Tratto da “Venticinque
anni è il momento di essere se stessi” di Umberto Galimberti, pubblicato
sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 10 di ottobre dell’anno 2015:
Troppo
spesso nei rapporti famigliari, tra gli adulti che hanno scelto di vivere insieme
e tra genitori e bambini, si perde la capacità di rispettare il diritto
dell'altro a essere diverso da come lo vorremmo. E tutti ci rimettono. Nella
struttura della famiglia circola spesso un improprio aggettivo possessivo che
fa dire all'uomo "mia moglie", alla donna "mio marito", a
entrambi i genitori "mio figlio" o "mia figlia", quando
nella relazione tra individui che hanno deciso di condurre una vita insieme, e
insieme di generare, di "mio" non dovrebbe esserci proprio nulla.
Infatti l'unica condizione perché nel nucleo familiare possa circolare l'amore
è il riconoscimento dell'alterità dell'altro, e non la sua percezione
limitatamente a come io vorrei che fosse, con conseguente negazione della sua
individualità, e sua riduzione a semplice soddisfazione dei miei desideri o
delle mie aspettative. Questo principio vale innanzitutto per tutte le persone
che un giorno hanno deciso di condividere la loro esistenza, perché ciascuno
dei due aveva incontrato un "altro" che l'aveva affascinato per la
semplice ragione che esprimeva ciò che mancava alla propria personalità. E solo
rispettando questa alterità l'altro può continuare a incuriosirmi e
affascinarmi, mentre se dell'altro vedo solo ciò che risponde alle mie esigenze
ripiombo nella solitudine della mia individualità. La noia che connota molte
relazioni di coppia è dovuta proprio a questa soppressione dell'alterità
dell'altro, alla sua riduzione a qualcosa di "mio", che più non mi
consente di incuriosirmi dei pensieri, dei sentimenti, delle sensazioni, dei
vissuti che non coincidono con i miei. La conseguenza è la svalutazione, la
disattenzione, il disinteresse per tutto ciò che l'altro esprime di diverso di
quel che penso e sento io, e il progressivo irrigidimento nelle proprie
convinzioni che servono solo a erigere dei muri d'incomprensione. A questo
punto nei casi migliori ci si separa perché "l'altro non mi capisce"
(mentre in realtà sono io a essermi chiuso all'alterità dell'altro) e nei casi
peggiori si usa violenza psicologica e talvolta fisica nei confronti dell'altro
perché "tanto è cosa mia". Questa mancanza di rispetto dell'alterità
dell'altro spesso si esercita anche nei confronti dei figli, a causa di un
fraintendimento radicale del concetto di educazione, che non significa condurre
i figli ad assecondare le nostre aspettative, ma accompagnarli nella scoperta
della loro natura che, per il fatto che sono nati da noi, non significa che
coincida con la nostra. Quante raccomandazioni ossessive, quanti rimproveri e
quante punizioni dipendono dal fatto che il loro modo di crescere non coincide
con quanto ci aspettiamo da loro secondo i nostri parametri, che magari mal si
adattano alla loro indole che per giunta mai ci siamo dati la premura di
capire, creando in loro un conflitto tra ciò che sentono di essere e il bisogno
di rispondere alle aspettative genitoriali da cui temono di discostarsi. (…).
"L'amore non è mai possesso, è libertà, è rispetto, è reciproca appartenenza di anime".(Agostino Degas). "L'amore è qualcosa di eterno, l'aspetto può cambiare, ma non l'essenza".(Vincent van Gogh). "L'amore è l'unica risposta sana e soddisfacente al problema dell'esistenza umana".(Erich Fromm). "L'amore cura le persone, sia quelle che lo danno, sia quelle che lo ricevono".(Karl Menninger). "Sai che è amore quando tutto quello che vuoi è che quella persona sia felice, anche se non fai parte della sua felicità".(Julia Roberts). "L'amore è quando la felicità dell'altra persona è più importante della tua". (Jackson Brown). "Più si giudica, meno si ama".(Honore de Balzac). "L'amore è amare qualcuno per quello che è, che era e che sarà".(Chris Moore). Grazie per questo post stupendo e profondo che mi ha indotto a riflettere molto... L'accettazione e il rispetto dell'alterità devono necessariamente essere alla base di qualsiasi rapporto sano e di ogni tipo d'amore. Grazie ancora e buona continuazione.
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