"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

venerdì 22 aprile 2022

Eventi. 61 «Nazionalismo e tribalismo, il vero motore psicologico-culturale delle guerre».

 


Ha scritto Michele Serra in “Ultime notizie dal Tigray” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” dell’8 di aprile 2022: (…): ci sono guerre che non ci interessano (e la parola “interesse” va letta nel suo doppio significato, interesse economico, interesse mediatico). Non serve fare della retorica, basta dire le cose come stanno: la globalizzazione è un fenomeno economico, non politico, non culturale. Il mondo è fortemente interconnesso economicamente, ma fortemente diviso su quasi tutto il resto, in primo luogo nella definizione (e nel rispetto) di quei diritti umani che ci stanno più o meno a cuore a seconda che siano vicini o lontani. Si veda la bella e giusta disponibilità a soccorrere i profughi dell’Ucraina, l’evidente fastidio nei confronti di migranti e profughi di guerra che non hanno la nostra stessa cultura religiosa e i nostri stessi tratti somatici. Non esiste una dimensione globale del diritto, del rispetto e della pietà. Non per caso le istituzioni internazionali ci appaiono così impotenti e così deboli.

Nazionalismo e tribalismo (il primo è solo una forma più evoluta del secondo) sono, come dall’alba dei tempi, il vero motore psicologico-culturale delle guerre, ci si odia e ci si scanna, nel mondo, per ragioni territoriali e identitarie che non hanno niente a che vedere con una visione “globale” dell’umanità. Anzi, ne sono l’evidente negazione. Possiamo fare poco, temo. Ma almeno smetterla di parlare a vanvera di “globalizzazione”, quello possiamo farlo. Siamo ancora, in pieno, nell’epoca delle tribù. Di seguito, “Mi vergogno per l’Occidente. Il Papa e la pace sono oscurati", intervista di Silvia Truzzi a Enzo Bianchi – fondatore della Comunità monastica di Bose – pubblicata su “il Fatto Quotidiano” del 20 di aprile ultimo: (…). Le prime uscite pubbliche del Papa, contro l’aumento delle spese militari e l’invio di armi, sono state oscurate dalla stampa, che pure ama molto Francesco.  -Diciamo la verità: il Papa è stato censurato. Le frasi che ha pronunciato sono state taciute volontariamente, perché in questo momento la sua parola è scomoda per l’Occidente. Temo che Papa Francesco avrà sempre più difficoltà a essere un profeta, quale è di vocazione -.

Lei ha scritto che i potenti del mondo non vogliono la pace: perché la via diplomatica non sembra un’opzione preferibile al proseguire della carneficina?  - Questa guerra, a parte chi la soffre, ha molti, troppi, seguaci. Perché tutti – il presidente Biden, la Nato, Putin – proclamano che questa guerra sarà lunga? Intanto perché i fabbricanti di armi ci guadagnano. E poi perché purtroppo sono stati messi sul tavolo i “valori” dell’Occidente contro quelli del mondo russo e non europeo. In nome di questi valori la guerra deve continuare a macinare morte. Dall’altra parte addirittura si contrappone una sorta di guerra santa, combattuta contro l’Anticristo e l’Occidente corrotto. Nessuno vuole negoziare, nemmeno i governi europei che sono completamente appiattiti su quello degli Stati Uniti. Io provo vergogna per loro. Dovremmo arrossire tutti per una guerra tra noi europei, tra noi cristiani, per la nostra partecipazione a una alleanza militare che pretende di espandersi contro la sicurezza di altri Paesi, per l’incapacità dell’Europa di fermare la follia di Putin -.

Lei è in contatto con sacerdoti delle zone di guerra? - Sì, soprattutto con monasteri e metropoliti, sia ucraini che russi. Sono spaventati, e non bisogna pensare che i russi siano sulle folli posizioni di Kirill. Molti di loro sono addolorati per quella che, anche se non lo si vuole dire, è una guerra fratricida. Onufri, il metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina del patriarcato di Mosca, ha condannato più volte la guerra chiedendo a Kirill e a Putin di fermarsi. Queste Chiese sono solcate da divisioni profonde, mentre resta vero che sia la Chiesa cattolica ucraina di rito bizantino sia la Chiesa autocefala ucraina, vogliono la vittoria totale sul nemico e benedicono le armi del loro esercito. Qui risiede un vizio, che nell’Est è ancora molto vivo e che è la rovina del cristianesimo: i cristiani devono smettere di pensare di avere una patria. Prima o poi la religione s’incrocia con la patria e nasce una miscela esplosiva: l’abbiamo visto nei Balcani e ora lo vediamo in Ucraina. I sacerdoti ucraini mi dicevano che vedevano entrare dalla Polonia mezzi armati già in agosto, ben prima dello scoppio della guerra. Significa che l’Occidente si preparava alla guerra -.

Siamo cresciuti nella cultura tutto sommato pacifica del dopoguerra e della Costituzione che ripudia la guerra. Come è possibile che tutto sia cambiato così repentinamente?  - Non dimentichiamo i Balcani. Non dimentichiamo che allora non ci siamo limitati a mandare armi, siamo intervenuti direttamente sganciando noi le bombe, con un governo di sinistra. Quella è stata una macchia indelebile che ha insozzato la nostra Carta. Ora facciamo una guerra per delega, anche se sempre nella stessa logica. C’è un innamoramento della guerra, un incanto per la forza così diffuso che ci porta a disconoscere la Costituzione e l’umanità. Vedo un’intolleranza assoluta: non si sopporta il ragionamento e qualunque discorso altro viene delegittimato. È successa la stessa cosa con la pandemia. Si dice sempre che la prima vittima della guerra è la verità, ma non è vero: la prima vittima è la ragione perché la guerra è aliena dalla ragione. Poi di conseguenza è negata la verità. Ecco perché le voci che interrogano e che non vogliono stare nel coro massimalista vengono tacitate -.

Si dice: gli ucraini hanno diritto di difendersi e quindi l’invio di armi è giusto. - Ma questa è una scelta ipocrita! Si combatte non con il proprio corpo, ma con quello degli altri. Le vittime continueranno a essere ucraini, ma questa guerra è una guerra tra l’Occidente e la Russia, che si vuole a tutti i costi umiliare e annientare. Dobbiamo stare attenti: il nostro domani non sarà più così pacifico, il resto del mondo non vuole più riconoscere la supremazia assoluta del grande gigante americano. Cina, India e gli altri Paesi vogliono un equilibrio mondiale, non un padrone assoluto -.

I sostenitori della guerra non vedono altre vie d’uscita. - Se andiamo avanti ci saranno altre vittime e queste vittime sono vittime per sempre, sono morti per sempre. Io vorrei dire ai belligeranti: perché non andate voi, con i vostri corpi a combattere? Allora vi crederei. Ma se voi continuate a inneggiare alla guerra dal vostro salotto io non vi credo. Non ci sono valori più alti della vita di ciascuno: ognuno ha una storia, una famiglia, amici, amori, sentimenti. Ma quando un uomo è morto è morto per sempre -.

1 commento:

  1. "Chi è in guerra con gli altri non è in pace con se stesso".(William Hazlitt). "L'odio, l'invidia e la superbia sporcano la vita".(Anonimo). "Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco". (Mahatma Gandhi). "La pace è la virtù della civiltà. La guerra è il suo crimine". (Victor Hugo). "La vera misura dell'uomo è la pace".(Alda Merini). "Non c'è via per la pace, la pace è la via".(Thich Nhat Hanh). Carissimo Aldo, la guerra è la peggiore espressione dell'uomo che in questo dimostra di essere tra tutte le creature la più irrazionale e crudele. La guerra è l'atto più ingiusto e disumano che l'uomo possa compiere,perché spaventose sono le conseguenze che ricadono sempre sui più deboli. Condivido totalmente quanto afferma Enzo Bianchi nell'intervista riportata in questo post straordinario e, secondo me, particolarmente interessante. Grazie e buona continuazione.

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