Da “Sono
diventato comunista con un calcio nei coglioni” di Silvia Truzzi,
intervista ad Andrea Camilleri su “il Fatto Quotidiano” del 15 di giugno dell’anno
2014: (…). - In gioventù percepisci il tempo come un’entità astratta, nella
maturità acquisti la nozione di un tempo in qualche modo collegato
concretamente al tuo esistere, nella vecchiaia... Nella vecchiaia raggiungi la
consapevolezza che il tempo è un flusso continuo che scorre al di fuori di te.
Pare deprimente? Allora mettiamola così: il tempo è una giostra sempre in
funzione. Tu sali su un cavalluccio o un’automobilina, fai un bel po’ di giri,
poi con le buone o con le cattive ti fanno scendere”. (…).
In queste conversazioni (…) ci siamo chiesti
come sta l’Italia. - La febbre è alta. Siamo in un momento di decadenza: la
crisi della politica rappresenta la crisi della società. La politica è uno
specchio: riflette ciò che siamo noi. Gli intellettuali possono essere
anticorpi alla crisi finché hanno credito. Fino a quando c’è stata una società
in ascolto della cultura, le parole di un Pasolini o di un Moravia arrivavano.
Ma oggi chi li potrebbe ascoltare? A chi si rivolgono gli intellettuali? A
poche migliaia di persone che non sono quantitativamente significative. Rimango
stordito dalle cifre sull’analfabetismo di ritorno: venti milioni di italiani
non capiscono quello che leggono. Ma che stiamo a parlare di intellettuali?
Bisogna ricominciare col maestro Manzi, che insegnava a leggere e scrivere in
televisione. Questa nostra epoca non dà alcun valore al sapere. Abbiamo
ministri che arrivano e ti dicono ‘con la cultura non si mangia’, anche se è
una sciocchezza. Però lo dicono, intanto -. (…).
Non sono più tempi di buone letture? - Le
racconto una storia. Nel 1942 vinsi i ludi juveniles e andai a Firenze, dove si
teneva il convegno internazionale della gioventù fascista a cui partecipavano
ragazzi di tutte le nazioni conquistate dai tedeschi. Il tema di quell’anno era
‘L’Europa di domani’. Parlò Baldur von Schirach, il capo della Hitler-jugend,
delineando nel discorso la sua Europa futura. Noi avevamo la traduzione
simultanea, via via che ascoltavo mi sentivo raggelare. Era come se disegnasse
una caserma, con un solo libro, il Mein Kampf, e una lotta spietata a tutta
quella che era la cultura diversa. Già allora io avevo le mie piccole patrie
letterarie, Gogol in Russia, Gide in Francia... mi sentivo morire. Pensai: se
si realizza quest’Europa mi sparo. Tornato a casa continuai a riflettere, e
cominciai a non essere più fascista. Non potevo parlarne con nessuno, allora
era pericoloso fidarsi. Dopo sei mesi avevo capito cos’era il fascismo, mi
aiutarono tantissimo le buone letture -.
(…). …lei scrive: “Credere che la giovane
età di un uomo politico sia già di per sé portatrice d’idee innovative a me
pare, sinceramente, un’avventatezza”. - Sbandierare la carta d’identità è una
sciocchezza. È chiaro, un politico giovane che abbia idee attuabili è un dono
di Dio. Ma l’enfasi è ridicola, come per la festa della donna. Mi volete
spiegare perché si stabilisce un giorno per festeggiare le donne? È una cosa
così cretina, continua a fare un ‘a parte’ delle donne. Allora mi vanno bene
politici vecchi o politici giovani, purché abbiano buone proposte -.
Matteo Renzi in quale categoria rientra? -
Non so perché non riesco ad amarlo, non riesco ad averlo simpatico. (…). …dico
che la simpatia e l’antipatia non sono categorie politiche, perciò capisco che
mi sto dando la zappa sui piedi. Mi sembra però che la fretta di fare queste
riforme sia una pessima consigliera. Le riforme, soprattutto quelle
costituzionali, vanno condivise e meditate. Il fatto che le abbia condivise con
Berlusconi non mi basta, anzi. E aggiungo: temo il momento in cui metterà mano alla
giustizia. Finchésidanno80euro e ci sono difficoltà a trovare le coperture è un
conto. Ma quando si vuol metter mano alla giustizia, i guasti sono
potenzialmente incalcolabili: poi sarà difficile riparare -. (…).
