"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 8 marzo 2021

Notiziedalbelpaese. 03 John Maynard Keynes: «“Saremmo capaci di fermare il sole e le stelle, perché non ci danno alcun dividendo”».

 

A lato. George Grosz: "L'eclissi di sole" (1926).

Ha scritto Furio Colombo su “il Fatto Quotidiano” di ieri domenica 7 di marzo – “Siamo un Paese disossato e senza un’idea di futuro”, a proposito dei risvolti politici intervenuti – che “chi racconterà un giorno l’Italia ai sopravvissuti o ai subentrati farà bene a partire dal racconto dell’improvviso abbattersi, sul Paese della solitudine fondata sul pericolo reciproco di ognuno di noi per l’altro, e sulla necessità della distanza, la meno comunicativa possibile, fra esseri umani. Non abbiamo nessuno a cui chiedere, nessuno che voglia dirci qualcosa o indicarci un percorso o sostenere (magari per insegnare) un punto di vista. (…). Tutto ciò accade in un paese disossato… (…).”.

In una intervista sul quotidiano “la Repubblica” del 21 di febbraio dell’anno 2004 Giovanni Sartori sosteneva che “(…) il nostro è un paese disossato, storicamente senza vertebre. Nel 1922 Ortega y Gasset scriveva della Spagna invertebrata. Ho sempre pensato che quel titolo fosse più calzante per l’Italia. (…). …al momento della prova, gli italiani non reagiscono, subiscono. (…). Siamo il paese forse più invaso e conquistato d’Europa. E con tutti i conquistatori siamo riusciti sempre a trovare un accordo, nel segno della sopravvivenza. (…). …anche ai tempi delle invasioni barbariche siamo stati capaci di soluzioni accomodanti. Con potenti e prepotenti possiamo esibire uno straordinario mestiere di navigazione. Che è anche rassegnazione e sottomissione. (…)”.  Tratto da “Draghi: ritratto profetico di un governo pericoloso” di Tomaso Montanari, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di oggi 8 di marzo 2021: (…). Ha scritto Virginia Woolf: “Credo che se conoscessimo la verità sull’arte, invece di vagolare tra le pagine imbrattate e deprimenti di coloro che devono sopravvivere prostituendo la cultura, allora godere l’arte e fare l’arte diventerebbero cose così desiderabili che al confronto la guerra apparirebbe un gioco tedioso per dilettanti attempati bisognosi di un passatempo per tenere a bada gli acciacchi (…). Insomma, se i giornali fossero scritti da persone il cui unico scopo fosse quello di dire la verità sulla politica e la verità sull’arte, noi non crederemmo nella guerra, e crederemmo nell’arte”. Una delle ragioni per credere nell’arte, è che solo nell’arte troviamo uno sguardo sul nostro tempo che noi, da soli, non avremmo il coraggio e la forza per esercitare. Prendiamo la situazione della democrazia italiana di oggi. Sono tra i non molti che pensano che i modi, la sostanza e le implicazioni della nascita del governo Draghi rappresentino un pericolo serio per la democrazia italiana. Innanzitutto, per il rapporto che lega noi tutti all’idea stessa di democrazia: un rapporto allentato, sformato, compromesso. Ci stiamo dicendo che l’emergenza giustifica, anzi richiede, la sospensione della democrazia, il rinnegamento di tutto ciò in cui credevamo: ora ci va bene la banca sopra la politica, il nord sopra il sud, i maschi sopra le donne (…). Ci vanno bene i fascisti al governo, e l’opposizione lasciata ad altri fascisti. Ci va bene negare i vaccini all’Africa, e ci va bene che la scuola resti a distanza anche dopo la fine della pandemia. Ci vanno bene i generali. Cosa ci sta succedendo? Non trovo risposta migliore di quella che offre un quadro. Sì, un quadro: di quasi cento anni fa. L’ha dipinto George Grosz nel 1926, e il suo titolo è Eclissi di sole. È una allegoria politica: la rappresentazione dello stato della democrazia tedesca alla vigilia dell’ascesa del nazismo. Vediamolo. Tutto si svolge al tavolo del potere: è un ritratto collettivo del governo. Ma i politici, i ministri, sono tutti dipinti senza testa: senza pensiero politico, senza autonomia, senza intelligenza. Senza occhi per vedere lo stato del Paese, senza un cervello per leggerlo e per provare a cambiarlo. Sono letteralmente “senza capo”: qualcun altro comanda al posto loro. Chi? Un generale, che ha deposto la sciabola sul tavolo. È un cristiano, ci dice la croce posta sul tavolo: dunque non sarà poi così cattivo! I tratti del volto e la corona d’alloro ci dicono che non è un generale qualsiasi, è Paul von Hindenburg: il presidente della Repubblica tedesca, la Repubblica di Weimar. Sarà lui, nel 1933, a nominare cancelliere Adolf Hitler. Ma il presidente non decide da solo: ha un suggeritore, che gli sta accanto in piedi e gli sussurra all’orecchio. È un banchiere, col cappello a cilindro, che porta sottobraccio i frutti dell’industria che finanzia: Grandi Opere, e armi. È lui che comanda sul presidente, che a sua volta comanda su una schiera di politici senza testa. Sul tavolo del potere c’è anche il popolo: è un asino, accecato dai paraocchi, che si nutre dei giornali asserviti al presidente e al banchiere. Un popolo prigioniero della sua stessa credulità, della sua ignoranza. Sulle poche voci libere, sui pochi dissidenti che da sotto il tavolo provano a rivolgersi all’asino, a svegliarlo, incombono le sbarre del carcere, e una scheletrica morte. Nulla sembra poter salvare il popolo dai suoi stessi capi: dai suoi padroni. Su tutto incombe l’eclissi di sole, che dà il titolo al quadro. Il sole non dà luce perché è oscurato da un grande oggetto rotondo. Cos’è? Un’enorme moneta, con sopra il segno del dollaro: la “buona moneta”, l’unico vero dio a cui il banchiere ha consacrato la propria vita. Il potere del capitale ha sostituito ogni altro potere, l’avidità e il profitto governano il mondo. Pochi anni dopo, nel 1933, un grande economista scriverà: “Questa regola autodistruttiva di calcolo finanziario governa ogni aspetto della vita. Distruggiamo le campagne perché le bellezze naturali non hanno valore economico. Saremmo capaci di fermare il sole e le stelle, perché non ci danno alcun dividendo”. Sono parole di John Maynard Keynes: quello stesso Keynes così spesso, oggi, citato a sproposito nel tentativo di farci credere che, no, oggi in Italia non ci sia nessuna eclissi di sole.

Nessun commento:

Posta un commento