"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

sabato 31 dicembre 2022

Eventi. 92 Pensieri per la fine di un anno.  


1 - “Pensieridifinedianno” di Gesualdo Bufalino tratti dal volume curato da Guido Almansi "Perché odio i politici” – 1991, Mondadori Editore – riportati in «Il profetico Bufalino odiava la politica “tirchia e feroce”» di Daniela Ranieri pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di ieri, 30 di dicembre 2022: (…). Odio? No. L’odio è una passione a suo modo eroica, non la sciuperei su bersagli di così povera specie. E se non odio, che altro sentimento?

giovedì 29 dicembre 2022

Memoriae. 31 Enzo Bianchi: «Non si può dimenticare, accanto al male che ci viene dalla natura, quello che è opera delle nostre mani».  

     "Adorazione del Bambino" di Gerrit Van Honthorst (1620, Firenze, Uffizi)

StoriedelNatale”. Ha scritto Tomaso Montanari – Storico dell’Arte, Rettore della “Università per gli Stranieri” di Siena - in “Le luci siamo noi” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 23 di dicembre 2022:

mercoledì 28 dicembre 2022

Piccolegrandistorie. 38 «Pregarono così il proprio Dio, che è sempre stato lo stesso Dio, per quanto gli uomini si ostinino ad attribuirgli nomi diversi».  

StoriedelNatale”. Racconta Enzo Bianchi nella intervista – “Il cristianesimo è un inno alla vita e non al dolore” - concessa ad Antonio Gnoli e riportata sul settimanale “Robinson” del quotidiano “la Repubblica” del 24 di dicembre 2022:

martedì 27 dicembre 2022

Piccolegrandistorie. 37 «"È impossibile". Lui guardò il cielo. "L'impossibilità è solo una possibilità che ancora non capisci"».  

StoriedelNatale”. Ha scritto il religioso Antonio Mazzi in “Vorrei un Natale con meno lucine ma più carico di luci interiori” pubblicato sul settimanale “Famiglia Cristiana” del 25 di dicembre 2022: Potrebbe diventare monotono: regali, presepio, alberi, auguri dovunque in casa, fuori casa, in azienda, in televisione e via via fino alla fine dell’anno, perché dopo inizia un altro capitolo che ha lo stesso titolo ma contesti diversi. C’è notte e notte, augurio e augurio, più banalità e (forse) meno genuinità di quelli del primo capitolo. Ciò nonostante la vita, che è una cosa seria, tira diritto per la sua strada e non bada alle moine. Per cui passando dalle parole ai fatti, con umiltà e serietà dobbiamo sperare e magari essere protagonisti di azioni, gesti e scelte diverse. È stato un anno quello passato, particolare, carico di dolori, guerre, paure, politiche false, giovinezze deviate e cronache deliranti. Il nuovo che sta arrivando deve in qualche modo, aggiustare i tiri. Io mi fermo al mio mondo, per non perdermi nel nulla del tutto. Spero una scuola diversa, una democrazia ribattezzata, una adolescenza amata, accolta, ascoltata ed accettata dai padri. La mia lettura è pesante. Grossman ha ragione di dire che anche questa epoca di follia insensata “la bontà spicciola, granello radio attivo sbriciolato nella vita, non è scomparso”. È vero, ma io che faccio un po’ parte dei granelli sbriciolati sono stufo. Vorrei una bontà costante, larga, autentica, paziente oltre ogni pazienza e distribuita dal centro alla periferia, dall’esteriore all’interiore, dalla briciola al pasto intero, dalla misericordia alla eguaglianza, dalla giustizia, addomesticata su misura, all’educazione fatta legge e diritto. Siamo meno cittadini e sempre più individui. Sempre meno inseriti in reti di relazioni sociali e sempre più isolati nonostante le connessioni virtuali. È più facile per noi trovare nemici che amici e addirittura essere nemici degli altri e nemici di noi stessi. Il nostro malessere sociale che da sempre esiste è esploso con il covid. Ci siamo privati di un ideale più grande dell’interesse di ciascuno di noi, che sia riconosciuto da tutti e per questo risulti in grado di unire le singole libertà. Dice Toqueville: “Senza idee comuni non c’è azione comune e senza azione comune esistono sì gli uomini, ma non un corpo sociale. Urge che tutti riusciamo a mettere insieme alcune idee base”. Vorrei un Natale con meno luci sulle strade e sui monumenti, ma carico di luci interiori, di gioie popolari e di accoglienze fraterne. Di seguito “Nella foresta incantata”, testo dello scrittore inglese Matt Haig pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 24 di dicembre ultimo: Avevo camminato per tutto il giorno nella fitta foresta finlandese. Laura non era mai stata in Finlandia, visto che le foreste non le interessavano. Forse questo spiegava tutto. Non c'era niente, in Finlandia, che mi facesse pensare a lei. Ma soprattutto volevo andare via per Natale; era una strategia di elusione. L'anno scorso mi ero ritrovato in trappola. Intrappolato dal Natale, gravato dal peso del lutto, incapace di uscire di casa. Tutti quei bovindi, quegli alberi di Natale e quelle famiglie felici. Non stava funzionando. Anche qui, nella natura selvaggia della Finlandia, non riuscivo a sfuggire all'assenza di speranza. Mi rendevo conto che ci si poteva equipaggiare per tenere lontano il freddo, ma non il dolore. E poi lo vidi. Il vecchio seduto a terra, con la schiena contro un albero. L'albero era uguale a migliaia di altri che avevo già visto. Era un pino, non un abete. L'uomo teneva gli occhi chiusi e portava un cappotto marrone. Avrà avuto settant'anni, forse di più. La faccia, sopra la barba, era arrossata, segnata dalle intemperie. Per un momento pensai che fosse morto. Era immobile. Ma poi notai il leggero movimento della sua pancia rotonda.

