"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 3 marzo 2022

Notiziedalbelpaese. 57 «Le guerre presto o tardi finiscono: il Cretino Collettivo mai».

Ha scritto Marco Travaglio in “Il Cretino Collettivo” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di oggi 3 (ottavo giorno della tragedia ucraina) di marzo 2022: “La prima vittima della guerra è la verità” (Eschilo). Dopo i civili innocenti, si capisce. Ma poi ci sono l’intelligenza, la logica, il senso dell’umorismo e anche del ridicolo. Visto come siamo messi in Italia, siamo in piena guerra pure noi, anche se non sta bene dirlo. Il Cretino Collettivo ha cacciato dalla Scala uno dei migliori direttori d’orchestra del mondo, Valery Gergiev, perché è russo e fan di Putin (ma entrambe le cose erano note prima che lo chiamassero). Una delle migliori soprano, Anna Netrebko, ha annunciato che diserterà Scala per non finire come lui, essendo pure lei orripilantemente russa. Il Festival della fotografia europea di Reggio Emilia ha annullato la partecipazione della Russia, che esponeva le opere di Alexandr Gronskij: un altro fottuto putinista? Mica tanto: la polizia l’ha appena arrestato a Mosca mentre manifestava contro Putin. E vabbè, pazienza, effetti collaterali. È russo pure Daniil Medvdev, il tennista n. 1 del mondo, che la Federazione ucraina chiede di escludere dal Grande Slam anche se si è pronunciato contro la guerra. E lo è soprattutto quel tal Dostoevskij, sedicente scrittore che, con Tolstoj, Cechov, Puskin, Gogol’ e altri putribondi figuri, minacciava di diffondere la propaganda putiniana alla Bicocca. Così l’ateneo ha sospeso il seminario del loro studioso Paolo Nori per “evitare qualsiasi forma di polemica”. Poi ci ha messo una toppa peggiore del buco: “Volevamo provare ad aggiungere anche autori ucraini”. La par condicio applicata alla letteratura, per giunta postuma. (…). Intanto dal Tg1 è sparito il corrispondente Marc Innaro, reo di conoscere bene la Russia visto che la segue da 40 anni e soprattutto di aver mostrato la cartina dell’allargamento della Nato nell’Est Europa: ma benedett’uomo, chi glielo fa fare di mostrare cartine? Pensi alle ragazze, invece. Noi, avendo sempre scritto contro Putin, anche quando Rep ospitava la sua propaganda a pagamento e Giornale, Libero, Foglio e tutto il cucuzzaro berlusconiano rilanciavano le fellatio del padrone al “dono del Signore”, dobbiamo sorbirci le lezioncine di antiputinismo da quei ridicoli tartufi. Francesco Merlo, la lingua più felpata del West, ce l’ha con “gli stessi ‘Italiban’ che tifavano per i tagliagole afghani”. Che poi sono gli eroici “mujaheddin” armati dall’Occidente per scacciare l’Armata Rossa dall’Afghanistan e divenuti improvvisamente “tagliagole” talebani quando usarono le nostre armi per scacciare le nostre truppe. A proposito: le armi che stiamo festosamente inviando agli ucraini, se vince Putin le userà contro di noi. Che in fondo gli somigliamo sempre di più. Perché le guerre presto o tardi finiscono: il Cretino Collettivo mai. Di seguito, intervista – “Pensiero critico: nessuno è più intollerante dei liberali” - di Silvia Truzzi a Luciano Canfora riportata sempre su “il Fatto Quotidiano” di oggi: (…). “Premessa: quella in corso è una guerra tra potenze. Le guerre tra potenze non sono ideologiche. Le persone dotate di pensiero critico hanno il diritto di farsi delle domande. E chiedersi se una potenza ha provocato l'altra”.

