello svolgimento
delle elezioni, nonché annualmente la somma di 1,8 miliardi”. Naturalmente B.
non paga e Pannella lo trascina in tribunale, che gli dà ragione. B. però
continua a non scucire, allora Pannella si presenta a Palazzo Grazioli con
l’ufficiale giudiziario per il pignoramento. E non se ne va finché gli
amministratori di Forza Italia non gli firmano un assegno da 1 miliardo e 196
milioni, pagandogli poi regolarmente le altre rate. Pannella che nel 2001 corre
da solo e non se lo fila nessuno. Pannella che nel 2005 annuncia: “Se questo
centrosinistra di Prodi andasse al potere, ora o fra un anno, io me ne andrei
dal nostro Paese. Faccio come chi lasciò l’Italia prima del fascismo”. E un
anno dopo si presenta con la Rosa nel Pugno alleata del centrosinistra di Prodi
e non viene eletto. Pannella che marcia con Napolitano per
l’amnistia e l’indulto, ottenendo quest’ultimo che salva Previti, B. e tanti
altri dal carcere, ma sputtana subito l’Unione e il governo Prodi. Pannella che
nel 2007 si candida a segretario del Pd e viene respinto, poi offre un’alleanza
a Grillo (l’ultimo che gli mancava per completare l’album), poi nel 2008 si
riallea col Pd. Pannella che nel 2013 corre da solo con la Lista “Amnistia
giustizia e libertà” e, al solito, non lo segue nessuno. Pannella che è sempre
in pericolo di vita per gli scioperi della fame e della sete (anzi,
“Satyagraha” che fa più figo), e una volta nel 2002 ha pure bevuto la sua urina
in diretta tv per “altre 24 ore di vita”, poi fortunatamente durate molto di
più. Pannella che, a Radio Radicale, un giorno litiga con Massimo Bordin e
l’indomani fa la pace con Massimo Bordin, tipo Raimondo Vianello e Sandra
Mondaini. Pannella che nel 2013 lancia la solita raffica di 12 referendum sulla
giustizia, cioè contro i giudici, con la firma di B. e, per fortuna, poche
altre. Pannella che nel 2015 vede “Berlusconi perseguitato dai giudici come
Enzo Tortora”. Pannella che il 28 luglio espelle via radio la Bonino dal
Partito radicale per assenteismo e, a chi fa notare che Emma è malata,
risponde: “Io ho due tumori, lei uno”, quindi il suo non vale. Pannella che il
12 agosto implora via radio la Bonino di rientrare nel Partito radicale da cui
lui l’ha cacciata ma se l’è scordato (…). Pannella, è stato tutto molto bello e
anche divertente. (…).E come ha lasciato scritto la grande,
indimenticabile Anna Maria Ortese nel Suo “Vita
di Dea” “chi potrebbe affermare che i morti siano veramente sotterra? Una volta
gettata l’ultima palata sulla loro fossa, essi si alzano e si allontanano
vacillando pei sentieri oscuri, quali verso i cieli, quali verso i mari, quali
verso le verdi profondità del globo, e Dio solo sa dove andranno e quale forma
rivestiranno, e se non ci fissano ogni giorno, assorti, sotto forma di un
povero animale o di un fiore. Questa Vita è talmente indipendente dal nostro
pensiero limitato, che tutto, dico
tutto, ogni più nobile cosa può accadere: e lo sa chi, capace di ricordare e
osservare, prova continuamente davanti a essa un sentimento di rispetto e terrore”.
Ed è così che continueremo a ricordare il Pannella Giacinto detto “Marco”:
indomito ed imprevedibile al contempo. Ché neppure “l’ultima palata” riuscirà
a tenerlo fermo e di sicuro se ne andrà per quei “sentieri oscuri” e
tortuosi che testardamente ha voluto percorrere nella tua vita errabonda. Ed
ora che è lassù, al cospetto di quel qualcuno del quale finalmente gli è stato
svelato il profondo mistero, con calma, si “riposizioni” per una volta ancora. Chi
potrebbe affermare, come sostiene l’Ortese, che Pannella Giacinto detto “Marco”
sia “veramente
sotterra?”. Dopotutto, e nonostante tutto, ancora una volta vien da dire,
grazie Marco!
Nessun commento:
Posta un commento