lunedì 26 dicembre 2022

Piccolegrandestorie. 36 Recalcati: «Nella ripetizione uniforme della vita che ci consuma, la nascita è quel taglio che riapre la vita alla vita».  

A lato. "Sigillaria".

"StoriedelNatale". Ha scritto Massimo Recalcati – che è psicoterapeuta – in “Continuare a rinascere” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 24 di dicembre 2022: (…). È anche un grande tema biblico: la salvezza si trova sempre in ciò che resta, in un "resto che ritornerà", come dichiara Isaia. Nel "giusto" Noè o nel piccolo Mosè salvati dalle acque, in Gesù risorto dal buio del sepolcro. Sono delle profonde immagini della nascita che si ripete attraverso la morte. Non a caso nella lingua ebraica la parola sheerìt, che significa resto, è composta dalle stesse lettere (reshìt) che significano "inizio". Perché, come ricordava Hannah Arendt, gli esseri umani non sono fatti per morire ma per nascere innumerevoli volte. Gli urti traumatici della pandemia e della guerra hanno mostrato il carattere tetro del potere della morte. (…). Ma festeggiare oggi il miracolo della natività significa riconoscere che la vita non si arrende a quel potere. Siamo responsabili anche della nostra nascita, diceva paradossalmente Sartre. Ma come è possibile esserlo? È necessario un "Sì!" anche per nascere. È necessario dire di "Sì!" alla vita per vivere. Questo significa che ogni volta che la vita dice "Sì!" alla vita, la vita può fare esperienza della nascita. (…). È quello che Nietzsche vede apparire nel mistero dell'eterno ritorno dell'eguale: è necessario dire un grande "Sì!" alla vita perché questo ritorno - la ripetizione inesorabile del tempo che ci divora - non appaia come un peso oppressivo, ma come l'esito di una nostra decisione, di una nostra volontà: "Sì! Voglio ancora nascere! Voglio ancora la vita nel suo splendore e nella sua atrocità! Voglio che si ripeta ancora, ancora come oggi e come tutto il tempo che è già avvenuto!". Il miracolo della nascita è, dunque, il miracolo del nuovo che accade nello stesso. Nella ripetizione uniforme della vita che ci consuma, la nascita è quel taglio che riapre la vita alla vita. È il "Sì!" che vince sul "No!". È l'affermazione che vince sulla tentazione, sempre in agguato, della negazione nichilista: "tutto è vano, tutto è inutile", diceva rassegnato l'indovino-Schopenhauer allo Zarathustra di Nietzsche. Il "Sì!" della nascita che si rinnova insiste nel mostrare che non tutto è morte, che la morte non è l'ultima parola sulla vita, che non tutto è vano, che non tutto è inutile. Lo sanno bene coloro che hanno ridato respiro ai malati di Covid, lo sanno bene i protagonisti eroici della resistenza ucraina che difendono la dignità della loro vita e la libertà della loro terra di fronte all'invasore, lo sanno bene le donne e il popolo iraniano che rivendicano il diritto di nascere di nuovo, finalmente liberi dall'oppressione di una Legge folle che agisce non in nome della vita ma in quello tetro della morte.  Di seguito, “Il Natale prima del Natale” di Maurizio Bettini pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 23 di dicembre ultimo:

domenica 25 dicembre 2022

Piccolegrandistorie. 35 Enzo Bianchi: «Una società segnata da un accentuato individualismo con tratti di narcisismo».  

StoriedelNatale”. Ha scritto Enzo Bianchi - fondatore della Comunità Monastica di Bose - in “Il vero significato dei regali” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 27 di dicembre dell’anno 2021:

venerdì 23 dicembre 2022

Piccolegrandistorie. 34 «Buon Natale» le sussurrai baciandole la sommità della testa. «Buon Natale, Poe».  