Questa affermazione, conoscendo l'italiano, non dovrebbe tradursi in un appoggio alla Russia di Pu-tin. “Esatto: dire questo non significa schierarsi, significa fare un'analisi. Solo gli stupidi dicono che gli ex comunisti, o i tuttora comunisti, sono automaticamente filorussi o antiamericani. È un pensierino da gallina, se le galline non si offendono dato che oggi si offendono tutti. Quello che rivendico è la possibilità di osservare e analizzare lucidamente i fatti per come si sono succeduti. Da quando è caduta l'Urss il metodo dell'Occidente è stato demolire tutto il blocco ex sovietico, pezzo per pezzo, facendo avanzare minacciosamente il confine della Nato fin sotto Pietroburgo. Questo è accaduto, perché la Russia è l'unica altra potenza che ha un deterrente atomico pari a quello americano. Aggiungo che in Siberia c'è uno dei giacimenti di terre rare - cioè minerali preziosi e, appunto, rari - più importanti del mondo e quindi ovviamente fa gola”.

Perché non si tollerano analisi e posizioni diverse? “Nessuno è più intollerante dei cosiddetti liberali. A questo proposito mi torna alla mente una felice battuta di Gabriel Garda Màrquez che una volta parlò di "fondamentalismo democratico". Sembra un ossimoro, eppure è ciò con cui ci confrontiamo ogni giorno. L’intervista al grande scrittore colombiano, cui mi riferisco, apparve su un giornale certamente non “ultrasinistro” come la scalfariana Repubblica”.

In Italia esiste ancora un movimento pacifista? “Sì, ma lo vorranno ridimensionare perché non è aria. Ma torniamo sul problema delle responsabilità. Della guerra del 1914 ebbero responsabilità tutti, ma nei Paesi che poi furono vincitori si accusarono gli imperi centrali: perché persero. Fu anche quella una guerra di cui tutti ebbero colpa, a partire dall'Inghilterra che la volle fortissimamente (…) e infatti la ebbe. Nel momento in cui si entra in guerra arriva (sempre!) il momento in cui si denuncia il nemico interno. Ricordiamo il "taci, il nemico ti ascolta", collocato persino nei bar: i fascisti non inventarono nulla. Ma, a proposito di ossimori, l'intolleranza, quando è supportata dal pensiero liberale, è ancora più intollerante”.

Nel '14 gli interventisti hanno avuto, in gran parte, il buon gusto di arruolarsi. I commentatori che oggi auspicano un intervento armato non sembrano intenzionati a sperimentare in prima persona la linea del fronte. “È probabile, ma questa isteria è talmente volgare che passa anche la voglia di discutere. Qualche giorno fa al Tg2 il ministro Daniele Franco escludeva con toni perentori l'eventualità di un blocco del sistema Swift. Poi Biden ha dettato la linea- "sanzioni o terza guerra mondiale" - e tutto è cambiato. Ma queste cose si possono dire, o no?”.

C'è un vaccino all'incapacità di sopportare un pensiero critico? “Non lo so. Chiedo, piuttosto, razionalità e possibilità di verificare i fatti. Ricordiamo il bel libro di Marc Bloch, La guerra e le false notizie. E Bloch in guerra ci era andato davvero! False notizie pullularono anche all' epoca del conflitto nei Balcani. Ne abbiamo viste molte. La coniugazione televisiva tra immagini e parole è perfetta per creare falsi. Ci indigniamo a giorni alterni. Vuole un esempio? AlSisi. Non è un dittatore? Il suo regime non processa Zaki? Non ha ucciso Giulio Regeni? Eppure, a parte qualche stilettata di prammatica, abbiamo e coltiviamo intensi rapporti con l'Egitto. Ci dicono ora che avremo il gas dall'Algeria: il governo militare algerino mise fuori legge, a suo tempo, il partito che aveva vinto le elezioni (esattamente come ha fatto Al Sisi in Egitto). Evviva i modelli di democrazia con cui facciamo affari!”.

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