"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

giovedì 30 luglio 2020

Cosedaleggere. 58 «I "negazionisti" per principio sono come i credenti d'una religione o di una setta».

Tratto dal saggio di Gustavo Zagrebeksky "Il mondo dopo la fine del mondo" - scritto per le edizioni Laterza - riportato sul quotidiano “la Repubblica” del 29 di luglio 2020 con il titolo “La regola e l’eccezione”: (…). Che oggi si sia di fronte a un'emergenza sanitaria a me pare indubitabile. Coloro che ne dubitano, o addirittura la negano, forse sono sotto un'influenza preconcetta. Come il don Ferrante della peste di Milano del 1630 intossicato da Aristotele, come oggi altri sono intossicati da altre sostanze filosofiche post-moderne. Ci aprono gli occhi non tanto i numeri e le statistiche, quanto l'esperienza diretta di cui raccontano medici e infermieri che parlano dei contagi, delle conseguenze sull'apparato respiratorio, delle strutture della terapia intensiva "in emergenza", chiamate a salvare vite in pericolo. Noi stessi, spesso, siamo stati e siamo testimoni, sulla nostra pelle o su quella di congiunti, amici, conoscenti. I "negazionisti" per principio sono come i credenti d'una religione o di una setta che non oscillano di fronte alle smentite della realtà. La fede non ha a che vedere con i fatti, così come i fatti non hanno a che vedere con le fedi. Di fronte ai fatti, dicono che non sono attendibili, che li si deve saper leggere, che contano non i fatti, ma l'uso che qualcuno ne fa per propri interessi e disegni politici.

martedì 28 luglio 2020

Leggereperché. 24 «La filosofia è quella cosa con la quale e senza la quale il mondo resta tale e quale?».


Tratto da “Senza filosofia non avremmo inventato logica, scienza, politica e forse neanche la religione” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 28 di luglio dell’anno 2012:  (…). "La filosofia è quella cosa con la quale e senza la quale il mondo resta tale e quale?". (…). …la filosofia è un dovere verso sé stessi per la conoscenza del mondo e di sé. Ma siccome il mondo è molto complesso, e ciascuno di noi non da meno, è ovvio che la filosofia tracci tanti percorsi che spesso sembrano contraddittori.

lunedì 27 luglio 2020

Strettamentepersonale. 30 “Flipper” e l’imprevedibilità della vita.


C’è sempre l’imprevedibilità della vita (in agguato)! Avevo toccato appena il traguardo degli anni ***tanta che la predetta imprevedibilità ha ri-fatto capolino nella mia vita. La prendo alla larga. Ho sempre desiderato avere ed accudire un “amico dell’uomo”, ma le circostanze familiari e della predetta vita hanno sempre deluso quel mio accorato desiderio. Mi portavo appresso i cari, carissimi ricordi della mia fanciullezza e della mia pre-adolescenza, ricordi arricchiti da altrettanti piccoli “amici dell’uomo” che, ricordo bene, avevano tutti una particolarità: facevano tutti, indistintamente, di nome “Fido”, alludendo certamente alla qualità loro su cui si scommetteva e si contava di più.

domenica 26 luglio 2020

Leggereperché. 23 «Che ne sarà dell'uomo e delle sue prerogative quando tutto sarà virtuale?»


Tratto da “Come il computer ci cambia la testa” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 26 di luglio dell’anno 2014: Scrive Günther Anders: «La tecnica può segnare quel punto assolutamente nuovo nella storia, e forse irreversibile, dove la domanda non è più "cosa possiamo fare noi con la tecnica", ma "che cosa la tecnica può fare di noi"». Non so rispondere alla (…) domanda che chiede: «Che ne sarà dell'uomo e delle sue prerogative quando tutto sarà virtuale?», ma (…) mi è tornata in mente una storiella per bambini, riferita da Günther Anders, in cui si racconta che un re non vedeva di buon occhio che suo figlio si aggirasse a piedi per le campagne per formarsi un giudizio personale sul mondo. Perciò, per risparmiargli la fatica e facilitargli la conoscenza del mondo gli regalò carrozza e cavalli: «Ora non hai più bisogno di andare a piedi», furono le sue parole. «Ora non ti è più consentito di farlo» era il loro significato. «Ora non puoi più farlo» fu il loro effetto. Certo, è più comodo scrivere una email che scrivere una lettera, affrancarla, imbucarla e attendere la risposta, ma in questa velocizzazione che ne è della riflessione che ha bisogno di tempo, dal momento che il nostro tempo psichico non ha la velocità del tempo informatico? Certo, essere reperibili in qualsiasi momento grazie al telefonino può essere di qualche utilità, ma quanta ansia si accumula quando a un nostro messaggio non segue un'immediata risposta (a sua volta non riflessa). E poi perché dobbiamo essere una risposta agli altri, a scapito del nostro esser noi stessi, di cui forse abbiamo perso persino la memoria?

