"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 13 luglio 2020

Cosedaleggere. 54 Apologhi.

1.
Un professore di zoologia spiegava ai suoi alunni la discendenza del colombo tomboliere dal torraiuolo. Diceva che il capriccio dell’allevatore aveva, durante lunghi secoli, prescelti per la riproduzione gl’individui che avevano questa strana qualità di fare delle capriole. Così aveva potuto prodursi lo strano animale tanto accanito nel far capriole da ammazzarsi. - Oh! Quale infamia! – disse uno degli alunni. – Non è un’infamia – osservò il professore -. È la vita! Anche la selezione fra gli uomini è fatta oggidì in modo che non sono i migliori che sopravvivono ma bensì quelli che meglio sanno fare delle capriole. Se le cose continuano così chi sa quale pazzo animale ne risulterà –.
Questo “apologhetto” è di Italo Svevo che ha lasciato questo mondo in tempo – 1928 – per non assistere al risultato della magnifica selezione realizzata all’interno della specie umana. Ché, se solo il destino Suo gli avesse concesso di vivere un tratto più lungo  per intravedere almeno l’inizio dell’umana selezione, gli si sarebbe risparmiato comunque di accertarsi dove la selezione stessa sarebbe meravigliosamente approdata, con le stupende creature, attualmente viventi, caprioleggianti nella politica e dintorni, ovvero di tutte quelle creature dello spettacolo e dell’avanspettacolo dedite esclusivamente all’effimero più nauseabondo, e con la pletora di tanti dei viventi a fare da degna cornice all’inverecondo zoo umano.

2.
Ovvero di un discorrere tortuoso e di estrema complessità. Non lineare come potrebbe farne pensare il suo ininterrotto eterno trascorrere. Stante la mia personale inadeguatezza ad affrontare l’ostico assai argomento, rimando di primo acchito – come un esperto giocatore del bigliardo - allo scritto pregevole di Michele De Lucchi che è architetto e designer di grande valore, avendo anche progettato edifici e aree urbane in Italia e all'estero. Le Sue idee d’arredamento sono esposte nei più importanti musei del mondo. È pittore, scultore, designer, architetto: È sicuramente l'artista più leggendario che sia mai esistito, più ammirato, più rispettato, più temuto: eppure pochi ne conoscono il nome e ancora meno sanno riconoscere i suoi capolavori. Le sue opere sono sparse per il mondo e sono talmente numerose che non possono essere conservate nei musei, e sebbene i musei ne possiedano molte, sono ben in numero superiore quelle che si trovano fuori nelle città, nei palazzi pubblici e privati, nei giardini e nelle campagne. Forse si potrebbe dire che è più facile trovarne nei luoghi semplici, umili e poveri: dove non c'è la presunzione di mantenere tutto sempre pulito e lucido, intatto e immutabile. È un personaggio schivo, poco pubblico, non si incontra mai nelle riunioni e nelle assemblee e mai e poi mai nelle feste e nelle celebrazioni. Lui arriva dopo, all'apparenza sempre in ritardo, in realtà puntuale e affidabile come null'altro al mondo, mai una scusa, un'assenza, una defezione, una malattia. Lavora sempre, indefessamente, e si può dire che nessuno lo abbia mai visto con le mani in mano: a qualsiasi ora del giorno e della notte scava, incide, colora, crea e non necessariamente in silenzio, anzi talvolta facendosi precedere da boati assordanti, eruzioni di vulcani, lampi, tuoni. Si avvale dell'aiuto dei più straordinari agenti atmosferici, umidità, pioggia, vento, neve, gelo, siccità, calura e tutti, sotto la sua magistrale guida, operano a livelli di perfezione assoluta, decisamente padroni di sé stessi e del proprio talento, incapaci di sbagliare. Non teme alcuna critica, alcun giudizio, alcun attacco: è umile e tollerante, paziente come nient'altro al mondo: sa aspettare, calmo, meticoloso, persistente ma non insistente, imperscrutabile e imprevedibile nella sua genialità, conscio del suo potere sull'uomo e sulla natura. È il Tempo che passa, se lo incontrate ammiratelo e sbalordite del suo splendore.

1 commento:

  1. "C'è qualcos'altro che ha il potere di svegliarci alla verità. È il lavoro degli scrittori di genio. Essi ci danno, sotto forma di finzione, qualcosa di equivalente all'attuale densità del reale, quella densità che la vita ci offre ogni giorno, ma che siamo incapaci di afferrare perché ci stiamo divertendo con delle bugie".( Simone Weil).

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