In un “N.B.” posto a chiusura del Suo “Babbo Natale contro Jeff Bezos”, pubblicato
sul quotidiano “la Repubblica” di oggi venerdì 18 di dicembre 2020, Giacomo
Papi ha scritto: “A parte Babbo Natale, che esiste, tutto il resto è vero”. Il 21
di settembre dell’anno 1897 una bambina scriveva una lettera – riportata nel
volume “Falso Natale” (2019) di Errico
Buonanno, edito da UTET, pagg. 173, euro 14 – al quotidiano “New York Sun”: “Caro
direttore, ho otto anni. Alcuni miei piccoli amici dicono che Babbo Natale non
esiste. Papà mi ha detto: se lo scrive il “Sun”, è così. Per favore, mi dica la
verità. Babbo Natale esiste? Virginia O’Hanlon”. Di seguito la “favola del
Natale” di Giacomo Papi: Sotto la slitta di Babbo Natale, la
Danimarca stava bruciando. Quindici milioni di visoni erano stati dati alle
fiamme perché negli allevamenti non dilagasse il contagio. La partenza per
l'Italia era stata anticipata in modo da arrivare entro il 20 dicembre, prima
che scattasse il coprifuoco e fosse vietato spostarsi tra le regioni. I regali
da distribuire non erano tanti, nel 2020 erano arrivate pochissime lettere: i
bambini, ormai, scrivevano direttamente ad Amazon o al Presidente del
Consiglio. I Grandi giocattolai italiani avevano comprato intere pagine di
pubblicità sui quotidiani per chiedere al Governo di riaprire i negozi e
Tommaso Z, un bambino di cinque anni di Cesano Maderno, Milano, aveva scritto
al Primo ministro per chiedergli "un'autocertificazione speciale" per
Babbo Natale. In effetti, Babbo Natale l'autocertificazione per
"comprovate esigenze lavorative" l'aveva in tasca, ma c'era rimasto
male che il bambino non avesse scritto a lui. E poi, esisteva davvero quel
bambino o era un'invenzione del Ministro della Propaganda? La verità era che il
vecchio cominciava a sentirsi inutile. Molti genitori accompagnavano i figli
nei negozi per farsi un giro e ottenere il cashback del 10 per cento previsto
dal Decreto n. 156 20/11/2020 "recante condizioni e criteri per
l'attribuzione delle misure premiali per l'utilizzo degli strumenti di
pagamento elettronici". L'app era stata scaricata in massa, non come
Immuni. Dove il tracciamento aveva fallito, lo sconto trionfava. Tutti gli
altri si rivolgevano a Jeff Bezos, il padrone di Amazon, che grazie alla
pandemia stava facendo soldi a palate. In Italia entro la fine dell'anno, aveva
calcolato il Politecnico di Milano, gli acquisti online avrebbero fatturato
22,7 miliardi di euro, il 26 per cento in più dell'anno prima. Mentre la slitta
trasvolava le Alpi, Babbo Natale sospirò sconsolato: ormai Amazon poteva
contare soltanto in Europa su 1,2 milioni di impacchettatori oltre a centinaia
di migliaia di consegnator in outsourcing, un esercito in grado di mandare in
malora il Natale per sempre. Per questo, l'ufficio centrale della Christmas Srl
aveva sondato Bezos per una partnership, ma Babbo Natale si era opposto. Era
stato il primo rider della storia e si sentiva solidale con i ragazzi che
stavano scioperando in una ventina di città italiane per chiedere di non essere
più pagati a cottimo, che facesse vento o tempesta. Nei pressi di Rovigo il
vecchio si affacciò: davanti al Centro di distribuzione di Amazon erano
parcheggiati i camper in cui abitavano gli addetti alla logistica che, con una
paga di 9 euro all'ora, non potevano permettersi niente di meglio. La slitta
atterrò a Milano in un pomeriggio di pioggia, perché a Milano nei giorni di
Natale non nevica mai. Il sole era già tramontato. Forse non era mai sorto.
