"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

venerdì 15 aprile 2022

Eventi. 58 Guerra&Ormoni.

 

Guerra&Ormoni”. Ha scritto Filippo Ceccarelli in “La tiroide del tiranno” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” di oggi, venerdì 15 di aprile 2022: (…). …lo storico Roy A. Medvedev (…) nell'indagare sulla salute mentale di Stalin citò un antico proverbio orientale: "I più diabolici fra i tiranni sono presi alla gola dalla paura dei loro sudditi". Ma nella grande guerra di balle che infuria sopra e dentro i massacri, questa storia del tumore alla tiroide suona al tempo stesso troppo generica e troppo studiata, quindi più che fasulla, oltre che relativamente inoffensiva, dato che quelle neoplasie, a dar retta alla Garzantina, presentano una crescita lenta e sono abbastanza controllabili da terapie che ottengono risultati positivi. (...). Tipico aspetto da paziente ipertiroideo, occhi lucidi a bulbo escrescente, aveva il grande comico britannico Marty Feldman, ma pure lui se n'è andato per altri malanni. Fra morbo di Hashimoto e di Graves-Basedow non s'intende qui perdersi nell'anatomia patologica per non incorrere in qualche inesorabile svarione; solo s'indugia, con ardimentoso svolazzo letterario, sulle caratteristiche del fatidico organo le cui disfunzioni, secondo Italo Svevo, implicano "il generosissimo, folle consumo della forza vitale ad un ritmo precipitoso, il battito di un cuore sfrenato". Pure in questo caso, a occhio, il riferimento a Putin appare incongruo e anzi in palese contraddizione con la sua sorvegliata freddezza. Ma a maggior ragione colpisce la pseudo rivelazione polemologico-ghiandolare in termini di spiegazione e speranziella; come se davvero i destini dell'Ucraina, della Russia e dell'Occidente, lo scoppio e l'esito di una guerra sempre più pesante e crudele in terre innaffiate dal sangue della storia si potessero risolvere grazie alla "pallocchia", chiamata a regolare o a sregolare le decisioni di un autocrate. E l'impressione è che questo accada perché la mente umana, specie quand'è confusa e spaventata, proprio come una tiroide guasta e ammattita comincia a fare i capricci e a produrre troppa energia nervosa, troppi brutti pensieri, troppe emozioni, e allora sbrocca.  Per cui si conclude che Putin o è pazzo oppure ha messo in piedi l'ira di dio perché lì dentro, sotto il gargarozzo, c'è il male. Estrema semplificazione di un mondo nel quale per il pensiero complesso non c'è più spazio, figuriamoci per quello equilibrato. Di seguito, testo tratto dal volume “Etologia della guerra” - Bollati Boringhieri editore, (1998) – di Irenaus Eibl-Eibesfeld riportato sul mensile “FQ Millennium” del mese di aprile 2022: Alla base del nostro bisogno di potere vi è questo impulso primordiale, l'aspirazione al rango, che si avvale tipicamente di comportamenti aggressivi. Diversamente dalla fame o dalla sete esso non viene tacitato o disinnescato da naturali sistemi di feedback dell'organismo né dal raggiungimento di una posizione eccezionale. Questa propensione al dominio è particolarmente pericolosa, in quanto per soddisfarla viene spesso impiegata la violenza; tanto più che nell'individuo maschio ogni vittoria, ogni affermazione sui rivali agisce come una droga, in virtù di una «ricompensa ormonale» che innesca una spirale inarrestabile. Questo riflesso ormonale rimanda alla componente ereditaria arcaica, rettiliana, del nostro comportamento. Molti meccanismi ormonali di questo genere, infatti, sono regolati dal sistema limbico (il cosiddetto cervello del rettile), cioè quella regione del nostro cervello che forma una massa grande come un pugno, proprio al centro della scatola cranica. La secrezione ormonale costituisce una ricompensa fisiologica per i successi conseguiti; e poiché ognuno di questi successi viene premiato, non essendovi d'altra parte alcun esito conclusivo che garantisca la saturazione e I'appagamento definitivo della propensione alla dominanza, l'intero sistema tende ad autoalimentarsi. Ciò non aveva conseguenze importanti nelle piccole comunità del Paleolitico- il singolo individuo aveva un potere limitato e la pressione normativa degli altri individui poneva comunque vincoli precisi alle sue ambizioni - ma diventa un pericolo nella società tecnologica di massa allorché il successo va a premiare la politica aggressiva di capi di Stato dotati di carisma e accorti demagoghi; in tal caso un senso di onnipotenza può far sì che essi diventino sordi agli inviti alla moderazione e trascinino interi popoli e se stessi in avventure senza ritorno, nell'intento di conseguire i loro obiettivi ideologici con mezzi militari.(...). Altri ostacoli sono costituiti dalla nostra inclinazione al dogmatismo, dalla facilità con cui ci lasciamo indottrinare, dalla nostra tendenza a ragionare in termini monocausali e in un'ottica ravvicinata. Solo se diventeremo coscienti di queste trappole mentali e di altre insidie presenti nelle nostre programmazioni comportamentali innate impareremo a governarle. Dopo tutto, siamo pur sempre i primi esseri viventi del pianeta in grado di porsi degli obiettivi, e abbiamo dunque la possibilità di sottrarci al meccanismo cieco della selezione naturale.

Nessun commento:

Posta un commento