"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 5 settembre 2022

Notiziedalbelpaese. 82 Enzo Bianchi: «"Dio, Patria, Famiglia!": tre parole che se gridate sono una bestemmia e dovrebbero rappresentare per tutti lo spettro di una prigione».

Promemoriaelettorale” 1. Ha scritto Diego Bianchi in “Impariamo dai delfini” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 26 di agosto 2022: (…). Sbocciano sui muri i primi manifesti. La Meloni ti guarda mentre guidi e ti dice "Pronti", niente di più, niente di meno, consapevole del fatto che meno dirà più otterrà. Salvini, meno scaltro, ride accanto alla scritta "stop sbarchi, più sicurezza" (a San Benedetto del Tronto dove il mare detta a chi lo abita leggi ben diverse da quelle che vorrebbe lui). Una barca stracolma di migranti che non sappiamo che fine abbiano fatto fa da sfondo al sorriso del fu ministro dell'Interno. Che almeno i delfini, ovunque stiano andando, indichino la via per uscire dall'infognamento nel quale rischiamo di finire.

Promemoriaelettorale” 2. Ha scritto Michele Serra in “La famiglia come feticcio” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 25 di agosto ultimo: (…). Quando Rita Dalla Chiesa, candidata per Forza Italia, dice che “per Berlusconi la famiglia è tutto, abbiamo gli stessi valori”, si ride di gusto. Berlusconi ha avuto due mogli ufficiali, ne ha una terza ufficiosa, ha noleggiato interi torpedoni di nipoti di Mubarak, e non ha mai fatto mistero di questa sua forma di collezionismo, assai favorita dalla disponibilità di denaro e da una allegra compagnia di amiconi molto partecipi. Può darsi che per lui la famiglia sia tutto da un unico punto di vista, quello patrimoniale, alla luce del fatto che la drastica riduzione delle tasse di successione è stata la sua più evidente riforma strutturale del nostro disgraziato Paese. Ma dal punto di vista ideologico, politico, culturale, etico, perfino logico, come diavolo si fa a indicare, come suo eminente pregio, la devozione alla Famiglia, questo feticcio che la destra italiana sventola nelle piazze per intortare le nonnine, ma a casa sua considera come un impiccio da aggirare? Gentile signora Dalla Chiesa, le parlo da divorziato a divorziata (lei due volte, io una sola, noi di sinistra siamo sempre più timidi). Lasci perdere la famiglia, che è una componente assai vaga e mutevole del presente. Un work in progress il cui esito non è determinabile né dai bigotti, né dai puttanieri. Parli d’altro. Faccia come se, di fronte a lei, non avesse la sua audience di nonnine, ma dei cittadini adulti. Sappiamo tutti e due che non è vero, ma almeno faccia finta che una campagna elettorale sia una cosa seria, e che anche le nonnine, soprattutto le nonnine, meritino di essere trattate da cittadine adulte.

Promemoriaelettorale” 3. Ha scritto Enzo Bianchi – già priore della Comunità Monastica di Bose – in “Quello slogan è una bestemmia” pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” di oggi 5 di settembre 2022: Siamo in un'ora in cui difetta il pensare, il riflettere, e anche il linguaggio ne risente. Non solo si impoverisce ma si fa rozzo, barbaro e ricorre agli slogan. D'altronde lo sappiamo tutti: quando manca il pensiero si alzano i toni e si fanno risuonare parole per provocare emozioni, e questo vale ovunque, fino ai comizi di piazza. Essendo vecchio non dimentico le scritte sbiadite sui muri rimaste dall'epoca fascista: "Credere, Obbedire, Combattere!", "Autorità, Ordine, Giustizia!", "Dio, Patria, Famiglia!". Mi pare significativo che siano tornate a risuonare oggi: "Dio, Patria, Famiglia" è uno slogan che mi turba. Perché queste tre parole messe una dopo l'altra, fatte bandiera e labaro tra gente che si pensa forte, per me risuonano non solo come sinistre, ma come una bestemmia. Parole di un tempo e di una cultura che non vorrei vivere. Come cristiano sono convinto che la parola "Dio" è un termine eminente ma insufficiente, dietro il quale si celano emozioni che sono proiezioni umane. La maggior parte delle immagini che ci forgiamo di Dio sono perverse. Come cristiano sono convinto che solo Gesù ha raccontato e mostrato chi è Dio. Il Dio di Gesù non ama essere proclamato, né invocato contro qualcuno, ma ama che lo si pensi il "Dio con noi". Non ha bisogno che lo difendiamo né che lo imponiamo nella società in cui viviamo. Gli si reca offesa se lo si strumentalizza come un elemento identitario, se lo si trascina nell'agone politico. Quanto alla Patria, per fortuna la mia generazione non ha più servito l'ideologia nazionalista, un idolo in nome del quale, nelle guerre, si sacrificavano tante vite umane. Amiamo la nostra terra, ma anche quelle degli altri, convinti che "ogni terra per il cristiano è straniera e ogni terra straniera per il cristiano è patria", come si legge in A Diogneto, il testo di un cristiano del II secolo, quando i cristiani potevano vivere come minoranze in dialogo e in pace nella marea pagana dell'impero romano. No, per noi oggi non è più bello morire per la patria. Quanto alla "Famiglia", quella che poteva essere invocata non esiste più, è andata in frantumi con il paternalismo, la sottomissione delle donne, l'impossibilità per i giovani di prendere la parola. Nasciamo in una famiglia e da essa siamo accolti, e questa è una grazia grande. Ma quando dobbiamo costruire una vita cerchiamo l'amore al di fuori della famiglia. Significa che anche la famiglia è insufficiente: non dobbiamo farne un mito o un idolo. È necessario vigilare contro il familismo che forgia una ideologia non a servizio dell'amore umano, ma dei controllori dell'ordine morale. Ci scandalizziamo se questi slogan sono gridati oggi in Russia dal potere religioso e da quello politico, ma poi permettiamo che siano proposte come programma nella nostra stanca e vecchia, ma sempre valida, democrazia. L'idolo è sempre un falso antropologico, fonte di alienazione. "Dio, Patria, Famiglia!": tre parole che se gridate sono una bestemmia e dovrebbero rappresentare per tutti lo spettro di una prigione.

 

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