Da “Poteri
abnormi, fermiamo l’eversione autoritaria” di Silvia Truzzi, intervista al
professor Gustavo Zagrebelsky su “il Fatto Quotidiano” del 19 di luglio dell’anno
2014: (…). “Si vuole mutilare la democrazia” (…). “L’Italia ha acquistato un
primato negativo: un Parlamento illegittimo continua a resistere e si arroga il
diritto di modificare la Costituzione. Lo Stato moderno è Stato
rappresentativo. Ebbene, per la prima volta nella storia degli Stati, un
giudice ha statuito che la legge fondamentale, la legge sulla rappresentanza
dei cittadini, era incostituzionale. Questo Parlamento avrebbe dovuto essere
immediatamente sciolto. Non è accaduto e così si è aggiunto un altro primato
negativo. Quello di non avere rispetto per la legalità”.
Professore, qual è il disegno di Renzi?
“L’obiettivo è l’eliminazione di qualunque contrappeso al potere del governo e
del capo del governo. Neutralizzando il Senato si elimina, sul piano della
rappresentanza, l’organo che potrebbe frenare una legislazione volta al
rafforzamento dell’esecutivo. Dietro il rispondere per slogan alle numerose
obiezioni, dietro l’apparente mancanza di argomenti di chi parla di ‘gufi’ e
‘rosiconi’ c’è un progetto preciso. Assistiamo a un processo che intende
trasformare la democrazia italiana”.
Trasformare in cosa? “In un regime
autoritario fondato sull’elezione, ogni cinque anni, del capo. Vorrei ricordare
qui una circostanza che m’impressionò molto negativamente. Tra le cose che
furono dette dai saggi del Quirinale, venne fuori tra le proposte una formula
molto strana, ‘il governo del primo ministro’. Questa formula non può essere
stata usata da un costituzionalista, perché è esattamente quella con cui la
dottrina italiana aveva definito lo Stato fascista. Non è lo squadrismo il
pericolo attuale, ma è ugualmente una forma di autoritarismo molto forte. Se
viene fuori una riforma di questo segno, siamo di fronte a un progetto di
eversione autoritaria. Dato il carattere, la natura della legge elettorale per
la Camera, è ovvio che il potere del capo del governo diventa enorme, abnorme.
Battersi adesso contro queste riforme significa battersi per la nostra democrazia,
per mantenere l’identità democratica della Repubblica”.
Quali sarebbero le peggiori conseguenze?
“Una legge elettorale maggioritaria come l’Italicum, che è un Porcellum
travestito, offre un potere assoluto al capo del governo e segretario del
partito di maggioranza. Che infatti attraverso la maggioranza riesce a
determinare addirittura – addirittura! – la composizione dell’organo che deve
vigilare sulla Costituzione, la Consulta. E non solo: determina anche la
composizione del Consiglio superiore della magistratura e l’elezione del
presidente della Repubblica. Voglio anche sottolineare che la cosiddetta
riforma della Pubblica amministrazione rientra nel disegno generale di questo
governo, organicamente progettato. La Pubblica amministrazione perde parte della
sua relativa autonomia, così come la Camera dei deputati diventa strumento che
traduce in norme i voleri del capo”.
Lei come legge l’innalzamento della soglia
delle firme necessarie per la presentazione di un disegno di legge popolare e
per il referendum? “Dietro la compressione dei diritti dei cittadini c’è sempre
lo spirito autoritario. L’aumento dei quorum sta a significare che i cittadini
non devono dare fastidio a chi governa. Questo esecutivo non vuole intralci, si
vuole assumere ed esercitare tutto il potere possibile”.
Poniamo che i riformatori siano animati
dalle migliori intenzioni: non è ingenuo da parte loro non pensare che domani,
a capo di questo esecutivo enormemente rafforzato, potrebbe esserci qualcun
altro? Cosa sarebbe capitato negli anni delle leggi ad personam berlusconiane
con un modello come quello che si avvia a esser definito? “Voglio ricordare che
nel 2006 il popolo italiano bocciò nettamente la riforma costituzionale voluta
dal governo Berlusconi. Quel referendum dimostrò che i cittadini avevano la
stessa idea di Stato e di democrazia dei costituenti. È stata una conferma
della Costituzione. Un fatto importantissimo, volutamente rimosso: nessuno se
ne ricorda più, nessuno lo cita più. I cittadini si sono già espressi su questo
modello. Aggiungo: i maggiori giornali, le tv, le agenzie sono tutti schierati
a favore di questo progetto. Tranne pochi, come ilFatto: ma rara avis”.
(…). I cittadini si domandano cosa potrebbe
fare il Capo dello Stato, nella sua qualità di garante della Costituzione.
“Garante della Carta ha dimostrato di esserlo la Corte costituzionale. Essa
sola”.
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