A lato. "Veranda in fiore", acquerello (2022) di Anna Fiore.
“Fede&Credulità”. Ha scritto
Michele Serra in “Il miracolo di Bruno
Vespa” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di ieri, 13 di aprile
2023: Perdendo la sua flemma curiale, Bruno Vespa si è molto spazientito
perché un ospite di Porta a porta si è permesso di apparentare, come fenomeni
di credulità popolare, una Madonna molto illustre, quella di Lourdes, alla
maldestra debuttante di Trevignano. Vespa si rassegni – la rassegnazione
essendo una virtù cristiana, nonché un dovere del servizio pubblico.
Esiste,
effettivamente, un punto di vista razionalista, irriducibile ma non per questo
illegittimo, secondo il quale i cosiddetti eventi miracolosi non hanno origine
sovrannaturale, non esistendo, al di fuori o al di sotto o al di sopra della
natura, alcunché di percepibile. E da quel punto di vista non è facile fare
differenze tra culti mariani imponenti e “ufficiali” (Lourdes, Fatima,
Medjugorje) e fenomeni minori. Lo stesso Vespa, del resto, si occupò con una
certa indulgenza di una precedente simulazione miracolosa, la a Madonnina di
Civitavecchia, che si ritirò dalle scene dopo una parentesi meno breve, però
quasi altrettanto indecorosa, di quella di Trevignano: una perizia stabilì che
si trattava di sangue umano maschile, probabilmente applicato con un
contagocce. Correvano gli spumeggianti anni Novanta. In quell’occasione ricordo
un memorabile scambio tra il medesimo Vespa (identico a ora, identico da
sessant’anni: ecco il miracolo vero) e Roberto Vacca, grande scettico. Nel caso
l’avessi già scritto, pazienza: merita la ripetizione. Vespa chiese a Vacca: ma
lei, mi scusi, se vedesse una Madonna che piange, proprio davanti a lei, che
cosa farebbe? Vacca rispose: “Mi allontanerei rapidamente”. Di seguito, “La
portavoce di Maria e Vespa piangente” di Selvaggia Lucarelli pubblicato su “il Fatto Quotidiano”
di oggi, venerdì 14 di aprile: (…). …tira una brutta aria. Un'aria di
riabilitazione per chiunque prometta di sciogliere la pancia o di vedere
Madonne sciolte in lacrime o di sciogliere la pancia a una statuetta della
Madonna o di vedere pance piangere. (…). Ed è così che Gisella Cardia, in un
periodo storico propizio per l'abuso ella credulità popolare, un periodo in cui
il governo ci può raccontare che i migranti arrivano a frotte perché la Wagner
mette la benzina nei gommoni o che la carne sintetica sia pericolosa per la
nostra salute e non per quella di Coldiretti, ha potuto abbindolare un discreto
numero di fedeli parlando di lacrime e apparizioni mariane. Guardate che è una
storia incredibile, questa di Gisella Cardia e della Madonna di Trevignano.
Mentre il mondo si ingegna per combattere le fake news e si applica il fact
checking pure per le dichiarazioni di Orietta Berti, arriva una tizia che dice
di essere la portavoce della Madonna e tutti le vanno dietro: i fedeli, le tv,
i giornali. Senza neppure domandarsi, tanto per cominciare, se pur volendo
credere che la Madonna si affidi ad ambasciatori, potrebbe mai scegliere la
signora Gisella dopo aver già sbagliato così tanto con Paolo Brosio. (…). Per
chi si fosse perso dei pezzi, la signora Gisella, siciliana, con una condanna
in primo grado per bancarotta, vive a Trevignano Romano e lì, dal 2016, giura
di assistere alla lacrimazione della sua statuina comprata a Medjugorje. Una
Madonna che non è Made in Jtaly, immagino con notevole sdegno di Giorgia
Meloni, ma che sceglie come portavoce una tizia condannata per bancarotta e che
quindi con Giorgia Meloni ha qualcosa in comune: con i problemi fiscali tende a
essere tollerante. Secondo la signora la statuina piange lacrime bianche, ma
anche rosso sangue, a seconda di come le gira o di quello che ha mangiato la
sera prima, non lo sappiamo. E poi, puntuale come una recensione entusiastica
dell'ultimo libro di Carofiglio, ogni 3 del mese le appare per lasciarle dei
messaggi da consegnare all'umanità. In tutto questo, i "fedeli (…) le
credono, donano soldi alla sua onlus, vanno in pellegrinaggio trasformando
Trevignano dal paese in cui si andava a pescare il luccio nel lago, al paese in
cui una signora getta l'amo e abboccano migliaia di fregnoni. La Cardia vanta
anche un bel paio di stimmate certificate da un credibilissimo medico no-vax e
scritte in aramaico apparse sui muri di casa sua che sarebbero state tradotte
grazie all'aiuto di un sacerdote e vorrebbero dire "Io sono la
trinità". In effetti, lei, il marito e la statuina sono uno e trini, appaiono
in Rai, a Mediaset e rilasciano le interviste tra le più surreali della storia.
