Ha scritto Umberto Galimberti sul numero del
settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” in uscita oggi 2 di aprile 2022 –
«La
guerra in Ucraina e l’inizio di una “Nuova Storia”» - che
(…). È
vero (…) che "l'aggressione dell'Ucraina ha riportato indietro le lancette
della storia", ma questo solo nella modalità brutale, intollerabile,
disumana in cui la Russia di Putin ha espresso il suo sogno imperialista. In
realtà in questo suo procedere con una violenza distruttiva che non conosce
limiti nel distribuire, senza distinzioni, dolori, angosce, disperazioni e
morte, penso che l'invasione dell'Ucraina sia, per Putin, solo un pretesto per
realizzare il suo vero obiettivo che è la disgregazione dell'Occidente finora
protetto dall'imperialismo americano. Se questo è vero, allora le lancette
della storia si sono improvvisamente e violentemente portate avanti per
disegnare una "Nuova Storia" che non vede più gli Stati Uniti come
unica potenza mondiale, ma, accanto a loro, la potenza imperiale della Russia,
la potenza imperiale della Cina, e tra qualche anno forse anche dell'India. Del
resto Usa ed Europa si erano disinteressati ai massacri a opera della Russia di
Putin in Cecenia, in Georgia, in Siria e, dopo aver abbandonato in fretta e
furia l'Afghanistan, l'America ha dato l'impressione che non più l'Europa o il
Vicino Oriente, ma l'Estremo Oriente fosse il suo campo di gioco per
controllare la potenza cinese. A questo punto la Russia di Putin ha ritenuto
fosse il momento giusto per invadere l'Ucraina, per provocare la Nato a comando
Americano e l'Europa disgregata politicamente e militarmente, unificata dalla
moneta comune. Giustamente (si)
dice: "Perché l'Europa non dovrebbe
essere in grado di difendersi da sola e avere, da sola, un peso globale
proporzionato al suo peso economico, culturale e sociale?", Semplicemente
perché l'Europa non c'è, essendo una semplice aggregazione di Stati nazionali,
Nord contro Sud, incapaci di gestire comunitariamente l'immigrazione, che nella
"Nuova Storia" sarà sempre più massiccia, l'emergenza energetica, dal
momento che ogni Stato se le vede da sé in base alle sue risorse, con una
miopia politica che, neppure l'assurgere di tre potenze mondiali, Usa, Russia e
Cina a regolare l'ordine del mondo, riesce a fare intendere all'Europa come
improrogabile l'urgenza di assurgere politicamente e militarmente a quarta
potenza, in grado di sedersi al tavolo dove già sono assise le altre tre
potenze. Una delle quali, la Russia, è ai nostri confini e non ai confini
dell'America. Motivo questo che dovrebbe convincerci che, pur appartenendo alla
Nato, gli interessi degli europei non coincidono perfettamente con quelli
americani. Di fronte a questo scenario che sta inaugurando la "Nuova
Storia", a noi, per il momento, non resta che stare senza alcuna riserva al
fianco della sofferenza e del dolore degli ucraini che fuggono dalla loro terra
distrutta, e non ritenere che sia solo retorica quando il presidente
dell'Ucraina Zelens'kyj dice che la resistenza eroica del suo popolo è anche
per la difesa dell'Europa. Di seguito, letta sul sito della rivista
“MicroMega”
l’intervista di Cinzia Sciuto allo scrittore Erri De Luca -
“Sono un partigiano della resistenza
ucraina. Kiev non cederà” – del 30 di marzo 2022:
(…). La guerra in Ucraina ha
posto la sinistra di fronte al dilemma su cosa significhi “pace”. Tutti
accomunati da una unanime condanna dell’invasione di Putin, ci si divide fra
chi ritiene indispensabile sostenere la resistenza ucraina con tutti i mezzi
possibili, armi incluse, e chi invece ritiene che l’invio di armi non serva che
a prolungare la guerra facendo più morti. Lei che ne pensa? - Sulla guerra ci
si divide e ci si trova a fianco invece di altri coi quali si condivideva poco
fino a prima. La destra ha dovuto sconfessare in ordine sparso la sua
interessata simpatia per l’invasore, la sinistra, vera o cosiddetta, si è
divisa secondo sua abitudine. Per me conta quello che sta succedendo sul campo.
L’invasione ha avuto l’effetto di serrare i ranghi di un popolo diviso, facendo
nascere uno spirito patriottico di alta intensità, votato alla mobilitazione
generale di un popolo in armi, disposto al sacrificio. Oltre che per
l’indipendenza, come una guerra dell’800, è per la propria libertà che si
battono gli Ucraini, come una guerra del ‘900. Allora di fronte a questa
unanimità e a questa oltranza non credo che un cedimento militare dell’Ucraina,
favorito dallo scarso armamento auspicato da alcuni, risolva la questione delle
perdite di vite umane. Quel popolo continuerà a battersi a oltranza, apertamente
o in clandestinità fino alla ritirata inevitabile delle truppe russe.
L’invasione è destinata a retrocedere. Prima succederà, meglio sarà per
l’Ucraina, la Russia, l’Europa. Personalmente, non essendo pacifista, sono
partigiano della resistenza Ucraina. Il suo vasto fronte occidentale è la sua
retrovia di rifornimento, con o senza il nostro poco significativo aiuto
militare -.
In molti fra coloro che sono contrari
all’invio di armi agli ucraini sottolineano che fra i combattenti ucraini ci
sono anche forze per nulla democratiche, pensiamo al battaglione Azov, e che
una volta che le armi sono state inviate rimarranno nelle loro mani anche a
guerra finita. È un buon argomento per non inviare armi? - Quando ci si batte
contro un invasore le distinzioni contano poco. Conteranno dopo. Ci sono reparti combattenti ucraini che si
sono formati dal 2014 nella guerra tra separatisti del Donbass e truppe di
Kiev. Partecipano alla resistenza, ma finora non avevano peso politico, senza
rappresentanza in parlamento. Un effetto dell’invasione è di ingrandire
l’importanza politica di queste minoranze. Questo peserà sull’Ucraina di dopo.
Per ora è solo un dettaglio e lo dimostra il fatto che questi gruppi armati
neonazisti si riconoscano in un presidente di origine ebraica -.
D’altro canto chi invece ritiene sia
doveroso inviare sostengo anche militare agli ucraini sottolinea come
l’alternativa sia la resa incondizionata all’invasore… - Per me non esiste
l’alternativa, l’Ucraina non cederà, non si farà sottomettere militarmente -.
Il presidente Zelensky ha più volte nelle
settimane passate invocato una no-fly-zone, richiesta che più volte
risolutamente respinta dalla Nato, negli ultimi giorni pare essere stata messa
da parte dallo stesso presidente ucraino. Pensa che i Paesi Nato facciano bene
a escludere categoricamente qualunque coinvolgimento diretto nel conflitto? - I
paesi della NATO sono coinvolti con invii di aiuti militari. Quanto al divieto
di sorvolo: si poteva applicare nella guerra della ex Jugoslavia, dove l’aviazione
della NATO poteva imporre la misura grazie alla sua forza maggiore. Non si può applicare contro una grande
potenza perché coincide con una dichiarazione di guerra. La NATO non può
permettere che sia colpito, anche sotto specie di incidente, uno dei paesi
membri confinanti. Questo porterebbe a una necessità di risposta, con
allargamento del conflitto e conseguenze imprevedibili. Al momento la
contraerea Ucraina ha la forza di scoraggiare incursioni aeree russe,
costringendole al costoso uso di missili per bombardamento -.
È l’Onu? Pensa che dovrebbe e potrebbe avere
un ruolo in questa situazione? Se sì, quale? - Nessun ruolo efficace, perché la
Russia fa parte del Consiglio di sicurezza e dunque l’Onu può solo approvare
mozioni in assemblea -.
Il presidente Zelensky ha più volte ripetuto
che questa guerra non riguarda solo l’Ucraina ma l’Europa tutta perché Putin
non si fermerà all’Ucraina. Il cancelliere tedesco Scholz, dopo aver compiuto
una storica svolta nella politica militare tedesca, iniziando a reinvestire
massicciamente nella difesa, ha dichiarato che la Germania sta valutando la
possibilità di dotarsi del sistema antimissile israeliano Iron Dome. La paura
si sta insomma di nuovo diffondendo in Europa. Ritiene plausibile uno scenario
in cui Putin attacchi davvero anche altri Paesi ai suoi confini dopo l’Ucraina?
Cosa dobbiamo aspettarci? - Era impensabile l’invasione dell’Ucraina, potrebbe
perciò allargarsi, se non contrastata, alla Moldavia. Di fatto l’Europa è
diventata la vasta retrovia dell’Ucraina, la sua sorte politica coincide.
Capolavoro capovolto di Putin è l’armamento della Germania, la discesa in campo
dell’Europa intera con le ritorsioni economiche che danneggiano anche le nostre
economie, il ritorno allo spauracchio novecentesco della guerra nucleare. Mi
aspetto la fine della guerra in poche settimane, il ritiro delle truppe russe,
la contropartita di una specie di annessione del Donbass -.
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