"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 7 febbraio 2022

Virusememorie. 86 «Leggo su una pagina in Rete: “Gli anziani sono molto importanti”. Ma è un articolo dedicato al comportamento degli elefanti».

 

Ha lasciato scritto l’indimenticato Norberto Bobbio nella Sua “Autobiografia” - Laterza editore (2004), curata da A. Papuzzi -: (…). E il passato rivive nella memoria. Il grande patrimonio del vecchio è nel mondo meraviglioso della memoria, fonte inesauribile di riflessioni su noi stessi, sull’universo in cui siamo vissuti, sulle persone e gli eventi che lungo la via hanno attratto la nostra attenzione. Meraviglioso, questo mondo, per la quantità e la varietà insospettabile e incalcolabile delle cose che ci sono dentro: immagini di volti scomparsi da tempo, di luoghi visitati in anni lontani e non mai più riveduti, personaggi di romanzi letti quando eravamo adolescenti, frammenti di poesie imparate a memoria a scuola e mai più dimenticate; e quante scene di film e di palcoscenico e quanti volti di attori e attrici dimenticati da chi sa quanto tempo ma sempre pronti a ricomparire nel momento in cui ti viene il desiderio di rivederli e quando li rivedi provi la stessa emozione della prima volta; e quanti motivi di canzonette, arie di opere, brani di sonate e di concerti, che ricanti dentro di te (…). Pandemia e dintorni. È potuto accadere ciò di cui Furio Colombo ha dato notizia in «Gli unici anziani “utili” sono oggi gli elefanti», pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 7 di febbraio dell’anno 2021: Un giorno della scorsa settimana (3 febbraio) è successo qualcosa che voglio annotare. Il quotidiano Repubblica ha dedicato una pagina (nell’inserto Cultura) alla riflessione di Eugenio Scalfari che guarda, come in uno specchietto retrovisore, la sua vita. Lo fa con un distacco malinconico e sereno, ma senza nostalgia, un racconto che continui a leggere non per le cose narrate, ma per l’inclinazione dello sguardo, che cambia, in questo suo scritto, come cambia la luce in certe ore tardo-pomeridiane del giorno. Il titolista di Repubblica di quel giorno non è stato attento alla pagina appena citata del suo giornale. E apre il supplemento “Roma” del quotidiano in un suo modo sfacciato e divertito. Deve intitolare un articolo sull’affollamento dei luoghi designati per le vaccinazioni degli anziani, sceglie di tradurre il diffuso stato d’animo di tanti nostri concittadini con queste parole stampate molto in grande: “Gli over 80 non mollano. Prenotati 120 mila vaccini”. E più in piccolo: “Il sistema ha assorbito l’assalto”. Capisci subito che è l’assalto dei vecchi che ingombrano le vie di salvezza per i tanti altri meno matusalemme in attesa. È inutile fingere e mettere qui qualche frase benevola o neutra. Il titolo rappresenta bene (in contrasto sbadato con la pagina Scalfari del giornale) ciò che sentite in giro (quando c’è qualcuno in giro) e nei caffè, ora che sono parzialmente aperti. Una delle più diffuse battute che fa scoppiare la sala (quando c’è, per un istante, una sala) è: “Oh, questo ha cento anni e voleva la vaccinazione!”. Il che vuol dire che a 80 è già osceno portare via la dose agli altri. Ma tutto è cominciato molto prima, con la conquista dei letti e delle strutture di rianimazione. Rapidamente si è diffusa la percezione di una nuova cultura: fuori i più vecchi. Naturalmente la seconda fila sarà ancora di vecchi, e il numero sarà sempre alto, e come dice il titolista di Repubblica-Roma, gli 80 non mollano. Chi volete che molli quando si tratta di vivere e di morire? Qui ci vuole la mano ferma di quei medici che decidono (“questo sì, questo no”) e del personale sanitario che si adegua. Vero, tutto ciò accade nei giorni del massimo eroismo medicale. Ma accade comunque. O si dice e si pensa, addirittura in dichiarazioni pubbliche e politiche. Per la prima volta nella storia dell’umanità che conosciamo, sta diffondendosi l’idea che i vecchi non servono ed è bene fare largo, anche se non è chiaro in che punto calare la sbarra tra l’età che porta pericolo e l’età che serve al Paese. Ecco ciò che è stato pubblicato, come un documento (che dovrebbe essere imitato, sembra il suggerimento) e ha meritato piena pagina, taglio basso, pag. 17 sul Corriere della Sera, 11 gennaio. Titolo: “Il desiderio di Luigi e Adriana: ‘La nostra dose (di vaccino, ndr) ai nostri due nipoti’”. Testo: “Abbiamo un desiderio, poter offrire il nostro vaccino, che presumibilmente faremo in primavera, ai nostri due nipoti”. Segue una motivazione amorevole, ma non incentrata sulla scarsità dei vaccini o sull’infuriare della pandemia nelle scuole (evento mai accaduto): il fatto è che Luigi e Adriana hanno passato (di poco) i 70 anni e questa condizione anagrafica li fa sentire indegni di essere coloro che riceveranno un vaccino che dovrebbe spettare ai ragazzi. È vero che la generosità dei due anziani si deve anche al fatto di essere stati insegnanti. Ma, come è noto, la pandemia non si aggira nelle scuole dove, secondo i medici, i ragazzi potrebbero essere portatori di infezione (da cui, purtroppo, la vaccinazione non protegge) ma non vittime di essa. No, in questo episodio si vede l’espandersi della cultura che ha portato a infettare migliaia di anziani in Lombardia. Ricordate che ci è voluto l’Esercito per rimuovere le centinaia di bare delle vittime non della pandemia, ma dell’età? La lettera di Luigi e Adriana è il segnale della diffusione di una cultura che, per la prima volta nella storia dell’umanità, si è persuasa di una condizione inferiore, nella quale finisci di scivolare con gli anni: la vecchiaia. Verificare l’utilità sociale. Non servono, non contano ma occupano spazio e vogliono cure. Conta poco che per quelle cure abbiano pagato contributi per tutta la vita. Se manca vaccino, si toglie a Luigi e Adriana e si dà ai nipoti che sono non importa chi, basta che sia l’età giusta. Leggo su una pagina in Rete: “Gli anziani sono molto importanti”. Ma è un articolo dedicato al comportamento degli elefanti.

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