"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

mercoledì 6 aprile 2022

Capitalismoedemocrazia. 73 Bergoglio: «Oggi è molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile “guerra giusta”. Mai più la guerra!».

“Capitalismo&Guerra”. Ha scritto Alex Zanotelli in “Questa corsa alle armi è un progetto da pazzi” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 2 di aprile 2022: Ormai la febbre da guerra sta invadendo questo nostro pazzo mondo, una febbre che spinge le nazioni ad armarsi fino ai denti. Papa Francesco scandisce con parole dure questa folle corsa mondiale al riarmo: "Mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il 2% del Pil nell'acquisto di armi come risposta a quanto sta succedendo adesso. La pazzia!". Il primo Paese a prendere una tale decisione è stata la Germania che ha deciso il raddoppio del bilancio militare portandolo a oltre il 2% del Pil. Infatti il cancelliere Scholz (in barba alla costituzione pacifista) ha stanziato subito 100 miliardi di euro a disposizione per riarmare la Germania. (Non è un bel segno per l'Europa) Subito dopo sono arrivate dichiarazioni simili da parte di Danimarca e Svezia. E il 16 marzo è stato il turno dell'Italia, Quel giorno il Parlamento italiano, con 391 voti a favore e 19 contrari, ha votato un ordine del giorno, proposto dalla Lega, che impegna il governo a destinare al settore militare almeno il 2% del Pil entro il 2024 (adesso si sta mediando per il 2028). Una mossa che farebbe lievitare il bilancio della difesa da 25 miliardi a 38 miliardi di euro all'anno. L'Italia spenderebbe così 104 milioni di euro al giorno in armi! Anche la Francia di Macron ha subito deciso di aumentare gli investimenti in armi. Questa febbre da guerra ha investito anche l'Unione europea. Difatti al vertice di Versailles, i capi di Stato della Ue hanno deciso di aumentare le spese per la difesa che potrebbero raggiungere 264 miliardi di euro all’anno, contro i 198 di oggi.  La Ue spende in armi quattro volte più della Russia. E la Commissione Ue ha destinato 8 miliardi di euro per la ricerca e lo sviluppo di nuove armi nel periodo 2021-2022. Come se non bastasse, la Ue è ormai decisa a creare una propria difesa comune. È mai possibile che oggi dobbiamo pagare per la Nato e per un altro esercito europeo? Purtroppo siamo prigionieri della Nato/Usa che impone all’Europa la sua politica estera. E gli Usa sono prigionieri del loro “complesso militar-industriale” come lo aveva definito nel 1960 l’allora presidente Dwight Eisenhower. Per questo Biden non incentiva le trattative per la pace in Ucraina: perché vuole creare il Nemico, la Russia di Putin. E così continuare a fare guerre! Biden destina al Pentagono 800 miliardi di dollari, un aumento del 10% rispetto al 2021 e 7 miliardi di dollari per contrastare l'aggressione russa in Ucraina. Senza parlare della quantità incredibile di armi che gli Usa hanno dato all'Ucraina già prima che fosse aggredita da Putin. (Sia chiaro a tutti che Putin è l'aggressore e l'Ucraina l'aggredita). Ma la follia non è sola quella di Putin, ma anche quella degli Usa/Nato con la politica espansiva nell'Europa dell'Est, dopo la caduta del muro di Berlino. Ora siamo davanti a due potenze nucleari che si fronteggiano. Il pericolo di una guerra nucleare è sotto gli occhi di tutti: se scoppiasse avremmo "l'inverno nucleare" su questo pianeta. Ecco perché Papa Francesco nell'enciclica Fratelli Tutti afferma: "Davanti a tale realtà, oggi è molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile 'guerra giusta'. Mai più la guerra!". L'unica scelta che oggi abbiamo, se vogliamo continuare a vivere su questo pianeta, è quella di "sconfiggere la guerra" per sempre. È quanto affermava l'amico Gino Strada: "Come l'uomo è stato capace di rendere l'incesto un tabù, così oggi deve essere capace di rendere la guerra un tabù!". Altrimenti è la fine per Homo Sapiens che purtroppo è diventato Homo Demens. Di seguito, “C’è troppa povertà: con la guerra a rischio anche la pace sociale”, intervista di Antonello Caporale all’economista Jean Paul Fitoussi pubblicata su “il Fatto Quotidiano” del 21 di marzo ultimo: Le due guerre sovrapposte le chiama Jean Paul Fitoussi. - Di là i cannoni a cui assistiamo sgomenti e impauriti. Da noi potrebbe accadere qualcosa di meno distruttivo ma ugualmente grave: insofferenze di piazza sempre più larghe, spinte dalla condizione di minorità economica di interi ceti sociali e produttivi che si vedono falcidiare dai disastri della nuova economia -.

