Tratto da “La passione per il denaro” di Umberto Galimberti, pubblicato sul
settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 15 di dicembre dell’anno
2012: È l'elemento umano che rende irrazionale il mercato. Ma nella sua forma
più sregolata, la corruzione, è un tratto molto italiano. Tocca alla buona
politica correggerlo. (…). …due cose: 1. Se l'egemonia del mercato non
confligga col mondo della vita, riducendo l'uomo a puro funzionario di apparati
e prevedendolo solo come produttore e consumatore. 2. Se la corruzione della
politica italiana non abbia aggravato ulteriormente la situazione, infrangendo
le regole del mercato e quel che resta della sua razionalità. Per quanto
concerne la prima domanda possiamo dire che il mercato, rispetto al furto, alla
rapina, alla guerra è, come diceva Max Weber nel primo decennio del secolo
scorso, la forma più razionale per regolare gli scambi. La stessa parola
"ragione" è nata in campo economico con l'introduzione del
"redde rationem" che prevede che negli scambi si dia un bene
equivalente a quello che si riceve. Naturalmente il mercato non è la forma più
alta di razionalità perché è ancora condizionato da una passione umana che è la
passione per il denaro. La tecnica, ad esempio, che non soffre di questa
passione (e quindi di questo sottofondo di irrazionalità che caratterizza tutte
le passioni) è molto più razionale dell'economia. In quanto sufficientemente
razionale, il mercato non è una sciagura, a meno che non diventi l'unico
regolatore delle relazioni umane come oggi sembra sia diventato, al punto che
più non sappiamo che cos'è bello, cos'è buono, cos'è giusto, cos'è vero, cosa è
santo, ma unicamente che cosa è "utile". Il criterio dell'utilità
economica prevede gli uomini come semplici produttori e consumatori, e quando
di certe cose non si sente proprio il bisogno, il mercato, attraverso la
pubblicità, non esita a "produrre" gli stessi bisogni, in ciò
affiancato dalla moda, per cui, ad esempio un cellulare, che ancora svolge la
sua funzione, viene sostituito con quello di nuova generazione perché non è più
di moda, dando ragione al filosofo Günther Anders secondo il quale la data di
scadenza non riguarda solo gli alimentari, ma tutti i prodotti, "la cui
fine" è "il fine" per cui sono stati costruiti. Quante volte ci
siamo sentiti dire che un pezzo di ricambio costa di più dell'acquisto di un
modello nuovo? In questo portare le cose il più rapidamente possibile alla loro
fine io vedo un esempio concreto del nichilismo sotteso alla logica di mercato
che per produrre ha bisogno che le cose si consumino il più rapidamente
possibile. Per quanto concerne la seconda domanda non c'è dubbio che la
corruzione, l'economia sommersa e quella malavitosa, che sono poi le tre grandi
piaghe del nostro paese, aggravano ulteriormente la situazione, riportandoci
all'irrazionalità dell'economia pre-mercantile, quando il furto, la rapina e lo
sfruttamento della forza lavoro regolavano le forme di scambio. Avremo una
svolta quando rinnoveremo radicalmente la politica non solo là dove è
protagonista in prima persona della corruzione, ma soprattutto quando omette i
controlli sull'economia sommersa o addirittura intreccia rapporti con
l'economia malavitosa. Ma per questo forse non basta scegliere nuove figure
politiche, perché il male è radicato nell'antropologia di noi italiani che può
essere corretta solo se, fin dalla prima elementare, si insegna il rispetto
delle regole e si impartiscono dosi massicce di educazione civica.
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