sabato 25 luglio 2020

Virusememorie. 32 «Non dobbiamo credere che la globalizzazione sia un percorso naturale, che ci rende tutti fratelli. Al contrario è un progetto pianificato di esclusione»

Ha scritto il filosofo Leonardo Caffo in “Dopo il Covid-19”“nottetempo editrice” – che «è giunto il tempo di ripensare il nostro rapporto con l’ambiente e le altre specie di esseri viventi – tutelando anche la loro salute e quella degli ecosistemi, oltre alla nostra – e di provare a diventare “postumani” – una specie che si è evoluta non nell’aspetto fisico, ma nei comportamenti, nei paradigmi intellettuali e di relazione con l’ambiente; una specie diversa nelle abitudini alimentari, nelle relazioni ecologiche con il pianeta e in infiniti altri aspetti, che devono bloccarsi dove calpestano la vita che non le appartiene direttamente. (…).

venerdì 24 luglio 2020

Ifattinprima. 79 «L’Olanda, il Paese noto nel mondo per essere un paradiso fiscale che danneggia enormemente gli alleati».


Ha scritto Michele Serra in “Per chi suona la fregatura”, pubblicato il 22 di luglio 2020 sul quotidiano “la Repubblica”: Dice il Salvini che i duecento miliardi e rotti che il fondo straordinario europeo destinerà all'Italia sono "una grossa fregatura". Per lui sicuramente sì, visto che il laborioso compromesso è un successo, sia pure parziale, del governo Conte, e soprattutto rinsalda almeno un pochino la sgangherata compagine europea, nemico numero uno dei sovranisti di ogni contrada. Dicesi compromesso, del resto, un accordo che tiene conto di esigenze divergenti. Altre soluzioni rimangono nel campo delle ipotesi. Per esempio, è anche possibile che il Salvini, marciando su Bruxelles a capo di un manipolo di ardimentosi, avrebbe potuto espugnare il Parlamento, schiaffeggiare i deputati anziani e costringere gli avidi banchieri settentrionali, dai ventri obesi e le mani sudate, a vuotare i loro forzieri. Ma le cose non sono andate così. Il fato, che ogni tanto indovina le sue mosse, ha voluto che questa inaudita emergenza fosse gestita da altre persone e altri partiti, che hanno fatto a modo loro, portando a casa un risultato dignitoso, con il Salvini isolatissimo e furente, sempre più somigliante al capitano Haddock di Tintin. Meloni è più sagace, dunque più prudente nei giudizi. (…). Se il virus dello scissionismo, del quale sono tradizionali portatori gli animali di sinistra, fa il salto di specie e contagia anche la destra, possiamo tirare un sospiro di sollievo. Di seguito, una riflessione di Barbara Spinelli tratta da «Il Conte cocciuto e i “disfattisti”», riflessione pubblicata su «il Fatto Quotidiano» del 22 di luglio: (…). …non si dimenticherà il subbuglio delle cinque giornate di Bruxelles, e l’Unione non esce affatto guarita da questo vertice che approva il Fondo ma non senza concessioni di rilievo ai cosiddetti “frugali”. I quali hanno provato a disfare il Recovery Fund e a ridurne le novità cambiando sia la sua ripartizione (la quota delle sovvenzioni resta ma è ridotta) sia la natura dei controlli che verranno esercitati via via che si attueranno i piani di ripresa finanziati dall’Unione. Non hanno acquisito un esplicito diritto di veto sulle progressive erogazioni di fondi, ma hanno ottenuto che l’opposizione di un singolo Stato potrà temporaneamente bloccarle. Li chiamano Paesi frugali, aggettivo sicuramente da loro assai apprezzato ma che non corrisponde a nulla. I governanti in Olanda, Austria, Svezia, Danimarca, Finlandia: chiamiamoli più realisticamente, in questo frangente, i custodi del mondo di ieri, quello