"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

martedì 15 marzo 2022

Paginedaleggere. 99 «Può davvero esistere una “guerra giusta”?».

A lato. "Trittico della guerra" - olio su legno (1929-32) - di Otto Dix, conservato presso la "Galerie Neue Meister" di Dresda.

Ha scritto Tomaso Montanari in “Trittico contro la guerra” sull’irrisolto, sempiterno problema della cosiddetta “guerra giusta”, pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” dell’11 di marzo 2022: Può davvero esistere una "guerra giusta"? Bisogna distinguere, certo. La nostra saggia Costituzione dice che «la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino». Ma non è forse ancora più saggio pensare che «la nostra patria non si misura a frontiere e cannoni, ma coincide col nostro mondo morale e con la patria di tutti gli uomini liberi» (Carlo Rosselli)? La guerra di liberazione, la guerra dei partigiani contro i nazisti e i fascisti fu doverosa, indispensabile, inevitabile. Giusta, perché dei giusti combattevano contro degli ingiusti. Ma davvero, anche in questo caso estremo e indiscutibile, siamo disposti a usare con leggerezza l’astratta espressione «guerra giusta»? Cosa c’è di giusto nella concretezza della guerra?

Nell’oscenità dello smembrare corpi vivi, nella scia di orrore che comunque alla fine ne viene fuori, nell’abiezione che cade comunque nel cuore di chi uccide un essere umano: davvero c’è qualcosa di giusto in tutto questo? L’invasione criminale dell’Ucraina, decisa dal tiranno Putin, ci ha rimesso di fronte alla guerra. La responsabilità grave di America e Nato, l’assenza dell’Europa, nel non aver preparato la pace, ma la guerra, ci fa sentire non innocenti, ma coinvolti. E così ora pensiamo che mandare la armi a chi si difende sia la strada giusta. Lo è davvero? Una cosa la sappiamo bene: la conseguenza della guerra (anche della guerra che qualcuno chiama giusta) è in ogni caso morte e distruzione. Ce lo hanno detto i poeti e gli artisti, ancor più dei politici e dei filosofi. E in queste ore tutti coloro che prendono decisioni sulla guerra dovrebbero avere, sulla scrivania dei loro comodi e sicuri uffici, una riproduzione del Trittico della guerra di Otto Dix. Fu dipinto da un artista che aveva vissuto, dieci anni prima, l’orrore della Grande Guerra: e fu dipinto perché fosse ben chiaro a tutti, una volta per tutte, cosa è la guerra. Una salita al calvario, una crocifissione, una deposizione: e poi una tomba nella terra. La passione di Cristo e il linguaggio secolare dell’arte – dal Cristo nel sepolcro di Holbein al gruppo ellenistico con Patroclo e Menelao – offrono a Dix archetipi, strutture di narrazione, formule di pathos e schemi per raccontare cos’è la guerra. Cioè una inutile strage; un massacro, un macello, uno smembramento, una putrefazione di corpi di carne. È una carneficina, senza prospettive e senza giustizia. Dovrebbe essere il vero grande tabu dell’umanità: qualcosa che non dobbiamo, che non possiamo, più fare. Perché con la guerra tutti sono perduti. Anche i vincitori. Di seguito, “È una follia mandare fucili, non ci rimarrà che l’inverno nucleare”, intervista di Tommaso Rodano a padre Alex Zanotelli pubblicata su “il Fatto Quotidiano” del 4 di marzo 2022: ''Mandare armi a un Paese in guerra è contro lo spirito della Costituzione e contro una legge dello Stato, la numero l85 del 1990. Il governo e il Parlamento dovrebbero custodire la legalità, non violarla. È una decisione che mi sconcerta, una follia totale". (…). Il ministro della Guerra, Lorenzo Guerini, si è vantato di aver aggiunto altri 3 miliardi alla spesa militare. Così arriviamo a 30 miliardi l'anno. Davvero pensano di rendere il mondo più sicuro così? La mia bussola sono le parole di Papa Francesco: «Oggi, con la proliferazione di armi nucleari e batteriologiche, non può esistere una guerra giusta»".

