"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 31 marzo 2022

Doveravatetutti. 22 Donatella Di Cesare: «La libertà di pensiero è il diritto alla complessità. Anche il diritto di comprendere il male».

Ha scritto l’amica carissima Agnese A. a commento del post di ieri: “La lettura di questo stupendo post è una preziosa fonte di riflessioni fondamentali e necessarie. "L'intera Europa sta al gioco paranoide del despota Putin, parla la sua stessa lingua, invoca lo stesso fuoco della guerra..." (Tomaso Montanari).

mercoledì 30 marzo 2022

Doveravatetutti. 21 I morti delle Fosse Ardeatine: «"Qui fummo trucidati, vittime di un sacrificio orrendo. Dal nostro sacrificio sorga una patria migliore, e duratura pace tra i popoli"».

A lato. "Il Cristo risorto" (Firenze) di Donatello.

“Doveravatetutti”, come dire “tutti noi”, poiché, per dirla con José Saramago - in “Cecità” - “i buoni e i cattivi risultati delle nostre parole e delle nostre azioni si vanno distribuendo, presumibilmente in modo alquanto uniforme ed equilibrato, in tutti i giorni del futuro, compresi quelli, infiniti, in cui non saremo più qui per poterlo confermare, per congratularci o chiedere perdono”.

martedì 29 marzo 2022

Notiziedalbelpaese. 58 «La barbarie regna tra di noi qui, nella nostra convivenza, e certo non delinea un orizzonte di pace per il futuro».

Ha scritto Enzo Bianchi in “La barbarie regna tra noi” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 28 di marzo 2022: Verrebbe voglia di restare muti di fronte a questa guerra combattuta, narrata, discussa soprattutto attraverso menzogne. Siamo passati dall'essere attaccati dal contagio virale della pandemia all'essere inondati da un'estensione virale di menzogne che ritenevamo impensabile. La guerra si è estesa ben oltre i confini russo-ucraini, è presente e attestata tra di noi come scontro, barbarie che rende impossibile ogni ascolto e ogni confronto, come antagonismo teologico-politico che vede il Male solo da una parte e il Bene solo dall'altra. Quando scoppia una guerra - qualsiasi guerra - la prima vittima non è la verità, ma il pensiero perché la guerra è aliena dalla ragione. Quando poi una guerra avviene perché una nazione vuole guidare il mondo, convinta che le spetti per destino o per vocazione storica, allora si rinnova l'esito disastroso della torre di Babele, il progetto del potere totalitario e universale che genera violenza e confusione tra le lingue incapaci di comunicare tra loro.

lunedì 28 marzo 2022

Memoriae. 25 Galina Timcenko: «La persecuzione del libero pensiero è iniziata a Mosca molto prima della guerra, perché serviva a preparare la guerra».

 