che sta naufragando; i fautori di una misantropica colpevolizzazione del debito; i cultori di un’austerità non solo fallita ma del tutto impresentabile in tempi di Covid e di ritorno dello Stato nell’economia. Chiamiamoli disfattisti, è aggettivo non univoco ma più pertinente. E chiamiamo l’Olanda, il cui governo ha guidato questo fronte, il Paese noto nel mondo per essere un paradiso fiscale che danneggia enormemente gli alleati. Basta già questo, specie in epoche di crisi, per inficiare la solidarietà fra europei. E bastano a inficiarla i famosi sconti, i rebates concessi in extremis ai disfattisti. Questi rimborsi parziali dei soldi versati all’Unione furono un’invenzione di Margaret Thatcher nel 1984 e sono un modo per stare nell’Ue con un piede dentro e uno fuori. Anche qui Conte è stato cocciuto e lucido, nell’evidenziare le discrasie europee che permangono: i rebates “azzoppano la solidarietà, la contrastano, la limitano, mentre il Recovery Plan realizza lo spirito di solidarietà che noi stessi abbiamo dichiarato di voler perseguire”. È stato lucido anche quando ha accusato l’olandese Rutte di miopia: “Vi state illudendo che la partita non vi riguardi […]. Tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei per avere compromesso un’adeguata ed efficace reazione europea”. Naturalmente il disfattista ha il diritto di combattere il proprio Paese, se lo ritiene tirannico. Ma il disfattista di cui si parla qui vuole il degrado dell’Europa di cui c’è bisogno, e non smetterà di volerlo. Il degrado è facilitato dal permanere, nelle decisioni più importanti, dell’unanimità: un solo Paese può alzare la bandiera del veto. È il motivo, tra l’altro, per cui da anni sono chiuse nei frigoriferi le riforme delle politiche di migrazione approvate dal Parlamento europeo: accordo di Dublino, rimpatri, reinsediamenti, qualifiche, accoglienza, ecc. Il disfattista che gongola quando lo chiamano frugale è anche cieco. Gli è passato davanti un tifone – il Covid – e non se n’è accorto. In quel momento passeggiava nei giardinetti e proprio non l’ha visto, povero disgraziato. C’è un personaggio così nel Tifone di Conrad. Non avendolo visto e non vedendolo, Rutte ha chiesto quel che chiede da sempre: molto più potere agli Stati, molto meno alla Commissione che ha avuto la faccia tosta di proporre il Recovery Plan e che pensa di poter vegliare sulla sua attuazione, come chiesto dai non-disfattisti nella speranza che finiscano i rapporti di forza fra Stati cui l’Unione s’è ridotta. In parte i disfattisti l’hanno purtroppo spuntata: il controllo dei vari piani di ripresa è nelle mani della Commissione, ma gli Stati nel Consiglio avranno l’ultima parola e un singolo Paese membro può interrompere le erogazioni per almeno tre mesi. Nei giorni scorsi Rutte è entrato nel dettaglio, ricordando quello che a suo parere l’Italia dovrebbe fare su pensioni e mercato del lavoro. Nessuna differenza, per lui, rispetto ai prestiti condizionati che hanno devastato la Grecia (anche per motivi politici: c’era un premier, Tsipras, cui bisognava dare una lezione).

giovedì 23 luglio 2020

Ifattinprima. 78 I “Rosiconi”.


Quadro primo. I “rosiconi” del prima. Tratto da “Ricoveri Fund” di Marco Travaglio, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 22 di luglio 2020: (…). “Conte pronto a svendere l’Italia. Vuole ricorrere al Mes, una trappola che ci consegnerà alla Troika” (Verità, 26.3).
“Inizia il dopo Conte” (Giornale, 4.6).

mercoledì 22 luglio 2020

Cosedaleggere. 57 Bernard-Henri Lévy: «lo scopo della vita è altrove».


