"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

mercoledì 11 gennaio 2023

Dell’essere. 66 Umberto Galimberti: «L'anima non esiste, esiste però l'idea di anima».  

          Maggiani: "L'anima delle cose".  Serrastretta (Calabria, 31-10-2022). 

Ha scritto Maurizio Maggiani in “Animale. Il soffio vitale dell’Universo” pubblicato sul settimanale “Robinson” del quotidiano “la Repubblica” del 17 di dicembre dell’anno 2022:

Che ha un'anima, e l'anima è tutta nell'accadico anahu, alito, respiro, che si fa ancora accadicamente, e misteriosamente, animu, inclinazione, disposizione d'animo. Così rimangono sino al latino e a noi distintamente anima e animus, la prima come soffio vitale ed il secondo come carattere, spirito, disposizione. Ora restiamo all'anima di animale; è bella la tradizione universale che vuole la vita insufflata da un soffio divino, che la vita stessa non sia che un soffio, un respiro, un respiro che si fa anelito, da halare, esalare. Meno carino che la tradizione giudaico cristiana abbia sparso la voce che il soffio divino sia stato destinato in esclusiva ad Adamo, rappresentante primigenio del genere homo. Non so cos'è che abbia spinto Yahweh a una scelta così avventata, magari, se proprio ci teneva, poteva riservare alla sua creatura prediletta l'animu, la sua poco raccomandabile disposizione d'animo. Diciamo pure che è una forzatura e che più che di Yahweh ci si vede lo zampino di Adamo, il trascrittore della storia; di certo non ne è venuto niente di buono, e c'è l'intero universo che ne ha da ridire. E nell'universo ogni animale, ogni essere portatore di un'anima respirante, e l'universo stesso che, non saprei dire quanto figuratamente, gli scienziati dicono abbia un suo respiro. Tutto respira fin dove riusciamo ad ascoltare, tutto è animale, e, per quanto ne sappiamo, lo è anche oltre il nostro ascolto. Dunque non c'è parola più adatta a raccontare la vita, e quando diciamo "l'anima delle cose" ne accettiamo l'unica sensata verità. Di seguito, “Che cos’è l’anima?” di Umberto Galimberti pubblicato sul settimanale “d” del quotidiano “la Repubblica” del 17 di novembre dell’anno 2022: (…). …cercherò di percorrere i diversi significati che questa parola ha assunto in Occidente.  "Anima", infatti, è una parola che la tradizione ha reso venerabile: immortale nel linguaggio religioso, evocativa in quello dei poeti, fondamentale in quello psicologico che, senz'anima (psiche) non saprebbe di che cosa occuparsi, essenziale nelle cose d'amore, dove nessuno vuole essere amato solo per le fattezze del suo corpo. Eppure a questa parola non corrisponde assolutamente nulla. Se l'anima non esiste, esiste però l'idea di anima che, contrariamente a quanto i più pensano non è nata nella tradizione giudaico-cristiana, ma nella cultura greca, responsabile del dualismo anima e corpo, che ancora condiziona la cultura occidentale sia in campo religioso che in quello psicologico. Ma vediamo passo passo come questa idea è nata e come si è strutturata, creando più problemi di quanto si pensava di poterne risolvere con l'introduzione del concetto di anima. A dimostrazione di questa tesi prenderemo le mosse dalle due fonti della cultura occidentale che sono rispettivamente la cultura greca, che con Platone ha introdotto il concetto di "anima", e la tradizione giudaico-cristiana, che originariamente non aveva alcuna nozione di anima. Platone voleva costruire un sapere universale e valido per tutti, e perciò non poteva prendere le mosse dalle informazioni che riceviamo dal corpo, perché le sensazioni corporee sono diverse da individuo a individuo; inoltre il corpo muta: da giovane, diventa adulto e poi vecchio, si ammala, è corrotto dalle passioni, per cui è impossibile creare un linguaggio universale e valido per tutti basandosi sulle sensazioni corporee. Di qui la necessità di procedere per idee, numeri, misure, per figure astratte di cui è capace quell'organo che lui chiama "anima (psyché)". E infatti: "Sembra ci sia un sentiero che ci porta, mediante il ragionamento, direttamente a questa considerazione, e cioè: fino a quando noi possediamo il corpo e la nostra anima resta invischiata in un male siffatto, noi non raggiungeremo mai in modo adeguato ciò che ardentemente desideriamo, vale a dire la verità" (Fedone, 66b). Quando la Bibbia è stata tradotta in greco la parola nefes è stata tradotta con psyché (anima). Ma nefes non significa "anima", ma "vita" come dimostrano i 755 passi in cui questa parola compare. Qui, per ragioni di spazio, ci limiteremo a tre esempi: "Occhio per occhio, dente per dente, nefes per nefes" (Esodo 21,23). "La nefes della carne risiede nel sangue" (Levitico 17,11). "Muoia la mia nefes con tutti i filistei" (Giudici, 16,30). Dove è evidente che nefes non vuol dire anima, ma vita. Il cristianesimo ha come suo fondamento il corpo perché, come scrive Giovanni nel suo Vangelo (1, 14): "Il Verbo si è fatto carne e abitò tra noi". Gesù nasce, predica, muore, risorge con il suo corpo. E anche San Paolo, quando parla della resurrezione dell'ultimo giorno non parla di "anima" (psyché) ma di "corpo" (soma): "Si semina il corpo corruttibile e risorge incorruttibile" U. Corinti 15,42). Fu Sant'Agostino, neoplatonico, a prelevare la parola "anima" da Platone, che l'aveva introdotta in uno scenario gnoseologico per risolvere un problema di conoscenza, per inserirla nello scenario della salvezza, inaugurando il tratto tipico dell'antropologia occidentale che pensa l'uomo composto di anima e corpo. Un corpo corruttibile e perituro e un'anima incorruttibile e immortale. In tutto ciò non c'è nulla di cristiano. E bene farebbero i cristiani a prestare attenzione al loro Credo, in cui recitano di credere non nell'immortalità dell'anima, ma nella resurrezione dei corpi. Anche i teologi oggi hanno corretto il loro linguaggio, per cui non parlano più di "anima” ma di "interiorità". (…). …ho dato una definizione di anima, (…) ho raccontato la successione dei significati che nella storia ha di volta in volta assunto. E questo ci dice che non c'è una verità assoluta, perché "la verità è figlia del tempo (veritas filia temporis)".