Interviste che le tv mandano in onda e i giornali riprendono come se
contenessero dichiarazioni attendibili e non barzellette. La Cardia racconta
per esempio di aver moltiplicato non i pani e i pesci, ma la pizza: "A
casa avevo una teglia molto piccola di pizza per quattro persone e l'abbiamo
mangiata in 25, non finiva mai. L'ho dovuta regalare". Ora, non so voi, ma
io immagino questo poveraccio a cui la Cardia, a tradimento, ha regalato la
pizza auto-rigenerante. Tizio che la sera è andato a dormire tranquillo in
camera e la notte è stato svegliato dalla pizza che tipo blob era passata da
sotto la porta e lo stava soffocando nel letto. Ma c'è anche l'altro miracolo
descritto della portavoce della Madonna di Trevignano: "Era estate, era
pieno di bambini e sacerdoti che avevano fame, io avevo degli avanzi del
pranzo, pochi gnocchi e quattro pezzetti di coniglio. Non so come sia stato
possibile, riempivo i piatti e una quindicina di persone hanno mangiato gnocchi
e coniglio. Mentre versavo nel piatto il cibo, il cibo non finiva". Che
fosse esperta nella moltiplicazione di gnocchi e gnoccoloni l'avevamo capito
contando i fedeli in pellegrinaggio da lei ogni 3 del mese, non c'era neppure
bisogno di metaforiche spiegazioni. Fatto sta che i giornali, anziché
derubricare il tutto a "fantasie di una signora che sta accumulando denaro
grazie alle donazioni di fedeli", riportano pure le storie della pizza,
del coniglio e degli gnocchi. Il ministro Lollobrigida si accerta del fatto che
la Madonna di Trevignano non moltiplichi anche sushi, ramen e cotolette di
soia, e si fa andare bene il miracolo. E Poi il colpo di scena: un
investigatore privato afferma di aver fatto analizzare il sangue della Madonnina
e sarebbe sangue di maiale. ln pratica, più che un miracolo di Trevignano si
trattava forse di un cotechino di Cremona. La notizia circola, iniziano i primi
dubbi, come se il sangue di maiale fosse una notizia più incredibile della
pizza autorigenerante, tanto più che il sangue di maiale almeno esiste, della
pizza autorigenerante non si è mai vantato neppure Gino Sorbillo che a
mitomania non è messo peggio della signora. Gisella Cardia e il marito allora
fanno la valigia e scappano da Trevignano perché, diranno poi, si sentivano in
pericolo. Ma a questo punto appaiono loro, non la Madonna, nel salotto di Bruno
Vespa. Il quale naturalmente non poteva lasciarsi sfuggire un argomento così
serio. E quindi incalza la signora con l'aria del gendarme: "Ma secondo
lei dovremmo che la Madonna pianga ogni 3 del mese?". La signora,
serafica, gli risponde che la Madonna non piange più sangue da due anni. Una
specie di menopausa lacrimale, insomma, che lascia Vespa interdetto. Allora
Vespa le chiede del sangue di maiale, ma Gisella Cardia risponde che quel
sangue è staro analizzato dal Ris anni fa e che non era di maiale. Il tutto si
svolge senza che appaiano né il plastico della Madonna, né del maiale, va
detto. La conversazione è sempre più surreale e Vespa continua a incalzarla con
aria scettica: il conduttore che per 20 anni ha finto di credere a tutto quello
che gli ha raccontato Berlusconi accomodato sulla poltrona davanti a lui, non
crede a una Madonna che moltiplica gnocchi, pizza e coniglio. Ecco, forse l'unico
vero miracolo che si è consumato in presenza della signora Cardia è proprio
questo.
P.S. E sempre il Serra sul quotidiano “la
Repubblica” dell’11 di aprile ultimo ravvisava “Un problema di salute pubblica” – che è il titolo del Suo “pezzo”,
per l’appunto – che sta infestando le italiche, linde, ubertose contrade
scrivendo che “(…). Non è facile e forse non è nemmeno educativo: l’ignoranza non è
una colpa, ma nemmeno un obbligo, e farlo presente è tra i doveri di chi ha a
cuore la salute pubblica. Il mito, anzi il culto della cosiddetta genuinità
della fede popolare alimenta, da sempre, penose derive fatte di soggezione,
debolezza e paura, e purtroppo alimenta anche fior di palinsesti televisivi,
che sulla vox populi fondano le loro fortune e non si sognerebbero mai di trattare
da minchioni i minchioni (tale è chi regala quattrini a veggenti, fattucchiere
e ciarlatani assortiti). Ditemi se è più cinico manifestare fastidio e ostilità
per queste assemblee di sciagurati o se è più cinico ingigantirle,
amplificarle, alimentando il dubbio che si tratti per davvero di miracoli, o di
rivelazioni sovraumane, come facevano al tempo delle nostre mamme i rotocalchi
cosiddetti “popolari”, nei quali le visioni miracolose inframmezzavano gli
amori e i divorzi delle principesse e delle attrici, e come fanno oggi
“popolari” programmi di intrattenimento, specie mattutini e pomeridiani. Non
c’è niente di più antipopolare che accreditare l’ignoranza. La presunta
veggente è in fuga all’estero, i minchioni già in coda per la prossima truffa in
favore di telecamera.
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