Il sabato 6 di marzo dell’anno
2010 – sembra un secolo addietro –
postavo la “sfogliatura” di oggi. Mancano appena sei giorni al 4 di marzo p. v.
ma è come se la “sfogliatura” di allora fosse la cartolina dell’esistente di
oggi. Quella “sfogliatura” aveva per inizio “c’è tanta m...” in giro
per il bel paese che oggigiorno, a ben otto anni quasi compiuti, quella “tanta m…” di allora non fa più
scandalo, anzi più se ne produce e se ne scopre più ci si sente come liberati
da un incubo. Poiché la logica che corre e neanche tanto sottaciuta è che se
quella “tanta m…” è ben distribuita tra tutti, ne consegue - o ne conseguirebbe
- che l’impunità debba prevalere e valere per tutti e per sempre. E di questo
passo non taciuto si fa forte una certa idea malsana della politica più becera.
Piove a dirotto e si è in attesa del ciclone Burian. Incontro inaspettatamente G.
– che non vedevo da mesi – e ripariamo in un bar per un caldo caffè. G. è un
formidabile “affabulatore”, avvince ascoltarlo, ha una memoria di ferro per
fatti, luoghi e nomi. Mi affascina ascoltarlo. Per il nostro passato politico
condiviso mi spingo a chiedergli del 4 di marzo. Nessun tentennamento da parte
sua: voterà come sempre, spinto in tal senso anche dall’ultimo invito pervenuto
a “turarsi il naso”. La sua sicurezza mi confonde, ma non mi sorprende tanto.
Gli chiedo il perché di quel voto. Mi risponde: per non dare il paese in mano
alla destra. Lo incalzo e gli chiedo dove abbia ravvisato e/o ravvisasse tutt’ora
la cesura tra il governo della destra e quello della sinistra sopravvenutole.
Ne conviene che nessuna cesura sia sopravvenuta tra le due sponde
destra/sinistra e che nel maramaldeggiare dell’una ha corrisposto il
maramaldeggiare dell’altra. Ed allora? Gli rammento come la prima – la destra –
sia stata poco rispettosa delle altre istituzioni del paese – per la giustizia
innanzitutto -, così come poco rispettosa lo sia stata in seguito la sinistra
soi-disant. Che né l’una né l’altra abbiano mai avuto a cuore il cosiddetto
“bene comune” che, se ce ne fosse il bisogno, la tragicomica scelta della
destra prima – con il suo “porcellum” – e della sedicente sinistra poi – con il
suo “rosatellum”, che è il colore proprio del porcello – stanno lì a confermarlo, procedendo al cambio
delle leggi elettorali vigenti in un paese della comunità europea in prossimità
delle scadenze di voto, in barba proprio a quelle direttive dell’unione europea
stessa che in concomitanza di tali evenienze prevedono il non luogo a procedersi
per il varo di nuove leggi elettorali. Non volevo convincere G. nella sua
determinazione di voto e ci siamo lasciati sotto una pioggia torrenziale con
l’affetto e la simpatia di sempre. Per chi voterò il 4 di marzo? Boh! Che fare?
Scrivevo: “C’è tanta m…” e lo scrivevo non senza un certo imbarazzo,
allora. Oggigiorno, questa condizione è salutata a destra, come nella sedicente
sinistra, come la benvenuta, una manna, poiché in essa si affoga in buona
compagnia. Bene, leggiamo quel di allora: “C’è tanta m…, non fate l’onda per favore.
L’onda ci sommergerà”. Dice la
figuretta posta a sinistra nell’ultima vignetta di Altan pubblicata sul
quotidiano “la Repubblica”: - Ammetta
almeno che l’avete fatta fuori dal vaso! – Risponde la figuretta posta a
destra della vignetta: - Fuori o dentro
è questione di forma: quel che conta è la sostanza -. Domanda: il pitale è
colmo? Non sembra ancora. Resta vuoto. Eppure tutta la m… è visibile, sotto gli
occhi di tutti, viene a galla prepotentemente. Anzi con la prepotenza di sempre
dei vincitori incontrastati. Puzza. È maleodorante. Di m… naturalmente;
sostanza grezza e nobile al contempo. Frutto delle intestine trasformazioni
organiche. Perfetta alchimia dell’organico! Trascrivo di seguito, in parte,
l’editoriale di Marco Travaglio “Forza
Mussolini” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 5 di marzo 2010. Scrittura
esilarante, come sempre. Forse i tempi non combaciano. La macchina del tempo sarà
andata in tilt. Gli strenui difensori della rappresentatività elettorale del
popolo bue di oggi si esprimevano nei termini di seguito specificati nel marzo
dell’anno del signore 2005
in occasione delle elezioni regionali del Lazio. Da “trombare”, allora, Alessandra
Mussolini, transfuga infedele dalle schiere ordinate e compatte del cavaliere
di Arcore. Siamo al marzo dell’anno del signore 2010: svaniti gli impeti
legalitari dei sicofanti di turno di allora, riaffiorano pericolosamente, per
il bel paese, i peggiori istinti populistici nelle schiere dell’egoarca di
Arcore. In un contesto nauseabondo. La m… ci sommergerà: è oramai certo: (…). - Le firme sono macroscopicamente
false! -, tuonava il Giovanardi, - procure e uffici preposti escludano le liste
presentate in modo irregolare! -. - Le autorità competenti facciano controlli a
campione sull’autenticità delle firme! -, strillava il Tajani. – È una truffa
agli elettori! -, fremeva il Landolfi. (…) – È una partita a carte truccate -, si stracciava
le vesti Storace, - qui si gioca sporco, la campagna elettorale va combattuta
ad armi pari -. (…). Storace: - Ha raccolto firme false, è finita -.
Martusciello: - Quando ci sono le elezioni bisogna rispettare le regole -.
Gasparri: - Diamo un premio ai pochi che han messo la firma vera -. La Russa: -
Possono capitare 2,3,10 firme contestabili, ma qui si parla di centinaia!
Pecioni! Dicono di aver dietro falangi, poi non mettono insieme 4 firme
regolari -. Gasparri nei panni di pm: - È un reato associativo, un attentato
alla democrazia. Cosa c’è di più antidemocratico che falsare la competizione
elettorale con firme false? Il capo dello Stato non ha nulla da dire ? -.
Calderoli: - Predicano bene e razzolano male, parlano di moralità e poi
ricorrono a mezzucci -. Formigoni (…): - Le regole vanno sempre rispettate. È giusto
che ci sia un controllo rigoroso degli eventuali abusi e che siano puniti
coloro che ne hanno commessi. Gli organi preposti verifichino se le firme sono
corrette o false -. Ri-Gasparri: - Non è una vicenda politica, ma giudiziaria.
La democrazia è in pericolo, ci sono profili penali. Vanno cancellate le liste
con firme false e vanno perseguiti quelli che le han facilitate. (…). -.
Maroni: - Voglio sanzioni ancor più gravi della semplice esclusione delle
liste: chi raccoglie firme false fa una truffa elettorale -. Alemanno: -
Decidano i giudici. Moltiplichiamo i controlli: sono regole fondamentali per la
democrazia -. Capezzone (…) stava per chiamare i Caschi blu: - S’impongono
controlli a tappeto anche con l’ausilio di osservatori internazionali
(chiedendo un intervento immediato dell’Ocse), su tutte le liste presentate in
tutt’Italia -. Matteoli: - Falsari -. Bondi: - Comportamento disgustoso e
immorale della sinistra che non condanna chi viola le leggi -. (…) Castelli: -
Le firme van raccolte onestamente secondo la legge -. (…) Landolfi: - Sconcertante
-. Bartolini: - I giudici stabiliscono il principio di illegalità, gli elettori
puniranno i truffatori- .
Cicchitto: - Forzatura gravissima -. La Russa: - Abnorme -. Gasparri: - Pagare gli stipendi ai consiglieri di Stato solo il 31 febbraio -. Giovanardi: - Pagina vergognosa della storia italiana -. Berlusconi: - Sentenza paradossale: riammette una lista con firme false. Per salvaguardare la correttezza democratica del voto, il Consiglio di Stato avrebbe dovuto occuparsi del fatto principale, cioè delle firme false, e non di un cavillo -. (…).
Cicchitto: - Forzatura gravissima -. La Russa: - Abnorme -. Gasparri: - Pagare gli stipendi ai consiglieri di Stato solo il 31 febbraio -. Giovanardi: - Pagina vergognosa della storia italiana -. Berlusconi: - Sentenza paradossale: riammette una lista con firme false. Per salvaguardare la correttezza democratica del voto, il Consiglio di Stato avrebbe dovuto occuparsi del fatto principale, cioè delle firme false, e non di un cavillo -. (…).
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