Ha scritto Filippo Ceccarelli in “La Repubblica dei pasticci” pubblicato
sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” in edicola da ieri, venerdì 10 di
marzo 2023: Iddio protegga l'Italia dai pasticci del governo Meloni, che ne fa uno
alla settimana. L'ultimissimo, (…), sul Reddito di cittadinanza: nella legge
per toglierlo di mezzo si sono scordati dei furbetti che ne abusavano, in
pratica graziandoli; per cui adesso bisogna fare un'altra legge. Ma quanto a
pasticci anche con i Balneari non è che a Palazzo Chigi abbiano fatto meglio;
idem sull'abrogazione del superbonus, sulle accise sulla benzina, sul decreto rave
e sulle intercettazioni a proposito delle quali, escluse quelle provvidamente
divulgate dallo stesso ministero della Giustizia, è lecito aspettarsi il
peggio. Per non dire la legge di bilancio, vero e proprio festival delle fughe
in avanti e delle marce indietro: pos, tetto al contabile, scudo fiscale,
articoli scritti a capocchia, distrazioni, improvvisazioni, lacune, rappezzi in
extremis, spese lasciate scoperte o male attribuite, confusione e paralisi. Dal
che si conferma l'ormai conclamata incapacità da parte della classe politica di
produrre norme non si pretende decenti, ma almeno tali da non doverci subito
rimettere mano, vedi l'immancabile "intervento correttivo", il rinvio
in commissione, l'ulteriore decreto che di solito crea altri pasticci. Si dirà:
la vocazione arruffona è ben più antica del governo Meloni. Ed è pure vero, a
cominciare dalla parola stessa, che viene da "pasta" e celebra
l'inestricabile legame fra sontuosa gastronomia e mala amministrazione. Di più:
il termine "pasticcio" è entrato in uso nel Cinquecento grazie a due
poeti molto particolari, Francesco Berni e Pietro l'Aretino, campioni della
letteratura burlesca e licenziosa. Ma ciò che più colpisce è la rigogliosa e
sintomatica fantasmagoria lessicale che ne declina il concetto: papocchio,
pastrocchio, accrocchio, inguacchio, pateracchio, garbuglio, intruglio,
imbroglio, impiccio, pecionata, casino. Roba nostra, nazionale e persino patriottica,
fra Totò, Campanile, Zavattini, Flaiano e Arbasino cui si deve,
rinforzatissima, la variante del "pasticcio di patate bollenti" come
soluzione legislativa a un grave problema, però così inspiegabilmente
raffazzonata da far sorgere il sospetto che si affidi a possibili effetti
taumaturgici. E dunque tutto o quasi in Italia si fa pasticcio, dalla Libia
alla Asl calabrese, passando per banconote sbagliate, gratta e vinci vincenti e
geo-localizzati, lavoratori esodati, temi della maturità divulgati anzitempo,
leggi elettorali che te le raccomando. C'è da tremare quando Meloni proclama
che il 2023 sarà "l'anno delle riforme". Ben cinque ne ha elencate:
presidenzialismo, giustizia, fisco, burocrazia e autonomia, a parte il Pnrr. La
Repubblica dei capricci, La Repubblica dei pasticci. Di seguito, “Il mondo nuovo della destra” di Furio
Colombo pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” dell’11 di febbraio ultimo: (…). Il
problema per l'Italia è che la sua presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è
arrivata nel mezzo della tempesta consultando soltanto se stessa (…) mentre i
suoi più fidati collaboratori erano stati tenuti impegnati, chi da un centinaio
di anarchici che stavano assediando lo Stato, chi da un delicato lavoro
politico verso le opposizioni affidato a Donzelli, chi dal rapporto ormai
troppo pericoloso tra Serracchiani e mafia, chi dal festival di Sanremo. Giorgia
Meloni è arrivata sola, sicura e senza allacciare la cintura di sicurezza (un
minimo di prudenza in certe situazioni evidentemente pericolose) e si è messa
ad aspettare gli inviti agli incontri più esclusivi, in quanto personaggio
chiave di un nuovo modo di far politica. Nessuno ha chiamato. Ma non bastano
piccoli incidenti come questi ad avvertire Meloni che qualcosa sta andando
storto. Del dritto e rovescio è lei la maestra. E insiste. Meloni: "È
stato un grave errore non invitarci". Lei intende dire: non si lavora ai
destini del mondo senza Giorgia. Ci può essere un momento di pessimo umore per
tutti, di frasi non riuscite. Dire così vuol dire non conoscerla. Infatti lei
aggiunge (in una immediata conferenza stampa senza ragioni o eventi da spiegare
o da condividere): "Non invitarmi è stato inopportuno e sbagliato". Spiega, in altre parole, a chi non l'ha invitata, in quale madornale groviglio
di trappole siano caduti, danneggiando per sempre se stessi. Infatti un mondo
senza Meloni non può esistere né dare frutti. Però attenzione. Se sei Giorgia
Meloni e vali quello che vali, sei anche perseguitata. Ecco un'altra
dichiarazione di pochi giorni prima. Meloni: "Segnalo, in questo
polverone, a mio avviso, aspetti chiaramente strumentali, quando la sinistra
muove alla sottoscritta l'accusa di essere la mandante morale dei morti in
mare". Su questo punto, invece, la premier dovrebbe riconoscere ai suoi
accusatori una qualità di anticipazione di eventi, anche se tutto li rendeva
probabili. Infatti, dopo queste affermazioni e questa fiera ostentazione di
offesa, il suo ministro degli Interni ha per due volte condannato navi dei
Medici senza frontiere, cariche di centinaia di persone appena scampate alla
morte in mare fra cui molti bambini, a percorrere un migliaio di miglia marine
in più per raggiungere un lontanissimo "porto sicuro". Un calcolato
atto di crudeltà, una lezione da imparare subito per i bambini salvati. Ma le
iniziative che annunciano il mondo nuovo di questa destra si affollano nel
programma di un possibile lavoro per una nuova civiltà europea. "Costruire
muri per fermare i migranti", con i soldi dell'Unione Europea. E l'Italia
non si è opposta. Palazzo Chigi ha dato esplicitamente il via libera. È un do
ut des per avere in cambio il riconoscimento che le vie marittime
dell'emigrazione sono la porta principale da cui far passare una svolta anche
militare nel controllo dei flussi migratori. Resta il fatto che il presidente
del Consiglio italiano ha dato il suo ok all'idea di costruire un muro nel
cuore dell'Europa con l'idea di conquistare spazio nel Mediterraneo... dalla
rivalutazione della missione Sophia, con navi militari europee, fino al
"blocco navale" di cui spesso ha parlato l'attuale premier. È un
progetto (e uno specifico e ben calcolato atto di crudeltà) che resterà nella
storia italiana anche molto dopo il governo di Giorgia Meloni, donna, madre,
cristiana, italiana.
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