Da “Nostra
Signora Televisione” di Ilvo Diamanti, sul quotidiano la Repubblica del 5
di maggio dell’anno 2014: (…). …la televisione, nonostante tutto.
Impossibile farne a meno, se si ha l’ambizione di “vincere”, o almeno di
“esistere”, alle elezioni. Perché le scelte degli elettori si definiscono
proprio lì. E perché, soprattutto lì, si risolve l’incertezza. (…). Per questo
la televisione resta il vero “campo” della campagna elettorale. Il più conteso
e il più combattuto. Perché il più influente. D’altronde, secondo
l’Osservatorio di Demos-Coop del dicembre 2013, l’80% degli italiani si informa
ogni giorno attraverso la tivù. Circa il 47% su internet. Il “mezzo” di
informazione che ha registrato il maggior grado di crescita, negli ultimi anni.
Dal 2007, infatti, è quasi raddoppiato. Tuttavia, resta ancora un medium molto
delimitato, dal punto di vista degli utenti. Ne restano, infatti, largamente
escluse le persone più anziane e meno istruite. Cioè, le più incerte. Le più
difficili da contattare e, quindi da convincere. Anche perché, nel corso degli
anni, hanno perduto fiducia nella politica, nei politici e nelle istituzioni.
(…). Ebbene, per raggiungere e spingere gli elettori indecisi a votare — magari
contro, per rabbia e delusione — ci vorrebbero contatti diretti. Personali. Con
amici, conoscenti, familiari. Per sfidare la sfiducia ci vorrebbero persone di
cui ci si fida. Ci vorrebbe la politica sul territorio. Come un tempo. Quando i
partiti erano dentro la società, confusi nella vita quotidiana. Quando la
campagna elettorale veniva condotta porta a porta . Mentre ora, per parlare con
gli indecisi e gli incazzati, non resta che andare in tivù. A “Porta a porta”.
Nessun commento:
Posta un commento