"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

mercoledì 1 marzo 2023

Memoriae. 38 Curzio Maltese: «Negli Stati Uniti la maggioranza naviga nell'incultura. È un Paese davvero complesso. Ricchissimo e insieme così ignorante».


CurzioMalteseglialtri”. Ha scritto Ezio Mauro in “Ciao Curzio il talento puro del contropotere” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di lunedì 27 di febbraio 2023:

(…). Curzio capiva per far capire, rivelava la dimensione riservata dei fenomeni, indicava lo scarto, il salto, il bivio che cambiava la natura di un avvenimento. L’autonomia del giudizio, l’abitudine al distacco dai protagonisti, una sorta di lontananza curiosa sono state la sua natura che sostituiva il metodo, e gli consentiva quello sguardo dall’altrove che era la misura della sua libertà: sia nei confronti dei campioni del calcio e del ciclismo, e dei padroni dello sport - la sua prima esperienza - sia davanti alla seduzione e agli inganni della televisione, decifrata dal suo sguardo critico come il vero specchio del potere, sia infine nella cronaca maiuscola di una politica che creava e lasciava appassire personaggi nati apposta per il suo racconto, invece che leader. Prendeva parte, nei suoi commenti, con una cultura di sinistra disincantata e tuttavia ostinata, nata a Sesto San Giovanni, cresciuta alla Stampa, coltivata nella stagione decisiva di Repubblica, poi sperimentata al Parlamento europeo e infine, per la legge amara dei prepensionamenti, approdata al Domani. Il male gli aveva tagliato la strada ma non gli orizzonti, e il modo di guardare il mondo con meraviglia. Soltanto lo aveva stretto di più alla famiglia, a Paola senza la quale - diceva - si sarebbe arreso, a Zeno in cui sicuramente si rivedeva e si riascoltava nell’unica proiezione che conta nel futuro, mentre giocava la partita decisiva, e capiva che gli mancava il tempo. Lascia lettori “suoi”, che lo aspettavano e lo seguivano, come avviene soltanto ai grandi, lascia i compagni di lavoro che hanno gioito del suo successo, volendogli bene. Fino a immaginare che da qualche parte adesso stia giocando a scacchi con Vittorio Zucconi: erano dilettanti, ma qualcosa bisogna pur fare mentre si aspetta che arrivi la telefonata del giornale, e finalmente si torni a scrivere. Di seguito, una delle ultime “rubrichette” - della serie “Contromano” - dell’indimenticabile Curzio Maltese – “Good luck, Joe” - sui fatti e misfatti del 6 di gennaio dell’anno 2021 nell’America di Trump, pubblicata sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 22 di gennaio di quell’anno: Quanto mi piacerebbe passare un pomeriggio con Jake Angeli, lo sciamano con le corna che ha guidato la rivolta a favore di Donald Trump, magari con una camicia addosso e senza cappello alla Davy Crockett, e chiedergli di raccontarmi l'America che sogna. Gli Stati Uniti hanno fatto da sempre della democrazia la loro bandiera. Il presidente uscente Donald Trump ha capito bene, e sfruttato anche meglio, che la metà degli americani non sa nemmeno che cosa significhi essere un Paese democratico. Tolte le città principali delle due coste, dove la gente legge e studia, il resto pensa essenzialmente ad avere una macchina, meglio con un'arma nel cruscotto, e ad andare il sabato in gita al centro commerciale. Sono due Paesi del tutto diversi, sono due Americhe che parlano in inglese ma che non si capiscono per niente. Non esiste una cultura di destra e una di sinistra come le conosciamo in Europa. Negli Stati Uniti la maggioranza naviga nell'incultura. È un Paese davvero complesso. Ricchissimo e insieme così ignorante. Gli americani non viaggiano, a parte sempre quelli delle due coste, e quasi i due terzi della popolazione ha tali lacune culturali che se facesse il test di cittadinanza, la perderebbe. Gli assalitori al Congresso in nome di Donald Trump sono formati dal gruppo QAnon di Jake Angeli, antisemiti e complottisti, e da un secondo, i Proud Boys, neonazisti, ossessionati dalle armi e dalla violenza. Anche i seguaci di Scientology - la potente setta parareligiosa che da sessant'anni miete soldi in mezzo mondo, in particolare a Hollywood, all'insegna del pagare per credere - seguono il biondo presidente con interesse. Amici di Scientology sono stati i regimi fascisti, razzisti e i milionari spostati. Nemici giurati: il comunismo, la scienza ufficiale, i medici veri e la psicoanalisi, avvertita come una minaccia perché portava via i clienti migliori. Insomma, a osannare Donald Trump, tre gruppi di psicopatici. Joe Biden ha davanti a sé l'arduo compito di tenere insieme queste due Americhe e per farlo dovrà combattere l'ignoranza, partendo da una profonda riforma della scuola. Se levi le grandi università, come Harvard, Yale, Stanford o il Mit, il sistema scolastico è disastroso. In bocca al lupo, presidente, sperando di sentire di nuovo Kamala Harris con il suo: "We did it, Joe".

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