"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 13 febbraio 2022

Paginedaleggere. 89 «Diceva Marx a proposito delle ideologie: “Le idee dominanti sono le idee della classe dominante”».

 

A lato. "Chioggia, penna e acquerello" (2021) di Anna Fiore.

Tratto da “Il mito della verità” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 13 di febbraio dell’anno 2021:

Non tutte le bugie sono esecrabili. Il problema (…) tra verità e moralità può essere risolto solo se decidiamo di mettere al primo posto la verità o la vita, o detto più semplicemente, se dire sempre la verità aiuta o non aiuta a vivere. (…). …la figlia potrebbe dire la verità (…) perché la madre soffre di demenza senile, che è uno stato in cui verità (aderenza alla realtà) e menzogna (scostamento dalla realtà con fantasie e ricordi alterati) si confondono in uno stato permanente, per cui comunicarle che una sua figlia è morta, al momento verrebbe dolorosamente creduto e poco dopo illusoriamente non creduto. In ogni caso il comportamento della figlia che mente alla madre non è condannabile se privilegiamo la vita e la serenità della madre alla verità. Per salvare la propria vita anche gli animali mentono con il loro mimetismo che inganna il predatore, oppure quando, non potendolo attaccare, si nascondono, e nascondersi è una forma di menzogna, perché priva l’avversario delle informazioni necessarie per orientare la sua condotta. L’inganno appartiene alla logica del vivente, rintracciabile non solo nel mondo animale, ma anche in quello umano, come nel caso di Ulisse che, per porre fine alla guerra, preferisce, all’uso della forza, quello della menzogna. Scendendo a esperienze più vicine a noi, non c’è gioco che non si alimenti di menzogne. E questo non solo nel poker, ma anche nei giochi dei bambini o dei calciatori che, quando “fanno la finta”, accennano a una condotta per poi intraprenderne un’altra. La parola latina ludere che significa “giocare” è la stessa di illudere, ossia ingannare l’avversario. Dire la verità al proprio partner quando ancora non si è deciso che direzione prendere nella propria vita, dopo essere stati folgorati da un nuovo amore, è un atto di sincerità o una sottile forma di sadismo che non tiene conto della sofferenza che si infligge all’altro, quando una decisione non è ancora stata presa? Prima di dire la verità occorre infatti mettersi nei panni dell’altro, come fanno gli psicoanalisti, i quali, anche se hanno capito con largo anticipo i problemi dei loro pazienti, non emettono diagnosi che al momento non potrebbero essere accettate dal paziente, ma attendono che il paziente ci arrivi da solo, e da sé scopra cosa c’è alla base della sua sofferenza. In termini più semplici, la psicoanalisi non è altro, come ci insegna Freud, che lo svelamento dell’autoinganno, costruito dalla nostra mente che elabora razionalmente desideri inconsci che si vorrebbe soddisfare senza averne il coraggio. Lo stesso diceva Marx a proposito delle ideologie: “Le idee dominanti sono le idee della classe dominante” che è riuscita a persuadere l’intera popolazione che quelle sono le idee giuste. Allo stesso modo, nella Genealogia della morale, Nietzsche indica i vizi sottesi alle virtù e mascherati dalla virtù. E siccome la vita di tutte le comunità si regge sul bisogno di stabilità, se a garantirla è una menzogna, la si accetta comunque se torna vantaggiosa sul registro della vita. Per questo, scrive Nietzsche: “Sono ancora in attesa che un filosofo medico abbia in futuro il coraggio di portare al culmine il mio sospetto: in ogni filosofare non si è trattato per nulla fino ad oggi di verità, ma di qualcos’altro, come salute, avvenire, sviluppo, potenza, vita”.

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