Ha scritto Marco Travaglio in “Io so che tu sai che non so”, pubblicato su “il Fatto Quotidiano”
di ieri 23 di luglio 2021: (…), in un Paese serio, il problema nemmeno
si porrebbe perché dal governo sarebbe già uscita la ministra Cartabia. Da due
giorni scriviamo che è una bugiarda, perché chiunque sa di giustizia (pm,
giudici, avvocati, Dna, Csm) non fa che smentire le sue menzogne al Paese e
financo al Parlamento. Ma forse, così, le facciamo un favore, presupponendo che
sappia di cosa sta parlando ed escludendo che non ne abbia la più pallida idea.
Ipotesi molto concreta, a leggere il Salvaladri&mafiosi e le parole usate
per giustificarlo: “Si è detto che i processi per mafia e terrorismo andranno
in fumo, ma non è così, perché per i reati puniti con l’ergastolo si esclude
l’improcedibilità”. Una frase agghiacciante già in sé: le vittime di tutti i
reati che non siano l’omicidio apprendono che la ministra della Giustizia trova
normale mandare i loro processi “in fumo”. Ma soprattutto una menzogna: la
stragrande maggioranza dei processi di mafia e terrorismo non contemplano
omicidi (puniti con l’ergastolo) e la ministra della Giustizia trova normale
mandarli “in fumo”. La pena massima per associazione mafiosa e terroristica è
30 anni: se dalla sentenza di primo grado a quella d’appello passano 3 anni e
un giorno, il processo muore stecchito. Quello per la trattativa Stato-mafia
(minaccia a corpo politico) dura da oltre 3 anni: con la Cartabia, sarebbe già
improcedibile (e non è escluso che lo diventi, se gli avvocati riusciranno a
ottenere l’applicazione retroattiva, visti gli effetti penali sostanziali che
comporta). Quelli ai forzisti D’Alì e Cosentino, condannati l’altroieri a 6 e a
10 anni in appello per concorso esterno, duravano da 6 e da 5 anni: con la
Cartabia sarebbero finiti in fumo. Che queste cose la Guardasigilli le sappia o
le ignori, poco cambia. Basterebbe un governo non dei migliori, ma dei
discreti, per accompagnarla ipso facto alla porta. A prescindere. Se manda
consapevolmente al macero decine di migliaia di processi perché sa quel che fa
e poi mente sapendo di mentire, se ne deve andare per palese malafede. Se manda
inconsapevolmente al macero decine di migliaia di processi perché non sa quel
che fa (ma lo sa chi le scrive le leggi) e poi mente a sua insaputa, se ne deve
andare per palese incompetenza. La nota giurista (per mancanza di prove)
prestata alla politica va immediatamente restituita, prima che faccia altri
danni. Tratto da “Le parole
sbagliate del Migliore Draghi su vaccini e giustizia” di Barbara Spinelli, pubblicato
su «il Fatto Quotidiano» di oggi 24 di luglio 2021: È improbabile che il presidente
del Consiglio sia privo di proprie idee, ma sta di fatto che pur dovendo tener
conto di una maggioranza sconnessa, egli le esprime in maniera spesso confusa e
non sempre competente. (…). …sulla riforma Cartabia, che sarà blindata con un
voto di fiducia, regna la confusione. In un primo momento Draghi ha taciuto,
anche se l’8 luglio fece capire ai ministri 5Stelle che il governo sarebbe
saltato senza il loro assenso. La riforma sarà forse modificata, ma per ora il
presidente del Consiglio sembra ignorare le critiche durissime espresse dal
Consiglio superiore della magistratura, oltre che da singoli magistrati,
costituzionalisti e avvocati (Nicola Gratteri, Cafiero De Raho capo
dell’Antimafia, Massimo Villone, Pier Camillo Davigo, Gian Carlo Caselli,
Alessandra Dolci, Giuseppe De Carolis, Franco Coppi).Queste
le forme che sta assumendo la Restaurazione inaugurata da Draghi: tornano in
auge personaggi che hanno ispirato politiche e analisi fallimentari durante e
dopo la crisi del 2007-2008 e che nulla hanno saputo dire sulla pandemia, sul
clima, sulla rovina di una mondializzazione interamente affidata all’arbitrio
dei mercati. È stata estromessa come consigliere di Palazzo Chigi un’economista
innovativa come Mariana Mazzucato, ma in compenso sono rientrati nelle stanze
del potere neoliberisti in parte screditati come Franco Bernabè, Francesco
Giavazzi, e perfino Elsa Fornero che fallì la riforma delle pensioni.Per
rendere ineluttabile quello che è evitabile si insiste sul fatto che “è
l’Europa a chiedercelo”, in cambio del Recovery Plan: a volere questa riforma
giudiziaria che potrebbe mandare al macero il 50% dei processi dopo averne
allungata la durata in modo che dopo 2/3 anni, in appello, scatti la
prescrizione chiamata nel frattempo improcedibilità. E sarebbe ancora una volta
l’Europa a imporre che sia il Parlamento, cioè la politica, a fissare le azioni
penali prioritarie (una “piccola e micidiale novità” che viola l’articolo 112
della Costituzione e mina l’indipendenza della giustizia, afferma il
costituzionalista Villone in sintonia con il Csm).L’Europa non chiede nulla di
tutto questo. Siamo in presenza di fake news allo stato puro, diffuse da
giornalisti e politici sempre così pronti a insultare i social. L’Ue chiede
processi più rapidi, ma da anni critica le prescrizioni facili e nel febbraio
2020 la Commissione europea promosse la riforma Bonafede.C’è
ancora chi si dice convinto che le fake news nascano solo nei social. Ma che
dire degli editoriali giornalistici e televisivi osannanti la Restaurazione di
Draghi e che propinano contro-verità? Che dire quando gli stessi giornalisti
incensano gli oracolari silenzi o le sprezzature del presidente del Consiglio
continuando a trattare con sufficienza i frequenti discorsi tenuti da Conte fin
dall’inizio della pandemia? Varrebbe invece la pena ricordare meglio
quell’inizio 2020. Conte fu il primo in occidente a scegliere di fronteggiare
con metodi coercitivi una pandemia colossale: impresa non scontata nelle
democrazie costituzionali.Questo sarebbe il momento di trovare parole
appropriate e persuasive: sulla giustizia, sul Covid, sul clima. Sembra che
quelle parole Draghi non riesca a trovarle.Per avviare un dialogo vero con
tutti gli italiani anziché dividerli, occorre avere conoscenza, idee che si
affinano nel contraddittorio, audacia nel fornire dati affidabili. Si potrebbe
ricordare che più circola il virus, anche se non letale tra i giovanissimi, più
si sviluppano nuove mutazioni fino al giorno in cui apparirà la variante che
sfuggirà ai vaccini esistenti. Oppure si potrebbe spiegare che il “Covid lungo”
non è una passeggiata, per un giovane non vaccinato che si infetti anche
leggermente.Dicono che Draghi è disinteressato al
consenso. Ne dubitiamo. Le sue parole sono somministrate come ostie, anche se
vuote. Se il consenso gli fosse indifferente non si presenterebbe e non sarebbe
percepito come l’onnisciente che non è.
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