"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 28 febbraio 2021

Storiedallitalia. 100 «L'incoerenza al potere è diventata la cifra prevalente della nostra democrazia malata».

 

Ha scritto Massimo Fini su “il Fatto Quotidiano” di ieri sabato 27 di febbraio 2021 in “Sputi e corruzione: beata democrazia”: (…). Le Democrazie sono, storicamente e statisticamente, i sistemi politici più corrotti del mondo, più delle dittature, delle autocrazie, delle teocrazie. E si comprende facilmente il perché: le varie fazioni politiche, in perenne conflitto fra di loro per procacciarsi il consenso, ricorrono molto spesso, per non dire quasi sempre, ad atti illeciti.

sabato 27 febbraio 2021

Leggereperché. 63 «Le radici dei nostri sentimenti affondano in regioni misteriose dove quel che si difende non è l'amore, ma la vita».

 

A lato. "Villaggio portoghese" (2020), acquarello di Anna Fiore.

Tratto da “Amore e gelosia non sono solo moti del cuore” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 27 di febbraio dell’anno 2016:

venerdì 26 febbraio 2021

Storiedallitalia. 99 «La sostituzione del "basso" con "un alto", il che non è buona cosa per la democrazia, ma è ottima per l'oligarchia».

Tratto da “La democrazia dall'alto” di Gustavo Zagrebelsky, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 25 di febbraio 2021: (…), mi pare saggezza allo stato puro l'invito biblico: calma, non parlate invano e aspettate i frutti per giudicare l'albero. Delle parole vuote e balorde che abbiamo dette, ci si chiederà conto. Ciò premesso, eccomi pronto a dare il mio contributo. Che cosa ci riserverà il prossimo futuro della politica, non lo sa nessuno perché mancano e non si intravedono i frutti. Invece, vediamo bene ciò che è accaduto e ha portato al governo che abbiamo, con le caratteristiche costituzionali che derivano dalla sua stessa genesi. C'è chi prontamente si è allineato compiacendosi di un presunto "ritorno alla Costituzione scritta", virtuosa e ripulita dalle incrostazioni che la "costituzione materiale" vi ha appiccicato negli anni, sconciandola e appesantendola.

giovedì 25 febbraio 2021

Leggereperché. 62 «Che tipo di coscienza è quella che limita la propria responsabilità al nucleo di credenze a cui si aderisce?».

A lato. "En plein air" (2021), acquarello di Anna Fiore.

Tratto da “Distinguere pubblico e privato è soltanto il sintomo di una falsa coscienza” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 25 di febbraio dell’anno 2012:

mercoledì 24 febbraio 2021

Paginedaleggere. 01 «Molte volte quello che è accaduto prima ti spiega perché certe cose accadono oggi».

 

Letto sul sito https://espresso.repubblica.it – su cortese segnalazione dalla amica carissima Agnese A. – il post «Umberto Eco: "Caro nipote, studia a memoria"» del 3 di gennaio dell’anno 2014:

Caro nipotino mio,

non vorrei che questa lettera natalizia suonasse troppo deamicisiana, ed esibisse consigli circa l’amore per i nostri simili, per la patria, per il mondo, e cose del genere. Non vi daresti ascolto e, al momento di metterla in pratica (tu adulto e io trapassato) il sistema di valori sarà così cambiato che probabilmente le mie raccomandazioni risulterebbero datate.

martedì 23 febbraio 2021

Cosedaleggere. 100 «Noi italiani non siamo ancora cittadini in relazione al nostro merito. Siamo ancora parenti, in funzione di una struttura sociale familistica».

