"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 12 luglio 2021

Leggereperché. 94 «Non so se Dio conosce davvero la differenza tra il bene e il male».

 

Tratto da “I delitti più atroci nascono da un vuoto nel cuore” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 12 di luglio dell’anno 2014: Cosa può spiegare omicidi efferati e stragi di famiglia? La perdita della connessione con i sentimenti, che soli permettono di distinguere il bene dal male. Non so se Dio conosce davvero la differenza tra il bene e il male. L'angelo che ferma il braccio di Abramo in procinto di uccidere suo figlio Isacco è inviato dallo stesso Dio che ha chiesto ad Abramo di sacrificare suo figlio contro ogni legge di natura e contro ogni legge morale. Se poi quella richiesta era per mettere alla prova la fedeltà di Abramo, allora vuol dire che Dio dubita della sua onniscienza. E ancora, quando nell'orto del Getsemani Gesù chiede: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice, ma sia fatta non la mia, ma la tua volontà», Gesù riconosce l'onnipotenza del Padre, ma dubita della sua volontà di evitare il dolore, la sofferenza, il male. Come ci insegna Kierkegaard in Timore e tremore, non si può interrogare Dio con le regole dell'umana ragione che distingue il vero dal falso, il bene dal male, perché Dio abita il sacro che è ad un tempo "benedetto" e "maledetto" e, per effetto di questa insuperabile ambiguità, il sacro incute nell'uomo il "timor di Dio". E allora rivolgiamoci all'uomo per chiedergli dove ha smarrito la differenza tra il bene e il male, con cui l'umanità si è emancipata dal sacro, e a proposito della quale Kant scrive che: «La differenza tra il bene e il male potremmo anche non definirla, perché ciascuno la sente naturalmente da sé». Nei casi tragici (…) questa differenza non è più avvertita. La psiche di chi compie questi delitti non registra ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è grave da ciò che è irrilevante. La psichiatria dell'800 parlava in questi casi di "psico-apatia", nel senso di una psiche apatica, che non ha alcuna risonanza emotiva in ordine alle proprie parole o ai propri gesti. Psico-apatici sono, per esempio, quei ragazzi che non distinguono tra corteggiare una ragazza o stuprarla, tra dir male di un professore o prenderlo a calci, tra fare bingo giocando al biliardo o gettando i sassi dal cavalcavia. Psico-apatico è quel padre e marito che, dopo aver fatto una strage, va a vedere la partita, come se prima nulla fosse accaduto. Si tratta di persone mosse dalla potenza incontrollata della propria pulsione, che vedono gli altri non come persone, ma solo come strumenti o come ostacoli alla realizzazione dei propri desideri, quando non, come spesso accade in famiglia, come un proprio possesso o proprietà di cui ci si può anche liberare. Di qui la necessità di educare al sentimento, perché gli impulsi si hanno per natura, ma i sentimenti si acquisiscono per cultura, a partire dalle favole per bambini dove si impara cosa è bene e cosa è male, cosa è buono e cosa è cattivo, e poi, crescendo, con la scuola, dove si apprende dalla letteratura tutta la gamma dei sentimenti, i loro nomi e i loro possibili percorsi: dal dolore all'amore, dalla gioia alla malinconia, dalla disperazione alla noia, dall'entusiasmo all'esaltazione. I sentimenti si imparano. E solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l'amore dall'odio, la partecipazione dall'indifferenza. Ma la famiglia e la scuola oggi educano al sentimento? Questa è la domanda da rivolgere non a Dio, ma alle nostre istituzioni educative.

1 commento:

  1. "Il sentimento è la misura della nostra sensibilità, la vera origine del vero, del buono, del bello".(Johann Gottfried Herder). "Ciò che rende l'esistenza preziosa e piacevole sono solo i nostri sentimenti e la nostra sensibilità". (Hermann Hesse). "Educare la mente senza educare il cuore significa non educare".(Aristotele). "L'educazione emotiva è ciò che più scarseggia nel sistema scolastico italiano:quando un ragazzo rimane impantanato nello stadio pulsionale, il rischio è che sviluppi forme di violenza e bullismo".(Umberto Galimberti). "Trovo che ci sia un grande bisogno di educazione sentimentale, perché spesso non sappiamo gestire i sentimenti".(Massimo Gramellini). "Non dobbiamo pretendere di capire il mondo solo con l'intelligenza:lo conosciamo, nella stessa misura, attraverso il sentimento. Quindi, il giudizio dell'intelligenza è, nel migliore dei casi, soltanto metà della verità".(Carl Gustav Jung). "I sentimenti hanno una tale forza,che spingono la vita verso mete che sembrano impossibili".(Anonimo). "Il valore di un sentimento è la somma dei sacrifici che si è disposti a fare per esso".(John Galsworthy). Grazie per questo stupendo post, particolarmente coinvolgente per diversi motivi, ma soprattutto tanto attuale e basilare nella società in cui viviamo,dove diventa sempre più evidente la carenza dell'educazione ai sentimenti... Buona giornata e buona continuazione.

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