"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

sabato 22 gennaio 2022

Notiziedalbelpaese. 50 «Il fantasma berlusconiano incrocia quello del marchese De Sade: rendere il godimento eterno, sottratto allo scorrere del tempo e alla morte».

 

Sosteneva lo psicanalista Massimo Recalcati in una intervista – “Mollare vuol dire affrontare la morte” - a firma di Wanda Marra concessa ad “il Fatto Quotidiano” del 7 di dicembre dell’anno 2012: (…) Professor Recalcati, perché Berlusconi non molla? - Uscire di scena, saper tramontare, è la saggezza più grande perché rivela la capacità di non credere troppo al proprio Io, a quell'Io che crediamo di essere. Sappiamo che le vecchie glorie del passato fanno fatica a scegliere la via del tramonto restando aggrappate disperatamente ai sembianti del loro antico prestigio -.

Ci vuole una potenza nevrotica enorme per tenere in ostaggio ancora una volta un intero paese. - Per Berlusconi è questione di vita o di morte. Senza l’Io illuminato dai riflettori e dai sondaggi di popolarità sarebbe costretto a confrontarsi con il senso dei propri limiti e della propria morte. Per questa ragione il palcoscenico televisivo non era più sufficiente e doveva necessariamente dilatarsi nell'arena politica. Certo si trattava di difendere i propri interessi economici. Ma non solo. Si trattava di difendere anche la propria immagine fallica -.

Oggi, cosa sta cercando di salvare rimanendo sulla scena? - Deve salvare la propria potenza fallica dal declino alla quale essa è fatalmente consegnata. Il fantasma berlusconiano incrocia quello del marchese De Sade: rendere il godimento eterno, sottratto allo scorrere del tempo e alla morte. Da questo punto di vista l'impossibilità di congedarsi definitivamente dalla sua carriera politica - come invece fece a suo tempo Prodi - non segnala tanto l'attaccamento al potere, ma l'impossibilità di esistere senza occupare la scena del mondo come protagonista. La psicoanalisi chiama questo angoscia di castrazione -.

Ma perché negli ultimi mesi ha cambiato idea e posizione prima di tutto sul suo futuro tante volte? - È difficile rispondere a questo. Quel che è certo è che quest’uomo non sa accettare la dimensione finita dell’esperienza, la dimensione del lutto. Questa incertezza è dovuta al fatto che pur sapendo che il suo tempo è politicamente esaurito, da una parte percepisce, dall’altra lo nega -.

Cosa vuol dire questo per l’Italia? - Deleuze diceva che non c’è niente di peggio che scoprirsi prigionieri del sogno di un altro. È quello che rischiano gli italiani con una nuova discesa in campo di Silvio Berlusconi -.

Ma come mai ha ancora tanta forza, che nessuno, a cominciare dal suo partito, è in grado di fermarlo? - Come padre titanico non ha fatto crescere figli. Piuttosto li mangia: basta pensare al povero Alfano -.

Ha scritto Franco Arminio - nelle ore antecedenti l’annuncio del “ritiro” dell’uomo di Arcore dalla competizione per le quirinarie – in “B. al Colle è peggio del virus: ma non siamo tutti vaccinati?”, riportato su “il Fatto Quotidiano” di oggi, sabato 22 di gennaio 2022: Se fosse eletto Berlusconi sarebbe più chiaro l'orrore in cui siamo immersi: è bastato il fatto che lui abbia pensato di candidarsi per capire che nei palazzi della politica non c'è proprio il sentimento della vita, della pulizia, della dignità. Ora eleggere un presidente decente è quasi impossibile, è come tirarsi fuori dalla palude prendendosi per i capelli. Ma è veramente fuori da ogni logica quello che sta accadendo. La pandemia doveva essere una sventura di cui fare buon uso, per cambiare radicalmente il mondo, e invece stiamo a parlare di come condire un cibo chiaramente avariato. La pandemia piega ogni persona nelle sue preoccupazioni e la politica ne approfitta per mettere in scena la più solenne delle sue stagioni scandalose. Le schermaglie per l'elezione del presidente della Repubblica sono allo stesso tempo una pagliacciata e un dramma. Siamo alle prese con personaggi allo stesso tempo ridicoli e avvilenti. E la cosa incredibile è che la faccenda va avanti e il risultato si annuncia comunque penoso. Sembra quasi che Berlusconi possa servire come orrore scampato e quindi possa rendere più accettabile un candidato brutto, ma che sembrerà decente in confronto a lui. In questo panorama la sinistra assiste impietrita. E questo accade anche perché non c'è tra i politici di sinistra e neppure nella società civile una figura che sia indiscutibilmente alta e vasta. Abbiamo tritato tutto in questi anni, abbiamo sminuito 1e grandezze e ingrandito le cimici. Il risultato è che ora siamo quasi sicuri di ritrovarci con un presidente della Repubblica che rischia di far contento solo se stesso e i suoi amici. Ovviamente la cosa non allarma più di tanto gli inquilini del palazzo. Lì dentro è appena entrato un parlamentare eletto con l'undici per cento (alle elezioni suppletive per la sostituzione del sindaco di Roma n.d.r.) dei votanti. È chiaro che astenersi non è una lezione per questa gente, bisogna combatterli attivamente, bisogna riattivare subito il nostro sistema immunitario anche rispetto alla politica. Vaccinarsi è una cosa buona per la nostra salute, eleggere un pessimo presidente della Repubblica è una cosa pessima per la nostra salute. Non si può credere a una classe politica che ci propina Berlusconi in abbinamento ai vaccini. Le due cose assieme sono incompatibili.

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