La parola “riforme” è diventata un mantra.
Anzi una bandierina da sventolare, buona per ogni situazione. - C’è stato un
governo, si chiamava Monti, che ha fatto la riforma del lavoro. E ora che
capita? Che si cerca disperatamente di fare la riforma della riforma. È
successo anche con la riforma del Titolo V della Costituzione -.
Quando mettono mano alla Carta – l’ultimo
esempio è il pareggio di bilancio – fanno danni. – (…). Io non so se la nostra
Costituzione sia la più bella del mondo o la più brutta. So semplicemente che,
soprattutto la prima parte, è il risultato di un delicato e felice equilibrio
raggiunto tra varie forze politiche. Gente che il proprio mestiere lo sapeva
fare. È molto interessante leggere i lavori preparatori e capire da quali posizioni
muoveva Togliatti, da quali De Gasperi e così via. Scoprire come e perché si è
arrivati alle formule definitive. È stato il tentativo riuscito di raggiungere
un equilibrio, tramite il dialogo. Io penso alla Costituzione come a una
bellissima, vecchia casa. Se tu vuoi cambiare le finestre magari è capace che
si danneggiano i cornicioni o il tetto. Manovrare con estrema delicatezza.
Aggiungo: con la maggiore partecipazione possibile, per un’assunzione di
responsabilità collettiva -.
Lei ha parlato dei lavori preparatori e delle diverse posizioni. Posizioni – quelle dei socialisti, dei liberali, dei comunisti o dei democristiani – che esprimevano una certa idea di società. - Allora li favoriva il fatto che anche la Dc come il Pci e in parte anche il Psi ce l’avevano un’idea di società. Il problema ora è che non esiste un’idea di società. Io non riesco a capire il Pd verso dove si muove, perché. (…). -.
(…). Morale è diventata una brutta parola:
se uno ti vuole offendere ti dà del moralista. - Ma perché poi? La morale è una
regola di vita, non un’astrazione. Se morale è diventata una parola offensiva,
una parola cattiva, allora abbiamo toccato il fondo. Poi i politici si
lamentano della distanza dei cittadini e dell’astensionismo! -.
A proposito di morale, (…) Berlinguer è
stato evocato un po’ da tutti. O forse dovremmo dire che in troppi hanno
cercato di appropriarsi di lui? - Berlinguer teorizzava una differenza tra i
comunisti e gli altri partiti. Oggi è una distinzione che non ha più senso,
intanto perché i comunisti non esistono. E anche perché in buona parte sono
tutti uguali. Certamente nessuno è comunista nel Pd, nessuno lo può citare tra
loro. (…). Poi ho l’impressione che Berlinguer sia un rimpianto, che sia
diventato il simbolo dell’aspirazione a una dura e rocciosa idea del mondo.
Berlinguer non aveva un carattere facile: disse che ‘Quando si chiedono sacrifici
alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità
politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi
elementi non ci sono, l’operazione non può riuscire’. Dunque la ricetta per
cominciare a uscire dalla crisi era stata già scritta trent’anni prima. Solo
che al governo mancava tutto: il consenso, la credibilità, la capacità di
colpire i privilegi. (…).
L’economia domina la politica da molti anni
ormai. - Questo è stato l’errore fatale. (…). Avere ridotto la Grecia, che
aveva le sue responsabilità, a questa condizione di miseria è il segno evidente
che noi stiamo uccidendo le radici della nostra cultura. È stato un matricidio
e un parricidio. A livello simbolico è peggio di un atto terroristico, in nome
dell’economia. Tra l’altro a questi signori che si occupano solo di numeri e
non d’idee, vorrei dire che il signor Pitagora abitava da quelle parti -.
L’esito elettorale ha rafforzato la
leadership di Renzi. Però erano le elezioni europee e non ci sono nuove
maggioranze. Eppure tutti si comportano con il segretario del Pd come se avesse
una maggioranza assoluta in Parlamento e un governo monocolore. Quasi fosse
l’incoronazione dopo un plebiscito. Adorazione del potere? - Flaiano diceva,
non a caso, che l’italiano è sempre pronto a saltare sul carro del vincitore.
