"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

mercoledì 30 settembre 2020

Leggereperché. 39 «“Socialismo” significa una società che lavora per la società stessa, per tutti».

Tratto da “Attenti ai nativisti”, intervista di Alberto Flores D'Arcais al premio Nobel Joseph Stiglitz pubblicata sul settimanale “L’Espresso” del 30 di settembre dell’anno 2018: (…). Cominciamo dagli Stati Uniti, professore. Come sta l’America dopo quasi due anni di Trump? «Abbiamo un presidente che non crede nella democrazia, che non crede nel ruolo dei media e della stampa, che non crede nella giustizia.

martedì 29 settembre 2020

Cosedaleggere. 71 «Nell'era digitale non è importante quale esercito vince, ma quale storia vince».

Tratto da “Perché il soft power ci salverà”, intervista di Mario Platero a Joseph Nye - professore presso la Harward University – pubblicata sul quotidiano “la Repubblica” del 31 di agosto 2020:

lunedì 28 settembre 2020

Capitalismoedemocrazia. 67 «Tutti noi - vale a dire il 99% - siamo parte di un esperimento economico in grande».

 

Scriveva Federico Rampini sul settimanale “Affari&Finanza” del 31 di ottobre dell’anno 2011 nel Suo reportage che ha per titolo “Wall Street chi vigila sul trading iperveloce”: “È il primo cavo sottomarino a fibre ottiche ad essere installato sul fondo dell’oceano Atlantico da dieci anni a questa parte. Ma a differenza di quelli che venivano inaugurati sul finire degli anni ‘90 e all’inizio del millennio, il nuovo cavo transatlantico non servirà a trasportare la voce, le telefonate, e neppure i collegamenti. Questo nuovo supercavo sottomarino tra New York e Londra, costruito a cura della società Hibernia Atlantic, è riservato esclusivamente alle transazioni finanziarie. Servirà a far guadagnare cinque millisecondi ai trader delle due principali piazze finanziarie del globo. Cinque millisecondi sono un’eternità nel mondo delle transazioni computerizzate. Ma siamo sicuri che sia un investimento utile ai mercati? (…)”.

domenica 27 settembre 2020

Ifattinprima. 92 «La scuola pubblica italiana è forse l'ultimo vero presidio dell'uguaglianza».

Ha scritto Curzio Maltese in “Lezioni di italiano” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 18 di settembre ultimo: Il nostro Paese è pieno di gente orgogliosa e civile, onesta e intelligente. È uno strano Paese, dove il conformismo ha dominato per secoli, schiacciando ogni forma di critica, eppure non esiste città o borgo dove non si contino migliaia di martiri della libertà, persone che hanno combattuto per le più nobili cause, per quanto spesso disperate.

sabato 26 settembre 2020

Cosedaleggere. 70 «C'è un conflitto ancora più importante: quello per bloccare la redistribuzione della ricchezza».

 

Tratto da “Quel femminista di Karl Marx”, intervista di Giulio Azzolini al sociologo Marcello Musto della “York University” di Toronto pubblicata sul quotidiano “la Repubblica” del 2 di settembre 2020: (…). Professor Musto, che cosa possiamo apprendere da Marx in questo tempo di crisi pandemica? "Dopo anni di mantra neoliberista, direi innanzitutto una cosa: che la dimensione cooperativa degli esseri umani è indispensabile per la sopravvivenza degli individui non meno di quanto la libertà dei singoli è imprescindibile per la conservazione della comunità".

La pandemia ha inasprito il conflitto tra Stati Uniti e Cina e, nella Ue, tra i vari Stati membri. È uno scontro tra capitalismi? "È una tendenza destinata a continuare e osservo che tra i paesi più colpiti dal Covid 19 ci sono, non a caso, Stati Uniti e Inghilterra, ovvero le nazioni che hanno guidato la crociata per le privatizzazioni e il cui modello di capitalismo ha impedito lo sviluppo dello stato sociale o lo ha smantellato. Ma sotto la superficie c'è un conflitto ancora più importante: quello per bloccare la redistribuzione della ricchezza, che, negli ultimi decenni, è stato vinto dal capitale".

