Non so cosa ne pensiate Voi di quel tale che con
piglio e linguaggio forbito da “questurino” – occupazione sua precedente
della quale si è vantato in una occasione ufficiale - ha osato definire alcuni
migranti, ovvero una umanità dolente, un “carico residuo”. Come lo
classifichereste? E di quel talaltro che da buon pedagogista consigliava (e
praticava, forse) la “umiliazione” degli alunni al fine
di favorirne una loro equilibrata crescita morale e spirituale, cosa non Vi
convince? La non-serenità – forse - dei suoi sereni convincimenti? Bene. Ha scritto
Francesco Merlo in “Breve storia della
cretinocrazia” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 24
di febbraio 2023: (…), siamo stati noi italiani a scoprire che, se non fosse anche
intelligente, il cretino non sarebbe cretino. E abbiamo eletto e mandato al
potere i cretini intelligenti o cretini cognitivi, forse perché ci siamo
spaventati che, trattando - con Carlo Cipolla, Sciascia, Flaiano, Fruttero e
Lucentini, Umberto Eco... - la cretinaggine degli altri, avremmo potuto
meritarci noi il titolo di cretino, proprio come il matto in controsenso che
pensa che tutti gli altri automobilisti siano matti. Gli italiani insomma hanno
capito per primi che è l'intelligenza l'arma micidiale del cretino che non è
mai troppo ignorante ed è pure ben vestito. Proprio come ai tempi di Flaubert,
che oggi aggiornerebbe il suo dizionario con "togliamo i telefoni ai
ragazzi ", "non esistono più i sapori di una volta", "io
mangio solo biologico", e "basta con Sanremo", il cretino
intelligente ovviamente esibisce l'inglese che non parla, pronunzia
"giunior" il latino junior, dice network, family, cool, friendly, e
pratica la lettura, sia pure solo in bagno (e la sua cultura ne trattiene gli
odori). Dunque, nel lontano 2007 quelli
che non se la bevono e si informano con Google, contro la casta, contro
l'élite, i saperi e i professori, al grido di "Uno vale uno" si
radunarono nel vaffa day a Bologna, in Italia, ben prima che in America, dove
Trump entrò alla Casa Bianca solo nel 2017, lo stesso anno del celebre
bestseller di Tom Nichols, The Death of Expertise, "La morte delle
competenze", che è considerato un classico, il testo di riferimento sulla
fenomenologia dei "cretini intelligenti", "spiegatori
ignoranti", "onniscenti
babbei" e "incompetenti di successo". Il cretino-cretino,
aveva già spiegato Umberto Eco, esiste solo nella patologia, va curato e
protetto come un fratello sfortunato, cretino in senso filologico, dall'antico
provenzale crétin, cristiano: povero cristo. È vero che nel 1980 in Francia il comico
Coluche aveva annunziato la candidatura alla presidenza della Repubblica con lo
slogan "Tutti insieme a dargli in culo con Coluche", i sondaggi gli
avevano assegnavano il 16 per cento ed era appoggiato da alcuni intellettuali
di sinistra, tra cui Pierre Bourdieu, Alain Touraine e Gilles Deleuze. Ma
Coluche,"il candidato nessuno", il candidato "blu, bianco e
merda", dai colori della bandiera francese, si ritirò nel 1981 e poi morì
in un incidente stradale il 19 giugno 1986, a soli 41 anni. Troppo presto. Fu
dunque a Roma, nel 2013, con il 25,55 per cento dei voti, che debuttò la prima
Cretinocrazia Cognitiva della storia: "Ah, les italiens" dissero i
francesi con un "ah" allungato e stanco, come il nostro uffa. Eppure
li avevamo presi in giro noi i "cretini di talento", come li chiamava
Ennio Flaiano. Carlo Cipolla ne aveva profetizzato la "prevalenza",
poi diagnosticata da Fruttero e Lucentini. E Sciascia spiegò agli amatissimi
francesi che non solo "è ormai difficile incontrare un cretino che non sia
intelligente" ma "anche un intelligente che non sia cretino". E
i francesi reagirono con "Ah, les italiens", ma con la
"ah", questa volta, di stupore ammirato. Un grande giornalista, il
memorabile (ma chi ne ha memoria?) Alberto Cavallari "per capire il
rapporto dei francesi con gli italiani" invitava a pronunziare, come loro,
"Ah, les italiens" prima con la "ah" rassegnata e poi con
la "ah" ammirata. Di sicuro Sciascia era arrivato al problema
dell'umanità, alla "stupidità sostenuta" già denunziata da Robert
Musil nel terribile 1936: "Se la stupidità non rassomigliasse
perfettamente al progresso, al talento e alla speranza di miglioramento nessuno
vorrebbe essere stupido". E Benedetto Croce aveva chiamato Onagocrazia il
fascismo al potere: il "governo degli asini" (ònagros). Ebbene, in
piena Cretinocrazia, nel gennaio del 2019, soltanto quattro anni fa, Alessandro
Di Battista stracciò in tv un fac simile di 5.000 franchi africani "per
liberare il continente nero dal giogo della moneta della Francia di Macron".
E Giorgia Meloni, nel ruolo che aveva allora di reginetta di Coattonia, gridava
in tv che Macron sfruttava i bambini africani per arricchirsi. Mentre Luigi Di
Maio, che era vicepresidente del Consiglio, correva a Parigi in sostegno alla
violenza redentrice dei gilet gialli. Sempre i cretini cognitivi credono di
fare una cosa seria e ne fanno una comica: Toninelli voleva sostituire il ponte
Morandi con un ponte "vivibile", un viadotto sul quale si potesse
mangiare e bere. E l'uomo d'acqua di Di Maio ("più del 90 per cento siamo
fatti di acqua") abitava nei luoghi immaginari del governo a cinque
stelle: le Marche al posto del Molise, il Venezuela in Cile, Matera in
Puglia... E però quasi quasi ci mancano
i "mi facci il piacere" e i "mi facci finire" oggi
che al potere è arrivata la variante degli invasati cognitivi, Donzelli e
Delmastro che accusano il Pd di complicità con il terrorismo, Fazzolari che
vuole le armi nelle scuole, l'invasato della terra madre, il cognato
Lollobrigida, e Gennaro Sangiuliano, reincarnazione impettita di Giovanni
Gentile, e ancora La Russa, che concede un'intervista al giorno per raccontarci
del busto di Mussolini che nessuno ha visto: quanto è lungo, quanto pesa, dov'è
messo, chi lo regalò a suo padre... Era più cretino cognitivo Di Maio che in
visita ufficiale a Shanghai chiamava "Ping" il presidente Xi Jinping?
L'Italia è anche il luogo ideale della stupidità intelligentissima dei grandi
investigatori che scambiarono le patate per il dna di Amanda, accusarono
dell'omicidio di Yara un povero marocchino solo perché lo avevano sentito
invocare il perdono di Allah, bruciarono ad Avetrana una strega al giorno. E
non chiudono mai le inchieste, dal bandito Giuliano a piazza Fontana,
dall'omicidio Pasolini a Emanuela Orlandi, dalla morte di Mattei a via Poma. Nel
Paese che produce un'enorme quantità di (pessima) letteratura poliziesca - si
calcola che su ogni 25 italiani c'è un cretino cognitivo che scrive gialli -
l'eccellenza dell’investigazione per trent'anni è rimasta acquartierata nella
Sicilia occidentale per prendere un capomafia che era lì dove lo cercavano e
non lo trovavano, era lì dove lo vedevano e non lo fermavano. (…), è molto letteraria la cretinocrazia
italiana, oggi che è difficile dire dove nasca e in quali luoghi del mondo si
possa ancora incontrare un poeta. Non più nei caffè di Parigi o di Roma, di New
York o di Firenze e neppure nelle librerie. Ecco, se davvero la poesia è uno
smarrimento dell'anima, ci potrebbe capitare di scoprire il nuovo Passero
solitario o il nuovo Baudelaire tra i terrapiattisti o i No Vax. Solo in poesia
la terra può essere piatta come il bove può essere pio. Einstein, quando morì,
teneva sul comodino un libro di Immanul Velikovsky, un famoso cretino cognitivo
che pretendeva di spiegare scientificamente le piaghe d'Egitto, la
trasformazione dell'acqua del Nilo in sangue e tutte le altre
"poesie" della Bibbia. Forse un giorno scopriremo che sono cretini
cognitivi, i poeti.
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