Fortunatamente qualche volta qualcuno salta anche sul carro dei perdenti. Spero
che Renzi abbia equilibrio e l’intelligenza di capire il Paese. L’Italia è un
continuo infiammarsi di entusiasmi irrazionali che durano non dico l’espace
d’un matin, ma poco di più. La cosa che non auguravo a Berlusconi è la
disillusione degli italiani. E quello che adesso non auguro a Matteo Renzi. Lui
ha la sensazione di un seguito grosso, ma è virtuale. Io ho vissuto troppo.
Ricordo benissimo la famosa adunata di Mussolini a Milano – c’era già la
Repubblica di Salò – con la folla in delirio. E quattro giorni dopo pendeva dal
distributore di benzina di piazzale Loreto. Tra l’altro ho scoperto una diecina
di anni fa che il Duce si affacciava dal balcone di piazza Venezia per
arringare le folle. Davanti aveva il Palazzo delle assicurazioni e a destra una
piazzetta piccolissima. Si chiama piazzetta Loreto. L’ha avuta davanti per
vent’anni, per vent’anni aveva lì sotto la sua morte -.
Berlusconi ha dominato per un ventennio,
però. - Sono stati decisivi altri fattori, credo. …da quando è sceso in campo,
Berlusconi ha corrotto non solo minorenni, ma anche maggiorenni, adulti e
anziani. In definitiva ha corrotto l’Italia -. (…).
È strano che l’impoverimento del ceto medio,
la disoccupazione dilagante non abbiano prodotto una maggiore tensione sociale.
- Renzi deve ringraziare che le persone soffrono, che hanno paura. Senza questa
paura la tensione sociale sarebbe sfociata in qualche cosa di serio da tempo.
Il rischio c’è sempre, anche se mi pare di vedere gli italiani in uno stato
catatonico. (…). La gente è impaurita e rassegnata. Ma quando non si ha più
nulla, alla rassegnazione subentra qualche altra cosa. Spero che Renzi – che
corre tanto – arrivi prima che la rassegnazione si trasformi in rabbia -.
Le disuguaglianze sociali sono sempre
maggiori. Ma la correzione di questo divario non è da tempo una priorità della
sinistra. - Non è più un valore e te ne accorgi. Ai miei tempi si sarebbe
pensato a chi non ha il lavoro e dunque non ha nulla, non a chi ha il lavoro
con poco reddito. Questa è una spia dell’idea di società di cui parlavamo
prima. Gli 80 euro vengono dati a gente che guadagna già. Agli incapienti, come
si usa dire, si provvederà in un secondo momento. Invece era la prima cosa da
fare. Renzi è più un uomo di equilibrato centro che un uomo di sinistra.
Rimproveravamo D’Alema, ‘Di’ qualcosa di sinistra’... Ma certo l’attuale
segretario del Pd cose di sinistra non dice. E nemmeno è incitato a dirle: c’è
l’alleanza di governo, l’intesa con Berlusconi. Rischio di sembrare un uomo
sorpassato, mi rendo conto. Ma una persona condannata in via definitiva per
frode fiscale io non la ricevo al partito, al massimo se proprio devo lo
incontro al bar. E già incontrarlo è tanto. Tra l’altro mi pare che i giudici
abbiano accordato a Berlusconi molta libertà di movimento: di che si lamenta?
Gli faccia un monumentino alla magistratura: a chiunque altro avrebbero dato i
domiciliari -.
La legge non è uguale per tutti? - Macché.
Questo principio che sta scritto nelle aule di giustizia evidentemente è falso
-.
L’anno scorso, proprio in questi giorni, lei
disse al nostro giornale: “Dal momento della rielezione di Napolitano tutto il
fatto costituzionale è andato a vacca”. Lo pensa ancora? – (…). La tentazione
dell’indispensabilità i politici non dovrebbero averla mai. In realtà non
dovrebbe averla nessuno, meno che mai chi ha funzioni pubbliche: altrimenti si
è uomini della provvidenza.
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