Marx non prevedeva l'immiserimento del proletariato, ma l'aumento delle diseguaglianze tra le classi. Su questo punto, la storia sembra dargli ragione. "Sì, e in forma ancora più lampante se si analizza l'enorme divario, non solo economico, esistente su scala globale. Marx comprese che il colonialismo britannico in India avrebbe comportato soprattutto la rapina delle risorse naturali e nuove forme di schiavitù, non il progresso annunciato dai suoi apologeti. Ha avuto torto, invece, sul ruolo rivoluzionario della classe operaia europea. Se ne rese conto negli ultimi anni di vita, quando affermò, amaramente, che i proletari inglesi avevano preferito diventare la "coda dei propri asservitori"".

venerdì 25 settembre 2020

Cosedaleggere. 69 «Colpire il prossimo viene prima dell'amore per il prossimo».

 

A lato: "San Francisco" (2018), acquarello di Anna Fiore.
 

"Non ho mai esercitato nella mia vita alcuna violenza né fisica né morale, semplicemente perché mi sono affidato alla mia natura, cioè alla mia cultura". "Il fondo del mio insegnamento consisterà nel convincerti a non temere la sacralità e i sentimenti, di cui il laicismo consumistico ha privato gli uomini trasformandoli in bruti e stupidi automi adoratori di feticci". Sono due preziosissime citazioni tratte da scritti di Pier Paolo Pasolini che la carissima amica Agnese A. ha lasciato a commento del post di ieri. Nel solco di quelle citazioni ho preso coraggio a due mani per postare oggi uno scritto di Massimo Recalcati – “Nessuno tocchi Caino” – pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del primo di settembre 2020. Un approfondimento sul tema della gratuita “violenza”. Ha scritto Massimo Recalcati – psicoterapeuta di scuola lacaniana -: (…). …nella narrazione biblica l'amore per il prossimo viene dopo l'esperienza originaria dell'odio. Essa non istituisce alcuna retorica altruistica, non racconta una pastorale "umanistica" senza ombre, non sostiene il mito dell'uomo nato "buono", non misconosce che la tentazione dell'odio e della distruzione alberghi nell'uomo assai prima rispetto a quella dell'amore. Il racconto biblico appare implacabile e disincantato: la violenza del crimine viene al mondo solo attraverso l'uomo e segna indelebilmente il rapporto col fratello.

giovedì 24 settembre 2020

Cosedaleggere. 68 Pasolini: «Che cos'è che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani in piccolo borghesi».

Ha scritto Roberto Saviano in “Cari amici, la vostra gentilezza è un alibi” pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 20 di settembre: “(…). Chi ritengo abbia dato la spiegazione più lucida sui fatti di Colleferro - come fa su molte altre questioni di cruciale importanza - è Emanuele Macaluso con un bel post su Facebook. Macaluso chiede: «Qual è la vita sociale in tanti Comuni, e non solo nel Mezzogiorno? I partiti, come centri di aggregazione politica e culturale, non ci sono più. Anche la Chiesa non svolge nessuna attività sociale. Si avverte una netta regressione, non solo sociale ma anche civile. Il Pd non si pone questi problemi. La vita politica si svolge nell’incontro-scontro dei vertici, senza il concorso politico e umano di masse popolari. (…). E sbaglia chi su questi gravi fatti, che sembrano di cronaca, non apre una riflessione politica», conclude Macaluso. Sbaglia, sì. Ma una riflessione politica presuppone che a qualcuno interessi qualcosa. Qualcosa di Willy Monteiro Duarte, del dolore e della lacerazione che ha provocato la sua morte. E magari anche dei suoi assassini”. Ha scritto Michele Serra il 9 di settembre 2020 in “Caino, Abele e Pasolini” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica”:

mercoledì 23 settembre 2020

Ifattinprima. 91 Meloni e «la gara delle idiozie».

