Riporta “il Fatto Quotidiano” di ieri 22 di luglio
l’alata affermazione del “virologo”, “giureconsulto”, “tuttologo” della
valpadana che, a proposito della riforma Cartabia che tanto scandalo ha di già suscitato
negli ambienti più vari, ha solennemente affermato: “Ho letto il testo, non credo che
Draghi voglia fare un favore ai delinquenti”. Pensate: ha letto il
testo! Urca che mente! Ma cosa avrà capito dalla lettura di quel testo? Per amor
di patria, non chiedeteglielo! Tratto da “Il
voltagabbana Salvini, dai vaccini alla giustizia” di Selvaggia Lucarelli pubblicato
su “il Fatto Quotidiano” del 22 di luglio 2021: “Le rivoluzioni nascono da
scintille. Se per sani principi c’è bisogno di finire in galera, qua dentro
tanta gente lo farà mettendo a rischio la sua libertà personale. Chi tocca uno
dei nostri deve cominciare ad aver paura, chi arresta uno dei nostri senza
motivo lo andiamo a prendere a casa ovunque sia, chi attacca la nostra gente
deve avere paura. Non è una minaccia, ma un impegno. Il boia sa che se ci
togliamo il cappio il primo a rimetterci le penne è lui”. Potrebbe essere il
comizio di qualche testa calda di Forza Nuova o dell’ultrà di una curva e
invece, a parlare così solo sette anni fa, era il promotore del referendum
sulla Giustizia, Matteo Salvini. Ripeto, quel tizio al governo che invoca la
giustizia giusta, il garantismo, la presunzione d’innocenza e così via. Quel
tizio che dai gazebo grida “firmate per la giustizia” credendosi Pannella e che
fino a poco tempo fa suggeriva di organizzare squadroni credendosi Maduro.Uno
che al congresso della Lega suggeriva di andare a prelevare i giudici a casa,
invitava gli elettori a commettere reati in nome della rivoluzione contro i
boia di Bruxelles (tipo Draghi), che parlava di qualcuno che avrebbe dovuto
“rimetterci le penne”. Perché in questi anni sull’incoerenza di Matteo Salvini
si sono consumati fiumi di inchiostro e pure numerosi affluenti, ma il periodo
che attraversiamo ne condensa l’ipocrisia nel suo succo più concentrato di
sempre.Del suo credibile sforzo per una giustizia giusta abbiamo appena detto,
e basterebbe anche solo quello, se non si aggiungesse l’esilarante arringa di
ieri in difesa dell’assessore alla sicurezza di Voghera, che ha sparato a un
cittadino straniero in seguito a una discussione. Ora, a parte l’episodio in
sé, per cui è un po’ come se l’assessore al turismo a Pisa riempisse la torre
di cariche esplosive e ci costruisse sopra un lavaggio auto, secondo Salvini
“si tratterebbe di legittima difesa visto che accidentalmente è partito un
colpo”. In pratica, secondo il promotore del referendum sulla Giustizia,
l’assessore si è difeso sparando a sua insaputa. L’imputato eventuale dunque è
la pistola. O, al massimo, la mano dell’assessore, che però vivrebbe di vita
propria tipo Mano della Famiglia Addams.Mi raccomando, andate a firmare
il referendum. Pure con una mano non vostra, alla Lega va bene lo stesso. Anche
sul ddl Zan, nell’ultimo mese, l’ipocrisia di Salvini ha compiuto le sue
acrobazie migliori.Sorvolando su tutte le sue false
interpretazioni della proposta di legge, l’idea che la sua avversione al ddl si
basi soprattutto sullo spauracchio “reati d’opinione” fa parecchio ridere.
Salvini che ha paura di vedere se stesso o uno dei raffinati pensatori del suo
partito imputati per un reato d’opinione. Lui, che ai reati d’opinione
s’appella compulsivamente per zittire non solo i suoi nemici, ma anche semplici
cittadini, vittime dello Stato, vignettisti, giornalisti, perfino sacerdoti.
Lui che querela la Cucchi perché gli dà dello sciacallo. De Benedetti perché
gli dà dello xenofobo. Vauro per una vignetta. Il Fatto per “cazzaro verde”.
Saviano. E perfino il povero Don Alberto, 80 anni, che aveva detto: “O si è
cristiani o si è con Salvini”. I reati d’opinione, insomma, gli piacciono
parecchio, purché evidentemente qualcuno non voglia impedire ai suoi colleghi
di partito o ai suoi elettori di dire, che so, che i gay vanno bruciati a
novembre assieme alle foglie secche. E infine, l’ipocrisia acrobatica più
spettacolare: la sua limpida, cristallina posizione sui vaccini. Basta
domandargli se si è vaccinato per leggere nei suoi occhi la serenità di Totti
quando gli chiedono di Spalletti.Ben attento a non scontentare i no-vax, non
solo non si è vaccinato nonostante usi la mascherina per asciugarsi la fronte e
faccia selfie pure con la spugnetta cattura-sporco, ma alla domanda “è favorevole
alla vaccinazione?”, risponde: “Io non vado in giro a inseguire la gente con la
siringa!”.Che voglio dire, è una risposta di per sé piuttosto curiosa. È tipo
chiedere a qualcuno: “Le piace il mare?”. “Be’, non vado mica in giro con un
ombrellone nel sedere!”. O: “È favorevole all’eutanasia?”. “Be’ non vado mica
in giro a mettere in faccia cuscini alla gente!”. “Scusi Salvini, condivide le
battaglie di Greta Thunberg?”. “Sì, ma non chiedo mica a Claudio Borghi di
farsi le trecce!”. Boh. Roba che uno alla fine non sa mai dove collocarlo,
quest’uomo.Salvini risponde a ogni offerta possibile, asseconda qualunque idea,
ammicca a qualunque corrente. Giustizialista, garantista, pro-vax, no-vax,
pistolero texano, fine giurista, euro-nemico, euro-scodinzolante. Tutto. Lui
non cambia idea. Non cambia palco. Cambia platea. E chi dice che è un buon
venditore di tappeti, sbaglia. Lui vende tutto, dai tappeti alle ciabatte
elettriche. Solo che se torni a cambiare qualcosa di tarocco o non funzionante,
scopri che il negozio è sparito: ha già aperto una pizzeria.Ogni
volta che parla in una piazza gli andrebbe ricordato. Magari alzando una mano.
E se non gli piace la domanda, ricordatevi: potete sempre dire che la mano non
era la vostra.
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