Ha scritto Umberto Galimberti in “Vestali della memoria” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 7 di giugno dell’anno 2003: (…). Chi è custode della memoria se non la donna, il cui ancoraggio alla natura, che al pari della donna è madre, la rende così solidale alla vita, da spingerla a ricostruirla là dove passa la potenza distruttiva degli uomini, il cui ancoraggio alla natura è davvero flebile e immemore rispetto al fascino che su di loro esercita, quel campo da gioco che è per loro la storia? Non la storia antica, che avendo parentela con l’origine e la nascita delle civiltà è evento femminile, ma con la storia di oggi, che, sradicata dalla memoria delle origini, è pura volontà di potenza. (…). Di seguito, l’impareggiabile testo “E in mezzo al prato c’è una contadina” di Paolo Rumiz, “inno” a tutte le donne della terra d’Ucraina ed a tutte le donne della terra di Russia, pubblicato sul settimanale “Robinson” del quotidiano “la Repubblica” del 26 di marzo 2022: Da un giorno all'altro, Natasa se n'è andata. Dall'Italia si è fatta portare alla frontiera ucraina ed è tornata a Ternopol.  Non c'è stato modo di farla desistere.  Una volta in patria, ha risalito in autobus la corrente dei profughi in fuga, poi da casa ha telefonato agli amici per dire che era primavera e bisognava piantar patate. Per questo era partita così di fretta. La guerra sarebbe finita e allora si sarebbe dovuto pur mangiare. Ma se tutti se ne andavano, la terra sarebbe rimasta sterile. «Bombardano? Non abbiate timore, la paura uccide più della guerra». Così ha detto, e ha fatto piangere tutti. La fame è l'unico nemico invincibile: lo sapeva mio nonno, che nel 1914 combatté in Ucraina in divisa austriaca (due milioni di morti in sei mesi su quel fronte). La penuria era tale che i due eserciti organizzavano dei cessate il fuoco non autorizzati solo per cavar patate dal fango. Nella memoria di Natasa c'è qualcosa di peggio: la carestia, che negli anni Trenta Stalin inflisse all'Ucraina facendone sei, di milioni di morti. La patria e la libertà si difendono anche piantando patate. Nella scelta di Natasa puoi leggere l'epopea della vita che non si arrende in una parte d'Europa che più di ogni altra è stata devastata da guerre e stermini di massa. Vi trovi un culto del focolare che noialtri abbiamo perduto; il calore della piec'ka attorno a cui ci si conosce, si ama, si nasce e si muore. Ritrovi persino l'odore della zuppa calda offerta al nemico italiano in ritirata dal Don. La pietà, la speranza. Ma attenzione. Matuska Rossija, la Madre Russia simboleggiata dalla matrioska nei negozi di souvenir, è anche un mito sovietico, che Putin rilancia alla grande. È la rappresentazione, manipolata, della donna come madre degli eroi che difendono la patria e il regime. Mito demolito dalla scrittrice bielorussa Svetlana Aleksìevìé, premio Nobel, autrice di “La guerra non ha un volto di donna” e di “Soldati di zinco”, sui reduci russi dall'Afghanistan, odiata sia dal potere moscovita che dai nazionalisti ucraini per aver narrato quelle storie da un punto di vista non nazionalistico e non virile. Novant'anni fa, Nadezda Mandel'stam dovette imparare a memoria le poesie del marito morto in un gulag siberiano, per poterle tramandare a noi. Sono le vedove dei poeti uccisi da Stalin ad aver garantito alla parola libera di sopravvivere in Urss. Non la guerra, ma la resistenza alla guerra è femmina in Russia. Tutti hanno visto l'immagine di Jelena Andrejewna Ossipowa, sopravvissuta all'assedio di Leningrado, la vecchina col cartello "Pace nel mondo" trascinata via dalla polizia, o quella della giornalista Marina Ovsyannikova che interrompe una trasmissione della tv di stato dicendo "Protestate, non possono arrestarci tutti".

domenica 27 marzo 2022

Eventi. 53 «In guerra vale tutto, sangue e merda non sono più una metafora».

 

“Media&guerra”. Ha scritto Diego Bianchi in “Il marketing del conflitto” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 25 di marzo 2022: «Bisogna preventivamente distruggere ogni singolo aggressore che cerca di soggiogare altre nazioni. Guardate il video». Così Zelensky si rivolge, dopo 13 minuti di intervento, al Congresso degli Stati Uniti, in collegamento dall'Ucraina bombardata, per chiedere una no-fly zone sul suo Paese. A quel punto parte un video di due minuti e mezzo circa, con un violino ad accompagnare le immagini dell'Ucraina di ieri quasi subito sostituite da quelle dell'Ucraina di oggi.

sabato 26 marzo 2022

Dell’essere. 33 Enzo Bianchi: «Una rivoluzione inedita quella dell’ascolto, a tutti i livelli per una convivenza più umana e più bella».

 

Nello sciamare perverso e nefasto dei despoti che hanno oppresso i popoli nelle sterminate terre di Russia c’è stato anche un tale georgiano, a nome di Iosif Vissarionovič Džugašvili – in “arte” Stalin - dai baffoni spioventi, ossessionato dalla potenza militare del Papa. Fabio Mini, che è generale e quindi uomo d’arme, ha scritto un “pezzo” – “Quante divisioni ha il Pontefice” – per “il Fatto Quotidiano” di ieri, venerdì 25 di marzo 2022 – trentesimo giorno della invasione dell’Ucraina –

giovedì 24 marzo 2022

Piccolegrandistorie. 14 «Putin sogna una Russia “zarista”».

