"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 29 aprile 2021

Leggereperché. 79 Georges Devereux: «considererò Freud non come il fondatore di una nuova scienza ma come uno studioso particolarmente meticoloso».

 

Tratto da “Il complesso di Edipo? Neppure Freud sosteneva verità assolute” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 29 di aprile dell’anno 2017: Le coppie omosex svelano nuovi aspetti dei meccanismi che regolano l'identificazione con i genitori. Con il complesso edipico Freud intende illustrare come il bambino acquisisce la sua identità attraverso l'identificazione col padre, onde acquisirne le caratteristiche che gli consentano di sedurre la madre (modello del mondo femminile), da cui prende avvio la sua capacità di instaurare relazioni. Questo vale per il bambino. Per la bambina, Freud confessa che: "Le cognizioni da noi acquisite intorno a questo processo evolutivo nella bambina sono insoddisfacenti, lacunose e incerte". Per quale ragione Freud per illustrare come si acquisisce "identità" e "relazione" usa la metafora sessuale? Perché, come gli ha insegnato Schopenhauer, da lui considerato suo "precursore", egli ritiene che il vero soggetto della nostra esistenza è la "specie" che ci prevede come suoi funzionari, e perciò ci fornisce per un certo periodo di sessualità per la riproduzione e di aggressività per la difesa della prole. Ma noi non ci rassegniamo a essere semplici funzionari della specie, perciò rimuoviamo nell'inconscio questa nostra condizione, per vivere secondo la rappresentazione che il nostro Io si costruisce per riflettersi nei suoi desideri, nei suoi obiettivi, nei suoi progetti, nei suoi sogni, per poi disperarsi di fronte alla morte. La nostra fine, infatti, chiude il sipario su questi scenari, rispetto ai quali la specie è del tutto indifferente nel suo destinarci alla morte, come un tempo alla nascita e alla procreazione. L'omosessualità esprime una sessualità che non è procreativa. Come tale non rientra nell'economia della specie, ma in quella dell'individuo e del suo Io. Sotto questo profilo la relazione omosessuale non è "naturale", ma "culturale". E questo non contrasta con la vicenda umana che non ha mai vissuto secondo le leggi della pura natura, ma secondo le leggi della natura acculturata. Che ne è allora, (…), dei figli adottati dalle coppie gay, dove è impraticabile il rapporto edipico che Freud prevede essere alla base della costruzione di quelle figure che sono "l'identità" e la "relazione"? Se adottiamo l'ipotesi di Freud, non possiamo negare che i figli delle coppie gay possano avere qualche problema. Ma l'ipotesi di Freud è incontrovertibile? No. E ne danno conferma la gran parte degli antropologi che hanno studiato come crescono i figli là dove, dopo la procreazione, è del tutto assente la coppia genitoriale nella cura dei neonati e nel percorso della loro crescita. Georges Devereux, per esempio, antropologo e psicoanalista ungherese naturalizzato francese, in proposito scrive: "Non postulo affatto a priori la validità universale della psicoanalisi. Per psicoanalisi io intendo solo una serie di conclusioni socio-psicologiche indotte dallo studio intensivo della classe media viennese degli anni precedenti la prima guerra mondiale. Per la stessa ragione, considererò Freud non come il fondatore di una nuova scienza, ma come uno studioso di psicologia e di sociologia particolarmente meticoloso, che ha lavorato con gli indigeni di Vienna e ha formulato una serie di conclusioni generali valide per i soli viennesi". Oltre agli etno-psicoanalisti, che sottolineano come i primitivi, crescendo in gruppo e non con un padre e una madre ben definiti, non percorrono le tappe edipiche descritte da Freud, val la pena di considerare le riflessioni di Gilles Deleuze e di Félix Guattari, che nell'Anti-Edipo (Einaudi) introducono il termine "eso-edipico" (che significa "al di fuori dell'Edipo") per tutti quelli che nascono e crescono senza avere una coppia genitoriale come si è strutturata in Occidente e senza per questo essere più nevrotici o più pazzi di noi occidentali. Anzi, a loro parere, la triangolazione edipica ideata da Freud è un tentativo di contenere la forza del desiderio, potenzialmente rivoluzionaria e sovversiva, nell'ambito delle mura domestiche, alla quale dà da consumare mamma e papà, in modo che non fuoriesca da questo recinto e non diventi pericolosa per la società. Conclusione: il complesso edipico è un'ipotesi formulata da Freud e accolta con riserva, se non addirittura contestata, nello stesso mondo psicoanalitico. Ma la cosa più importante da considerare è che i bambini crescono bene o male a partire dalle cure che ricevono. E non è detto che le coppie omosessuali siano meno accudenti di quelle eterosessuali, spesso litigiose e non di rado violente.

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