Letta sul sito www.corriere.it – su cortese segnalazione della amica carissima Agnese A. – l’intervista di Walter Veltroni ad Umberto Galimberti - «Spaesati tra smartworking e abitudini perse» - pubblicata sull’edizione del quotidiano del 17 di novembre dell’anno 2020: (…). «Nella prima parte, con il lockdown di marzo, quella che si era verificata era una sorta di angoscia. Che non è la paura, perché la paura è un ottimo meccanismo di difesa. Vedo un incendio, scappo. Ha come oggetto qualcosa di determinato. Mentre l’angoscia non ha qualcosa di nitido davanti a sé. È quello che provano i bambini quando si spegne la luce nella loro stanzetta e loro non sono ancora addormentati. La sensazione spiacevole di non avere più punti di riferimento. Sia Heidegger, sia Freud che neanche si conoscevano, o quantomeno non si erano reciprocamente letti, definiscono l’angoscia il nulla a cui agganciarsi. Durante la prima crisi l’angoscia per la minaccia costituita dal rischio del contagio - chiunque poteva infettare chiunque - ha generato angoscia e consentito, per reazione, una disciplina generalizzata. Oggi invece, dopo il rilassamento estivo, la stanchezza di essere confinati e una imprevedibile sorta di superficialità nel considerare il pericolo ci hanno fatto ripiombare nell’incubo. E la condizione allora è quella di spaesamento, non più di angoscia. Cosa dobbiamo fare, come ci dobbiamo comportare… Sabbie mobili. È un sentimento che oscilla tra il ribellismo, la rassegnazione e la disperazione non solo dei parenti di coloro che muoiono, ma anche di quelli che perdono il lavoro o chiudono il negozio o l’impresa. Ci si muove in un clima di assoluto spaesamento. Non abbiamo più il paesaggio in cui abitare la nostra vita quotidiana con una certa quiete. Abbiamo perduto la normalità del nostro vivere».

Che cosa può produrre questo spaesamento? «Questo spaesamento finisce per invocare in qualche maniera una forte richiesta di decisionismo. E questa non è la cosa più bella in ambito democratico perché dal desiderio di decisionismo alla clonazione dell’uomo forte il passo è molto breve. Quello che si vuole è che qualcuno riesca a delimitare i confini, per costruire un paesaggio dove si possa vivere con una certa previsionalità ed una certa quiete. E lo spaesamento è una condizione psicologica abbastanza pericolosa. C’è chi invoca il dittatore illuminato, per esempio. Ma non siamo all’epoca di Federico II. E poi dov’è il dittatore illuminato? Questo sentimento attraversa anche parte della sinistra, cioè persone che non sono populiste, ma che non possono sopportare lo stato di incertezza determinato dallo spaesamento».

Il distanziamento sociale è sopportabile come condizione esistenziale? «Io lo chiamerei distanziamento virale più che sociale, perché se cominciamo a mettere in gioco la società di relazione finisce che ci abituiamo a considerare la società come un’appendice dell’individuo. Questo è tipico della cultura cristiana, lo devo dire con chiarezza. I Greci per esempio: Aristotele diceva “Se uno entra in una comunità e pensa di poter fare a meno degli altri o è bestia o è Dio”. E di Dio dice “Forse Dio non è felice perché è monakos”. Perché è solo. Invece il cristiano ha messo in circolazione il concetto di individuo, “L’anima la si salva a livello individuale”.

lunedì 22 febbraio 2021

Cronachebarbare. 85 Gelmini Mariastella: «Quando il presidente scese in campo, svegliò in me la passione civile».

Se si è presi come d’impeto dall’uzzolo buono di verificare lo stato di salute del governo degli “ottimi” basterà munirsi della foto di rito al Quirinale per andare a scovare uno per uno i nuovi acquisiti del governo.

domenica 21 febbraio 2021

Virusememorie. 61 «È a scuola che si va incontro alla “primavoltità” dei fallimenti».

 