Davanti al Duomo Babbo Natale si fermò a guardare il grande albero di Natale
della Coca-Cola e provò una fitta al cuore. Erano stati loro, negli anni
Trenta, i primi a usarlo come testimonial. La Coca-Cola gli aveva rubato la
strategia di comunicazione, Amazon il modello di business. Per le strade le
persone gli lanciavano occhiate distratte e tiravano dritto senza riconoscerlo.
Probabilmente lo scambiavano per un senzatetto perché non aveva la mascherina.
Le luci delle luminarie si confondevano con quelle delle sirene delle
ambulanze. Come i vivi con i morti, che rimanevano sullo sfondo, confusi nel
paesaggio. In attesa che calasse la notte il vecchio decise di sedersi su una
panchina davanti alla Scala. I passanti gli sembravano tristi e febbrili. Era come
se l'impossibilità di festeggiare il Natale insieme, decretata dal Dpcm del 3
dicembre, avesse acceso in ognuno la consapevolezza del vero significato della
festa. Il divieto ritrasformava l'abitudine in rito e accresceva il desiderio
di stare vicini, perfino ai parenti più noiosi, quelli che in tempi normali si
sarebbero evitati come una iattura. Per far passare il tempo Babbo Natale tirò
fuori il telefonino. Doveva leggere la rassegna stampa sulla situazione
italiana preparata dagli elfi dell'ufficio comunicazione. I giornali scrivevano
cose da non credersi. Per convincere il popolo a non assembrarsi, il Presidente
del Consiglio aveva detto all'assemblea dell'Anci che "il Natale è un
momento spirituale, in tanti non viene bene. Veglioni, festeggiamenti, baci e
abbracci non saranno possibili. Dobbiamo prepararci a un Natale più sobrio,
anche se potremo scambiarci doni e permettere all'economia di crescere".
Il timore era che gli italiani avrebbero approfittato del distanziamento per
risparmiare sui regali. Il presidente della Regione Liguria era insorto:
"I venti giorni delle feste valgono come tre mesi del fatturato
annuale!". Su Facebook un politico con la barba l'aveva buttata sul
melodrammatico: "Spero che non rubino il Natale ai bambini". Su
Twitter una politica senza barba si era buttata sui migranti: "Natale (di
sacrifici) senza i tuoi, sbarchi con chi vuoi". Prudentemente il Papa
aveva anticipato alle 6:30 del mattino la tradizionale visita solenne alla
Colonna dell'Immacolata di piazza Mignanelli a Roma e, senza fare tante storie,
aveva annunciato che la messa di Natale sarebbe cominciata alle 19:30. Un
piccione si posò vicino ai piedi di Babbo Natale sperando in qualche briciola,
ma lui non se ne accorse perché stava leggendo sull'iphone che nel megastore
Tigotà di Millesimo, Savona, un pensionato di Albissola era stato arrestato per
avere rubato cibo per gatti e creme di bellezza da regalare a sua moglie. I
poveri erano aumentati. Ovunque c'erano file per il pane. La maggior parte dei
titoli riguardavano, però, i gesti e l'igiene, come se il corpo in quell'epoca
di smaterializzazione digitale avesse riconquistato la sua antica centralità:
"Andare dal barbiere in un altro comune? In Toscana è consentito";
"Niente abbracci e cin cin"; "Meglio in piedi che seduti. Il
virologo consiglia: togliere la Ffp2 solo per mangiare, e rimetterla tra le
varie portate"; "Non aggiungere un posto a tavola"; "Piatti
e bicchieri di plastica, vestiti pesanti per aprire le finestre".
"Abolite i canti di Natale. Spargono droplets". Qualcuno proponeva
tombolate su Zoom. Sarebbe stato un disastro per tutti, tranne che per Amazon.