Tratto da “Bernard-Henri Lévy: giù la maschera, Covid-19”, intervista di Anais Ginori al filosofo Bernard-Henri Lévy pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 17 di luglio 2020: (…). “C'è un vero e proprio moto di rivolta contro il tipo di ordine sociale che sta uscendo dalla crisi del Covid".
Siamo reduci da quella che lei definisce "Prima paura mondiale"... "Per la prima volta l'umanità intera ha avuto paura della stessa cosa, nello stesso momento. Ovviamente gioco sul riferimento alla Prima guerra mondiale, anche se è vero che siamo in grande pericolo. Possiamo morire di Covid, ma anche di fame, di miseria, di disperazione, di solitudine e di tutte le altre malattie più antiche che gli ospedali non hanno più avuto tempo di curare".

martedì 21 luglio 2020

Ifattinprima. 77 «Parte del Pd e financo Prodi sognano un governissimo col pregiudicato. Fingendo di dimenticare chi è».


“Favola vera”, favoletta politicamente scorretta di Andrea Camilleri postata il lunedì 4 di ottobre dell’anno 2004: “Eletto a furor di popolo Presidente di tutto (della Repubblica, del Senato, della Camera, del Consiglio) il Cavaliere riunì i suoi ministri e disse: «Da tempo avevo preparato la riforma della Costituzione. Prendete appunti. Il testo l’ho già inviato alla Gazzetta Ufficiale».

lunedì 20 luglio 2020

Ifattinprima. 76 Veronica: «“Mio marito è malato, non posso stare con un uomo che frequenta minorenni”».


“Il Cavaliere e la mela”, favoletta politicamente scorretta di Andrea Camilleri postata il mercoledì 20 di ottobre dell’anno 2004: “Quand’era picciliddro, e quindi non ancora Cavaliere, il futuro Cavaliere vide un compagnuccio che stava a mangiarsi una grossa mela. Gliene venne gana irresistibile. Facendo finta di niente, si accostò al compagnuccio, gli strappò la mela e la pigliò a morsi. La zia monaca del futuro Cavaliere, che era una santa fimmina, a quella scena aspramente rimproverò il nipote. «Non sono stato io a rubare la mela», ribatté il picciliddro continuando a dare morsi al frutto. «La colpa è tutta del mio compagno che se l’è lasciata rubare»”.


domenica 19 luglio 2020

Leggereperché. 22 «Nietzsche chiede: «Come è venuta al mondo la ragione? Come è giusto che arrivasse in un modo irrazionale, attraverso il caso».


Si racconta che Baruch Spinoza (1632-1677) in punto di morte, nella caliginosa giornata del 21 di febbraio dell’anno 1677 in terra d’Olanda, abbia così risposto al borgomastro della città di Amsterdam che gli chiedeva a quale confessione volesse affidarsi per l’imminente Suo trapasso: «Ho seguito Dio secondo i lumi che mi ha donato, l’avrei servito altrimenti se me ne avesse dati di differenti». Traggo da “Non solo dio anche la scienza è un'invenzione” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 19 di luglio dell’anno 2014:

sabato 18 luglio 2020

Leggereperché. 21 «Camilleri è stato il "bene rifugio" di un Paese umiliato».


All’indomani della dipartita di Andrea Camilleri Francesco Merlo ne tratteggiava la figura con un personalissimo ricordo in “Non resterà nulla? E io me ne fotto” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 18 di luglio dell’anno 2019:

venerdì 17 luglio 2020

Cosedaleggere. 56 «La lingua e la Sicilia, che erano la sua identità».

Il 17 di luglio dell’anno 2019 ci lasciava Andrea Camilleri. Andrea Camilleri, che è stato per tutta la Sua vita un “comunista” dichiarato “senza se e senza ma”, ebbe a scrivere, all’indirizzo di quell’anticomunista sfegatato del cavaliere di Arcore, questa “favoletta politicamente scorretta” che ha per titolo “Il Cavaliere e la morte” – postata la domenica 10 del mese di ottobre dell’anno 2004 -:

giovedì 16 luglio 2020

Leggereperché. 20 «Dio è un nome che soddisfa il nostro bisogno di reperire una causa per ogni evento».