Tratto da “Tutte le prime volte perdute” di Francesco Piccolo, pubblicato sul settimanale “Robinson” del quotidiano “la Repubblica” di ieri sabato 20 di febbraio 2021: È un anno ormai che a scuola si va e non si va, ma soprattutto non si va. È un anno quindi che manca a una gigantesca quantità di ragazzi la consuetudine, quella metà di vita quotidiana che è un dovere e uno spazio e un tempo dove accade quasi tutto. Le scuole non sono soltanto dei contenitori di esseri umani molto giovani, di quantità di ormoni scattanti, e di compiti, interrogazioni e spiegazioni. Ma sono dei contenitori di esperienze e di emozioni che prescindono dal programma scolastico - di cui si occupano ossessivamente i genitori nella chat di gruppo, fin dalla scuola materna, quando cominciano a dire sospettosi che hanno la sensazione che la classe stia un po’ indietro con il programma, e continueranno a scriverlo in modo compulsivo su whatsapp fino all’ultimo giorno della carriera scolastica dei loro figli. Della vita, invece, si occupano i figli. La didattica a distanza è svegliarsi a casa, fare lezione a casa, e non dover tornare a casa perché ci sei già. La scuola è uscire, vestirsi con quel maglione perché quella della 3C ti ha detto che è di un bel colore, inzupparsi sotto la pioggia, saltare giù di corsa alla fermata, sentire chiarissimo l’odore della primavera, oppure correre nel gelo e pensare che il futuro è tuo. È tornare a casa affamati, farlo insieme a un amico facendo progetti per la sera, o guardando gli altri che si divertono e tu che torni da solo. Perché non manca solo la felicità, l’euforia, la sensazione di avercela fatta a stare nel mondo; ma manca anche la solitudine, pensare che non andrai mai in un bar a bere la birra con quegli amici o qualsiasi altro essere umano. La irripetibilità dei giorni e degli anni di scuola sta nel fatto che pensi che il mondo sia quello, che qualsiasi persona non vada più a scuola sia decrepita e non ha più senso che stia al mondo; sta nel fatto che pensi che sarai per sempre il più fico, il più sfigato, il più simpatico, il più coglione. Per sempre. Anche se ti ripetono che i brufoli se ne andranno via prima o poi, sei convinto di avere il viso rovinato per sempre. Gli anni della scuola son belli perché fai progetti per dopo, ma in fondo pensi che la vita non avrà un dopo, è tutta lì, e quell’esame di maturità che farai tra otto anni, sei mesi, cinque anni, due settimane, in realtà non accadrà, e se accadrà il tempo poi si fermerà appena sarai seduto davanti alla commissione.

sabato 20 febbraio 2021

Cosedaleggere. 99 Umberto Eco: «Non smettete mai di farvi provocare da ciò che vi succede attorno e continuate a farvi domande».

Tratto da “Il mio amico e magister Umberto” di Danco Singer, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 19 di febbraio 2021: (…). Umberto Eco è stato e rimane un maestro.

venerdì 19 febbraio 2021

Eventi. 39 «Il prodigioso Mortacc».

 

Cinque anni addietro Umberto Eco ci lasciava. Lo ricordo con una delle Sue graffianti “bustine”, “Il prodigioso Mortacc”, pubblicata sul settimanale “L’Espresso” del primo di novembre dell’anno 2012:

giovedì 18 febbraio 2021

Storiedallitalia. 98 «Tutti i partiti nascono come movimenti e ogni movimento prima o poi cerca di assumere la forma di un partito».

 

Ha scritto Massimo Fini in “Catto-complotto contro Conte: mani sui fondi UE”, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 14 di febbraio 2021: Diceva il “divo Giulio” (al secolo il fu Andreotti Giulio n.d.r.), che per competenza, conoscenza dell’Italia, sia in senso storico che amministrativo, intelligenza, arguzia e stile sta cinque spanne sopra i nani di oggi e che in qualsiasi altro paese europeo sarebbe stato un grande uomo di Stato, ma che in Italia ha dovuto essere una sorta di ircocervo, metà uomo di Stato e metà, forse, delinquente (anche se è sempre uscito indenne dalle sue vicende giudiziarie difendendosi nei processi, al pari di Forlani, come deve fare un politico che abbia il senso delle Istituzioni), diceva quindi Andreotti che “a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca quasi sempre”. Quindi faremo anche noi, in questo Paese zeppo di cattolici, che non vuol dire cristiani, un cattolico processo alle intenzioni. Il Recovery Fund di 209 miliardi, il massimo ottenuto da un paese Ue, grazie a Giuseppe Conte con l’appoggio decisivo di Angela Merkel, ci è stato accordato il 21 luglio 2020. È da quel momento che il catto-boyscout Matteo Renzi comincia a tirare la corda e a fare il suo sordido lavorio per abbattere Conte. Perché quei miliardi facevano gola a molti, banchieri, finanzieri, persone irreprensibili perché vestono in giacca e cravatta e pranzano all’ora di pranzo e cenano all’ora di cena, partiti, e si sapeva benissimo che Conte può avere molti difetti – io non ne vedo – ma non era moralmente corruttibile. Quindi andava fatto fuori.

mercoledì 17 febbraio 2021

Cronachebarbare. 84 «Gli italiani, diceva Flaiano, “vogliono la rivoluzione, ma preferiscono fare le barricate coi mobili degli altri”».