 

“Psiche&guerra”. Ha scritto Filippo Ceccarelli - nel Suo “pezzo” che ha per titolo “Nella bolla di Putin” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” dell’11 di marzo 2022 -  che

mercoledì 23 marzo 2022

Dell’essere. 32 «Il metropolita di Kiev Onuphrij: "Non c'è un nemico da distruggere, ma un fratello che non abbiamo il diritto di uccidere"».

 

Ha scritto Enzo Bianchi in “La guerra delle Chiese” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di lunedì 21 di marzo 2022: I morti aumentano tra civili e giovani soldati ucraini e russi. Le popolazioni colpite dalle bombe sono disperate, in fuga ed errabonde, e le macerie lasciate dalla guerra sfigurano quelle terre.

martedì 22 marzo 2022

Doveravatetutti. 20 Sergei Pugachev: «Quando Macron chiama Putin per la venticinquesima volta per convincerlo a smetterla di uccidere dei bambini è ridicolo».

 

In alto. Noto "statista" italico grande estimatore di Putin.

Ha scritto Diego Bianchi in “Mai troppo tardi” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 18 di marzo ultimo: (…). E pensare che solo una decina di giorni prima ero proprio lì, nel luogo consapevolmente scelto da Salvini per fare una delle più colossali figure di merda (non so come altrimenti definire ciò che nessun eufemismo potrebbe rendere in maniera altrettanto efficace ma soprattutto corretta e intellettualmente onesta) fatte da un politico nella storia contemporanea, perlomeno quella dell'era dei social. Il sindaco l'avevo visto, in tenuta militare, nella stanza da dove coordinava le attività nella stazione di Przemysl, snodo ferroviario punto di arrivo da due settimane di centinaia di migliaia di profughi in fuga dall'Ucraina. Era molto indaffarato e non l'avevo intervistato, comunque immaginando le sue risposte e i suoi distinguo sull'accoglienza polacca (ed europea) di oggi e i respingimenti polacchi (ed europei) di ieri.

lunedì 21 marzo 2022

Lavitadeglialtri. 20 Dmitrij Muratov: «Le autorità russe non hanno solo invaso l'Ucraina; hanno anche invaso e distrutto la vita dei giovani russi».

Ha scritto Michele Serra in “Una cosa è l’Europa un’altra è la Nato”, pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 18 di marzo 2022: (…), nemmeno io lo so, che cosa si dovrebbe fare. Mi sento europeo fino al midollo ma è esattamente per questa ragione che diffido di una lettura ossificata della democrazia, con un Noi virtuoso che si oppone a un Resto del mondo ancora da civilizzare, da “convertire” al bene con le buone o con le cattive.

sabato 19 marzo 2022

Lavitadeglialtri. 19 «Mio padre è russo, mia madre è ucraina. E sono felice che siano già morti e che non abbiano dovuto vivere questa mostruosa tragedia».

 

A lato. "Murale" visto in una strada di Roma.

Ha scritto lo psicoterapeuta Massimo Recalcati in “Le incrostazioni dei né né” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di oggi, sabato 19 di marzo 2022:

venerdì 18 marzo 2022

Paginedaleggere. 100 Franco Cardini: «Mettere i baffetti di Hitler o i baffoni di Stalin addosso all’uno o all’altro cattivo di turno non serve a capire».

Ha scritto Marco Travaglio in “Nato per mentire” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 15 di marzo 2022: (…). …tutti ripetono (tranne Putin) che la Nato non c’entra nulla con l’Ucraina e che l’apparentamento fra l’una e l’altra è una fake news del pazzo del Cremlino?

giovedì 17 marzo 2022

Lavitadeglialtri. 18 «È a loro che per prime dovremmo dare la parola: alle badanti ucraine».