Ha scritto – alle pagine 41/42 - Woody Allen nella Sua autobiografia “A proposito di niente” – “La nave di Teseo” editrice (2020) -: “(…). Per cominciare, ho sempre pensato che la religione fosse un grande imbroglio.

mercoledì 15 luglio 2020

Cosedaleggere. 55 «I tabù cadono per stanchezza, o noia, o smemoratezza».


“Favoletta politicamente scorretta” di Andrea Camilleri che ha per titolo “Il Cavaliere e la volpe”, postata il mercoledì 27 di ottobre dell’anno 2004:

martedì 14 luglio 2020

Ifattinprima. 75 Storie poco commendevoli dall’Italia.


Non mi voglio perdere e farVi perdere al contempo il piacere di ri-leggere “Il pelo, non il vizio”, favoletta “politicamente scorretta” di Andrea Camilleri postata il lunedì 1 di novembre dell’anno 2004.

lunedì 13 luglio 2020

Cosedaleggere. 54 Apologhi.

1.
Un professore di zoologia spiegava ai suoi alunni la discendenza del colombo tomboliere dal torraiuolo. Diceva che il capriccio dell’allevatore aveva, durante lunghi secoli, prescelti per la riproduzione gl’individui che avevano questa strana qualità di fare delle capriole. Così aveva potuto prodursi lo strano animale tanto accanito nel far capriole da ammazzarsi. - Oh! Quale infamia! – disse uno degli alunni. – Non è un’infamia – osservò il professore -. È la vita! Anche la selezione fra gli uomini è fatta oggidì in modo che non sono i migliori che sopravvivono ma bensì quelli che meglio sanno fare delle capriole. Se le cose continuano così chi sa quale pazzo animale ne risulterà –.

domenica 12 luglio 2020

Ifattinprima. 74 B.: «Tessera numero 1816 e il grado di “apprendista muratore”».


Tratto da “Promemoria/1” di Marco Travaglio, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 10 di luglio 2020: (…). 1973. Silvio B. soffia Villa San Martino ad Arcore a un’orfana minorenne, Annamaria Casati Stampa, pagandola una miseria (per giunta in azioni di sue società non quotate: valore zero) grazie ai buoni uffici del protutore della ragazza, l’avvocato Cesare Previti, figlio di uno dei suoi amministratori-prestanomi.

venerdì 10 luglio 2020

Ifattinprima. 73 Cordero: «pretende d’essere diverso e lo è clinicamente parlando. Appare monco dell’organo morale».


È interessante riprendere, prima di leggere l’editoriale di Marco Travaglio - “Chi tace acconsente” - pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di ieri 9 di luglio, l’intervista rilasciata dallo scomparso Franco Cordero alla giornalista Silvia Truzzi - “Il caimano finirà male. È monco dell’organo morale” -, intervista pur essa pubblicata su “il Fatto Quotidiano” del 6 di luglio dell’anno 2013:

giovedì 9 luglio 2020

Leggereperché. 19 «Lo stile "mi piace" o "non mi piace" ha contaminato il nostro modo di discutere e argomentare».


Tratto da “Sono le idee fisse a impedirci di ragionare bene” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 9 di luglio dell'anno 2016: Lo stile "mi piace" o "non mi piace" ha contaminato il nostro modo di discutere e argomentare. Con il rischio di estinguerlo, riducendoci alla povertà del pensiero.

martedì 7 luglio 2020

Eventi. 32 Ennio Morricone: «Oggi mi guardo indietro e credo che il segreto sia stato lo studio serio e rigoroso».