 

Ha scritto Antonio Padellaro in “Le maggioranze linguistiche di Supermario”, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 12 di febbraio 2021: L’impressionante collage “dadaista” sul giornalismo in ginocchio davanti a Mario Draghi (e ai suoi cari) (…) suscita un interrogativo lancinante: perché? Un paio le risposte possibili ma non esaustive. La prima spiegazione, forse sommaria ma inevitabile, è la cupidigia di servilismo. Ovvero, l’impulso incontenibile alla sottomissione e senza che lo abbia ordinato nessuno.

martedì 16 febbraio 2021

Doveravatetutti. 19 «La politica, nata per sbrogliare i gomitoli dei problemi sociali, è diventata il gioco di passarseli al volo».

 

Ecco,“doveravamotutti” quando, e per quanto tempo, la politica ha imboccato la strada tortuosa della propria avvilente inanità, della propria infruttuosa, imbelle azione, tanto da farsi accantonare, mettere da parte, con un sopravvissuto surrogato di democrazia quale è la condizione maturata dalle risoluzioni “senza-la-politica” di questi giorni. Ha scritto Michele Serra in una Sua corrispondenza pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 12 di febbraio 2021 con il titolo “Mediocrazia democratica”:

domenica 14 febbraio 2021

Leggereperché. 61 «Le calde notti del dottor Landrum».

 

A lato. "Giovane donna sull'acqua" (2020), acquarello di Anna Fiore.

Questa che di seguito riporto è una “voce” che non ci giunge da distanze siderali ma da quella “prossimità” americana che tanto ha segnato, così nel bene come nel male, financo la Storia nostra.

sabato 13 febbraio 2021

venerdì 12 febbraio 2021

Cronachebarbare. 83 «Il fasto del Palazzo del Quirinale ha eclissato le aule sorde e grigie del Parlamento».

Ha scritto Michele Serra in “La coperta infinita” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” dell’altro ieri 10 di febbraio: È un momento che, diciamo così per amor di Patria, ognuno fa finta di credere che il governo Draghi sia una coperta così lunga e così larga da poter coprire lo Stivale dai piedi ai capelli, da destra a sinistra, dal ricco al povero, dall'ateo al baciapile, dal manager impaziente all'assistito cronico.

giovedì 11 febbraio 2021

Storiedallitalia. 95 Emilio Lussu: «“il Paese i suoi rappresentanti lo possono servire in due modi: nell’assumere la grande responsabilità dell’amministrazione dello Stato e nella critica dall’opposizione”».