Le cito invece il premier Draghi: "Non ci si può girare dall'altra parte". E l'Italia "non può limitarsi a incoraggiare l'Ucraina". Non crede? “La trovo una posizione assurda. Capisco la rabbia del popolo ucraino, ovviamente ha il diritto e il dovere di difendersi. Ma noi dobbiamo domandarci - e chiediamocelo sinceramente – cosa abbiamo fatto come Italia, Ue, Nato, per evitare questa guerra? L'Occidente ha responsabilità enormi. Ovviamente l'aggressione russa va condannata, non ci sono dubbi, ma se andiamo avanti sulla strada dell'escalation militare, non ci rimarrà che aspettare un inverno nucleare. Invece bisogna forzare i Paesi coinvolti a sedersi intorno a un tavolo e a trovare una soluzione”.

La voce del pacifismo è debole, anche a sinistra. “Forse dovremmo smetterla di dire che la pace è tra i valori della sinistra italiana. Mi pare, al contrario, che la sinistra sia guerrafondaia. Sono stanco di sentire che questa è la prima guerra in Europa: si dimentica la Jugoslavia. E fu D'Alema a portare l'Italia in quel conflitto. La sinistra dovrebbe alimentare, per sua natura, la critica del sistema. Invece assiste complice a una deriva che porta a spendere 2.000 miliardi di dollari in armi all'anno in tutto il mondo. È una pazzia collettiva”.

Eppur (…) il movimento arcobaleno torna in piazza. Nel corteo ci sarà spazio per posizioni molto diverse tra loro. Lei andrà? “Certo, ma ho le mie perplessità. Il volantino della manifestazione è stato cambiato: nella prima versione c'era una posizione chiara sulle armi, poi quei riferimenti sono stati tolti. Anche nel movimento pacifista ci sono un bel po' di problemi e divisioni, non siamo coerenti con noi stessi. Domani avrò un cartellone tutto mio, per dire no alla guerra di Putin, ma pure alla Nato”.

Li mette sullo stesso piano? “La Nato ha combinato un disastro dietro l'altro, ci ha portato in guerre assurde, costruite sulle bugie, come in Iraq. Lo dico con molta chiarezza anche sulla Russia: quella di Putin è una terribile aggressione verso un popolo che ha già sofferto tantissimo. Un attacco incredibile, assurdo. Ma è da condannare anche chi ha giocato col fuoco. Dopo la caduta del Muro di Berlino, alla Russia era stato promesso che la Nato non si sarebbe allargata. Invece è arrivata a 30 Paesi, ha inglobato persino Montenegro e Macedonia. Che senso ha?”.

Le sue parole sarebbero tacciate di eresia sul 90% dei media italiani, lo sa? “Conosco la narrativa mainstream. Da giovane ho studiato negli Stati Uniti, ma ricordo come fosse ieri il discorso di congedo dell'ex presidente Eisenhower. Fu profetico: «Caro popolo americano - disse - penso che la nostra democrazia sia abbastanza sana, non vedo pericoli dall'esterno. Il pe-ricolo che vedo viene dall'interno: dal complesso militare e industriale di questo Paese». È andata a finire davvero così, ma è ora di uscirne fuori.

1 commento:

  1. "Quasi niente quanto la guerra frantuma la dignità dell'uomo".(Oriana Fallaci). "La non cooperazione con l'industria militare dovrebbe essere un principio morale assoluto per tutti i veri scienziati".(Albert Einstein). "È una macchina diabolica l'esercito e il militarismo, un ingranaggio mortale".(Oriana Fallaci). "Chi non ha principi morali si avvolge di solito in una bandiera".(Umberto Eco). "Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente...il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me".(Immanuel Kant). "Aver sempre ragione, farsi sempre strada, calpestare tutto, non aver mai dubbi:non sono queste le grandi qualità con cui la stoltezza governa il mondo?". (W. M. Thackeray). "Se sapessi una cosa utile alla mia nazione, ma che fosse dannosa per un'altra, non la proporrei al mio principe, poiché sono un uomo prima di essere un francese, o meglio, perché io sono necessariamente un uomo,mentre sono francese per combinazione".(Montesquieu). "E ben presto è nata in me una diffidenza verso i confini e un amore profondo, spesso appassionato, per quei beni umani che per loro natura stanno al di là dei confini".(Hermann Hesse). "Col passar degli anni mi sono sentito ineluttabilmente spinto ad apprezzare maggiormente ciò che unisce uomini e nazioni piuttosto che ciò che li divide".(Hermann Hesse). Grazie per questo post particolarmente obiettivo e molto incisivo, una vera conferma alle riflessioni di molti lettori, spero, sulla triste esperienza di questi giorni. Buona continuazione.

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