"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 22 gennaio 2023

ItalianGothic. 27 Franco Maresco: «Siamo all’interno di una banalizzazione dell’esistenza».

                                        Sopra. Renato Guttuso. "La Vucciria". 

Ha scritto Marco Travaglio in “Bavagli intermittenti” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di oggi domenica 22 di gennaio 2023:

(…). Tutto ciò che avete saputo dai media (incluso il Fatto) della cattura di MMD è proibito dalle leggi: quella sulla Privacy (vietate le notizie sulla salute), il Codice di procedura penale che tutela il segreto investigativo (vietate le notizie penalmente rilevanti e a maggior ragione i video dei blitz), il bavaglino Orlando (vietato divulgare e pure trascrivere intercettazioni e altri elementi penalmente non rilevanti), il bavaglio Cartabia (vietato agli inquirenti dire i nomi degli arrestati e i motivi per cui sono finiti dentro). Se al posto di MMD&C. ci fosse un qualsiasi politico o imprenditore, oggi non assisteremmo ai festeggiamenti per lo storico successo dello Stato, ma a un bombardamento a tappeto contro i pm, le forze dell’ordine e i giornalisti che violano più leggi che l’arrestato, esponendolo alla gogna e rovinandogli la reputazione. Perché nessuno protesta? Perché l’arrestato è un mafioso. I politici si pavoneggiano per i meriti di pm e forze dell’ordine, ben felici che siano prodighi di notizie e immagini (vietate). E i giornali devono soddisfare le curiosità dei lettori, quelle lecite e pure quelle morbose. Tanto, almeno finora, non è uscito nessun nuovo politico colluso e quelli vecchi già condannati (Dell’Utri, Cuffaro, D’Alì ecc.) si finge che colludessero con un’altra mafia. Noi abbiamo sempre combattuto tutti i bavagli – di B., di Orlando, di Draghi e Cartabia – e rivendicato l’obiezione di coscienza per dare ai lettori tutte le notizie di pubblico interesse, penalmente rilevanti o irrilevanti che siano. Su mafiosi, criminali comuni e colletti bianchi. Ma contro i bavagli Orlando e Cartabia eravamo soli e tacciati di “voyerismo giustizialista”. E ora siamo curiosi di sapere perché i giornaloni che li esaltavano se li strappano, e solo su MMD: il vostro “garantismo” è uguale per tutti, o vale solo per lorsignori? Di seguito, “Il boss nello squallore di selfie e orologi da vip: la gente si rivede in lui”, intervista di Alessandro Ferrucci al regista siciliano Franco Maresco – autore di “Cinico Tv” - pubblicata sullo stesso numero de’ “il Fatto Quotidiano” di oggi: (…). - Sono in grande imbarazzo (…) -.

Che è successo? - L’arresto di Messina Denaro dà un’impressione di totale squallore; è una vicenda avvolta da retorica e da strafottenza mediatica -.

Si parla anche di strafottenza da parte della borghesia e della popolazione che ha taciuto la presenza del boss? - Qual è la novità? Da sempre la borghesia palermitana è connivente, da sempre i medici e le cliniche hanno curato certi personaggi; negli anni 80 la cosiddetta borghesia frequentava la tenuta di Michele Greco (detto il Papa) e alcuni si dilettavano di caccia -.

Solo la borghesia? - (…). Noooo, anche il clero e l’aristocrazia. Tutti presenti -.

Quando c’è stato il cambio di prospettiva? - Dall’arresto di Totò Riina: lì si è scoperta la tristezza che avvolge tali personaggi; (ci ripensa) quando ero ragazzo il boss manteneva una sua liturgia formale, era parte di una mitologia, di mistero, un atteggiamento descritto da Leonardo Sciascia nel suo Don Mariano (Il giorno della civetta, ndr). E il carcere era vissuto come un luogo di inevitabile eroismo -.

E adesso cosa è successo? - Che le persone si sono riconosciute in Matteo Messina Denaro, nel suo abbigliamento, nell’ostentare l’orologio costoso, nel non negarsi un selfie o una pasticca di Viagra -.

Anche Buscetta era un amante del lusso, tanto da andare in crociera. - Lui era un unicum e da ragazzino l’ho pure conosciuto: entrambi andavamo allo stesso bar -.

Il bar è un’altra certezza. - A Palermo ce n’era uno frequentato contemporaneamente dai giudici e da boss come Bontade e Inzerillo; poi c’era il bar Commercio con all’interno delle salette riservate per alcuni -.

Insomma, da Riina in poi… - Qui i riferimenti sono molti e complessi, ma penso a La società dello spettacolo descritta da Guy Debord: viviamo in un mondo digitalizzato dove non esiste più il mistero; quando ero ragazzo certe situazioni non si conoscevano, e chi ne era parte proteggeva quel mistero con la vita stessa. Adesso siamo all’interno di una banalizzazione dell’esistenza -.

Alcuni carabinieri sembravano porsi a favore di telecamera. - Un anno fa ho scoperto un programma dove si ricostruiscono i delitti con le stesse forze dell’ordine che partecipano e interpretano sé stesse; (cambia tono) il mutamento l’ho iniziato ad avvertire vent’anni fa sulla mia pelle, davanti alla mia telecamera -.

Come? - Quando andavo alla Vucciria, vedevo le persone con una postura differente a seconda del programma televisivo che andava in quel momento. E i presenti manifestavano un interesse diverso anche verso la mia telecamera -.

Ciccio Mira, protagonista del suo Belluscone, come ha preso la notizia dell’arresto? - Me lo domando da quando ho saputo, ma non lo so; (sorride) anni fa per una scena gli ho chiesto di vestirsi da Carabiniere. “Ma che sei pazzo? Mi vuoi far sputare in faccia dai miei fratelli?”. Poi un giorno, per la mia insistenza, ha lanciato una sfida: “Sai quando mi vestirò da Carabiniere? Quando prenderanno Matteo Messina Denaro”. Per lui era impossibile -.

Simbolicamente la mafia è battuta? - Non lo so, si è certamente conclusa un’epoca. Ma hanno preso un residuato bellico -.

Rispetto all’arresto di Riina o Provenzano sembra ci sia stata meno enfasi nella popolazione. - Anche meno e non sono questi giorni a dimostrarlo, ma come sono andate le elezioni palermitane, con il coinvolgimento di Cuffaro e Dell’Utri. Qui tutti zitti -.

Ha girato sia in bianco e nero che a colori. Per raccontare l’arresto quale pellicola utilizzerebbe? - Il colore è sempre brutto, mentre il bianco e nero è il cinema che dà spazio all’immaginazione. Messina Denaro non c’è bianco e nero in grado di salvarlo -.

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