Ha scritto Silvia Truzzi su “il Fatto Quotidiano” di oggi 23 di settembre in «La barzelletta del Parlamento “delegittimato”»: (…). …la teoria del “Parlamento delegittimato”, evocata sia da Giorgia Meloni che da Matteo Salvini, ha stravinto la gara delle idiozie. Dice Meloni che “ora è necessario dare all’Italia le ulteriori coraggiose riforme costituzionali di cui ha bisogno, e solo un Parlamento pienamente legittimato dal voto popolare può farlo. Non certo un Parlamento delegittimato dagli italiani nella sua composizione e anche nella sua numerosità. Per questo diventa necessario ridare al più presto la voce agli italiani affinché ogni forza politica possa presentare le proprie proposte di riforma. Fratelli d’Italia porrà come prioritario il passaggio a una Repubblica presidenziale e a un sistema che garantisca la stabilità di governo”.

martedì 22 settembre 2020

Cosedaleggere. 67 Franco Fortini: «"In questo tempo che ci divaga/ in questo tempo che ci allaga /di malgrado e di sebbene/ a me la Rossanda va bene"».

Rosanna Rossanda ci ha lasciati domenica 20 di settembre. Tratto da “Amica mia con te rifarei tutto da capo”, intervista di Antonio Gnoli a Luciana Castellina pubblicata sul quotidiano “la Repubblica” del 21 di settembre: (…). Ricordi come vi siete conosciute? "Negli anni Cinquanta nel Partito comunista, dove lei era già una dirigente importante. Tra noi c'era una differenza di cinque anni. Vidi una donna di una bellezza particolare, e mi colpì che fosse insieme una persona sofisticata ma anche tradizionale. Leggeva testi che nel partito pochi conoscevano, ma sentiva anche l'attrazione per la fabbrica, per gli operai, per la gente che conosceva la parola sacrificio. La prima volta che mi invitò a casa restai un po' stupita".

lunedì 21 settembre 2020

Cosedaleggere. 66 Rovinoso tonfo di un intellettuale.

 

"In tutta franchezza, questo referendum dal quale sembra dipendano le sorti del Governo, del Paese e forse del mondo intero non è altro che la definitiva affermazione di un semplice principio: la politica si occupa dell'inessenziale, poiché ha necessità di eludere la complessità. Un tempo imbelle viviamo, popolato da questi 'supervivientes profesionales' il cui unico obiettivo è esserci sempre, comunque e a ogni costo. Che dire? 'Ma andate a cagare, voi e le vostre bugie". Non c’è che dire sulla “finezza” del linguaggio e delle argomentazioni. E come il Metastasio soleva dire “vóce del sén fuggita Pòi richiamàr non vale”. Mi vien da dire che cotanto “senno” tradisce una approssimazione linguistica se non concettuale. È come aver scoperto e mostrato al pubblico ludibrio l’”acqua calda”, sol che avesse letto e riflettuto su quanto il 23 di agosto Gustavo Zagrebelsky sul quotidiano “la Repubblica” ha scritto a proposito dell’imminente referendum: “Alla fine si deciderà per ragioni che hanno poco a che fare con quelle propriamente costituzionali: fare un favore a questo o un dispetto a quello; rafforzare un partito rispetto ad altri; consolidare la maggioranza o indebolirla; mettere in difficoltà una dirigenza di partito per indurla a cambiare rotta e, magari, a cambiare governo o formula di governo”. Necessitava il ricorso alla rozzezza di quel parlare? Ha scritto Tommaso Rodano in “Sua Castità difesa dagl’intrepidi zuavi di Papa Saviano” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 17 di settembre ultimo:

domenica 20 settembre 2020

Ifattinprima. 90 «Il “taglio” dei parlamentari sarebbe malfatto perché “lineare”. Meglio forse un taglio cubico o sferico?».


Tratto da “Ecco perché molte ragioni del No non stanno in piedi”, intervista a Gustavo Zagrebelsky di Silvia Truzzi pubblicata su “il Fatto Quotidiano” del 19 di settembre 2020: (…). Professore, come spiega il cambio di rotta di molti parlamentari? La riforma è stata votata, in ultima lettura, con una maggioranza bulgara. I cittadini possono avere fiducia in persone che cambiano opinione tanto facilmente? - La coerenza e la connessa fiducia non albergano nelle stanze della politica. Valgono le convenienze e le tattiche, cioè i calcoli secondo le mutevoli circostanze. In politica, fidarsi è forse bene, ma non fidarsi è certamente meglio. Per questo, è bene non farsi mettere nel sacco -.

sabato 19 settembre 2020

Ifattinprima. 89 «Comunque deciderai di votare, non cedere mai alla tentazione di coprire di insulti chi non la pensa come te».

Lettera di Salvatore Settis ad una elettrice “titubante” riportata in “Contro i dirottatori del referendum” pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di giovedì 17 di settembre: (…). Cara Marianna (…) prova a ragionare a fondo sui perché del SÌ e del NO. Io provo intanto a proporti qualche criterio per orientarsi nella selva delle argomentazioni, quelle buone e quelle speciose. Primo criterio. La Costituzione è per sempre. Perciò nei referendum costituzionali valgono solo gli argomenti sul merito della riforma proposta su un punto molto specifico, e nessun altro. Per esempio, la riforma Renzi-Boschi meritava di essere liquidata da un sonoro NO non perché a volerlo fare era quel governo, ma perché pretendeva di cambiare in un colpo 47 articoli della Carta. Nel referendum del 20 settembre la domanda da farsi è una sola: ridurre il numero dei parlamentari è positivo per il funzionamento della nostra democrazia? O è negativo? O indifferente?

venerdì 18 settembre 2020

Ifattinprima. 88 Il Sì e il No a confronto.

Tratto da “Guida al referendum. Le ragioni del Sì, le obiezioni del No” di Marco Travaglio, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 15 di settembre 2020: Qual è il numero perfetto di parlamentari? La domanda se la posero già i Padri costituenti eletti nel 1946 (556 in tutto).

giovedì 17 settembre 2020

Ifattinprima. 87 «Luigi Einaudi: “Quanto più è grande il numero dei componenti un’Assemblea, tanto più essa diventa incapace ad attendere all’opera legislativa che le è demandata”».

Dicono: “Stravolgono la Carta del 1948 e tradiscono la volontà dei nostri Padri costituenti!”. Ma chi? Non per un caso tutti coloro che hanno fatto sì che il Parlamento divenisse un “Parlatorio” – da “casa penale” - per via degli inquisiti, dei condannati, dei voltagabbana al servizio non del Paese ma dei potentati economico-finanziari del bel – solamente per loro - Paese? Gli esempi non mancano.

mercoledì 16 settembre 2020

Capitalismoedemocrazia. 66 «Agli inizi del 2019 i poveri assoluti in Italia erano quasi cinque milioni».


Merita questo scritto del sociologo Domenico De Masi, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 3 di settembre ultimo, il giusto risalto e la più che giusta collocazione nelle “rubriche” del blog per l’altissimo prestigio dello scrivente e per l’attualità stringente del “problema”.

lunedì 14 settembre 2020

domenica 13 settembre 2020

Leggereperché. 38 «La perfezione ci fa apparire inespressivi e al limite inaccessibili».


A lato: "Prospettico" (2019), "acquarello" di Anna Fiore.

Tratto da “La solitudine di chi chiede troppo a sé stesso” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 13 di settembre 2014:

sabato 12 settembre 2020

Leggereperché. 37 «La violenza non è affatto l’esito di una regressione dell’umano al regno animale».

Tratto da “E Caino diede inizio alla realtà” di Massimo Recalcati – psicoterapeuta di scuola lacaniana -, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 12 di settembre dell’anno 2019:

venerdì 11 settembre 2020

Virusememorie. 38 Baruch de Spinoza: «È impossibile che in questo mondo possa esistere un atto senza che vi siano legami con le cause».


Maxime Rovere ha messo in bocca al Suo Baruch de Spinoza, nello straordinario volume “Tutte le vite di Spinoza” – Feltrinelli editrice (2020), pagg. 430, Euro 25 -, che “gli esseri umani si credono liberi solo perché ignorano le cause delle loro scelte. (…). …ogni cosa è determinata da strette concatenazioni della materia; le cause e gli effetti si susseguono in maniera regolare; è per questa ragione che esistono le scienze. Di conseguenza, l’impressione che noi prendiamo delle decisioni in tutta indipendenza non è niente di più che un’illusione. È impossibile che in questo mondo possa esistere un atto senza che vi siano legami con le cause.

giovedì 10 settembre 2020

Leggereperché. 36 Paolo De Benedetti: «Il lato oscuro di Dio è la sua debolezza, che fa di lui "il nascosto" (Isaia, 45, 15), colui che cerca l'uomo ("Uomo, dove sei?", Genesi, 3, 9)».


A lato: "Cielo tempestoso" (2019), "acquarello" di Anna Fiore.

Tratto da “Da dove viene il male?” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 10 di settembre dell’anno 2016:

martedì 8 settembre 2020

Ifattinprima. 86 «Ecco perché voterò Sì al referendum».


“Dispositivo dell'art. 54 della Costituzione della Repubblica Italiana”: (…). I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, (…)”. Perbacco, “ed onore”!

lunedì 7 settembre 2020

Storiedallitalia. 86 “Scapagnini aveva detto: «Non fatevi illusioni, ci seppellirà tutti perché la sua vera età è 55 anni. Berlusconi è tecnicamente quasi immortale». Zangrillo disse: «Berlusconi è straordinariamente vitale: clinicamente ha solo 50 anni». Don Verzé: «Berlusconi è un dono di Dio»”.


Ha scritto Michele Serra in “Asintomatico con sintomi” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 5 di settembre ultimo: Spiegare i sintomi di un asintomatico è un notevole esercizio di stile, e il professor Zangrillo ha svolto il compito con buon controllo dialettico e un certo aplomb mediatico. Se l'è cavata bene, e non era facile.

domenica 6 settembre 2020

Cosedaleggere. 65 «Si è inventato Internet, c’è cosa più bella della comunicazione?».

Andrea Camilleri avrebbe compiuto oggi, 6 di settembre, 95 anni. Il 14 di marzo dell’anno della “pandemia” è stata riportata sul settimanale “Robinson” del quotidiano “la Repubblica” una intervista “inedita” - “La filosofia salverà il nostro mondo” – ad Andrea Camilleri a firma di Francesco De Filippo – scrittore, giornalista – e di Maria Frega – scrittrice e sociologa –. Il testo riportato dal settimanale è stato estratto dal volume dei due Autori “Filosofia per i prossimi umani” - Giunti Editore, pagg. 264, euro 18 –: Maestro, il mondo sta cambiando radicalmente e a una velocità inaspettata. Come si immagina la vita sulla Terra tra quindici, venti anni? «Marx, Engels e un altro autore, forse Ferdinand Lassalle, pubblicarono un libro per spiegare come la civiltà greca abbia conosciuto un grandissimo balzo in avanti non solo nell’espressione artistica ma anche nel pensiero filosofico grazie al fatto che i cittadini di quelle società avevano una grande cultura e non erano costretti a lavorare, ad affrontare la fatica del lavoro materiale. Per questo, gli uomini di cultura dell’epoca potevano dedicarsi a qualcosa di assai semplice: a riflettere, a ragionare sulle cose. Avevano il tempo di cadere in contraddizione e di risolvere le contraddizioni stesse».

sabato 5 settembre 2020

Ifattinprima. 85 «Non importa più ciò che davvero sta accadendo, possiamo sostituirlo con ciò in cui crediamo».


Ha scritto Michele Serra in una Sua corrispondenza - “Nemici del popolo e della mascherina” – pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 28 di agosto ultimo:

venerdì 4 settembre 2020

Ifattinprima. 84 «“Il governo deve rimanere estraneo alla formulazione della Costituzione, se si vuole che scaturisca interamente dalla libera determinazione dell’assemblea sovrana” (Calamandrei)».

Tratto da «Dico Sì alla riforma contro quelli che ragionano “a breve termine”» di Salvatore Settis – storico dell’arte, già Direttore della Scuola Normale di Pisa – pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 2 di settembre: (…). Come spiegare chi, avendo votato in Parlamento la modifica costituzionale che riduce il numero di deputati e senatori, al referendum si schiera per il No? A quel che pare, i loro principali argomenti sono due: la maggior rappresentatività di un Parlamento più numeroso e la salvaguardia della Costituzione, nonché della dignità dei rappresentanti del popolo. Come tale dignità possa uscire indenne da tali subitanei voltafaccia resta un mistero. Una spiegazione forse c’è, e si chiama short-termism: una peste del nostro tempo, che consiste nel badare alle conseguenze a breve termine delle proprie azioni, senza preoccuparsi di quelle a lungo termine. Si spiegherebbe così come qualcuno possa aver votato Sì alla Camera solo pochi mesi fa onde fortificare la maggioranza di governo, e voglia oggi votare No per indebolirla. Si capirebbe anche perché la riforma è stata approvata alla Camera con una maggioranza superiore ai due terzi, al Senato no: condizione necessaria, quest’ultima, perché si andasse al referendum confermativo, creando così un’altra occasione per stare col fiato sul collo del governo. Convergono in tali comportamenti due malattie della nostra democrazia, strettamente connesse tra loro. Primo, il vizio di operare secondo un orizzonte temporale di poche settimane o mesi, anche quando si tratti di riforme costituzionali, che per loro natura dovrebbero esser sostenute da un amplissimo respiro. Secondo, l’habitus di orientarsi sulla base non di ferme convinzioni, ma della convenienza del momento: è quel che accadde col voto contrario alla riforma Renzi da parte delle destre, che avevano pochi anni prima proposto una riforma assai simile e ne covavano un’altra pochi mesi prima, nel governo Letta. Se poi votarono No in Parlamento e al referendum, fu perché Renzi aveva rotto il “patto del Nazareno”, intestando al suo “governo costituente” quel conato di riforma, mentre “il governo deve rimanere estraneo alla formulazione della Costituzione, se si vuole che scaturisca interamente dalla libera determinazione dell’assemblea sovrana” (Calamandrei). Della stessa natura è il voltafaccia di chi, come Zanda e Finocchiaro, si oppone a una riduzione dei parlamentari identica fin nei numeri a quella che essi proposero nel 2008 (…).

giovedì 3 settembre 2020

Leggereperché. 35 «Sono arrivato ad avere pensieri che non condivido: la politica non serve a niente».

Tratto dalla introduzione al volume “La politica non serve a niente” – pagg. 210, euro 17, Rizzoli editore (2015) con sottotitolo “Perché non sarà il palazzo a salvarci” - di Stefano Feltri, riportato su “il Fatto Quotidiano” del 3 di settembre dell’anno 2015: Dalla grande recessione che ha travolto l’Italia e l’Europa nel 2009, tutti abbiamo potuto misurare nella vita quotidiana la portata delle sfide che le nostre società devono affrontare. Risalire la china in cui è sprofondata la nostra economia. Accogliere migliaia di profughi che arrivano da Paesi vicini. Dalla caduta del muro di Berlino a oggi mai si era avvertito tanto un bisogno di politica, di leadership, nazionale e globale. Di idee, di visioni, di scelte, di qualcuno che si prenda la responsabilità di decidere. Invece ci troviamo di fronte sempre più spesso al vuoto. Di contenuti, di decisioni, di potere. Gli slogan della politica nazionale si accumulano nei titoli dei giornali, fanno discutere in qualche talk show e poi svaniscono, privi di conseguenze. In Italia parliamo sempre delle stesse cose: la burocrazia che strozza la crescita, l’assenza di meritocrazia, i costi della casta, è tutta colpa dell’euro, le siringhe che al Sud costano dieci volte più che al Nord. Tutto qua. E chiediamo a qualcuno – ai politici – di fare qualcosa. E loro non lo fanno. Magari non ci provano, magari hanno altre meno nobili priorità, ma anche quando ci provano non ci riescono. Sono quindi arrivato, per citare Altan, ad avere pensieri che non condivido: la politica non serve a niente. O meglio, non serve più a niente. Il politologo britannico Matthew Flinders sostiene che noi detestiamo la politica perché ci siamo dimenticati che ha una natura “specifica e limitata”, cioè che non può fare tutto. Vediamo tutti i giorni che le decisioni dei nostri governi non sono più in grado di incidere sulle scelte di fondo della nostra vita, eppure è sempre a loro che continuiamo a rivolgerci in cerca di aiuto. Noi elettori chiediamo sempre di più ai nostri politici che si sentono incentivati a promettere risultati mirabolanti, riforme radicali, prosperità per tutti. Ci sono due sole soluzioni per ristabilire un rapporto sostenibile tra cittadini e governi: o aumentare l’offerta, o ridurre la domanda. I politici devono imparare a promettere meno, possibilmente soltanto quello che possono realizzare, e i cittadini devono ridimensionare le loro aspettative. Ma il mondo sembra andare in un’altra direzione, perché le domande del pubblico sono insaziabili, i problemi della società sempre più complessi, le risorse disponibili sono insufficienti e migliorare un po’ l’efficienza del settore pubblico non basterà mai a sistemare tutto. Se la politica non serve a niente, dobbiamo tutti rassegnarci al declino? È il caso di iniziare a ragionare anche sull’ipotesi che la risposta a questa domanda sia semplicemente: “Sì”. Ma all’orizzonte si vede una forza in grado di compensare lo svaporamento di autorità dei governi: la tecnologia, portatrice di un cambiamento epocale che sta sconvolgendo gli equilibri e spostando il potere dai governi alle imprese. E alle persone. È la prima volta che i grandi cambiamenti della società sfuggono così completamente alle scelte della politica. Il processo decisionale è troppo lento per inseguire e indirizzare i cambiamenti dell’innovazione, lo spazio in cui si crea il valore aggiunto troppo impalpabile, i protagonisti del cambiamento troppo potenti e globali per essere affrontati da piccoli Stati nazione. Ma il fatto che la politica sia diventata inutile non è detto che sia una cattiva notizia.