Ieri Ennio Morricone ci ha lasciati. Ho sempre pensato alla musica come a qualcosa pre-esistente a noi stessi, un qualcosa liberamente fluttuante nell’aere e che solamente le grandi anime sentono, carpiscono e riescono a mettere assieme per renderlo al resto degli umani. Ennio Morricone è stato tra i più eccelsi “ladri” – al pari di un Mozart, di un Brahms - non già di aquiloni ma di quelle “note” liberamente fluttuanti, che aspettano soltanto un genio che le sappia catturare per renderle vive ed udibili ai più. Ha scritto di sé stesso: «Mentre da giovane ritenevo esistesse una musica “assoluta” e una per il cinema, nel tempo – con l’esperienza – ho capito come tra i due ambiti espressivi esistano convergenze profonde. È così che ho musicato i film di Leone, Pasolini, Pontecorvo, Petri, Malick e De Palma; nella consapevolezza che cinema e musica sono arti della temporalità, la cui alleanza si consuma nello scorrere di secondi, minuti, ore».    

lunedì 6 luglio 2020

Leggereperché. 18 «La coscienza del popolo si forma (o deforma) ormai soprattutto di fronte agli schermi televisivi».


Tratto da “Il grande disordine democratico” di Massimo L. Salvadori, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 6 di luglio dell’anno 2016: Il repubblicano Machiavelli ben conosceva quali fossero gli argomenti degli oligarchi contro il governo popolare: essere follia affidare alla massa, composta dagli strati inferiori della società, i meno dotati di mezzi culturali e materiali, il potere superiore a tutti, la possibilità di contribuire a decidere delle sorti di uno Stato.

domenica 5 luglio 2020

Ifattinprima. 71 «Come e quanto è stata inquinata la vita politica e imprenditoriale italiana, in questi anni sventurati».


Scrive Ezio Mauro in “Il pozzo dei segreti di Berlusconi” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di ieri 4 di luglio: Come un vulcano che dorme, senza essere spento, Silvio Berlusconi non è più in grado di minacciare sconquassi, ma nel cratere del suo ventennio continuano a ribollire il fuoco e soprattutto il fumo dell'eterna contesa con la giustizia, dov'è bruciato anche il suo romanzo politico e si è consumata la sua leadership.

sabato 4 luglio 2020

Cosedaleggere. 53 Bestiario breve.

1 “Una vespa si posò sul collo di un contadino. – Ora ti pungo – fece la vespa. – Ragioniamo un momento – disse il contadino. – Che te ne viene? Io massimo massimo mi faccio due giorni di febbre, tu invece dopo avermi punto, sei costretta a morire. Ti pare cosa? –. La vespa non rispose e lo punse. Colto da choc anafilattico, il contadino morì. Il suo ultimo pensiero fu: - Se l’ammazzavo con una botta invece di farla ragionare, a quest’ora sarei ancora vivo -. A poca distanza, sconciata, la vespa stava per morire. Il suo ultimo pensiero fu: - Se ragionavo invece di pungerlo, a quest’ora sarei ancora viva -. Questa è una favola assolutamente inutile.

venerdì 3 luglio 2020

giovedì 2 luglio 2020

Virusememorie. 31 Una «lettera dal pianeta Terra».


Ritrovo tra le mie carte una riflessione di Philippe Starck - architetto e designer francese - risalente al dicembre dell’anno 2008. La trascrivo di seguito. È una riflessione che indirizza ancor oggi il dibattito sull’ambiente e sulle sue problematiche in ambiti non direi opportunistici ma utilitaristici sì per il genere umano. Stanno tutti a naso in su aspettando l’evento, stanno tutti a dire che da questa pandemia, e lo si era detto anche per la crisi economico-finanziaria globale, ne uscirà un “mondo diverso”; il problema sta proprio in quel “mondo diverso”, in quali inattese forme esso si sostanzierà.

mercoledì 1 luglio 2020

Ifattinprima. 70 «B.: un delinquente seriale che i giudici o li paga o li induce a delinquere».


Tratto da “Nastro lindo” di Marco Travaglio, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del primo di luglio 2020: (…). Tutto in famiglia. Casomai ciò non bastasse, ci sono i fatti: una recente sentenza del Tribunale civile di Milano e l’audio di una conversazione del 2013, poco dopo la condanna irrevocabile, fra il giudice relatore Amedeo Franco e il neocondannato B. davanti a misteriosi testimoni.