Da “Riforma
del senato. Le ragioni del NO” di Maurizio Viroli, su “il Fatto Quotidiano”
del 7 di luglio dell’anno 2015: Offro (…) alcune ragioni per votare no.
(...). Bisogna votare "no" perché: 1) Si tratta appunto di riforma
della Costituzione (cambiamento radicale dell'equilibrio delle istituzioni
dello Stato) e non di revisione (modifica di pochi articoli che non tocca
l'equilibrio delle istituzioni). Chiunque conosca la Costituzione, e il
dibattito in sede di Assemblea Costituente, sa che la nostra Carta Fondamentale
all'art. 138 autorizza la revisione, non la riforma. Se il Parlamento approva
una riforma che equivale a scrivere una nuova Carta, si arroga un'autorità che non
ha. 2) Perché una seria riforma della Costituzione non può essere attuata da un
Parlamento eletto con legge elettorale incostituzionale e dunque senza la piena
e chiara legittimità che una riforma della Costituzione esige. Soltanto
un'Assemblea Costituente avrebbe l'autorità e la piena legittimità per scrivere
una nuova Costituzione. 3) Perché non vi è alcuna necessità di procedere alla
riforma. Le ragioni dei sostenitori della riforma sono sostanzialmente due: che
con due Camere il processo legislativo è troppo lento e faticoso; che la crisi
economica richiede maggiore velocità deliberativa e maggiore
"semplicità". La prima ragione è empiricamente falsa: tutti i
governi, quello di Renzi compreso, hanno potuto approvare un bel numero di
leggi anche con il sistema vigente. La seconda è molto debole. La crisi
richiede misure di politica economica e sociale che potrebbero essere attuate
anche con l'attuale sistema bicamerale. Gli Stati Uniti sono usciti bene dalla
crisi del 2008 senza mai pensare di abolire il loro sistema bicamerale. 4)
Perché distrugge il principio sano del bicameralismo, vale a dire avere due
Camere legislative che si limitano e controllano a vicenda e garantiscono un
migliore scrutinio delle leggi rispetto ai sistemi monocamerali (che sono tra
l'altro prevalenti nei paesi piccoli, nelle ex-colonie e nei paesi
ex-comunisti). Sostengono pure, i fautori della riforma, che due Camere con
persone che pensano nello stesso modo sono inutili. Ribatto che se i
parlamentari del Senato pensano come quelli della Camera vuol dire che non
pensano con la loro testa, ma secondo gli ordini dei loro capi e non si vede
come la situazione migliorerebbe se avessimo una sola camera legislativa. 5)
Perché una sola Camera sbaglia più facilmente di due. La legge sul falso in
bilancio insegni: nonostante vari passaggi fra Camera e Senato, nonostante le
ottime intenzioni del suo propugnatore, il ministro Orlando, ha prodotto
l'effetto indesiderato di fare assolvere un reo di falso in bilancio che la
legge precedente aveva condannato. Immaginate cosa potrebbe succedere con una
sola Camera. 6) Perché il nuovo Senato eletto dai consiglieri regionali sarebbe
una spelonca di corrotti. O forse qualcuno è così sprovveduto da immaginare che
consigli regionali come quelli attuali, pieni di inquisiti e condannati,
avranno cura di man dare al Senato le poche persone oneste che ancora albergano
fra le loro file? 7) Perché introduce nell'ordinamento repubblicano la figura
contraddittoria di rappresentanti che non sono più tenuti a rappresentare la
nazione (secondo il vecchio art. 67), ma rappresenteranno le "istituzioni
territoriali" (vedi art 57 testo riformato). Eppure questi rappresentanti
delle "istituzioni territoriali" potranno deliberare sulle leggi di
riforma della Costituzione e sulle leggi costituzionali (vedi art 70 testo
riformato). In altre parole: persone scelte dai cittadini per svolgere un
ufficio avranno l'autorità di svolgerne uno ben più alto. 8) Perché con un
sistema elettorale come l'Italicum la maggioranza avrà controllo pieno
dell'unica Camera legislativa e dunque il suo sarà un potere enorme. 9) Perché
sarebbe una riforma approvata a maggioranza risicata contro una parte cospicua
dell'opinione pubblica. Renzi dovrebbe prendere ad esempio il suo illustre
predecessore nella carica di sindaco di Firenze, Giorgio La Pira, che quando si
accorse che una sua mozione alla quale teneva molto non avrebbe ottenuto
l'unanimità dell'Assemblea Costituente la ritirò. Riflettano i membri del
Senato anche sul fatto che una cattiva riforma costituzionale avrebbe effetti
devastanti per molti decenni. (…).
Nessun commento:
Posta un commento