La Coldiretti aveva lanciato l'allarme: "Il settore del vino e degli
spumanti rischia di essere colpito per la riduzione dei commensali che, l'anno
scorso, contavano in media 9 persone". "Ci saranno 70 milioni di
chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, 6 milioni
di chili tra cotechini, zamponi, frutta secca, pane, carne, salumi e formaggi
in meno sulle tavole degli italiani durante le feste". Le grandi aziende
si stavano attrezzando: Bauli e Melegatti avevano lanciato servizi di
e-commerce di pandori e panettoni personalizzati. E così anche qualche
produttore artigianale, come la Bedussi di Brescia. Le piattaforme di delivery
si erano buttate a pesce sull'affare. Era stato lanciato, per esempio, "il
Deliveroo Christmas shop by Roberto Rinaldini, il primo virtual brand dedicato
al Natale, nato dalla collaborazione con il Maestro pasticcere". Babbo
Natale, che come imprenditore era una frana, pensò per un attimo di produrre
panettoni monoporzione, ma scartò l'idea e proseguì la lettura. Anche il
settore florovivaistico soffriva: "La strage delle stelle di Natale",
aveva titolato Repubblica il 9 dicembre; "A rischio 8 milioni di alberi e
stelle di Natale", La Nazione il 20 novembre. Per il presidente di
Coldiretti Toscana i divieti avrebbero favorito la vendita di "piante di
plastica cinesi che non solo consumano petrolio e liberano gas a effetto serra,
ma impiegano oltre 200 anni prima di degradarsi nell'ambiente". I presepi
viventi non se la passavano meglio degli alberi: a Treviso, Farigliano, Crava,
Costigliole Saluzzo, Tricase, Alberobello e Pianvigliale li avrebbero fatti
online, a Frabosa Sottana erano stati sostituiti da un concorso, a Cervo e
Rivisondoli da statue e sagome in legno. In pochi avevano resistito, per
esempio Agnone, patria del "presepe vivente più antico del Molise".
Babbo Natale ripose il telefono e si rimise le moffole, poi si alzò dalla panchina
con un macigno sullo stomaco. Insieme alle serrande di bar e ristoranti, era
scesa la notte. Sulle finestre si riverberavano gli ultimi riflessi di
televisori e telefonini, prima che intorno alle 10 tutto si spegnesse. La
pandemia aveva travolto i cicli del sonno e della veglia. Gli umani si
addormentavano e si svegliavano prima, o dopo, dormivano a pezzi e facevano
sogni a colori. Date le scarse richieste, in meno di un'ora Babbo Natale aveva
finito la Lombardia, ma prima di volare in un'altra regione, decise di portare
un regalo anche a Tommaso Z, il bambino di Cesano Maderno, anche se forse non
esisteva e gli aveva fatto lo sgarbo di non scrivere a lui. Sul tetto del
condominio non c'erano comignoli. Non c'erano mai quando servivano. Entrò dalla
porta con il passe-partout. In casa le luci erano spente, per fortuna dormivano
tutti. Cercando il posto giusto dove lasciare il regalo, il vecchio avvertì un
movimento, qualcosa che brillava, le luci di un albero sintetico. Si spinse in
punta di piedi nella stanza, fino al piccolo abete. Sul pavimento c'erano
davvero "il lattino caldo, i biscotti e l'igienizzante" promessi
nella lettera. Il vecchio sorrise nel buio e si chinò, quando sentì una voce
sottile: "Chi sei tu?". Si voltò lentamente, il bambino si era messo
a sedere sul letto e lo fissava con due occhi che brillavano più delle luci.
"Sono Babbo Natale...", rispose. "Mettiti subito la
mascherina!", ordinò il piccolo. "Non posso, l'ho dimenticata in
Norvegia. Però ieri ho fatto il tampone...". La voce del bambino si fece
severa: "Ma non lo sai che non basta? Potresti essere positivo lo stesso!