StoriedelNatale”. Ha scritto Enzo Bianchi – fondatore e già priore della Comunità monastica di Bose – in “La speranza del Natale” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 19 di dicembre 2022: Nel sapiente e poetico testo di Antoine de Saint-Exupéry, la volpe dice al principe: “Ci vogliono i riti, ovvero ciò che rende un giorno diverso da altri giorni, un’ora diversa da altre ore”. Proprio per questo, ormai vicini al Natale, la festa più sentita e celebrata nel nostro occidente, nelle notti più lunghe dell’anno noi cerchiamo di rendere luminosi questi giorni con migliaia di luci che dovrebbero creare un’atmosfera “altra”, gioiosa, nelle nostre città e nelle nostre case. (…).

giovedì 22 dicembre 2022

Dell’essere. 64 Umberto Galimberti: «Se il mondo viene a noi senza che noi si debba uscire di casa noi non siamo più al mondo, ma solo consumatori del mondo in immagine».  

                                   Canova. "Amore e Psiche" (Louvre-Parigi) 

Vitesottratte”. Ha scritto la lettrice Z**** (lettera riportata sul settimanale “d” del quotidiano “la Repubblica” del 3 di settembre 2022): Sono cresciuta in un ambiente agreste, dove sono tornata con la nascita di mia figlia che oggi ha 9 anni. Molte sue coetanee non sanno fare le capriole, non sanno saltare un fossato, c'è chi addirittura non sa andare in bicicletta. Però hanno tutte il tablet e con esso sanno trovare casa a una tigre bianca spostando il dito sulla superficie di questo oggetto.

martedì 20 dicembre 2022

Dell’essere. 63 Umberto Galimberti: «Oggi c'è difficoltà a esprimere le nostre emozioni. Perché viviamo nell'età della tecnica».  

Ha scritto Umberto Galimberti in “Conosciamo davvero le nostre emozioni?” pubblicato sul settimanale “d” del quotidiano “la Repubblica” del 10 di dicembre 2022: Io temo che per molti appartengano ancora a una terra sconosciuta. Le emozioni sono una risposta affettiva intensa, con insorgenza immediata e di breve durata, determinate da uno stimolo ambientale, come può essere un pericolo, o mentale come ad esempio un ricordo, prima che intervenga un controllo mentale. Hanno origine nel "cervello antico" che abbiamo in comune con gli animali e i loro effetti nelle parti più nobili della nostra psiche come i sentimenti, i nostri vissuti, le nostre relazioni sociali. Furono di grande aiuto ai nostri antichi progenitori che avevano nelle emozioni il criterio per difendersi dai pericoli e accedere agli impulsi favorevoli alla procreazione. Nel nostro tempo sono valorizzate ed elogiate in ogni ambito, ma anche guardate con sospetto per i rischi che possono comportare.

sabato 17 dicembre 2022

Piccolegrandistorie. 33 Claudia de Lillo: «A un certo punto, puntuale come la tassa sui rifiuti, l'amore e l'influenza stagionale, il Natale arriva».  

               Sopra. "Homeless Jesus" (bronzo 2013) di Timothy Schmalz  

StoriedelNatale”. Yeshu'a chi? “Un homeless di nome Gesù” è il titolo dello scritto di Tomaso Montanari – storico dell’arte, Rettore della “Università per gli Stranieri” di Siena - appena pubblicato sull’ultimo numero del settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 9 di dicembre 2022:

venerdì 16 dicembre 2022

Eventi. 91 “Politica-Consapevolezza-Capacità”.  

“Politica-Consapevolezza-Capacità”. Ha scritto Maria Rita Gismondo - direttrice della facoltà di “Microbiologia clinica e virologia” dell’ospedale "Luigi Sacco" di Milano – in “Il neurone dell’incompetenza” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 14 di dicembre 2022:

giovedì 15 dicembre 2022

 Virusememorie. 100 Stefano Massini: «L'uomo regna, l'uomo dispone, l'uomo decide perfino se far piovere sul deserto. Ed è di questo dispotismo che raccogliamo i frutti».

           Sopra. Serrastretta (Calabria). 31-10-2022 "C'è vita nella faggeta".

“Unviruschiamatouomo”. Ha scritto Evelina Santangelo in “Respiro” pubblicato sul settimanale “d” del quotidiano “la Repubblica” del 10 di dicembre 2022:

martedì 13 dicembre 2022

ItalianGothic. 21 Dario Vergassola: «Come in Mongolia, c'è il mistero del gregge che si muove da anni. Siamo noi elettori che ogni volta votiamo sperando che cambi qualcosa».  