 

Ha scritto Natalia Aspesi in “Noi che abbiamo vissuto la guerra” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” dell’11 di marzo 2022: (…). …io della guerra ho ricordi vaghi e nessun sentimento di orrore. Perché bambini e adolescenti sono, eravamo, più forti di quanto si pensa, perché io avevo una madre speciale che non mi ha mai comunicato paura, perché come dicono i sapienti, ho rimosso?

mercoledì 16 marzo 2022

Lavitadeglialtri. 17 Edith Bruck: «Io non credo nell'uomo. La sua è una storia malvagia iniziata con Caino e Abele e arrivata fino alla bomba atomica».

 

Ha scritto Michele Serra in “La guerra è crimine di guerra” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di ieri 15 di marzo 2022: La parola "deportazione" produce immagini tremende, di umiliazione e brutalità. La deportazione degli africani in schiavitù verso le Americhe, la deportazione degli ebrei e di altre categorie de-umanizzate verso i campi di sterminio, le deportazioni "economiche" di massa sotto Stalin. Peggio ancora di "dittatura", deportazione indica la fine della libertà al suo massimo grado. Uomini trasformano altri uomini in fuscelli senza radici e senza peso, perdi la casa, le tue cose, le tue coordinate geografiche, perdi tutto tranne il tuo corpo inerme, in balia dei tuoi padroni-trasportatori, oppure scaraventato verso un destino ignoto. Il concetto più vicino a quello di deportazione è pulizia etnica. Vuotare un posto per farlo tuo. Ebrei scampati ai campi, tornati alla loro casa, la trovarono abitata da non ebrei, lieti di approfittarne. Le fughe dei civili dalle (loro) città in guerra sono, a tutti gli effetti, deportazioni. Il calcolo è farli scappare come topi snidati, scoperchiando i posti dove vivono, cacciandoli dalle loro strade e dai loro percorsi quotidiani, dunque cacciandoli da se stessi. Gli ucraini in fuga sono deportati, ultimi di una interminabile fila di umani in fuga che attraversa i secoli, più lunga mano a mano che la guerra affina e potenzia la sua capacità di distruggere e terrorizzare. Bombardare una città è, proprio tecnicamente, terrorismo: perseguire uno scopo politico-strategico, o ideologico (è il caso della "russificazione" sognata da Putin) attraverso il terrore. Le discussioni sui crimini di guerra, in questo senso, perdono molto del loro peso. Il crimine è la guerra. La dissuasione, in ogni sua forma, della guerra, è lotta al crimine.

martedì 15 marzo 2022

Paginedaleggere. 99 «Può davvero esistere una “guerra giusta”?».

A lato. "Trittico della guerra" - olio su legno (1929-32) - di Otto Dix, conservato presso la "Galerie Neue Meister" di Dresda.

Ha scritto Tomaso Montanari in “Trittico contro la guerra” sull’irrisolto, sempiterno problema della cosiddetta “guerra giusta”, pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” dell’11 di marzo 2022: Può davvero esistere una "guerra giusta"? Bisogna distinguere, certo. La nostra saggia Costituzione dice che «la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino». Ma non è forse ancora più saggio pensare che «la nostra patria non si misura a frontiere e cannoni, ma coincide col nostro mondo morale e con la patria di tutti gli uomini liberi» (Carlo Rosselli)? La guerra di liberazione, la guerra dei partigiani contro i nazisti e i fascisti fu doverosa, indispensabile, inevitabile. Giusta, perché dei giusti combattevano contro degli ingiusti. Ma davvero, anche in questo caso estremo e indiscutibile, siamo disposti a usare con leggerezza l’astratta espressione «guerra giusta»? Cosa c’è di giusto nella concretezza della guerra?

lunedì 14 marzo 2022

Lavitadeglialtri. 16 «Il teologo Don Severino Dianich: "Penso a Bertolt Brecht: beato il popolo che non ha bisogno di eroi"».

Sostiene il teologo Don Severino Dianich, nell’intervista a firma di Tommaso Rodano “Inviare armi è etico solo se si può vincere, se no è inutile strage” pubblicata su “il Fatto Quotidiano” di ieri 13 di marzo 2022: (…). “Sono impressionato - (…) - dal fatto che persista nell’opinione pubblica una certa mistica della difesa armata”. (…). Sono andato a rivedermi il Catechismo della Chiesa Cattolica e osservo che vi si raccomanda di ‘considerare con rigore le strette condizioni che giustificano una legittima difesa con la forza militare. Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale’”.

Contesta la resistenza di un popolo aggredito? “Credo che l’esaltazione della patria e dell’indipendenza nazionale come valore assoluto, da difendere anche attraverso un massacro e il sacrificio di vite umane, sia una piaga del nazionalismo dell’800. Bisogna trovare un equilibrio tra il valore dell’indipendenza di un popolo, che è innegabile, e il prezzo da pagare in vite umane per rivendicare quel valore”.

Chi può stabilirlo? “Credo che il passaggio dall’indipendenza nazionale a una forma di dipendenza non sia sempre uguale. Ci sono dipendenze distruttive, umilianti per il popolo che le subisce, e altre in cui la dipendenza – negativa in via di principio – può evitare il massacro di centinaia di vite”.

Si può negare il sentimento collettivo del popolo ucraino e il suo diritto all’indipendenza? “Dal punto di vista etnico e culturale è difficile negare che ci sia una vicinanza tra la popolazione ucraina e quella russa. Io vengo da Fiume, la mia famiglia è fuggita dal regime di Tito. Quella fuga per qualcuno fu ispirata anche dal senso nazionale: volevano restare italiani. Ma la maggioranza della popolazione è venuta via per fuggire da un regime oppressivo e dalla fame”.

domenica 13 marzo 2022

Piccolegrandistorie. 13 «I nostri animali ci avvicinano agli altri, e ci rendono umani. Sono loro i nostri corridoi umanitari».

 

A lato. Una immagine dall'Ucraina.
 
Dalla raccolta “Ommini e bestie” di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri – in arte “Trilussa” - la “Riunione socialista” (1911):

 Allora li vedevo all’osteria:

ereno una ventina e tutt’eguale,

uniti ner medesimo ideale

pe’ demolì la grassa borghesia.

Ma poi Checchino aperse un’aggenzia,

Pio diventò padrone d’un locale,

Giggetto fece un zompo ar Quirinale,

uno annò fora e un antro scappò via…

Mó so’ rimasti in tre: ma puro adesso,

co’ tutto ch’er partito sta abbacchiato,

la sera se riunischeno lo stesso.

Defatti l’antro jeri protestorno

contro la guerra, doppo avé votato

un litro asciutto e un ordine der giorno.

Di seguito, “L’amore degli animali in tempo di guerra” di Serenella Iovino, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di ieri, sabato 12 di marzo 2022:

sabato 12 marzo 2022

Piccolegrandistorie. 12 «Anna Politkovskaja? Tutto dimenticato. Meglio sorseggiare aperitivi, guardare Netflix».

 

“Psiche&guerra”. Ha scritto Wlodek Goldkorn in “Spazio-tempo”, pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 6 di marzo 2022: Capita che sguardi e percezioni del tempo e quindi dello spazio, differenti fra di loro, si manifestino contemporaneamente e entrino in un violento conflitto. C'è il tempo dell'inizio del Terzo Millennio che anticipa il post umano, e soprattutto, con le connessioni virtuali abolisce lo spazio.

venerdì 11 marzo 2022

Paginedaleggere. 98 «La guerra può capitare a chiunque, la guerra non dovrebbe capitare a nessuno».

 

Ha scritto Diego Bianchi – in “La guerra dentro” - nella Sua consueta rubrica sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 4 di marzo ultimo: «Ridatemi la pandemia», dice Anita guardando il telefonino mentre guardo la tv che guarda la guerra cominciata da qualche ora, di notte in Ucraina, di buon mattino al risveglio da noi.

mercoledì 9 marzo 2022

Paginedaleggere. 97 Lenin (1917): «tendiamo una mano fraterna agli operai ucraini e diremo loro: “Con voi lotteremo contro la vostra e la nostra borghesia”».

 

“Memoriedalsottosuolo”. “Vestivamo alla sovietica” di Daria Galateria, pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 4 di marzo 2022: Nel 1936 l'Urss chiese a Elsa Schiaparelli, la sofisticata stilista amica delle avanguardie, di disegnare un abito per la donna media sovietica. Gli amici intellettuali, anche quelli impegnati, fecero dell'umorismo; lei partì per Mosca, in Transiberiana.

martedì 8 marzo 2022

Piccolegrandistorie. 11 «Costretti a interpretare i processi neurali di un unico uomo e dei suoi sogni malati. È la sanzione del "matto" nella tattica nucleare».

“Politica&condizione umana”. Ha scritto Michele Serra in “Oligarchia non è democrazia”, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di domenica 6 di marzo 2022: (…). …ditemi se sbaglio, il contrario del comunismo avrebbe dovuto essere democrazia, non oligarchia. Nell'ultimo decennio del Novecento, sotto Boris Eltsin (zar Boris, abbiamo poca fantasia nei nomignoli, noi dei media) una cerchia molto ristretta di persone si è intestata per intero l'immenso patrimonio statale dell'Unione Sovietica. Come sia potuto avvenire è uno dei grandi misteri della storia contemporanea.

domenica 6 marzo 2022

Paginedaleggere. 96 «Hannah Arendt considerava ogni ideologia portatrice di violenza in quanto insensibile alle sorti della vita reale degli esseri umani».

 

“Storia&politica”. Ha scritto Angelo D’Orsi in “Non siamo europei senza i Tolstoj e i Dostoevskij”, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 4 di marzo 2022: “Un soffio di follia criminale” si sta abbattendo sull’Italia.

sabato 5 marzo 2022

Eventi. 52 P.P.P. «Prima che uno scrittore, disse Moravia al funerale, battendo i pugni, era un poeta».

A lato. P. P. P. con la madre Sig.ra Susanna Colussi.

Il 5 di marzo dell’anno 1922 nasceva Pier Paolo Pasolini. Ha scritto Paolo Di Paolo – “Cari ragazzi, leggete lo scrittore corsaro” – sul quotidiano “la Repubblica” del 25 di febbraio 2022, in memoria di Pier Paolo Pasolini:

venerdì 4 marzo 2022

Paginedaleggere. 95 «Ucraini e bielorussi sono considerati come i russi, ma un po' più in basso».

“Psiche&politica”. Ha scritto Michele Serra in “Il maschio tradito” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 3 di marzo 2022: Conoscete qualcosa di più russo di Gogol'? E di Bulgakov? Beh, Gogol'e Bulgakov erano ucraini. Il primo era nato in un villaggio a est di Kiev. Il secondo a Kiev. Entrambi sono morti a Mosca.

giovedì 3 marzo 2022

Notiziedalbelpaese. 57 «Le guerre presto o tardi finiscono: il Cretino Collettivo mai».

Ha scritto Marco Travaglio in “Il Cretino Collettivo” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di oggi 3 (ottavo giorno della tragedia ucraina) di marzo 2022: “La prima vittima della guerra è la verità” (Eschilo). Dopo i civili innocenti, si capisce. Ma poi ci sono l’intelligenza, la logica, il senso dell’umorismo e anche del ridicolo. Visto come siamo messi in Italia, siamo in piena guerra pure noi, anche se non sta bene dirlo.

mercoledì 2 marzo 2022

Paginedaleggere. 94 «Davanti a un uomo solo che decide di scatenare una guerra».

“Psiche&politica”. Tratto da “Nella sua mente Putin vince sempre” di Viktor Erofeev – scrittore e giornalista russo -, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del primo di marzo 2022:

martedì 1 marzo 2022

Eventi. 51 «Il problema della democrazia è che è costretta a essere democratica. Ha scelto la via più difficile. Ma non ne conosce altra».

 

Ha scritto Michele Serra in “Il cervello sotto l’elmetto” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di oggi, primo di marzo 2022: La guerra è orribile anche perché è il trionfo della semplificazione. Costringe a schierarsi (…) ma tende a costringere ogni discorso, ogni sentimento, in un rude sistema binario. O con noi, o contro di noi.