1 commento:

  1. "All'anima sono state date le proprie orecchie per ascoltare cose che la mente non capisce". (Rumi). "È l'anima quella che conosce e per l'anima i sentimenti sono ciò che per il corpo sono le sostanze che ne formano il nutrimento", (Rudolf Steiner). "Il miglior modo per capire la realtà è attraverso i sentimenti, l'intuizione, non attraverso l'intelletto. L'intelletto è limitato". (Tiziano Terzani). "Vai alle persone e nei luoghi che creano una scintilla nella tua anima". (Anonimo). "Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici. Sono i premurosi giardinieri che fanno fiorire la nostra anima". (Marcel Proust). "L'anima è un mistero e, se non fosse un mistero, non sarebbe niente di speciale". (Fabrizio Caramagna). "L'emozione è la voce dell'anima, ad ascoltarla è il cuore". (Anonimo). "La gelosia è la malattia dell'anima". (David Herbert Lawrence). "L'anima si purifica con l'amore". (Ali Ibn ABI Talib). "La coscienza è la voce dell'anima e le passioni sono la voce del corpo". (J. J. Rousseau). "Ogni giorno succedono piccole cose e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l'anima respira e grazie alla quale vive". (Banana Yoshimoto). Grazie per questo post particolarmente intrigante, che, nelle mie quotidiane ore di solitudine, mi ha tenuta piacevolmente impegnata a riflettere sul significato che attribuisco all' "idea di anima". Sono sicura, carissimo Aldo, che il tuo ammirevole impegno in questo prezioso blog rappresenti una vera risorsa per tante persone che sentano il bisogno e la necessità di riflettere, interrogarsi e conoscersi meglio... Grazie ancora e quindi buona continuazione!

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