Ha scritto il sociologo Domenico De Masi in “Con Draghi al governo diremo addio al welfare”, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 5 di febbraio 2021: (…). Prima ancora che Draghi salisse al Quirinale, già il sito di Repubblica ha scritto: “Per gli investitori, Mr. Whatever it takes è la migliore opzione per l’Italia. Piazza Affari scatta fin dalle prime battute con le banche grandi protagoniste. Lo spread tra Btp e Bund cala vedendo la soglia psicologica di 100 punti base. Piazza Affari si conferma in rialzo oltre il 2% a metà mattina. Intesa San Paolo e Unicredit volano del 5 per cento”. Il welfare è stata la risposta socialdemocratica, cioè riformista e umanitaria, alle sfide della società industriale, alle rivendicazioni sindacali, alle istanze religiose, alla lotta di classe, alle spinte rivoluzionarie. È stato il massimo che il capitalismo ha potuto consentirsi per mostrare un volto umano pur restando capitalismo. Ma è stato il minimo che il socialismo ha potuto ottenere per restare socialismo nei paesi capitalisti. I socialdemocratici ritengono che ogni cittadino, per il semplice fatto di essere stato messo al mondo senza la sua volontà, abbia il diritto di sopravvivere decorosamente anche se non è produttivo perché minore, vecchio o inabile; i neoliberisti, sulla scia di Laffer Kuznets, ritengono prioritario consentire ai ricchi di arricchirsi: prima o poi la loro ricchezza sgocciolerà ad alleviare i poveri. (…). Chi sognava ingenuamente che dall’azione congiunta di Pd e 5Stelle potesse nascere la prima socialdemocrazia del Mediterraneo, può mettersi l’anima in pace e prepararsi ad una lunghissima marcia per formare una classe dirigente di sinistra mentre i poveri, aumentati nel numero e peggiorati nella condizione, avranno imparato a distinguere tra chi li ama e chi li odia. Tratto da «Oggi resuscita Mario “Keynes”, ma è da illusi: il M5S gli dica no» di Tomaso Montanari pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di sabato 6 di febbraio 2021: Sergio Mattarella non ha scelto solo un non-politico di alto profilo che potesse coordinare un governo di unità nazionale. Non ha scelto solo l’“italiano più famoso nel mondo” cui un coro imbarazzante eleva da giorni una servile salmodia. No, ha scelto il simbolo dell’establishment internazionale che ha governato il mondo negli ultimi decenni, plasmandolo per com’è. Mario Draghi per dieci, fatali, anni ha guidato la privatizzazione dei beni pubblici degli italiani: servendo, tra gli altri, due governi Amato, due Berlusconi, uno D’Alema. Il risultato non è stata una riduzione del debito pubblico, né un miglioramento dei servizi, ma la creazione di monopoli privati connessi con la politica. Come capo della Bce ha firmato la famosa lettera del 2011 che chiedeva “privatizzazioni su larga scala” dei servizi locali, “accordi al livello d’impresa, in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende”, lo smantellamento del pubblico impiego (incitando alla riduzione degli stipendi), l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione (affossandone di fatto l’intero progetto sociale). Oggi si resuscita il Draghi keynesiano allievo di Caffè, immaginando una fase espansiva di spesa sociale. Ma nulla supporta questa pia illusione: i soldi reali del Recovery Plan sono molti meno di quanto si dica, e all’ordine del giorno c’è un’emorragia di posti di lavoro. Un governo svincolato dalla ricerca del consenso democratico serve a gestire un bagno di sangue sociale. Come credere che l’interesse degli esultanti Elkann possa coincidere con quello di chi vive del proprio lavoro, o che lavoro non ha? Pretendere che il Movimento 5 Stelle faccia suo questo ritorno all’ordine significa volerne l’abiura solenne: con il cappello a cono e la candela in mano, davanti alla Santa Inquisizione. Una radicale sconfessione dell’eresia per cui il Movimento è nato, crescendo nei consensi proprio in opposizione all’ultimo governo “tecnico”, quello di Monti. Non fu antipolitica: fu la voglia di un’altra politica, in cui i cittadini tornassero a contare. Una politica che rimettesse al centro i beni comuni (a partire da acqua e ambiente, due delle cinque stelle) massacrati dalle privatizzazioni guidate proprio da Draghi. Per molti versi, il Movimento non è stato all’altezza di quella vocazione: anche se la direzione imboccata (penso per esempio al Reddito di cittadinanza) era finalmente giusta. Perché quell’esperienza abbia un futuro, e possa superare le sue contraddizioni, è necessario ora dire di no: fare opposizione e controllo, con disciplina e onore.

mercoledì 10 febbraio 2021

Cronachebarbare. 82 Antonio Padellaro: «Gli ultimi avvenimenti della politica mi hanno abbastanza disorientato, in me le antiche certezze vacillano».


Mi scrive stamane su WhatsApp l’amica carissima Annamaria M. - sullo stato comatoso della politica imbelle – dopo la lettura del post di ieri: “(…). Che vuoi che ti dica. È un marasma. Non esistono partiti, veri e seri. Non esistono i politici, degni di questo nome. A chi affidarsi? Votazioni? Con questa legge elettorale? (…)”.

martedì 9 febbraio 2021

Storiedallitalia. 94 «Una dichiarazione ufficiale di inettitudine».

 

Una politica imbelle. 1 “Evviva l’anno zero” di Michele Serra, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di oggi 9 di febbraio 2021: (…). …la politica nel suo complesso è rassegnata al commissariamento, dunque a una dichiarazione ufficiale di inettitudine. Rispetto all'esperimento Napolitano-Monti (diverso per molti aspetti, ma identico nella palese volontà di sottomettere i partiti, tutti, e dunque anche il Parlamento, a superiori urgenze), il mugugno è assai più limitato. Dibba e poco altro. E questo non è un dettaglio. È una resa in piena regola.

lunedì 8 febbraio 2021

Virusememorie. 60 «Gli abitanti della civiltà benestante si aggirano per metropoli in cerca vana di uno spettacolo ulteriore su cui ciarlare infinitamente».