La guerra in Ucraina provoca lo choc energetico nell’Occidente. Le sanzioni che abbiamo deciso contro la Russia le aggravano. - A farne le spese gruppi sociali sempre più vasti. Costa di più l’energia, costeranno di più le materie prime e la lunghissima sequela di beni di consumo. L’inflazione subirà un brusco innalzamento. La quota sempre più ampia di consumatori e lavoratori che non ce la faranno diverrà predominante negli equilibri sociali -.

Si riempiranno le piazze. - Ricorda la rivolta dei gilet gialli nella mia Francia? Attenzione perché la brace arde -.

Professor Fitoussi, questi sarebbero gli effetti collaterali della guerra? - In parte sì. Non c’è alcun dubbio che petrolio, gas, grano alimenteranno il caro prezzi. La speculazione poi farà il resto e la bolla della pace sociale scoppierà -.

Lei dice in parte sono effetti collaterali della guerra. E in parte? - In parte questi disagi sono figli della considerazione di un grave effetto ottico che nasconde ai nostri occhi una povertà sempre più larga e profonda delle società occidentali. Siamo più poveri di quanto pensiamo di essere e non ci crediamo, sottovalutiamo oppure non immaginiamo una proporzione matematica. Se è vero che quelli che si arricchiscono di più sono sempre di meno, dev’essere vero che quelli che ci perdono di più sono sempre di più -.

L’Europa sta messo peggio di come si raffigura. - È meno ricca ed è attraversata da una economia esposta ai venti della speculazione e una democrazia strattonata dalla propaganda delle forze estreme, specialmente quelle di destra -.

Sempre che riusciamo a tenerci fuori dalle cannonate di Putin. - La guerra è il grande choc. Che non sarà solo economico, ma sociale e persino demografico. Grandi masse si sposteranno da un posto all’altro. Le nostre società avranno un bisogno assoluto di iniezioni di denaro pubblico -.

Ce la farà l’Unione a costruire un altro fondo di resilienza e ripresa? - E perché no. Chi ce lo vieta? L’Unione europea ha la possibilità di spendere. L’importante è che i suoi soldi li spenda nei settori giusti -.

Cosa consiglia? - Aumentare le risorse per il welfare. Mantenere in vita i disoccupati, alimentare la spesa pensionistica e i salari più bassi indicizzandoli all’inflazione che punterà in alto. Spendere nella cura sanitaria -.

Bisogna creare una rete di sostegno ai nuovi poveri, a quelli che verranno. - I nuovi poveri si aggiungeranno alla moltitudine che già ora soffre. Questo aumento può costituire il braciere vivo delle prossime contestazioni di piazza -.

Lei immagina le proteste come molto vicine. - Sono assolutamente sicuro che ci saranno. La miccia dei bisogni è innescata, ancora qualche settimana e vedremo le conseguenze -.

In estate il grande incendio anche della democrazia. - La nostra democrazia è fragile ed esposta alle intemperie dei settarismi e dei nuovi fascismi e razzismi. Bisogna provare a spegnere il braciere che cova già adesso -.

Come si spegne? - Con una grande politica ridistributiva. Una massa finanziaria deve bagnare le parti basse della società, deve inondare i campi ora aridi del bisogno assoluto. Spostare dai ricchi ai poveri. Intesi? -.

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