"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

martedì 10 maggio 2022

Eventi. 67 «“La democrazia è una conquista quotidiana che dev’essere alimentata dal rigore del comportamento pubblico e dalla forza delle idee».

Ha scritto Enzo Bianchi – già priore della Comunità Monastica di Bose – in “Il conflitto visto dai contadini” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di ieri, lunedì 9 di maggio 2022: (…): «Ma possibile che nessuno riesca a fermare questo Putin? Perché l’America fa fare agli ucraini questa guerra contro la Russia? Perché noi dobbiamo inviare armi se la guerra non la vogliamo?…». Domande forse ingenue ma vere. E nella sua saggezza un vecchio contadino mi confessava che lui non capiva come poteva continuare la guerra: «La Russia è troppo forte e non si lascerà vincere dall’Ucraina, e se ci sarà guerra mondiale con l’America, e noi europei contro la Russia, allora sarà davvero la catastrofe e la desolazione per decenni». Si domandava anche se non era meglio fermare la guerra a costo di accettare di averla persa: «Perché così crescono i morti, E con loro muoiono o sono distrutte le loro storie, le loro famiglie, i loro amori, i loro legami, il loro vivere su questa terra». Non posso non evocare la vicenda di Geremia, il profeta biblico del IV secolo a.C.: quando i babilonesi, una potenza imperiale totalitaria, aggrediscono e invadono Israele scoppia la guerra, ma il profeta Geremia per fermare il massacro chiede di non continuarla ma di trattare con l’occupante. Questo appare una resa scandalosa e i cosiddetti “profeti di pace”, che in nome della pace chiedevano di proseguire la guerra e ricevere armi dalla potenza occidentale, l’Egitto, definiscono Geremia collaborazionista con il nemico, traditore, fino a provocarne l’arresto e l’imprigionamento in una cisterna. Il profeta, proprio per amore di Israele, giudicava che continuare la guerra portasse a una carneficina, una strage più grande, ma finì per essere considerato un nemico del popolo d’Israele. Non fu ascoltato, fu addirittura ucciso, e Gerusalemme andò verso la catastrofe, la prima Shoah, quando la spada, la fame, la sete fecero della città un deserto e una rovina. Un sacrificio vano.La vicenda di Geremia ci può insegnare qualcosa su ciò che oggi sta accadendo. Perché se ci sarà una vittoria tra Ucraina e Russia sarà la più grande sciagura che ci possa capitare. Non ci saranno vincitori ma terre desolate, popolazioni decimate dalla morte. Una pace imperfetta, anche come sospensione della guerra, è certamente più umana di una vittoria proclamata ma non reale, una vittoria che può portare allo scontro atomico. Di seguito, “C’è un tema etico: per anni l’Ovest ha coccolato Putin” (asserto contenuto, seppur sotto traccia, nel post del 7 di maggio “Uomini che hanno fatto l’Europa”), intervista di Antonello Caporale al professor Francesco Barbagallo – docente presso l’Università Statale di Salerno – pubblicata su “il Fatto Quotidiano di ieri 9 di maggio: “Siamo dentro una grande questione morale. I suoi caratteri, questa ciclopica assenza di eticità della quale nessuno sente più il peso scandaloso, la trascuratezza per ogni forma di rigore culturale, è giunta allo zenit con la guerra voluta da Vladimir Putin”.

L’Occidente ha allevato Putin, si è fatto corrompere da Putin, ha sostenuto Putin, lo ha carezzato, circondato di ogni affetto prima di raffigurarlo come il demonio. Questa è l’osservazione? “I neoliberisti, quelli che hanno tradotto male la lezione di Adam Smith, hanno coccolato lo zar di Mosca fino a macchiarsi di correità. E adesso lo disconoscono e chiedono di impugnare la spada per sconfiggerlo, avanzando una superiorità del nostro sistema di governo, spiegando che noi, che siamo democratici, dobbiamo per forza avere la meglio su di loro, che sono barbari e tiranni (le chiamiamo educatamente autocrazie)”.

Democrazie ad occidente, autocrazie ad oriente. È forse falso? “Senta un po’, ma ricorda soltanto due anni fa cosa fu l’assalto a Capitol Hill? Rammenta una riflessione della società americana sul disordine interno, sul razzismo consolidato nella pratica quotidiana che colpisce quelli di sempre, cioè i neri. È la società più diseguale del mondo. E a me risulta che Trump sia più forte oggi di ieri”.

Francesco Barbagallo, storico, si definisce mazziniano e berlingueriano, e trova nel filo rosso dell’immoralità il sentiero che ci ha condotto in questo disastro bellico. “Non c’è più etica pubblica, nessuna attenzione a profili elementari di misura e igiene, assoluta accondiscendenza a ogni forma di degrado etico. Non solo non esiste la politica, non esistono più i politici. Gli ultimi in attività si sono messi a fare i mediatori d’affari in armi. Gli altri, tutti questi qui, sono equivalenti a influencer, gente che ritiene di consolidare un prestigio attraverso i like, ma che non è attrezzato a rappresentare un pensiero, figurarsi lo Stato. Non ne sa proprio niente”.

Potrebbero obiettarle che è un giudizio così ingiustamente livoroso. “Un banchiere ci guida e gestisce il più grande confronto bellico dal dopoguerra. La rappresentazione politica e anche filosofica del predominio del danaro nell’assetto pubblico e nel discorso pubblico. Non si vota, non si discute, non ci si accapiglia. Prima la pandemia, poi il Pnrr, adesso la pace o la guerra. Deleghiamo sempre al dottor Mario Draghi. Sono io che esagero o questa è la realtà?”.

Professore, resta comunque da spiegare perché non dovremmo riconoscere il diritto alla resistenza di un popolo aggredito. “Non lo disconosco affatto, né taccio della società arretrata e autoritaria della Russia. Quel che non mi garba è la sperequazione che noi occidentali riteniamo di dover fare. Gli Usa non avrebbero mai accettato neanche un missile alla loro frontiera. E perché dobbiamo decidere che invece la Russia possa accettare le fiamme della Nato?”.

Le parole del Papa avranno consolidato il suo giudizio. “Ha detto la verità. L’Occidente, nel corso dell’ultimo decennio, ha stuzzicato, sollecitato, promosso una tensione ai confini. Ed è indubitabile che abbia in qualche modo fomentato anche gli esiti che poi sono sfociati in questo confronto muscolare. Adesso è più chiaro che la Nato ha messo gli scarponi nel fango della guerra, ed è solare, pubblico, ufficiale che gli Usa stiano gestendo la forza armata ucraina”.

Il New York Times ha rivelato che l’intelligence Usa ha permesso agli ucraini di identificare e uccidere i generali russi. “Capovolgiamo il quadro e valutiamo quale sarebbe la risposta degli Usa a uno speculare gesto russo”.

Intuisco. E quindi? “La democrazia è una conquista quotidiana che dev’essere alimentata dal rigore del comportamento pubblico e dalla forza delle idee. Non c’è niente da fare, bisogna riaprire una grande questione morale”.

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