Di questa politica “che non si capisce niente”. Della “nuova” politica nel bel paese, arrembante, ondivaga, “nerofumo”. Ha scritto Dario Vergassola - nella Sua rubrica “C’è vita sulla Terra?” – in “Le giravolte del gregge elettorale” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 9 di dicembre 2022: Sembra il peggiore dei mondi possibili. Per Biden, i russi hanno posto in essere ai danni degli ucraini una rapina e una spoliazione in piena regola. Tipo i coloni europei con i nativi americani. Per insultarli, praticamente, gli ha dato degli statunitensi. Si aggiunga che ogni giorno c'è il rischio dell'escalation nucleare. Proprio non si capisce perché Zelensky non perdoni Putin: la Morlacchi con Remigi l'ha fatto. Abbiamo visto partenze di riservisti russi strappalacrime, quasi come l'addio di Siffredi al porno, mentre lo zar Vlady diceva alle loro madri che è tutto a posto e che non devono credere alle fake news. Ma noi sappiamo che la verità in Russia è più rara di una birra in Qatar.

domenica 11 dicembre 2022

ItalianGothic. 20 «Ma a chi risale la presenza scenica meloniana?».  

Ha scritto Natalia Aspesi, con malcelata solidarietà femminile, in “Perché ci tocca proteggere la premier” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 2 di dicembre 2022: Penso (…) che questa (Giorgia Meloni n.d.r.) è e fin che c’è, pur stando molto all’erta, dobbiamo non solo accettarla, ma addirittura proteggerla. Perché per noi ma anche per lei, il pericolo viene da chi lei stessa si è scelta, personaggi che non si sa dove si erano nascosti finora, e che adesso, nella loro impreparazione, possono vendicarsi del mondo che non capiscono, talebani che sino ad adesso erano stati relegati nel nulla.

sabato 10 dicembre 2022

 Virusememorie. 99 Jeremy Rifkin: «I virus continuano ad arrivare, il clima si sta surriscaldando e la terra si sta rinaturalizzando».  

             

              Serrastretta (Calabria). 31-10-2022 Sottobosco della "faggeta".

“Il racconto”. “La rabdomante” di Melania Mazzucco pubblicato sul periodico “Green&Blue” del 10 di novembre 2022:

martedì 6 dicembre 2022

 Virusememorie. 98 Paolo Di Paolo: «Niente ha più rilievo del clima rispetto al semplice e miracoloso fatto di essere qui, di essere vivi».  

DirittiUniversaliNegati”. Ha scritto Massimo Cacciari in “L’ambiente pulito. Un diritto universale” pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 27 di novembre 2022: Esistono diritti “naturali”? Il diritto è sempre una costruzione artificiale. Tuttavia noi vorremmo che questa costruzione si dimostrasse conforme alla “natura” del nostro essere, e cioè fosse “umana”. I “diritti umani” presuppongono, dunque, il conoscere ciò che caratterizza innegabilmente l’“essere umani”. Possiamo definirlo? In senso lato sì: noi siamo quella specie animale che è dotata di logos, capace cioè di parlare, di ragionare, e di credere, almeno, libero il proprio agire. I “diritti umani” stabiliscono che i membri di questa specie non possono perciò essere trattati da animali senza logos, alogoi, costretti a obbedienza passiva, o da schiavi.

lunedì 5 dicembre 2022

 Piccolegrandistorie. 32 «La gente, in galera, cambia. Jack no. Jack era sceso fino in fondo, fino all’inferno».  

“Uominichemassacranodonne”. “Il mio serial Killer preferito” di Carlo Lucarelli pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 6 di maggio 2022:

domenica 4 dicembre 2022

Dell’essere. 62 Eraldo Affinati: «Don Lorenzo Milani ci ha insegnato: maestri autorevoli e amici affettuosi anche con i più fragili».

Ha scritto Maurizio Maggiani in “Umiltà. Così necessaria per essere umani” pubblicato sul settimanale “Robinson” del quotidiano “la Repubblica” di sabato 3 di dicembre 2022: L'umile, latino humilis, è colui è colui che è aderente alla terra, humus, e humus è una delle parole con la radice più antica di tutto il bacino indoeuropeo, hum, la terra intesa come il suolo fertile.

venerdì 2 dicembre 2022

Dell’essere. 61 Pavel Florenskij: «La lezione non è un viaggio su un tram, ma una passeggiata a piedi, perché per chi viaggia è importante camminare e non solo arrivare».  

 
 Sopra. “Cammino nel deserto”, acquerello (2022) di Anna Fiore.
 
Valditara&Adolescenze”. Per un approccio consapevole ai problemi adolescenziali aldilà degli spropositati pronunciamenti della “politica”. Ha scritto Umberto Galimberti in “Silenzio in aula” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 13 di marzo dell’anno 2001: