Da “Attenti
professori, da oggi si vota sul vostro carisma” di Umberto Galimberti,
pubblicato sul settimanale “D” dell’11 di febbraio dell’anno 2017: Ci vuole
entusiasmo nell'insegnare. Perché l'attenzione degli studenti passa dal
coinvolgimento emotivo. (…). Che molti professori (sottolineo: molti, non
tutti) non abbiano una competenza sufficiente della loro materia è cosa nota
agli studenti, ai genitori e ai colleghi professori. Questi ultimi, quando
dovesse capitar loro di subentrare l'anno successivo in quell'insegnamento, si
trovano a dover recuperare due anni in uno. E c'è chi lo fa e chi non ritiene
suo compito farlo. Gli studenti si arrangino come possono. Essere laureati non
è di per sé indice di competenza. (…). …ci si può laureare ad esempio in
filosofia anche senza aver letto una sola pagina di Platone o di Kant. Queste
cose dovrebbero essere note (…). Quanto a me, qualche conoscenza diretta della
scuola la possiedo, avendo insegnato, prima di accedere all'università, nelle
scuole medie inferiori, negli istituti tecnici, negli istituiti magistrali, nei
licei scientifici e classici. Ho fatto parte di commissioni concorsuali, dove
ho potuto toccare con mano il basso livello di competenza di molti candidati,
che, per ragioni davvero incomprensibili, superavano comunque il concorso.(…) …mi
(si) chiede se: "Vogliamo introdurre un ‘valutatore di carisma' o di
fascino nella selezione del personale docente?". (…) …rispondo.
Assolutamente sì, come avviene in qualsiasi colloquio di lavoro, dove chi si
presenta viene sottoposto a un test di personalità per verificare, per esempio
in una casa editrice, se il candidato è abbastanza ossessivo e quindi idoneo a
fare il correttore di bozze. È Platone a insegnarci che s'impara per
fascinazione, perché nell'età dell'adolescenza la mente si apre quando la sfera
emotiva è coinvolta. Come ciascuno di noi ricorda di aver studiato con impegno
le materie dei professori che ci avevano affascinato e davanti ai quali non si
voleva fare brutta figura. (Si) pensa che i pericoli della fascinazione
siano maggiori dei pericoli della demotivazione che, come una nebbia pesante,
grava in molte classi delle nostre scuole? La demotivazione è insidiosissima, è
l'anticamera della depressione, e la depressione è l'anticamera del suicidio. (Nel)
terzo capitolo di un mio libro, L'ospite inquietante, ci sono diverse
testimonianze di come i giovani vivono la loro pericolosissima demotivazione,
spesso a vostra insaputa. (…). …nei licei si è rinunciato alla formazione dei
giovani, giudicati solo sulla base della loro prestazioni oggettive che fanno
media matematica, per cui alla fine del quadrimestre uno si trova in pagella un
6 che risulta dalla media di compiti che vanno dal 9 al 3, dal 2 all'8. Ma che
idea può farsi uno studente in questa altalena di voti? E poi perché non si
fanno più i temi, ma solo la comprensione di un testo scritto con un voto a
scalare per ogni parola incompresa? Forse perché in un tema si esprime la
soggettività dello studente che non è valutabile in termini oggettivi, e magari
obbliga l'insegnate a tener conto delle condizioni psicologiche dei suoi
alunni? Perché, cari professori, non aprite un libro di Psicologia dell'età
evolutiva? Forse capireste perché Freud, già nel 1909 scriveva: "La scuola
deve fare qualcosa di più che spingere i giovani al suicidio, e suscitare
l'interesse per la vita che si svolge fuori nel mondo". Sembra che i
giovani questo interesse oggi lo avvertano appena escono da scuola. Come mai?
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