mercoledì 2 settembre 2020

Leggereperché. 34 «Nietzsche: vince chi, pur riconoscendo l'inganno dell'esistenza, gioiosamente lo accetta».


A lato: "Villaggio portoghese" (2020) "acquarello e penna" di Anna Fiore.
Tratto da “Sì ad illusioni e maschere, se ci aiutano a vivere” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 2 di settembre dell’anno 2017:  Lo diceva anche Nietzsche: vince chi, pur riconoscendo l'inganno dell'esistenza, gioiosamente lo accetta. (…). Noi, al pari di tutti i viventi, siamo funzionari della specie. E siccome non ci rassegniamo, abbiamo inventato niente meno che la storia, per sentirci autori e soggetti delle azioni che compiamo. Gli uomini più delle donne le quali, vincolate com'erano fino a pochi anni fa a una sessualità sostanzialmente riproduttiva, non hanno avuto tempo, a differenza degli uomini privi di questo vincolo, di giocare, come hanno fatto gli uomini, prima alla caccia, poi alla guerra; appena più evoluti, hanno inventato i miti, poi le religioni, in seguito le ideologie, da ultimo la scienza e la tecnica al momento al servizio del mercato, dettando le leggi che decidono come deve andare il mondo. Un mondo tutto inventato e contrapposto alla natura, ridotta a materia prima da utilizzare, in vista della costruzione del mondo come da loro concepito. "Il mondo come rappresentazione", direbbe Schopenhauer, per sfuggire alla vera realtà costituita dal "mondo come volontà". "Volontà di vita" che si esprime ovunque trova le condizioni, senza ragione e senza perché, quindi "volontà irrazionale", a proposito della quale Schopenhauer scrive: "Il soggetto del gran sogno della vita è in un certo senso uno soltanto, la volontà di vivere".

martedì 1 settembre 2020

Lalinguabatte. 98 «Resta instillata nella memoria dei telespettatori non tutta la sequenza razionale ma solo frammenti di informazione».


Tratto da “Discutere è un'arte. Marziale”, colloquio tra la giornalista Simonetta Fiori e lo scrittore – ed ex magistrato – Gianrico Carofiglio pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 28 di agosto 2020: (…). Processo ai talk show da parte d’un ex giudice che non li disdegna? «In realtà non sono tutti eguali (…). Talvolta l’obiettivo dichiarato è scatenare la zuffa con disprezzo totale della verità. In altri casi prevale il tentativo di approfondire anche se l’esito non è sempre felice. Ma quel che è interessante è il sentimento con cui in molti partecipano, che è poi lo Zeitgeist contemporaneo, lo spirito del tempo: l’idea che la comunicazione politica sia soprattutto manipolazione, contraffazione, imbroglio.  Di fronte a questa grave stortura sono possibili due strade. Uno potrebbe anche decidere: non ci vado e non vedo i programmi. Ma è una soluzione? Io ho scelto di accettare questa ineluttabile conflittualità e di scommettere sulle infinite possibilità dell’intelligenza».