Tratto da “I
delitti più atroci nascono da un vuoto nel cuore” di Umberto Galimberti,
pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 12 di luglio
dell’anno 2014: Cosa può spiegare omicidi efferati e stragi di famiglia? La perdita
della connessione con i sentimenti, che soli permettono di distinguere il bene
dal male. Non so se Dio conosce davvero la differenza tra il bene e il male.
L'angelo che ferma il braccio di Abramo in procinto di uccidere suo figlio
Isacco è inviato dallo stesso Dio che ha chiesto ad Abramo di sacrificare suo
figlio contro ogni legge di natura e contro ogni legge morale. Se poi quella
richiesta era per mettere alla prova la fedeltà di Abramo, allora vuol dire che
Dio dubita della sua onniscienza. E ancora, quando nell'orto del Getsemani Gesù
chiede: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice, ma sia fatta non la
mia, ma la tua volontà», Gesù riconosce l'onnipotenza del Padre, ma dubita
della sua volontà di evitare il dolore, la sofferenza, il male. Come ci insegna
Kierkegaard in Timore e tremore, non si può interrogare Dio con le regole dell'umana
ragione che distingue il vero dal falso, il bene dal male, perché Dio abita il
sacro che è ad un tempo "benedetto" e "maledetto" e, per
effetto di questa insuperabile ambiguità, il sacro incute nell'uomo il
"timor di Dio". E allora rivolgiamoci all'uomo per chiedergli dove ha
smarrito la differenza tra il bene e il male, con cui l'umanità si è emancipata
dal sacro, e a proposito della quale Kant scrive che: «La differenza tra il
bene e il male potremmo anche non definirla, perché ciascuno la sente naturalmente
da sé». Nei casi tragici (…) questa differenza non è più avvertita. La psiche
di chi compie questi delitti non registra ciò che è bene e ciò che è male, ciò
che è grave da ciò che è irrilevante. La psichiatria dell'800 parlava in questi
casi di "psico-apatia", nel senso di una psiche apatica, che non ha
alcuna risonanza emotiva in ordine alle proprie parole o ai propri gesti.
Psico-apatici sono, per esempio, quei ragazzi che non distinguono tra
corteggiare una ragazza o stuprarla, tra dir male di un professore o prenderlo
a calci, tra fare bingo giocando al biliardo o gettando i sassi dal cavalcavia.
Psico-apatico è quel padre e marito che, dopo aver fatto una strage, va a
vedere la partita, come se prima nulla fosse accaduto. Si tratta di persone mosse
dalla potenza incontrollata della propria pulsione, che vedono gli altri non
come persone, ma solo come strumenti o come ostacoli alla realizzazione dei
propri desideri, quando non, come spesso accade in famiglia, come un proprio
possesso o proprietà di cui ci si può anche liberare. Di qui la necessità di
educare al sentimento, perché gli impulsi si hanno per natura, ma i sentimenti
si acquisiscono per cultura, a partire dalle favole per bambini dove si impara
cosa è bene e cosa è male, cosa è buono e cosa è cattivo, e poi, crescendo, con
la scuola, dove si apprende dalla letteratura tutta la gamma dei sentimenti, i
loro nomi e i loro possibili percorsi: dal dolore all'amore, dalla gioia alla
malinconia, dalla disperazione alla noia, dall'entusiasmo all'esaltazione. I
sentimenti si imparano. E solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce
quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l'amore
dall'odio, la partecipazione dall'indifferenza. Ma la famiglia e la scuola oggi
educano al sentimento? Questa è la domanda da rivolgere non a Dio, ma alle
nostre istituzioni educative.
"Il sentimento è la misura della nostra sensibilità, la vera origine del vero, del buono, del bello".(Johann Gottfried Herder). "Ciò che rende l'esistenza preziosa e piacevole sono solo i nostri sentimenti e la nostra sensibilità". (Hermann Hesse). "Educare la mente senza educare il cuore significa non educare".(Aristotele). "L'educazione emotiva è ciò che più scarseggia nel sistema scolastico italiano:quando un ragazzo rimane impantanato nello stadio pulsionale, il rischio è che sviluppi forme di violenza e bullismo".(Umberto Galimberti). "Trovo che ci sia un grande bisogno di educazione sentimentale, perché spesso non sappiamo gestire i sentimenti".(Massimo Gramellini). "Non dobbiamo pretendere di capire il mondo solo con l'intelligenza:lo conosciamo, nella stessa misura, attraverso il sentimento. Quindi, il giudizio dell'intelligenza è, nel migliore dei casi, soltanto metà della verità".(Carl Gustav Jung). "I sentimenti hanno una tale forza,che spingono la vita verso mete che sembrano impossibili".(Anonimo). "Il valore di un sentimento è la somma dei sacrifici che si è disposti a fare per esso".(John Galsworthy). Grazie per questo stupendo post, particolarmente coinvolgente per diversi motivi, ma soprattutto tanto attuale e basilare nella società in cui viviamo,dove diventa sempre più evidente la carenza dell'educazione ai sentimenti... Buona giornata e buona continuazione.
RispondiElimina