“Sopravvivere al solipsismo di massa”, testo di Stefano Massini pubblicato sul settimanale “Robinson” del quotidiano “la Repubblica” del 3 di dicembre ultimo: È chiaro che l’episodio di Sua Cognatezza Lollobrigida che fa fermare il treno non a Eboli ma in altra amena località del nostro Mezzogiorno, affonda le sue radici in un'idea del potere e dei suoi perimetri nella società. Un frammento che odora di commedia all'italiana, degno di figurare dentro una sceneggiatura di Age e Scarpelli, oppure di svettare come scena cult in qualche pellicola con Alberto Sordi e Ugo Tognazzi. Invece siamo nel 2023. Certo, volendo potrebbe anche esserci un altro piano di lettura, se si pensa a quello che è accaduto a New Orleans dove il passeggero di un volo in atterraggio ha ben pensato di aprire la porta d'emergenza del velivolo per saltarsene giù sulla pista. I telefonini hanno ripreso la scena, che farebbe sorridere se non fosse per gli attacchi d'ansia degli altri passeggeri terrorizzati. Il punto è che quell'anonimo signore ha incarnato per un attimo il senso stesso di un'epoca, tutta interamente votata all'autonomia del singolo rispetto ai riti collettivi, sempre interpretati come zavorre. Perché aspettare che l'aereo si fermi e che l'iter della Compagnia ti assoggetti a lentezze, file e composte attese del turno? È una procedura intollerabile: se l'aereo ha toccato terra, qualcuno mi spieghi perché non dovrei aprirmi da solo la porta e saltare giù guadagnandomi l'uscita. A questa conclusione ci hanno scortati in fondo anni di progressiva apoteosi dell'indipendenza, del solipsismo, conditi dal mantra per cui tutto ciò che implica o proviene dagli altri sarebbe un'inutile complicazione. Il Parlamento non è forse un rottame da eliminare a favore dell'uomo forte, saldo e solo al comando? E l'e-commerce non ci ha regalato la completa onnipotenza nell'atto dell'acquisto, concentrando sulla falange di un dito (nostro) gli apporti del commesso e del cassiere? Facciamo tutto noi, facciamo tutto da soli, facciamo meglio e più velocemente. E allora va benissimo spalancare la porta d'emergenza di un aerobus per scendere più in fretta, così come va benissimo fermare un treno ad Alta Velocità perché non posso più aspettare. D'accordo, mi si dirà che l'analisi è pretestuosa, che il passeggero americano appariva un tantino disturbato, e che Lollo ha l'aggravante dell'essere un uomo pubblico. Tutto vero. Ma questi due episodi di "fermate il mondo voglio scendere" calzano a pennello alla domanda: riusciremo a sopravvivere al trionfo di noi stessi?
"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
martedì 12 dicembre 2023
ItalianGothic. 85 Stefano Massini: «L’episodio di Sua Cognatezza Lollobrigida che fa fermare il treno affonda le sue radici in un'idea del potere e dei suoi perimetri nella società».
Ha
scritto Diego Bianchi in “Fuori Binario”
pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” dell’8 di dicembre 2023: «Noi le chiediamo: è vero o non è
vero che lei o i componenti del suo staff avete chiesto a vertici o funzionari
di Trenitalia o di Ferrovie dello Stato o ad altri riferimenti cui i normali
cittadini o pendolari non possono accedere, di avere una fermata ad hoc?». Il
deputato Santillo, del Movimento 5 stelle, ci mette poco a formulare la domanda
più attesa del question time di giornata riguardante i ministri Giorgetti, Urso
e Lollobrigida, soprattutto Lollobrigida. Coerentemente con la bizzarra
dinamica tipica dei question time - si sta in Aula solo quando parla o risponde
un parlamentare del tuo gruppo per poi rapidamente uscire a fare altro - ci
sono quasi solamente deputati dei 5 stelle e di Fratelli d'Italia, pronti a far
da claque. Lollo, come lo chiamano parenti, amici e sodali vari di avventura
politica (dimensioni che spesso coincidono), attende nervosamente il suo turno,
legge e rilegge la risposta che si è preparato, cancella passaggi, perfeziona
il riassunto, a capo chino sul foglio. Il suo binario di giornata appare più
triste e solitario che mai, nel deserto dell'Aula parlamentare dove rimbombano
interventi che quasi nessuno ascolta. Nell'attesa, l'attenzione dei pochi
astanti è presa dall'ingresso di Donzelli, che compulsa il telefonino proprio nei
minuti in cui il suo coinquilino Delmastro viene rinviato a giudizio per il
caso Cospito. Siccome anche l'accessorio fa il "patriota", ove mai
qualcuno dubitasse dell'attaccamento del ministro alla causa nazionale, Lollo
indossa al polso un braccialetto tricolore e al collo una cravatta listata
sempre di tricolore, quasi certamente quella regalata da Meloni a tutti i
parlamentari di Fratelli d'Italia il primo giorno di Parlamento dopo la
vittoria elettorale (alle donne fu dato in dono un foulard). Giunto il suo
momento, Lollo finalmente si alza per rispondere a quei senza patria dei
grillini e a tutti coloro che in questi giorni hanno osato mettere in dubbio la
sua azione. «Mi chiedete di chiarire se la mia condotta sia ascrivibile alla
normale attività del dicastero di cui sono responsabile. La risposta è sì!»,
Nonostante la domanda fosse un'altra, Lollo ingrana la marcia più alta e
snocciola giustificazioni per la sosta ciampinese tali da far impallidire le
cavallette di Belushi, fino al punto di dire che non era bello far attendere
dei bambini in un giorno di emergenza meteo. «Tutti i passeggeri hanno avuto la
possibilità di scendere alla stazione di Ciampinol», dice a un certo punto, e
li capisci che va bene così, domandare è lecito, rispondere è performance.
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