A lato. “Spagnola” (5 di dicembre dell’anno 1919). Immagini dalla “pandemia” ri-trovate ed elaborate da Nicola Bertasi.

Tratto da “Dalla spagnola al covid, i nostri fantasmi rimossi. E i volti della pietà” di Giuseppe Genna, pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 31 di gennaio 2021:

domenica 7 febbraio 2021

Storiedallitalia. 93 «Matteo Renzi, l’irresponsabile, il ricattatore seriale».

Ha scritto il sociologo Domenico De Masi in “Con Draghi al governo diremo addio al welfare” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 5 di febbraio 2021: “(…). In Italia abbiamo avuto un’eloquente cartina al tornasole (il reddito di cittadinanza) per capire a primo colpo se un nostro interlocutore è neoliberista o socialdemocratico.

sabato 6 febbraio 2021

Storiedallitalia. 92 Renzi Matteo vs «l’avvocato del popolo».

Sta scritto all’articolo 49 della “Costituzione” d’Italia: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale». Ha scritto Michele Serra in “Il grande tessitore” pubblicato ieri, venerdì 5 di febbraio 2021, sul quotidiano “la Repubblica”: "Le vicende di questi giorni dimostrano che la politica non si fa con gli aut aut, ma con una paziente opera di tessitura e dialogo". La frase è di Matteo Renzi, (…). In bocca al leader politico meno disposto, dopo Attila, alla tessitura e al dialogo (o si fa come dice lui, o non se ne fa nulla), suona fantastica.

venerdì 5 febbraio 2021

Storiedallitalia. 91 Mario Draghi, 23 di febbraio dell’anno 2012: «Lo stato sociale è morto».

Alla carissima amica A. M. che proprio stamane su WhatsApp mi chiedeva del mio sostegno (?) al novello “salvatore” della italica terra, rispondevo: “Il Draghi non mi ha mai entusiasmato e non mi entusiasma nella occasione. Non dimentico il suo ruolo nella tragedia greca. È pur sempre l’ometto della finanza internazionale. Donde… Ciao”.

giovedì 4 febbraio 2021

Leggereperché. 60 «La terapia, come la cultura più vasta di cui fa parte, insegna a stare al proprio posto».

 

Tratto da “Non ogni sofferenza è patologia” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 4 di febbraio dell’anno 2012: Ma davvero abbiamo bisogno di assistenza psicologica ogni qualvolta la nostra vita si fa incerta? (…).

mercoledì 3 febbraio 2021

Virusememorie. 59 Pandemia e “psiche”.

A lato. “Il rapimento di Psiche”, dipinto ad olio del pittore francese William-Adolphe Bouguereau (1895).

Pandemia e “psiche”. 1 Tratto da “Usciamo in fretta dalla capanna” di Maria Rita Gismondo – virologa, direttrice di “Microbiologia clinica” presso l’Ospedale Universitario “Luigi Sacco” di Milano – pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di ieri martedì 2 di febbraio: I ripetuti lockdown cominciano a lasciare le loro cicatrici, non solo economiche, ma anche e soprattutto psicologiche. Stiamo assistendo al moltiplicarsi di reazioni inaspettate, sia da parte degli adulti sia di giovani e bambini. Se per un verso, appena incontriamo un conoscente, ci lamentiamo dell’impossibilità di muoverci, viaggiare, intrattenerci con gli amici, dall’altro, ce lo dicono gli psicologi, siamo in piena “sindrome della capanna”, termine rispolverato dalla Società Italiana di Psichiatria.

martedì 2 febbraio 2021

Quellichelasinistra. 21 Marco Revelli: «Renzi è un corsaro senza coscienza pubblica».

Ha scritto Michele Serra oggi, martedì 2 di febbraio 2021, in “Zingaretti e i radical chic” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica”: (…). …una cosa un tempo considerata iper-popolare come la democrazia, secondo gli assalitori di Capitol Hill, è un inganno dell’establishment.

lunedì 1 febbraio 2021

Leggereperché. 59 «Il governante è lo schiavo dei sondaggi e del web che l’hanno portato al potere».

 

Ha scritto Michele Serra in una Sua corrispondenza – “Cattivi per scelta e non per necessità” – del 22 di gennaio 2021, a seguito dei fatti del “6 di gennaio” nell’America di Trump, corrispondenza pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica”: