"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

martedì 5 aprile 2022

Dell’essere. 34 Don Milani: «Io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro».

 

Ha scritto Enzo Bianchi in “La sconfitta del Vangelo” pubblicato ieri sul quotidiano “la Repubblica”: Quello che abbiamo più volte sottolineato riguardo alla conflittualità che come fuoco sotto la cenere covava tra le chiese nelle terre dell’Ucraina si è ormai manifestato in modo incontestabile. Questa ignobile guerra iniziata con un’aggressione del nuovo zar verso un popolo che ha stretti legami fraterni con il popolo dell’occupante è diventata una guerra anche religiosa. Si benedicono le armi degli schieramenti che si combattono, si invocano la Madonna e i santi gli uni contro gli altri, si inneggia a una vittoria che Dio darà sicuramente sul nemico. Le voci delle chiese leggono questa guerra come un’apocalisse che rivela la battaglia tra il bene e il male, tra i figli della luce e quelli del diavolo. Ed è significativo che proprio in questi giorni il parlamento ucraino abbia presentato progetti legislativi che sono chiaramente offensivi della libertà e addirittura persecutori nei confronti della Chiesa ortodossa ucraina in comunione con il Patriarcato di Mosca. Non si dica che non era prevedibile! Dagli anni ’90 del secolo scorso, dopo la caduta dell’Urss e il formarsi delle identità nazionali, anche le identità confessionali cristiane si sono risvegliate con la memoria ferita per la persecuzione sofferta sotto il comunismo, e nel ritrovare una soggettività, in particolare le chiese ortodosse e greco-cattolica, proprio perché chiese sorelle gemelle, in tutto uguali per fede, riti, spiritualità, si sono contrapposte in una concorrenza reciproca e quindi in un’assunzione del nazionalismo fino a renderlo inerente alla propria fede… È veramente la sconfitta del cristianesimo, si abbia il coraggio di ammetterlo! In un’ora di grave crisi per la diminuzione dei cristiani in tutto l’occidente, per l’indifferenza vigente verso le chiese, e per le difficoltà delle chiese orientali a essere presenti nella contemporaneità, questa sconfitta del Vangelo, questa chiara dimostrazione di come i cristiani non siano capaci di dare il messaggio che loro compete, messaggio di fraternità e di pace, risulta un grave fallimento, un’impotenza che dice quanto poco credibile sia diventato il cristianesimo!Certamente Papa Francesco, nella consapevolezza della rottura che si è verificata tra chiese ortodosse, ma anche della distanza emersa tra chiesa cattolica e chiesa russa circa la collocazione della chiesa nella società, cercherà in tutti i modi di ricostruire un tessuto di relazioni ecumeniche. Così come nel 2016 si è umiliato accettando di raggiungere il Patriarca Kirill in un’anonima sala dell’aeroporto di Cuba, sarà disposto a umiliarsi per incontrarlo il più presto possibile per non lasciare una chiesa sorella in un vicolo cieco… Il metropolita Ilarion, “ministro degli esteri” del Patriarcato russo, che è un uomo ecumenico, intelligente, e ben conosce le chiese non ortodosse, certamente lavora in questo senso, ma tutto è diventato difficile, anche perché in ogni caso molto difficile sarà per lui operare per la riconciliazione tra Mosca con le chiese slave da un lato e Costantinopoli con le chiese greche dall’altro.E intanto purtroppo i simboli religiosi accompagnano le azioni di violenza di questa guerra fratricida e il Vangelo è calpestato: per i non credenti i cristiani sono sempre meno credibili perché si comportano come tutti gli altri e mostrano di cercare nella religione solo uno strumento in più per la loro egemonia, la loro volontà di dominio sugli altri. Di seguito, “Il cristiano è contro la guerra, ma l’alieno è papa Francesco” di Tomaso Montanari, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di ieri, lunedì 4 di aprile 2022: (…). È lunga la storia del tradimento politico del Vangelo. Inizia il 27 ottobre 312: l'imperatore d'Occidente Costantino ha una visione, rappresentata proprio nel Palazzo dei papi, nella Sala di Costantino, iniziata da Raffaello e finita da Giulio Romano. Costantino vede la croce cristiana, intorno ha una frase in greco: "Con questo segno vincerai". Così fa mettere la croce sugli stendardi e l'indomani, a Ponte Milvio, massacra, in nome di Cristo, l'esercito di Massenzio. Riprende il controllo dell'impero, si converte al cristianesimo, lega per secoli la Chiesa al potere: e dunque alle guerre per le patrie e per le bandiere. È l'alleanza mostruosa tra trono e altare. Fino a Kirill, patriarca di tutte le Russie che benedice i cannoni di Putin nella terza Roma, Mosca. "Signore nostro Dio, aiutaci a ridurre i loro soldati in brandelli sanguinolenti con le nostre bombe; aiutaci a ricoprire i campi ridenti con le sagome pallide dei loro patriottici morti; aiutaci a sopraffare il tuono dei cannoni con le urla dei loro feriti agonizzanti...". È la Preghiera per la guerra di Mark Twain, atroce parodia del cristianesimo americano, resa attuale dall'irresponsabile presidente Usa, un cattolico. Fare la guerra nel segno di una croce che, nelle parole ispirate di Fabrizio De Andrè, fu usata per suppliziare "chi la guerra insegnò a disertare". Colui avrebbe potuto farsi difendere da dodici legioni di angeli, e preferì morire: dicendo che chi di spada ferisce, di spada perisce. Dimenticando tutto questo, per secoli i cattolici hanno ucciso per la loro nazione: anche se cattolico vuol dire "universale", perché nel nome di Gesù non c'è più schiavo o libero, giudeo o greco, donna o uomo (così san Paolo). Ma oggi un papa secondo il Vangelo lo grida a un Occidente che si dice cristiano: non c'è posto per i nazionalismi, nel cristianesimo. L'aveva detto, nel 1965, quel gigantesco profeta che è stato don Lorenzo Milani. I cappellani militari avevano definito "un insulto alla patria e ai suoi caduti la cosiddetta 'obiezione di coscienza' che, estranea al comandamento cristiano dell'amore, è espressione di viltà". Milani risponde con L'obbedienza non è più una virtù: "Se voi avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto, senza essere richiamati dalla Curia, di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere (...). Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto". E qua la ragione per cui chi davvero segua il Vangelo non si sente legato a una patria, a una nazione - all'Occidente. Perché si sente semmai dalla parte di coloro che - in quella patria, in quella nazione, nell'Occidente - sono sfruttati, oppressi, schiacciati. Non il territorio, i confini, la bandiera: ma la dignità delle persone. (Laicamente, Virginia Woolf aveva argomentato in modo non diverso, 25 anni prima, parlando dell'impossibilità di sentirsi - come donna, e dunque umiliata ed esclusa – parte di quella patria che chiedeva il suo sostegno nella Seconda guerra mondiale). Non con il potere che massacra, ma con i massacrati di ogni giorno. Con la povera gente che perde comunque in tutte le guerre. Don Milani rimproverava così i cappellani: "Se ci dite che il rifiuto di difendere se stesso e i suoi secondo l'esempio e il comandamento del Signore è estraneo al comandamento cristiano dell'amore allora non sapete di che Spirito siete!". Pochi giornali - tra i quali non per caso Avvenire - hanno parlato dei disertori ucraini e russi: profeti disarmati che pagano sulla loro pelle un altro modo di essere umani. Forse l'unico che può salvarci: perché "ci salverà il soldato che la guerra rifiuterà... Ci salva l'aviatore che la bomba non getterà”, cantava ancora Fabrizio.

1 commento:

  1. "Quel che in me c'è di religioso è avverso alla religione ".(Paul Valery). Ogni religione si fonda sulla paura dei molti e sull'astuzia
    dei pochi". (Stendhal). "La religione è considerata dai governanti come utile". (Seneca). "Chi pensa che la religione non debba avere nulla a che fare con la politica, non ha capito nulla né della religione né della politica". (Mahatma Gandhi). "Se il Cristo fosse qui ora, c'è una cosa che non sarebbe: un cristiano".(Mark Twain). "L'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni". (Don Lorenzo Milani). "La disobbedienza acquista un senso quando diventa una disciplina morale più rigorosa e ardua di quella a cui si ribella". (Italo Calvino). "La disobbedienza civile è un diritto innato dei cittadini. Non possiamo rinunciarvi senza cessare di essere uomini".(Mohandas Gandhi). "L'atto di disobbedienza, in quanto atto di libertà, è l'inizio della ragione". (Erich Fromm). La lettura di questo post eccezionale, oltre che regalarmi una preziosa opportunità di riflessione, rappresenta anche per me una conferma alle conclusioni cui sono giunta,in seguito ai numerosi interrogativi che mi sono posta,continuamente, nel corso della mia vita. Grazie di cuore e buona continuazione.

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