"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 13 gennaio 2025

Lastoriasiamonoi. 25 Enzo Bianchi: «Che cos’è la polis, la città? Una creazione umana, voluta ed esperita nei millenni, luogo dell’umanizzazione per eccellenza».

                                                Sopra. Valditara Giuseppe

(…). Durante le feste, sono (…) accadute diverse cose, alcune banali e altre no. Prima per banalità, la fascinazione di giornalisti, injluencer e gente comune per il video creato con l'Ia dove alcune coppie di arcinemici si baciano perché a Natale siamo tutti più buoni, e dunque è così bello guardare gli abbracci tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein o fra Matteo Salvini e Ghali e non preoccuparci di quanto con lo stesso sistema si possa manipolare la realtà. Il che non rientra sicuramente nelle intenzioni del creatore del video, Eman Rus, ma in quelle, per fare un esempio, di Elon Musk sì. Fra le altre cose banali ci sarebbero le querele di Giuseppe Valditara a Nicola Lagioia (poi ritirata) e a Giulio Cavalli, ma la compulsione alla denuncia di Valditara pone problemi più gravi, e dunque tutt'altro che banali, perché, come scriveva uno dei bersagli del ministro, Christian Raimo, è diventato difficile anche parlare di libertà di espressione in un mondo prigioniero di fake e informazioni non verificate. Raimo citava "Lo scherzo”, romanzo d'esordio di Milan Kundera, dove lo studente Ludvik scrive «Baci trotskisti» su una cartolina alla sua fidanzata. E per quello scherzo finisce in galera, perché nessuno sa distinguerlo dal vero. E qui arriviamo alla vicenda meno banale e forse più inquietante degli ultimi giorni, ovvero il putiferio che si è scatenato dopo l'intervista in cui lo scrittore Paolo Cognetti raccontava la propria malattia mentale e il proprio ricovero. Più che un putiferio, un tritacarne: dichiarazioni di scrittrici e scrittori che si affrettavano a parlare della propria depressione, accuse di montatura editoriale, in pratica la trasformazione di un tema serio in spettacolo, senza mezzo ripensamento, figuriamoci un rimorso. A riprova di un meccanismo che trasforma ogni persona visibile, e forse anche non visibile, in tiktoker suo malgrado e dove non si riesce a infilare un ragionamento serio, figurarsi un richiamo a quello che, eoni fa, diceva Franco Basaglia sul fatto che nessuno di noi è immune, nessuno è normale, nessuno rientra nei parametri del vincente. Invece di turbarci, si partecipa gioiosi al ballo, con il boa di struzzo e il reggicalze e, hop, saltiamo, senza preoccuparci troppo delle conseguenze. (…). Ma nulla è come sembra, anzi, nessuno è come sembra e lo spettacolo va avanti, a meno di non riuscire, in modi che al momento neanche la fantascienza riesce a scoprire, a sottrarsi.(Tratto da “Qualcuno fermi lo spettacolo della finta realtà” di Loredana Lipperini pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 3 di gennaio 2025).

“Ridare respiro alla politica”, testo di Enzo Bianchi risalente al lunedì 20 di luglio dell’anno 2020 e riportato sul quotidiano “la Repubblica”: Che cos’è la polis, la città? Una creazione umana, voluta ed esperita nei millenni, luogo dell’umanizzazione per eccellenza. È nella polis che sono fioriti il pensiero, la civiltà, l’arte; è nella polis che gli uomini e le donne hanno accresciuto la loro soggettività e l’hanno intrecciata in vita comune, dando origine alle istituzioni necessarie per ordinare e difendere la vita, strutturando la democrazia. Compito, quest’ultimo, mai esaurito una volta per tutte, ma sempre bisognoso di ridefinirsi, di pari passo con il cammino di umanizzazione, che deve affinarsi, mostrandosi capace di resistere a ogni tentazione di barbarie, ossia di regressione verso l’animale da cui proveniamo. Ecco perché dove diciamo “polis” diciamo “politica”, responsabilità che nasce dall’appartenenza alla polis intesa innanzitutto come societas e come communitas. Politica: parola che oggi purtroppo, soprattutto per le nuove generazioni, non è più significativa, perché intaccata nella sua natura di vocazione e servizio; parola che patisce disaffezione, anzi suscita veri e propri sospetti. Se l’antropologo Marc Augé denuncia la società attuale come quella contrassegnata dai “non luoghi”, potremmo parafrasare così la sua famosa intuizione: oggi la grande tentazione antropologica è quella di sostare dove non vi sono legame né impegno. Perciò la politica soffre di astenia, non potendo trovare fondamento in uno spazio che sia veramente una polis. Per questa mancanza di fondamento nel tessuto della città, la politica evade sovente dalla realtà; non è più esercitata calandosi nel faticoso terreno delle realtà concrete vissute dai cittadini; non riesce più a compiere azioni che siano coerenti con le ispirazioni e gli ideali - i grandi principi! - e, insieme, compatibili con la dura realtà. Se la polis è una società, occorre dunque anzitutto, da parte dei cittadini, mettersi alla ricerca di un orizzonte comune, anche a caro prezzo, e intraprendere un’azione responsabile conseguente, perché nella società siano praticati cammini di umanizzazione. Si tratta di armonizzare autorità e libertà, iniziativa personale e solidarietà di tutto il corpo sociale, necessaria convivenza e feconda e legittima diversità. Ciò che si deve fare in politica va fatto non per convenienza ma per una convinzione assunta e per una responsabilità democratica. Dag Hammarskjöld, grande uomo politico e segretario generale dell’Onu, scriveva nel suo diario: «Merita il potere chi ogni giorno lo rende giusto!». Oggi, di fronte a una polis sempre più sfilacciata, occorre ridare respiro alla politica, occorre rinnovare il coinvolgimento di ogni cittadino, fino a rifondare una cultura dell’impegno e del servizio politico. In altre parole, siamo chiamati a esercitarci alla diversità, alla complessità, al dialogo, per delineare un orizzonte comune: un orientamento che sappia radunare le forze per la resistenza alle barbarie e per un rinnovato slancio verso una democrazia più che mai da ripensare con intelligente creatività.

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