Non mi pare responsabile da parte tua entrare nella stanza di un bambino
rischiando di infettarlo e di infettarti". Babbo Natale non sapeva che
dire. Balbettò: "Scusami, è che non credevo che tu esistessi
davvero". Il bambino a quel punto sorrise: "Io, sì. Che tu esistevi
l'ho sempre creduto". In quel lontanissimo 1897 il
giornalista Francis Pharcellus Church del "New York Sun" fu incaricato di rispondere alla piccola Virginia
O’Hanlon: “Virginia, i tuoi amici sbagliano. Sono stati contagiati dallo
scetticismo tipico di questa era piena di scettici. Non credono a nulla se non
a quello che vedono. (…). Sì, Virginia, Babbo Natale esiste. Esiste come
esistono l’amore, la generosità e la devozione, e tu sai che abbondano per dare
alla tua vita bellezza e gioia. Cielo, come sarebbe triste il mondo se Babbo
Natale non esistesse! Sarebbe triste anche se non esistessero delle Virginie. Non
ci sarebbe nessuna fede infantile, né poesia, né romanticismo a rendere
sopportabile la nostra esistenza. (…). Non credere in Babbo Natale! È come non
credere alle fate! Puoi anche chiedere a tuo padre che mandi delle persone a
tenere d’occhio tutti i comignoli del mondo per vederlo, me se anche nessuno lo
vedesse venire giù, che cosa avrebbe provato? Nessuno vede Babbo Natale, ma non
significa che non esista. Le cose più vere del mondo sono proprio quelle che né
i bimbi né i grandi riescono a vedere. (…). Grazie a Dio lui è vivo e vivrà per
sempre. Anche tra mille anni. Virginia, dieci volte diecimila anni da ora,
continuerà a far felici i cuori dei bambini”. R. Q. ha tredici anni. Mi
comunicava giorni addietro, fortemente sconsolato, come i suoi compagni di classe
quest’anno non avessero indirizzato nessuna letterina a Babbo Natale. Alla mia richiesta
di come si fossero comportate invece le sue compagne di classe, ancor più sconfortato
R. Q. mi ha detto che anch’esse non hanno scritto letterine al grande “vecchio”
del Natale. Forse tira una brutta aria in questi tempi di “pandemia”.
"Una vita senza sogni è come un giardino senza fiori".(Gertrude Beese). "Non dire mai che i sogni sono inutili, perché inutile è la vita di chi non sa sognare".(Jim Morrison). "Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte".(Edgar Allan Poe). "A chi crede nei sogni, basta un gradino per raggiungere le stelle".(Antonio Aschiarolo). "Un sogno è un microscopio attraverso il quale osserviamo gli avvenimenti nascosti della nostra anima".(Erich Fromm). "Tenetevi pure i sentimenti misurati, i sogni calibrati, i rischi calcolati. Io scelgo i tuffi al cuore, i brividi nello stomaco, le corse sulle nuvole e i colori fuori dai margini".(Fabrizio Caramagna). "E come i semi che sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera. Fidatevi dei vostri sogni, perché in essi è nascosto il passaggio verso l'eternità".(Khalil Gibran). Carissimo Aldo, ora più che mai è urgente e necessario vegliare sui nostri ragazzi, esortandoli ed aiutandoli ad alimentare i sogni e a mantenere sempre accesa la fiaccola della speranza e dell'attesa... Grazie di questo post eccezionale e buona continuazione. Agnese A.
RispondiElimina(alleviamento della povertà) Salve signore/signora Ti è stato rifiutato in banca perché il tuo credito non soddisfa i loro
RispondiEliminastandard? Sogni di possedere la tua casa, ma ti è stato negato un mutuo a causa di tassi di interesse elevati o credito
insufficiente? La tua attività è in crisi? Hai bisogno di soldi per rilanciare la tua attività? lavoro o altro, potrai avere una
seconda possibilità di credito tra privati, hai saputo della grande campagna di prestiti offerta dal sig. Remis Canales de
Trans-CIC-Banks? Te ne parlo perché offre prestiti di fino a $ 150.000 a un tasso molto basso del 2,59%, e mi ha persino
lasciato 4 mesi prima che iniziassi a non rimborsarlo. Prendilo in fretta, contatta il signor Remis Canales se hai un buon
progetto che ha bisogno di finanziamenti.
dgcanales22@gmail.com
+14503005817